Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis |
59. La formazione intellettuale ha come fine l'acquisizione da parte degli alunni di un'ampia e solida istruzione nelle scienze sacre insieme con una cultura generale proporzionata alle necessità dei nostri tempi, affinché essi siano in grado - dopo aver fondato e nutrito la loro stessa fede sulle scienze sacre - di annunziare convenientemente il messaggio evangelico agli uomini d'oggi e di inserirlo nella loro cultura.155
Tale formazione intellettuale abbraccia:
a) un supplemento di formazione letteraria e scientifica, ove ce ne sia bisogno, una volta espletato il « curriculum » di cui al n. 16;
b) la formazione filosofica;
c) la formazione teologica.
60. La varietà di criteri con i quali questi studi possono essere coordinati, si può ridurre a tre specifici modelli:
A ) In periodi distinti e successivi vengono compiuti: gli studi letterari e scientifici ( secondo la loro necessità ); gli studi filosofici; gli studi teologici.
B) Gli studi letterari e scientifici vengono condotti insieme con gli studi filosofici ( cfr American College ); dopo si iniziano gli studi teologici.
C) Dopo gli studi letterari e scientifici, gli studi filosofici vengono svolti unitamente agli studi teologici, in modo che la filosofia venga insegnata insieme con la teologia; in tal caso, tuttavia, bisognerà curare che la filosofia sia insegnata come disciplina distinta e col suo metodo specifico, evitando che sia ridotta ad una trattazione frammentaria e saltuaria dei problemi, svolta unicamente in funzione di speciali questioni teologiche.
Questi modelli - qui riportati a titolo esemplificativo - non escludono altri e diversi criteri di impostazione degli studi.
In ciascuna « Ratio » vengano indicate le modalità scelte ed approvate dalla Conferenza Episcopale, tenuto conto anche delle situazioni concrete del paese.
61. Qualunque sia l'ordinamento degli studi adottato, è necessario notare accuratamente quanto segue:
a) si devono sempre iniziare gli studi con il corso introduttivo al mistero di Cristo, di cui si tratta nel paragrafo seguente;156
b) nel caso che la filosofia e la teologia siano insegnate in periodi distinti, si dovranno coordinare alcune discipline filosofiche e teologiche, soprattutto per quanto riguarda la teodicea e il trattato dogmatico « de Deo »; l'etica e la teologia morale; la storia della filosofia, della Chiesa, dei dogmi, ecc.;157
c) il tempo destinato agli studi filosofici deve corrispondere ad almeno un biennio ( oppure ad un congruo numero delle cosiddette ore semestrali, secondo i sistemi scolastici vigenti in alcune nazioni ); agli studi teologici si deve dedicare almeno un quadriennio ( ovvero un proporzionato numero di ore semestrali ), in modo tale che complessivamente gli studi teologici e filosofici abbraccino almeno un sessennio (oppure, secondo altri ordinamenti degli studi, quella quantità di materia scolastica che viene trattata comunemente nel sessennio ).158
62. L'introduzione al mistero di Cristo e alla storia della salvezza - che deve essere insegnata all'inizio del corso filosofico e teologico - tende a far comprendere agli alunni il significato degli studi ecclesiastici, la loro struttura e il loro fine pastorale; nel contempo tende anche ad aiutare gli alunni perché possano dare solido fondamento alla loro fede, capire più profondamente ed abbracciare con maggiore maturità la vocazione sacerdotale.
In ciascuna « Ratio institutionis sacerdotalis » saranno determinati la durata e il programma del corso, tenendo conto delle esperienze delle rispettive nazioni e della Chiesa universale.
È necessario altresì dare a questo corso un'intima coerenza rispetto agli altri studi teologici e garantirne la continuità, soprattutto attraverso una meditata lettura della sacra Scrittura sotto la guida dei professori.159
63. I professori nell'insegnamento delle rispettive discipline saranno pertanto continuamente attenti all'intrinseca unità e armonia dell'intera dottrina della fede ( cfr. n. 90 ), badando a porre un particolare accento sul suo aspetto salvifico.
A tale scopo, sarà opportuno ( verso la fine del normale corso degli studi - se le Conferenze Episcopali lo riterranno preferibile - dopo qualche anno di esperienza pastorale ) riservare un congruo periodo di tempo, anche sufficientemente protratto, durante il quale gli alunni possano, sotto la guida di insegnanti e grazie alla preparazione intellettuale già avuta, meglio comprendere e quasi contemplare ed esperimentare la parola di Dio nella sua semplice unità, così come è necessario trasmetterla ai fedeli per la loro salvezza, facendo convergere su ciascuna parte la luce di tutte le discipline che prima venivano insegnate separatamente.
Si raccomanda vivamente questo periodo di sintesi, affinché le nozioni acquisite non rimangano frammentarie e quasi avulse l'una dall'altra, ma siano adeguatamente collegate a vantaggio spirituale dei fedeli e degli stessi sacerdoti, i quali, consci ormai dell'utilità della scienza ricevuta, sentiranno un maggiore amore verso le discipline sacre.
Nel caso che i vescovi - o singolarmente o per comune disposizione della Conferenza - abbiano secondo l'opportunità stabilito d'instaurare per uno o più anni l'esercizio del diaconato alla fine del normale corso degli studi ( cfr. n. 42, c )160 sarà più utile trasferire la suddetta sintesi di tutte le discipline ( e cioè la visione armonica ed unitaria delle varie discipline ) quando i diaconi ritorneranno in seminario per prepararsi al sacerdozio.
Questo periodo poi dovrà essere sufficientemente lungo, affinché la preparazione immediata al sacerdozio sia veramente efficace.
64. Durante tutta la formazione intellettuale si abbia diligente cura di adattarla alle diverse culture, affinché gli alunni siano in grado di approfondire ed esprimere il messaggio di Cristo secondo le modalità e le caratteristiche di ciascuna e di potere conseguentemente adattare la vita cristiana alla mentalità e all'indole delle rispettive culture.
Pertanto i professori di filosofia e di teologia nelle loro lezioni non omettano di istituire un confronto sistematico tra la dottrina cristiana e le più profonde concezioni su Dio, sul mondo e sull'uomo, che i popoli hanno elaborato secondo le proprie tradizioni religiose.
Anzi, per quanto è possibile, non omettano di arricchire la sapienza filosofica e l'intelligenza della fede con tali concezioni.161
Indice |
155 | C.I.C.:
Can. 248; cfr. Decr. Optatam totius, nn. 13-17; Cost. past. Gaudium et spes, n. 58, n. 62; Decr. Ad gentes divinitus, n. 16; Pio XII, Cost. Apost. Sedes sapientiae, 31 maggio 1956: A.A.S. 48 (1956), pp. 361 s.; Paolo VI, Motu proprio Ecclesiae Sanctae, n. 2 ( 6 agosto 1966 ) |
156 | Decr. Optatam totius, n. 14 |
157 | Ivi. |
158 | C.I.C.:
Can. 250; S. Congregazione per l'educazione cattolica, L'insegnamento della filosofia nei Seminari, 20 gennaio 1972, Parte III, n. 1c; La formazione teologica dei futuri sacerdoti, 22 febbraio 1976, nn. 129, 132; cfr. Giovanni Paolo II, Cost. Apost. Sapientia Christiana, Art. 74, § 2 |
159 | Decr.
Optatam totius, n. 14; cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 16; Decr. Ad gentes divinitus, n. 16 |
160 | Cfr. C.I.C.:
Can. 1032, § 2; Conc. Vat..II, Decr. Optatam totius, n. 12 |
161 | Decr.
Ad gentes divinitus, n. 16,
n. 19,
n. 22; Cost. past. Gaudium et spes, n. 44, n. 58, n. 62; Decr. Unitatis redintegratio, n. 4, n. 17; Decr. Orientalium Ecclesiarum, nn. 4, 5, 6; cfr. Pio XII, Evangelii Praecones, 2 giugno 1951; Giovanni XXIII, Lett. Encicl. Princeps Pastorum, 28 nov. 1959; Paolo VI, Omel. Hi amicti sunt, pronunziata in occasione della canonizzazione dei martiri dell'Uganda, 18 ott. 1964: Insegnamenti, II, pp. 588-589; Motu proprio Ecclesiae Sanctae, III, n. 2 ( 6 agosto 1966 ); Esort. Apost. Evangelii nuntiandi, n. 20 ( 8 dicembre 1975 ); Alloc. Greetings to you, a tutti i Vescovi dell'Asia, 28 novembre 1970; Giovanni Paolo II, Alloc. Vous etes, alla Comunità Africana di Roma, 2 febbraio 1980; Alloc. Quelle joie, ai Vescovi dello Zaire riuniti a Kinshasa, 3 maggio 1980; Alloc. I am overjoyed, ai Vescovi della Nigeria, 15 febbraio 1982; S. Congregazione per l'educazione cattolica, L'insegnamento della filosofia nei Seminari, 20 gennaio 1972, Parte III, n. 2; La formazione teologica dei futuri sacerdoti, 22 febbraio 1976, nn. 10, 27, 52, 66, 68, 77, 109, 110, 123 |