Alcuni aspetti della Chiesa intesa come comunione

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I - La Chiesa, mistero di comunione

3. Il concetto di comunione sta « nel cuore dell'autoconoscenza della Chiesa,4 in quanto Mistero dell'unione personale di ogni uomo con la Trinità divina e con gli altri uomini, iniziata dalla fede, ( 1 Gv 1,3; Cf. 1 Cor 1,9 )5 ed orientata alla pienezza escatologica nella Chiesa celeste, per quanto già incoativamente una realtà nella Chiesa sulla terra. ( Cf. Fil 3,20-21; Col 3,1-4 )6

Affinché il concetto di comunione, che non è univoco, possa servire come chiave interpretativa dell'ecclesiologia, dev'essere inteso all'interno dell'insegnamento biblico e della tradizione patristica, nelle quali la comunione implica sempre una duplice dimensione: verticale ( comunione con Dio ) ed orizzontale ( comunione tra gli uomini ).

È essenziale alla visione cristiana della comunione riconoscerla innanzitutto come dono di Dio, come frutto dell'iniziativa divina compiuta nel mistero pasquale.

La nuova relazione tra l'uomo e Dio, stabilita in Cristo e comunicata nei sacramenti, si estende anche ad una nuova relazione degli uomini tra di loro.

Di conseguenza, il concetto di comunione dev'essere in grado di esprimere anche la natura sacramentale della Chiesa mentre « siamo in esilio lontano dal Signore, ( 2 Cor 5,6 )7 così come la peculiare unità che fa dei fedeli le membra di un medesimo Corpo, il Corpo mistico di Cristo,8 una comunità organicamente strutturata,9 « un popolo adunato dall'unità del Padre del Figlio e dello Spirito Santo,10 fornito anche dei mezzi adatti per l'unione visibile e sociale.11

4. La comunione ecclesiale è allo stesso tempo invisibile e visibile.

Nella sua realtà invisibile, essa è comunione di ogni uomo con il Padre per Cristo nello Spirito Santo, e con gli altri uomini compartecipi nella natura divina, ( Cf. 2 Pt 1,4 ) nella passione di Cristo, ( Cf. 2 Cor 1,7 ) nella stessa fede, ( Cf. Ef 4,13; Fil 6 ) nello stesso spirito. ( Cf. Fil 2,1 )

Nella Chiesa sulla terra, tra questa comunione invisibile e la comunione visibile nella dottrina degli Apostoli, nei sacramenti e nell'ordine gerarchico, vi è un intimo rapporto.

In questi divini doni, realtà ben visibili, Cristo in vario modo esercita nella storia la Sua funzione profetica, sacerdotale e regale per la salvezza degli uomini.16

Questo rapporto tra gli elementi invisibili e gli elementi visibili della comunione ecclesiale è costitutivo della Chiesa come Sacramento di salvezza.

Da tale sacramentalità deriva che la Chiesa non è una realtà ripiegata su se stessa bensì permanentemente aperta alla dinamica missionaria ed ecumenica, perché inviata al mondo ad annunciare e testimoniare, attualizzare ed espandere il mistero di comunione che la costituisce: a raccogliere tutti e tutto in Cristo; ( Cf. Mt 28,19-20; Gv 17,21-23; Ef 1,10 )17 ad essere per tutti « sacramento inseparabile di unità.18

5. La comunione ecclesiale, nella quale ognuno viene inserito dalla fede e dal Battesimo, ( Ef 4,4-5; Cf. Mc 16,16 )19 ha la sua radice ed il suo centro nella Santa Eucaristia.

Infatti, il Battesimo è incorporazione in un corpo edificato e vivificato dal Signore risorto mediante l'Eucaristia, in modo tale che questo corpo può essere chiamato veramente Corpo di Cristo.

L'Eucaristia è fonte e forza creatrice di comunione tra i membri della Chiesa proprio perché unisce ciascuno di essi con lo stesso Cristo: « nella frazione del pane eucaristico partecipando noi realmente al Corpo del Signore, siamo elevati alla comunione con lui e tra di noi: Perché c'è un solo pane, un solo corpo siamo noi, quantunque molti, noi che partecipiamo tutti a un unico pane. ( 1 Cor 10,17 ).20

Perciò l'espressione paolina la Chiesa è il Corpo di Cristo significa che l'Eucaristia, nella quale il Signore ci dona il suo Corpo e ci trasforma in un solo Corpo,21 è il luogo dove permanentemente la Chiesa si esprime nella sua forma più essenziale: presente in ogni luogo e, tuttavia, soltanto una, così come uno è Cristo.

6. La Chiesa è Comunione dei santi, secondo l'espressione tradizionale che si trova nelle versioni latine del Simbolo apostolico a partire dalla fine del IV secolo.22

La comune partecipazione visibile ai beni della salvezza ( le cose sante ), specialmente all'Eucaristia, è radice della comunione invisibile tra i partecipanti ( i santi ).

Questa comunione comporta una spirituale solidarietà tra i membri della Chiesa, in quanto membra di un medesimo Corpo, ( Cf. 1 Cor 12,25-27; Ef 1,22-23; Ef 3,3-6 ) e tende alla loro effettiva unione nella carità costituendo « un solo cuore ed una sola anima. ( At 4,32 )

La comunione tende pure all'unione nella preghiera, ( Cf. At 2,42 ) ispirata in tutti da un medesimo Spirito, ( Cf. Rm 8,15-16.26; Gal 4,6 )26 lo Spirito Santo « che riempie ed unisce tutta la Chiesa.27

Questa comunione, nei suoi elementi invisibili, esiste non solo tra i membri della Chiesa pellegrinante sulla terra, ma anche tra essi e tutti coloro che, passati da questo mondo nella grazia del Signore, fanno parte della Chiesa celeste o saranno incorporati ad essa dopo la loro piena purificazione.28

Ciò significa, tra l'altro, che esiste una mutua relazione tra la Chiesa pellegrina sulla terra e la Chiesa celeste nella missione storico-salvifica.

Ne consegue l'importanza ecclesiologica non solo dell'intercessione di Cristo a favore delle sue membra, ( Cf. Eb 7,25 ) ma anche di quella dei santi e, in modo eminente, della Beata Vergine Maria.30

L'essenza della devozione ai santi, così presente nella pietà del popolo cristiano, risponde perciò alla profonda realtà della Chiesa come mistero di comunione.

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4 Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi degli Stati Uniti d'America, 16-IX-1987, n. 1
5 « Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi.
La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo »;
Giovanni Paolo II, Esort. apost. Christifideles laici, n. 19, 30-XII-1988;
Sinodo dei Vescovi ( 1985 ), Relatio finalis, II, C), 1
6 Costit. dogm. Lumen gentium, n. 48
7 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 1
8 Cf. ibidem, n. 7;
Pio XII, Encicl. Mystici Corporis, 29-VI-1943
9 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 11 § 1
10 S. Cipriano, De Oratione Dominica, 23: PL 4, 553;
cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 4 § 2
11 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 9 § 3
16 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, nn. 25-27
17 Costit. dogm. Lumen gentium, n. 9 § 2, n. 13 e n. 17;
Decr. Ad gentes, n. 1 e n. 5;
S. Ireneo, Adversus haereses, III, 16, 6 e 22, 1-3: PG 7, 925-926 e 955-958
18 S. Cipriano, Epist. ad Magnum, 6: PL 3, 1142
19 « Un solo corpo e un solo Spirito, come con la vostra vocazione siete stati chiamati a una sola speranza. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo »
20 Costit. dogm. Lumen gentium, n. 7 § 2.
L'Eucaristia è il sacramento « mediante il quale nel tempo presente si consocia la Chiesa » ( S. Agostino, Contra Faustum, 12, 20 ).
« La nostra partecipazione al corpo e al sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo » ( S. Leone Magno, Sermo 63, 7: PL 54, 357 )
21 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 3 e n. 11 § 1;
S. Giovanni Crisostomo, In 1 Cor. hom., 24, 2: PG 61, 200
22 Cf. Denz.-Schön. 19; 25-30
26 Costit. dogm. Lumen gentium, n. 4
27 S. Tommaso D'Aquino, De Veritate, q. 29, a. 4 c.
Infatti, « innalzato sulla croce e glorificato, il Signore Gesù comunicò lo Spirito promesso, per mezzo del quale chiamò e riunì nell'unità della fede, della speranza e della carità il popolo della Nuova Alleanza, che è la Chiesa » ( Decr. Unitatis redintegratio, n. 2 § 2 )
28 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 49
30 Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 50 e n. 66