Pietà popolare e Liturgia |
Per aiutare a tradurre nella concreta azione pastorale quanto sopra esposto, vengono offerti alcuni orientamenti circa il necessario rapporto della pietà popolare con la Liturgia, in vista di una armonica e proficua azione pastorale.
Nel menzionare gli esercizi e le pratiche di pietà maggiormente diffuse non si pretende di essere esaustivi né di abbracciare ogni singola manifestazione di carattere locale.
Si trovano qua e là anche indicazioni riguardanti la pastorale liturgica, data l'affinità della materia in settori in cui le frontiere non sono rigorosamente delimitabili.
L'esposizione è articolata in cinque capitoli:
– il quarto, sull'Anno liturgico sotto il profilo dell'auspicabile armonizzazione delle sue celebrazioni con le manifestazioni della pietà popolare;
– il quinto, sulla venerazione per la santa Madre del Signore, che occupa un posto singolare sia nella sacra Liturgia, sia nella pietà popolare;
– il sesto, sul culto dei Santi e Beati, il quale trova anch'esso largo spazio nella Liturgia e nella devozione dei fedeli;
– il settimo, sul suffragio per i defunti, che ricorre frequentemente nelle varie espressioni della vita cultuale della Chiesa;
– l'ottavo, sui santuari e pellegrinaggi, luoghi significativi ed espressioni caratteristiche della pietà popolare, che hanno non poche implicazioni di ordine liturgico.
Pur facendo riferimento a situazioni molto diverse e a pii esercizi di varia natura e indole, il testo formula le sue proposte nel costante rispetto di alcuni presupposti fondamentali:
la superiorità della Liturgia sulle altre espressioni cultuali;106
la dignità e la legittimità della pietà popolare;107
la necessità pastorale sia di evitare ogni forma di contrapposizione tra Liturgia e pietà popolare, sia di non confonderne le espressioni dando luogo a celebrazioni ibride.108
Indice |
106 | Cf. SC 7, n. 13 |
107 | Cf. sopra nn. 61-64 |
108 | Cf. sopra n. 74 |