Istruzione sulla libertà cristiana e la liberazione |
Beata colei che ha creduto ( Lc 1,45 ).
Al saluto di Elisabetta, la Madre di Dio risponde lasciando effondere il suo cuore nel canto del Magnificat.
Ella ci insegna che è mediante la fede e nella fede che, sul suo esempio, il popolo di Dio diventa capace di esprimere in parole e di tradurre nella sua vita il mistero del disegno della salvezza e le sue dimensioni liberatrici sul piano dell'esistenza individuale e sociale.
In realtà, solo alla luce della fede si percepisce come la storia della salvezza sia la storia della liberazione dal male nella sua espressione più radicale e l'introduzione dell'umanità nella vera libertà dei figli di Dio.
Totalmente dipendente da Dio e tutta orientata verso di lui per lo slancio della sua fede, Maria, accanto a suo Figlio, è l'icona più perfetta della libertà e della liberazione dell'umanità e del cosmo.
È a lei che la Chiesa, di cui ella è madre e modello, deve guardare per comprendere il senso della propria missione nella sua pienezza.
È veramente da rilevare che il senso della fede dei poveri, come porta ad un'acuta percezione del mistero della croce redentrice, così porta a un amore e a una fiducia indefettibile nella Madre del Figlio di Dio, venerata in numerosi santuari.
I pastori e quanti - sacerdoti e laici, religiosi e religiose - lavorano spesso in condizioni molto difficili per l'evangelizzazione e la promozione umana, devono essere pieni di speranza al pensiero che tante risorse straordinarie di santità sono contenute nella fede viva del popolo di Dio.
Bisogna fare in modo che queste ricchezze del sensus fidei possano pienamente sbocciare e dare frutti abbondanti.
Aiutare con una meditazione approfondita del disegno della salvezza, così come questo si sviluppa riguardo alla Vergine del Magnificat, la fede del popolo dei poveri a esprimersi con chiarezza e a tradursi nella vita: è questo un nobile compito ecclesiale, che attende il teologo.
Così una teologia della libertà e della liberazione, come eco fedele del Magnificat di Maria conservato nella memoria della Chiesa, costituisce un'esigenza del nostro tempo.
Ma sarebbe una grave perversione appropriarsi delle energie della religiosità popolare per dirottarle verso un progetto di liberazione puramente terrena, che si rivelerebbe ben presto come una illusione e una causa di nuove schiavitù.
Coloro che così cedono alle ideologie del mondo e alla presunta necessità della violenza non sono più fedeli alla speranza, al suo ardimento e al suo coraggio, come li esalta quell'inno al Dio della misericordia che la Vergine c'insegna.
Il senso della fede percepisce tutta la profondità della liberazione operata dal Redentore.
Egli ci ha liberato dal male più radicale, dal peccato e dal potere della morte, per restituire la libertà a se stessa e per mostrarle il suo cammino.
Questo cammino è tracciato dal comandamento supremo, ch'è il comandamento dell'amore.
La liberazione, nel suo significato primario che è soteriologico, si prolunga così in un compito liberatore, in un'esigenza etica.
Si colloca qui la dottrina sociale della Chiesa, che illumina la prassi cristiana sul piano della società.
Il cristiano è chiamato ad agire secondo la verità ( Cf Gv 3,21 ) e a lavorare così per l'instaurazione di quella "civiltà dell'amore", di cui parlava Paolo VI.145
Il presente Documento, senza pretendere di essere completo, ha indicato alcune direzioni, lungo le quali è urgente intraprendere delle riforme profonde.
Il compito prioritario, che condiziona la riuscita di tutti gli altri, è di ordine educativo.
L'amore che guida l'impegno deve fin d'ora far nascere nuove solidarietà.
A questi compiti, che si impongono in tutta urgenza alla coscienza cristiana, sono chiamati tutti gli uomini di buona volontà.
È la realtà del mistero della salvezza che opera nell'oggi della storia per condurre l'umanità redenta verso la perfezione del Regno, il quale dà il loro vero significato ai necessari sforzi di liberazione d'ordine economico, sociale e politico e impedisce loro di naufragare in nuove forme di schiavitù.
È vero che, di fronte alla vastità e complessità del compito, il quale può esigere il dono di sé fino all'eroismo, molti sono tentati dallo scoraggiamento, dallo scetticismo o dall'avventura disperata.
Una formidabile sfida è lanciata alla speranza, teologale e umana.
La Vergine generosa del Magnificat, che avvolge la Chiesa e l'umanità con la sua preghiera, è il saldo sostegno della speranza.
In lei davvero noi contempliamo la vittoria dell'amore divino che nessun ostacolo può trattenere e scopriamo a quale sublime libertà Dio eleva gli umili.
Lungo il cammino, da lei tracciato, deve progredire con grande slancio la fede che opera per mezzo della carità. ( Cf. Gal 5,6 )
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Istruzione, decisa nella riunione ordinaria di questa Congregazione e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 22 marzo, nella festa dell'Annunciazione del Signore.
Joseph Card. Ratzinger Prefetto
Alberto Bovone Arcivescovo tit. di Cesarea di Numidia Segretario
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145 | Cf. Paolo VI, Udienza generale del
31 dicembre 1975 Giovanni Paolo II ha ribadito questa idea nel Discorso al "Meeting per l'amicizia dei popoli" del 29 agosto 1982 I Vescovi Latino-americani l'hanno ugualmente richiamata nel Messaggio ai popoli dell'America Latina, n. 8, e nel Documento di Puebla, nn. 1188. 1192 |