Cerimoniale dei Vescovi

Indice

Capitolo III - Il sacramento del matrimonio

Premesse

598. Ricordando che Cristo Signore fu presente alle nozze di Cana, il vescovo abbia a cuore di benedire talvolta il matrimonio dei suoi fedeli, soprattutto dei più poveri.

La preparazione e la celebrazione dei matrimonio, che riguarda innanzitutto gli stessi futuri coniugi e la loro famiglia, è anche di pertinenza del vescovo, in ragione della cura pastorale e liturgica.425

Affinché poi più chiaramente appaia che questa partecipazione del vescovo non è una distinzione di persone426 o un segno di pura solennità, è conveniente che il vescovo assista ai matrimoni di solito non in cappelle o case private, ma nella chiesa cattedrale o nelle chiese parrocchiali, così che la celebrazione del sacramento si distingua chiaramente per la sua caratteristica ecclesiale e la comunità del posto vi possa partecipare.427

599. Per la celebrazione del matrimonio si prepari tutto quanto è richiesto quando il matrimonio è benedetto da un presbitero, e inoltre la mitra e il pastorale.

600. È opportuno che il vescovo sia assistito almeno da un presbitero, che di norma sia il parroco, e almeno da un diacono con alcuni ministri.

I. La celebrazione del matrimonio durante la messa

601. Se il vescovo stesso celebra la messa, indossa tutte le sacre vesti richieste per la messa, e prende inoltre la mitra e il pastorale.

Il presbitero poi, se concelebra, indossa le sacre vesti richieste per la messa.

Se invece il vescovo presiede la messa senza celebrarla, sopra il camice indossa la croce pettorale, la stola e il piviale di colore bianco o festivo; ugualmente porta mitra e pastorale.

Il diacono indossa le vesti del suo ordine.

Gli altri ministri indossano il camice o un'altra veste per essi legittimamente approvata.

Oltre a quanto è richiesto per la celebrazione della messa, si preparino:

a) il Rituale per la celebrazione del matrimonio;

b) il secchiello dell'acqua benedetta e l'aspersorio;

c) gli anelli per gli sposi;

d) un calice di sufficiente grandezza per la comunione sotto le due specie.

602. All'ora fissata, il parroco o un altro presbitero, rivestito di cotta sopra la veste talare, oppure di camice, stola e casula se anch'egli deve celebrare la messa, accoglie lo sposo e la sposa, secondo un primo modo,428 alla porta della chiesa, accompagnato dai ministri, oppure, secondo un secondo modo,429 all'altare, e, dopo averli salutati, li conduce al posto per loro preparato.430

Poi il vescovo si reca all'altare e lo bacia; dal parroco o da un altro presbitero gli vengono presentati gli sposi.

Frattanto si esegue il canto di ingresso.

603. Nei giorni in cui sono permesse le messe rituali,431 si può dire la messa per gli sposi con le letture proprie, usando il colore bianco o festivo.432

Quando invece ricorrono i giorni indicati ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici, si dice la messa dei giorno, con le sue letture, aggiungendo in essa la benedizione nuziale e, secondo l'opportunità, la formula della benedizione finale propria.

Se tuttavia, nel tempo di natale e nel tempo ordinario, in giorno di domenica, alla messa in cui viene celebrato il matrimonio partecipa la comunità parrocchiale, si dice la messa della domenica.

Quando non si dice la messa rituale, una delle letture può essere presa fra quelle proposte nel "Lezionario" per la medesima messa, a meno che non ricorra un giorno fra quelli indicati ai nn. 1-4 della tavola dei giorni liturgici.433

604. Se la messa viene celebrata in un giorno che comporta un carattere penitenziale, soprattutto in tempo di quaresima, gli sposi siano avvisati di rispettare la natura particolare di tale giorno.434

605. I riti iniziali e la liturgia della parola si svolgono nel modo consueto.

606. Dopo la proclamazione del vangelo, il vescovo, seduto con mitra e pastorale, se non ritiene opportuno fare diversamente, tiene l'omelia nella quale, prendendo lo spunto dal testo sacro, spiega il mistero del matrimonio cristiano, la dignità dell'amore coniugale, la grazia del sacramento e i doveri dei coniugi.435

607. Terminata l'omelia, il vescovo con mitra e pastorale davanti agli sposi li interroga sulla loro libertà, sulla fedeltà e sulla disponibilità ad accogliere e a educare la prole, e riceve il consenso.436

608. Poi depone il pastorale e, se proclama la formula deprecativa, anche la mitra e benedice gli anelli e, secondo l'opportunità, li asperge e li consegna agli sposi, che se li mettono al dito.437

609. Si dice la preghiera universale nel modo consueto.

Il simbolo si dice secondo le rubriche.

610. Nella preghiera eucaristica vengono commemorati gli sposi proclamando la formula proposta nel libro "Sacramento del Matrimonio.

611. Dopo il Padre nostro, omesso il Liberaci, o Signore, il vescovo, se celebra lui l'eucaristia, altrimenti il presbitero che celebra la Messa, stando rivolto verso gli sposi, Proclama a mani giunte la monizione: Fratelli imploriamo la benedizione di Dio Padre, dopo la quale tutti pregano in silenzio per un po' di tempo.

Quindi, a mani allargate, proclama la benedizione sulla sposa e lo sposo: O Dio, con la tua onnipotenza.438

612. Gli sposi e i loro genitori, i testimoni e i parenti possono ricevere la comunione sotto le due specie.439

613. Alla fine della messa, al posto della benedizione consueta, si proclama la formula proposta per questa messa nel rito del matrimonio.440

Il vescovo riceve la mitra e, allargando le mani, saluta il popolo dicendo: Il Signore sia con voi.

Allora uno dei diaconi può dire l'invito alla benedizione e il vescovo, con le mani stese sopra il popolo, proclama le invocazioni della benedizione.

Quindi riceve il pastorale e dice: E su voi tutti, e traccia un segno di croce sopra il popolo.

Il vescovo può impartire la benedizione anche con le formule proposte più sotto ai nn. 1120-1121.

II. Il Matromonio celebrato senza messa

614. Il vescovo si veste come quando presiede la messa senza celebrarla, come è detto più sopra al n. 176.

Il presbitero indossa la cotta sopra la veste talare o il camice e la stola; il diacono indossa le vesti del suo ordine.

615. L'ingresso degli sposi e del vescovo in chiesa avviene come è indicato più sopra al n. 602, mentre si esegue il canto all'ingresso.

616. Terminato il canto, il vescovo saluta i presenti e proclama l'orazione colletta dalla messa per gli sposi.

Quindi segue la liturgia della parola, come nella messa.

617. Le domande sulla libertà, l'accettazione del consenso e la consegna degli anelli, si svolgono come è detto più sopra ai nn. 607-608.

618. Quindi si dice la preghiera universale, dopo la quale, omessa l'orazione conclusiva della medesima preghiera, il vescovo, a mani allargate, proclama la benedizione sulla sposa e lo sposo, usando il testo proposto nel rito del matrimonio per impartire la stessa benedizione durante la messa.441

Quindi segue la recita della preghiera del Signore.

619. Se durante il rito di deve distribuire la comunione, il diacono prende la pisside con il Corpo del Signore, la depone sull'altare e genuflette insieme al vescovo.

Quindi il vescovo introduce la preghiera del Signore che tutti recitano.

Al termine, genuflette, prende l'ostia e, tenendola un poco elevata sopra la pisside, rivolto verso i comunicandi dice: Ecco l'Agnello di Dio.

La comunione viene distribuita come nella messa.

Terminata la distribuzione, se è opportuno, si può osservare per un po' di tempo il sacro silenzio oppure si può eseguire un salmo o un cantico di lode.

Quindi si proclama l'orazione: O Padre, che in questo sacro convito, come nel rito del matrimonio.442

620. Infine il vescovo imparte la benedizione finale nel modo descritto più sopra al n. 613.

Il diacono poi congeda i presenti dicendo: Andiamo in pace.

Tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio, e si allontanano

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425 Cf. Rituale Romano, Rito del matrimonio, n. 12
426 Cf. Conc. Vat. II, Costituzione sulla sacra liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 32.
Cf. Rituale Romano, Rito del matrimonio, n. 31
427 Cf. Rituale Romano, Rito dei matrimonio, n. 24
428 Cf. ibidem, nn. 45-47
429 Cf. ibidem, nn. 48-54
430 Cf. ibidem, n. 46
431 Cf. più sotto, Appendice III
432 Cf. Rituale Romano, Rito del matrimonio, n. 34
433 Cf. più sotto, Appendice II;
Messale Romano, Per la celebrazione del matrimonio;
Ordinamento delle letture della messa, nn. 101-105
434 Cf. Rituale Romano, Rito del matrimonio, n. 32
435 Cf. ibidem, n. 57
436 Cf. ibidem, n. 60-65
437 Cf. ibidem, nn. 66-67
438 Cf. ibidem, n. 72-74; oppure 242-244
439 Cf. ibidem, n. 76
440 Cf. ibidem, nn. 77 e 249-250
441 Cf. ibidem, nn. 103-105; 242; 244
442 Cf. ibidem, n. 108-115