Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo VI - La domenica delle Palme "Nella passione del Signore"

263. Nella domenica delle palme "nella passione dei Signore" la chiesa entra nel mistero del suo Signore crocifisso, sepolto e risorto, il quale, con l'ingresso in Gerusalemme, ha dato un presagio della sua maestà.

I cristiani portano i rami in segno di quel regale trionfo che Cristo ha ottenuto, cadendo sotto la croce.

Secondo quanto dice l'apostolo: « se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria », ( Rm 8,17 ) venga messo in luce nella celebrazione e nella catechesi di questo giorno il collegamento fra i due aspetti del mistero pasquale.

Prima forma: Processione

264. All'ora stabilita i fedeli si radunano in una chiesa succursale o in altro luogo adatto al di fuori della chiesa verso la quale si dirige la processione.

I fedeli tengono in mano i rami.136

265. Il vescovo nel luogo più adatto riveste i paramenti richiesti per la messa, di colore rosso.

Tuttavia al posto della casula può indossare il piviale, che depone al termine della processione.

Riceve la mitra e il pastorale, e con i ministri e, se è il caso, con i concelebranti rivestiti dei paramenti per la messa, sì reca al luogo della benedizione dei rami, mentre si canta l'antifona: Osanna o un altro canto adatto.

266. Al termine del canto, il vescovo senza pastorale e mitra e stando in piedi, rivolto verso il popolo dice: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.

Poi saluta il popolo dicendo: La pace sia con voi, e proclama la monizione introduttoria.

Tuttavia può affidare, secondo l'opportunità, questa monizione al diacono o a uno dei concelebranti.

267. Dopo la monizione, il vescovo, a mani allargate, proclama l'orazione sui rami e li asperge con acqua benedetta, senza dire nulla.

268. Dopo la benedizione dei rami prima che venga proclamato il vangelo, può distribuire i rami ai concelebranti, ai ministri e ad alcuni fedeli.

Egli stesso tuttavia riceve dal diacono o da uno dei concelebranti il ramo per lui preparato, e lo consegna ad un ministro mentre egli stesso compie la distribuzione dei rami.

Frattanto si esegue un canto adatto.

269. Quindi il vescovo pone l'incenso nel turibolo, benedice il diacono che si accinge a proclamare il vangelo e riceve il suo ramo che tiene mentre viene letto il vangelo.

Se, secondo l'opportunità, tiene l'omelia, consegna il ramo e riceve la mitra e il pastorale, a meno che non gli sembri opportuno fare diversamente.

270. Per dare inizio alla processione il vescovo o il diacono può proclamare la monizione: Imitiamo, fratelli carissimi, espressa con le parole che si trovano nel "Messale Romano" o altre simili.

Ha inizio poi la processione verso la chiesa dove deve essere celebrata la messa.

Precede il turiferario con il turibolo fumigante, poi l'accolito che porta la croce, ornata con rami di palma secondo le consuetudini locali, in mezzo a due altri accoliti con le candele accese.

Seguono il clero, il diacono che porta il libro dei vangeli, gli altri diaconi, se ve ne sono, che portano il libro della storia della passione; i concelebranti, il ministro che porta il pastorale del vescovo e quindi il vescovo con mitra, che tiene il ramo; un poco dietro al vescovo i due diaconi che lo assistono; poi i ministri che prestano servizio per il libro e la mitra; infine i fedeli.

Tutti, sia i ministri sia i fedeli, portano in mano i rami.

Mentre la processione avanza, la cappella e il popolo eseguono i canti indicati nel messale o altri adatti.

Quando la processione entra il chiesa, si canta il responsorio: Mentre il Cristo entrava nella città santa, o un altro canto che parli dell'ingresso del Signore.137

271. Il vescovo, giunto all'altare, consegna il ramo al diacono, depone la mitra e bacia l'altare e lo incensa.

Quindi va alla cattedra, dove depone il piviale, se lo ha adoperato in processione, e indossa la casula.

Omessi i riti iniziali della messa e, secondo l'opportunità, il Kyrie a conclusione della processione, proclama l'orazione colletta della messa.

Il vescovo, qualora ciò sembri più opportuno, può deporre il piviale e indossare la casula dopo essere giunto all'altare e prima di baciarlo.

Seconda forma: l'ingresso solenne

272. Dove non si può fare la processione al di fuori della chiesa, si può compiere la benedizione dei rami sotto forma di ingresso solenne.

I fedeli, con in mano i rami, si radunano o davanti alla porta della chiesa o all'interno della chiesa.

Il vescovo, i ministri e una rappresentanza di fedeli si recano in un luogo della chiesa dove almeno la maggior parte dei presenti possa vedere lo svolgimento del rito.

Mentre il vescovo si avvia al luogo sopraddetto, si canta l'antifona Osanna, o un altro canto adatto.

Quindi tutto si svolge come è stato detto ai nn. 266-271.138

Proclamazione della storia della passione

273. All'inizio del canto al vangelo, tutti si alzano, tranne il vescovo.

Per la proclamazione della storia della passione non si usano incenso e lumi.

I diaconi che devono proclamarla, chiedono e ricevono la benedizione come è detto più sopra al n. 140.

Quindi il vescovo, deposta la mitra, si alza e riceve il pastorale.

A questo punto si proclama la storia della passione.

Si omettono il saluto al popolo e il segno di croce sul libro.

Dopo che è stata annunziata la morte del Signore, tutti genuflettono e si fa una breve pausa.

Alla fine si dice: Parola del Signore, ma si omette il bacio al libro.

Terminata la proclamazione della storia della passione, il vescovo tiene una breve omelia.

Al termine di essa si può osservare, secondo l'opportunità, un momento di silenzio.

Quindi la messa prosegue nel modo consueto.

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136 Cf. Messale Romano, Domenica delle palme nella passione del Signore, n. 2
137 Cf. Messale Romano, loc. cit., n. 10
138 Cf. Messale Romano, loc. cit., nn. 12, 13, 14 e 15