Alcuni aspetti della Chiesa intesa come comunione |
7. La Chiesa di Cristo, che nel Simbolo confessiamo una, santa, cattolica ed apostolica, è la Chiesa universale, vale a dire l'universale comunità dei discepoli del Signore, ( Cf. Mt 16,18; 1 Cor 12,28 ) che si fa presente ed operante nella particolarità e diversità di persone, gruppi, tempi e luoghi.
Tra queste molteplici espressioni particolari della presenza salvifica dell'unica Chiesa di Cristo, fin dall'epoca apostolica si trovano quelle che in se stesse sono Chiese, ( Cf. At 8,1; At 11,22; 1 Cor 1,2; 1 Cor 16,19; Gal 1,22; Ap 2,1.8 ) perché, pur essendo particolari, in esse si fa presente la Chiesa universale con tutti i suoi elementi essenziali.33
Sono perciò costituite « a immagine della Chiesa universale,34 e ciascuna di esse è « una porzione del Popolo di Dio affidata alle cure pastorali del Vescovo coadiuvato dal suo presbiterio.35
8. La Chiesa universale è perciò il Corpo delle Chiese,36 per cui è possibile applicare in modo analogico il concetto di comunione anche all'unione tra le Chiese particolari, ed intendere la Chiesa universale come una Comunione di Chiese.
A volte, però, l'idea di « comunione di Chiese particolari », è presentata in modo da indebolire, sul piano visibile ed istituzionale, la concezione dell'unità della Chiesa.
Si giunge così ad affermare che ogni Chiesa particolare è un soggetto in se stesso completo e che la Chiesa universale risulta dal riconoscimento reciproco delle Chiese particolari.
Questa unilateralità ecclesiologica, riduttiva non solo del concetto di Chiesa universale ma anche di quello di Chiesa particolare, manifesta un'insufficiente comprensione del concetto di comunione.
Come la stessa storia dimostra, quando una Chiesa particolare ha cercato di raggiungere una propria autosufficienza, indebolendo la sua reale comunione con la Chiesa universale e con il suo centro vitale e visibile, è venuta meno anche la sua unità interna e, inoltre, si è vista in pericolo di perdere la propria libertà di fronte alle forze più diverse di asservimento e di sfruttamento.37
9. Per capire il vero senso dell'applicazione analogica del termine comunione all'insieme delle Chiese particolari, è necessario innanzitutto tener conto che queste, per quanto « parti dell'unica Chiesa di Cristo,38 hanno con il tutto, cioè con la Chiesa universale, un peculiare rapporto di « mutua interiorità,39 perché in ogni Chiesa particolare « è veramente presente e agisce la Chiesa di Cristo, Una, Santa, Cattolica e Apostolica.40
Perciò, « la Chiesa universale non può essere concepita come la somma delle Chiese particolari né come una federazione di Chiese particolari.41
Essa non è il risultato della loro comunione, ma, nel suo essenziale mistero, è una realtà ontologicamente e temporalmente previa ad ogni singola Chiesa particolare.
Infatti, ontologicamente, la Chiesa-mistero, la Chiesa una ed unica secondo i Padri precede la creazione,42 e partorisce le Chiese particolari come figlie, si esprime in esse, è madre e non prodotto delle Chiese particolari.
Inoltre, temporalmente, la Chiesa si manifesta nel giorno di Pentecoste nella comunità dei centoventi riuniti attorno a Maria e ai dodici Apostoli, rappresentanti dell'unica Chiesa e futuri fondatori delle Chiese locali, che hanno una missione orientata al mondo: già allora la Chiesa parla tutte le lingue. ( Cf. At 2,1ss )43
Da essa, originata e manifestatasi universale, hanno preso origine le diverse Chiese locali, come realizzazioni particolari dell'una ed unica Chiesa di Gesù Cristo.
Nascendo nella e dalla Chiesa universale, in essa e da essa hanno la loro ecclesialità.
Perciò, la formula del Concilio Vaticano II: La Chiesa nelle e a partire dalle Chiese ( Ecclesia in et ex Ecclesiis ),44 è inseparabile da quest'altra: Le Chiese nella e a partire dalla Chiesa ( Ecclesiae in et ex Ecclesia ).45
È evidente la natura misterica di questo rapporto tra Chiesa universale e Chiese particolari, che non è paragonabile a quello tra il tutto e le parti in qualsiasi gruppo o società puramente umana.
10. Ogni fedele, mediante la fede e il Battesimo, è inserito nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica.
Non si appartiene alla Chiesa universale in modo mediato, attraverso l'appartenenza ad una Chiesa particolare, ma in modo immediato, anche se l'ingresso e la vita nella Chiesa universale si realizzano necessariamente in una particolare Chiesa.
Nella prospettiva della Chiesa intesa come comunione, l'universale comunione dei fedeli e la comunione delle Chiese non sono dunque l'una conseguenza dell'altra, ma costituiscono la stessa realtà vista da prospettive diverse.
Inoltre, l'appartenenza ad una Chiesa particolare non è mai in contraddizione con la realtà che nella Chiesa nessuno è straniero: ( Cf. Gal 3,28 ) specialmente nella celebrazione dell'Eucaristia, ogni fedele si trova nella sua Chiesa, nella Chiesa di Cristo, a prescindere dalla sua appartenenza o meno, dal punto di vista canonico, alla diocesi, parrocchia o altra comunità particolare dove ha luogo tale celebrazione.
In questo senso, ferme restando le necessarie determinazioni di dipendenza giuridica,47 chi appartiene ad una Chiesa particolare appartiene a tutte le Chiese; poiché l'appartenenza alla Comunione, come appartenenza alla Chiesa, non è mai soltanto particolare, ma per sua stessa natura è sempre universale.48
Indice |
33 | Cf. Pontificia Commissione Biblica, Unité et diversité dans l'Eglise, Lib. Ed. Vaticana 1989, specialmente, pp. 14-28 |
34 | Costit. dogm.
Lumen gentium, n. 23 § 1; cf. Decr. Ad gentes, n. 20 § 1 |
35 | Decr. Christus Dominus, n. 11 § 1 |
36 | Costit. dogm.
Lumen gentium, n. 23 § 2 Cf. S. Ilario di Poitiers, In Psalm., 14, 3: PL 9, 301; S. Gregorio Magno, Moralia, IV, 7, 12: PL 75, 643 |
37 | Cf. Paolo VI, Esort. apost. Evangelii nuntiandi, n. 64 § 2, 8-XII-1975 |
38 | Decr. Christus Dominus, n. 6 § 3 |
39 | Giovanni Paolo II, Discorso alla Curia Romana, n. 9, 20-XII-1990 |
40 | Decr. Christus Dominus, n. 11 § 1 |
41 | Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi degli Stati Uniti d'America, n. 3, 16-IX-1987 |
42 | Cf. S. Clemente Romano, Epist. II ad Cor., 14, 2: Funck, 1, 200; Pastore di Erma, Vis. 2, 4: PG 2, 897- 900 |
43 | S. Ireneo, Adversus haereses, III, 17, 2 (PG 7, 929-930): « nella Pentecoste ( … ) tutte le nazioni ( … ) sarebbero diventate un mirabile coro per intonare l'inno di lode a Dio in perfetto accordo, perché lo Spirito Santo avrebbe annullato le distanze, eliminato le stonature e trasformato il consesso dei popoli in una primizia da offrire a Dio Padre ». Cf. anche S. Fulgenzio di Ruspe, Sermo 8 in Pentecoste, 2-3: PL 65, 743-744 |
44 | Costit. dogm.
Lumen gentium, n. 23 § 1: « [ le Chiese particolari ] … nelle quali e a partire dalle quali esiste la sola e unica Chiesa cattolica ». Questa dottrina sviluppa nella continuità quanto già affermato prima, ad esempio da Pio XII, Encicl. Mystici Corporis, AAS 35 (1943) 211: « … a partire dalle quali esiste ed è composta la Chiesa Cattolica » |
45 | Cf. Giovanni Paolo II, Discorso alla Curia Romana, n. 9, 20-XII-1990 |
47 | Cf., ad esempio, C.I.C., can. 107 |
48 | S. Giovanni Crisostomo, In Ioann. hom., 65, 1 ( PG 59, 361 ): « chi sta in Roma sa che gli Indi sono sue membra ». Cf. Costit. dogm. Lumen gentium, n. 13 § 2 |