Ordinamento delle letture della messa |
58. L'ordinamento delle letture, così come si trova nel Lezionario del Messale Romano, è stato concepito e predisposto, nell'intenzione stessa del Concilio Vaticano II, a scopo soprattutto pastorale.
Per raggiungere questo scopo, sono stati ripetutamente vagliati e precisati non soltanto i principi sui quali il nuovo ordinamento si basa, ma anche gli elenchi dei testi più sotto riportati con la collaborazione di un gran numero di esperti in esegesi, liturgia, catechetica e pastorale di ogni parte del mondo.
L'"Ordo lectionum Missae" è il frutto di questo comune lavoro.
Si spera vivamente che l'assidua e ripetuta lettura e spiegazione della Sacra Scrittura, che in base all'"Ordo lectionum Missae" si dovrà fare al popolo cristiano nella celebrazione eucaristica, contribuisca con grande efficacia a raggiungere lo scopo più volte riaffermato dal Concilio Vaticano II.96
59. In questo lavoro di ristrutturazione si è ritenuto opportuno stendere e predisporre un unico "Ordo lectionum Missae" ampio e ben fornito, che pienamente in linea con le disposizioni e gli orientamenti del Concilio Vaticano II,97 tenesse anche presenti, nella sua struttura, gli usi e le richieste delle Chiese particolari e delle comunità celebranti.
Con questi criteri i responsabili del lavoro di ristrutturazione hanno curato la salvaguardia della tradizione liturgica del rito romano, e hanno tenuto in grande considerazione i criteri per tutte le forme di scelta, di distribuzione e di uso pratico delle letture bibliche nelle altre famiglie liturgiche e in alcune Chiese particolari, adottando le forme già sperimentate e collaudate, ma cercando anche di evitare certi difetti riscontrati nella forma adottata dalla tradizione precedente.
60. Il presente "Ordo lectionum Missae" è dunque una disposizione delle letture bibliche che offre ai fedeli una panoramica di tutta la parola di Dio in base a un criterio di armonico sviluppo.
Nel corso di tutto l'anno liturgico, ma specialmente nei Tempi di Pasqua, Quaresima e Avvento, la scelta delle letture e il loro ordinamento hanno lo scopo di portare i fedeli a rendersi conto gradualmente della fede che professano e ad approfondire la conoscenza della storia della salvezza.98
In questo modo l'"Ordo lectionum Missae" risponde alle necessità e ai voti del popolo cristiano.
61. Sebbene l'azione liturgica non sia, per se stessa, una forma particolare di catechesi, essa ha però un suo criterio didattico, che affiora anche nel Lezionario Romano,99 tanto che il Lezionario stesso si può considerare a buon diritto uno strumento pedagogico per incrementare la catechesi.
L'"Ordo lectionum Missae" presenta infatti opportunamente attraverso le pagine della Sacra Scrittura, i fatti e i detti più importanti della storia della salvezza, in modo che questa stessa storia, di volta in volta rievocata in molti suoi momenti ed eventi dalla liturgia della Parola, appaia ai fedeli come un qualcosa di continuativo, che ripresenta e attualizza il mistero pasquale nella celebrazione dell'Eucaristia.
62. Un altro motivo lascia anche ben intendere l'utilità pastorale di un unico ordinamento delle letture per il Lezionario della Messa nel rito romano: tutti i fedeli, specialmente quelli che per vari motivi non sempre partecipano alla medesima assemblea, dappertutto in tempi e giorni determinati possono ascoltare le medesime letture e meditarle nella loro applicazione a situazioni concrete, anche là dove, mancando il sacerdote, il diacono o un altro delegato dal vescovo dirige la celebrazione della parola di Dio.100
63. I pastori che vogliono dare ai problemi posti dalle loro assemblee una risposta che si rifaccia alla parola di Dio, consapevoli in primo luogo del loro dovere di essere banditori di tutto il mistero di Cristo e del suo Vangelo, possono opportunamente servirsi delle facoltà di scelta proposte nell'"Ordo lectionum Missae", specialmente in occasione di Messe rituali, votive, in onore di santi o per varie necessità.
Ferme restando le norme generali, facoltà particolari vengono concesse per le letture della parola di Dio nella celebrazione della Messa per gruppi particolari.101
64. Per raggiungere lo scopo dell'"Ordo lectionum Missae", ne sono state scelte e disposte le parti in modo da tener conto sia della successione dei tempi liturgici, sia dei principi ermeneutici che gli studi esegetici contemporanei hanno consentito di determinare e formulare.
Si è quindi ritenuto opportuno riportare qui i principi a cui ci si è attenuti nella strutturazione dell'"Ordo lectionum Missae".
65. L'ordinamento delle letture nel "Proprio del tempo" è stato così disposto.
Per le domeniche e i giorni festivi sono proposti i testi di maggior rilievo, in modo che dinanzi all'assemblea dei fedeli si possano leggere, in un congruo spazio di tempo, le parti più importanti della parola di Dio.
Per i giorni feriali vien proposta un'altra serie di testi della sacra Scrittura, quasi a complemento di quell'annunzio della salvezza che è stato proclamato nei giorni festivi.
Tuttavia queste due serie, quella domenicale-festiva e quella feriale, dei testi più significativi dell'"Ordo lectionum Missae", sono fra loro indipendenti.
L'"Ordo lectionum Missae" domenicale-festivo si svolge per un triennio, quello feriale invece per un biennio.
Lezionario festivo e Lezionario feriale sono quindi, nel loro ordinamento, completamente autonomi.
Per quanto riguarda le altre parti dell'"Ordo lectionum Missae" - celebrazioni dei santi, Messe rituali, per varie necessità, votive e dei defunti - la serie delle letture ha un ordinamento proprio.
66. Le letture per le domeniche e feste sono state ordinate e distribuite in base ai criteri seguenti:
1. Ogni Messa presenta tre letture: la prima tratta dall'Antico Testamento; la seconda dall'Apostolo ( cioè o dalle Lettere o dall'Apocalisse, secondo i diversi tempi dell'anno ); la terza dal Vangelo.
Con questa distribuzione si pone nel debito rilievo l'unità dei due Testamenti e della storia della salvezza, incentrata in Cristo e nel suo mistero pasquale.
2. Nelle domeniche e feste si ha una lettura della sacra Scrittura più abbondante e anche più varia per il fatto che in questi giorni viene proposto un ciclo triennale in modo che solo ogni tre anni ritornano i medesimi testi.102
Naturalmente, i singoli cicli seguono, nel loro svolgimento, la disposizione dell'anno liturgico; decorrono cioè dalla prima domenica di Avvento, che cade nell'anno civile precedente.
Gli anni di ciascun ciclo sono in qualche modo determinati dalla caratteristica particolare del Vangelo sinottico che si legge durante l'anno nella lettura semicontinua.
Così il primo anno del ciclo vien detto ed è l'anno in cui si legge "Matteo"; a loro volta, gli altri due, il secondo e il terzo, sono rispettivamente l'anno in cui si legge "Marco" e quello in cui si legge "Luca".
3. Le letture delle domeniche e feste sono disposte in base a due principi: la concordanza tematica e la lettura semicontinua.
Nell'applicare questi due principi, si ricorre ora all'uno ora all'altro, secondo i diversi tempi dell'anno e le caratteristiche particolari di ogni tempo liturgico.
67. La migliore forma di concordanza tematica fra le letture dell'Antico e del Nuovo Testamento è quella già presente nella Scrittura stessa, in quanto che gli insegnamenti e i fatti riferiti nei testi del Nuovo Testamento hanno una relazione più o meno esplicita con fatti e insegnamenti dell'Antico Testamento.
È stato soprattutto questo il criterio che ha determinato, nell'attuale ordinamento delle letture, la scelta dei testi dell'Antico Testamento: testi cioè che si accordino con quelli del Nuovo Testamento proclamati nella medesima Messa, e specialmente con il Vangelo.
Un'altra forma di concordanza tematica fra le letture della Messa è quella adottata nell'Avvento, in Quaresima e nel Tempo di Pasqua, in quei tempi, cioè, che hanno caratteristiche tutte particolari.
Al contrario le domeniche del Tempo Ordinario non hanno una loro caratteristica particolare e pertanto in queste domeniche i testi della lettura dell'Apostolo e di quella del Vangelo sono disposti in base al principio della lettura semicontinua, mentre la lettura dell'Antico Testamento è in concordanza tematica col Vangelo.
68. Non si è creduto bene estendere alle varie domeniche il criterio opportunamente adottato nei tempi particolari di cui sopra, quasi a voler predisporre una certa unità tematica, per facilitare l'istruzione omiletica.
Il ricorso a un'unità tematica così concepita è infatti in contrasto con la concezione esatta dell'azione liturgica, che è sempre celebrazione del mistero di Cristo e che per sua propria tradizione ricorre alla parola di Dio non in forza di sollecitazioni razionali o di motivi di natura contingente, ma con il preciso intento di annunziare il Vangelo e di portare i credenti alla conoscenza di tutta la verità.
69. Questi i criteri per l'ordinamento del Lezionario feriale:
1. Ogni Messa presenta due letture: la prima, tratta dall'Antico Testamento o dall'Apostolo ( Epistole o Apocalisse e nel Tempo di Pasqua dagli Atti degli Apostoli ), la seconda dal Vangelo.
2. Per la Quaresima il ciclo attuale di letture è stato redatto in base a principi particolari, che tengono presenti le caratteristiche proprie di questo tempo, e cioè la sua indole battesimale e penitenziale.
3. Per le ferie di Avvento, del Tempo di Natale e di quello di Pasqua, il ciclo è ugualmente annuale; le letture pertanto sono ogni anno le stesse.
4. Per le ferie delle 34 settimane del Tempo Ordinario, le letture del Vangelo son disposte in ciclo unico, che vien ripreso ogni anno.
La prima lettura invece, in due cicli, si riprende ad anni alterni: il primo ciclo per gli anni dispari, il secondo per gli anni pari.
Così anche nel Lezionario feriale, come in quello domenicale e festivo, sono tenuti presenti i criteri della concordanza tematica e della lettura semicontinua, specialmente in quei tempi che hanno caratteristiche particolari.
70 Per le celebrazioni dei santi è proposta una duplice serie di letture:
1. Prima serie: per il Proprio dei santi, nelle solennità, nelle feste o nelle memorie, specialmente se per tali ricorrenze sono disponibili testi propri.
Talvolta però vengono date indicazioni preferenziali per alcuni testi del Comune, ritenuti particolarmente intonati a quella data celebrazione.
2. Seconda serie: per il Comune dei santi, e perciò più ampia della precedente.
Vi sono prima elencati i testi più adatti per i diversi ordini di santi ( martiri, pastori, vergini ecc. ), poi numerosi altri testi, con riferimento alla santità in genere; tali testi si possono usare "ad libitum", quando la scelta delle letture è rinviata al Comune.
71. Per quanto riguarda l'ordinamento dei testi di questa parte, si tenga presente che essi sono disposti nell'ordine con cui vengono proclamati: prima i testi dell'Antico Testamento, poi quelli dell'Apostolo, quindi i salmi e i versetti interlezionali, e finalmente i Vangeli.
Questa disposizione dei testi è stata adottata per riaffermare e facilitare, salvo diverse indicazioni, la facoltà di scelta da parte del celebrante, tenute presenti le necessità pastorali dell'assemblea che partecipa alla Messa.
72. Un'eguale disposizione di testi si trova per le Messe rituali, per varie necessità, votive e dei defunti.
I testi proposti sono numerosi come nel Comune dei santi.
73. Oltre tutti questi principi in base ai quali è stato predisposto l'ordinamento delle letture nelle singole parti, ve ne sono altri di carattere più generale.
74. Secondo un criterio suggerito dalla loro importanza e suffragato dalla tradizione liturgica alcuni libri della sacra Scrittura sono riservati a determinati tempi liturgici.
Viene conservata per esempio, la tradizione sia occidentale ( ambrosiana e iberica ) sia orientale di leggere nel Tempo di Pasqua gli Atti degli Apostoli.
Si pone così in risalto che proprio dal mistero pasquale ha inizio la vita della Chiesa.
Ugualmente viene conservata la tradizione occidentale e orientale di leggere il Vangelo di Giovanni nelle ultime settimane di Quaresima e nel tempo pasquale.
La lettura dal libro di Isaia, specialmente nella sua prima parte, è assegnata dalla tradizione all'Avvento.
Tuttavia alcuni brani del medesimo profeta sono letti nel tempo natalizio
A questo stesso tempo liturgico è assegnata la prima lettera di Giovanni.
75. Circa la lunghezza dei testi è stata adottata una via di mezzo.
Si è voluto anzitutto distinguere tra le parti narrative, che esigono una certa estensione e sono di solito ascoltate attentamente dai fedeli, e le parti dottrinali che, data la profondità del contenuto, non devono essere invece troppo lunghe.
Per alcuni testi alquanto lunghi è prevista una duplice stesura: una lunga e una breve, a seconda dell'opportunità.
La preparazione della stesura breve ha richiesto una grande cautela.
76. Quei testi biblici che sono particolarmente difficili sono stati evitati, per motivi pastorali, nelle domeniche e solennità o perché si tratta di testi che presentano problemi oggettivi di non lieve portata sul piano letterario, critico ed esegetico, o perché è in pratica ben difficile che i fedeli li possano intendere a dovere.
Non era giusto però privare i fedeli del ricco contenuto di altri testi, solo per il fatto che presentano difficoltà di comprensione: difficoltà che provengono o da insufficienza di quella formazione cristiana di cui nessun buon fedele deve essere privo, o da carenza di quella preparazione biblica, che ogni pastore d'anime dovrebbe possedere.
Non di rado una lettura biblica piuttosto difficile è resa più facile in grazia della sua armonizzazione con un'altra lettura della medesima Messa.
77. Una tradizione presente in molte liturgie, non esclusa la stessa liturgia romana, suole omettere alcuni versetti nelle varie letture bibliche.
Si deve riconoscere che tali omissioni non si possono fare alla leggera, con il rischio di falsare il senso del testo o svisare il pensiero e lo stile stesso del libro sacro.
Tuttavia, ferma restando l'essenziale integrità del testo, si è creduto bene, per ragioni pastorali, conservare questa tradizione anche nel presente ordinamento.
Altrimenti alcuni testi si presenterebbero in una stesura troppo prolissa, e certe letture, d'altronde assai indicate per l'utilità spirituale dei fedeli, si sarebbero dovute omettere del tutto, per il solo fatto che includono qualche versetto sotto l'aspetto pastorale poco indicato o suscettibile di problematiche troppo complesse.
78. Nell'"Ordo lectionum Missae" vien talvolta lasciata al celebrante la facoltà di scegliere l'uno o l'altro testo fra due o più proposti per la lettura.
Eventualità piuttosto rara nelle domeniche, solennità e feste, per evitare che sia snaturato il carattere particolare di un determinato tempo liturgico o sia indebitamente interrotta la lettura semicontinua di un determinato libro.
Al contrario questa facoltà è contemplata con una certa larghezza nelle celebrazioni dei santi e nelle Messe rituali, per varie necessità, votive e dei defunti.
Queste facoltà, come altre indicate nei "Principi e norme per l'uso del Messale Romano" e nell'"Ordo cantus Missae",103 hanno una finalità pastorale.
Pertanto il sacerdote nel predisporre lo svolgimento della liturgia della Parola "tenga presente più il bene spirituale comune dell'assemblea, che non il proprio gusto.
Si ricordi anche che la scelta di queste parti si deve fare insieme con i ministri e con le altre persone che svolgono qualche ufficio nella celebrazione, senza escludere i fedeli, in ciò che li riguarda direttamente".104
79. Quando la Messa prevede tre letture, si facciano effettivamente tutte e tre.
Tuttavia, se la Conferenza Episcopale, per ragioni pastorali permetterà che in qualche luogo si proclamino due letture soltanto,105 la scelta fra le prime due si faccia in modo da non vanificare l'intento di portare i fedeli a una conoscenza più completa del mistero della salvezza.
Pertanto, salvo indicazioni in contrario, si dia la preferenza a quella delle due prime letture che meglio si armonizza col Vangelo, o a quella che, tenuto presente l'intento di cui sopra, favorisce meglio lo sviluppo di una catechesi organica, oppure a quella che consente di leggere in forma semicontinua un determinato libro.106
80. Anche la scelta delle due stesure, quella lunga e quella breve, proposte talora per il medesimo testo, dev'essere dettata da un criterio pastorale.
Occorre allora valutare la concreta capacità dei fedeli per un ascolto fruttuoso di una lettura più o meno lunga; la loro possibilità o meno di comprendere certi testi piuttosto difficili; la loro disponibilità per l'eventuale proclamazione di un testo più completo, che sarà poi spiegato nell'omelia.
81. Quando vien data possibilità di scelta fra due testi o già fissati, o proposti come facoltativi, si dovrà tener presente l'utilità dei partecipanti: scegliere quindi il testo più facile e più adatto all'assemblea riunita, oppure ripetere o tralasciare un testo indicato come proprio per una data celebrazione e facoltativo per l'altra, regolandosi in base all'utilità pastorale.
Il caso si può presentare quando si ha fondato timore che un testo presenti difficoltà in una determinata assemblea, o quando un medesimo testo si dovesse rileggere a distanza ravvicinata, per esempio la domenica e il lunedì seguente.
82. Nell'ordinamento delle letture per le ferie sono proposti dei testi per i singoli giorni di ogni settimana nel corso dell'intero anno: si dovranno quindi usare d'ordinario queste letture nei giorni loro assegnati, a meno che non ricorra una solennità o una festa o una memoria con letture proprie.107
Nell'uso del Lezionario feriale può capitare che, a causa di una celebrazione ricorrente nel corso della settimana, si debba omettere questa o quella lettura di un medesimo libro.
In questo caso il sacerdote deve prevedere, tenuto presente l'ordinamento delle letture di tutta la settimana, o l'omissione di alcune parti di secondaria importanza, o un'opportuna fusione delle varie parti di una sola, specialmente se ne risultasse facilitata la comprensione dell'argomento nel suo insieme.
83. Per le celebrazioni dei santi sono proposte, quando effettivamente ci sono, delle letture proprie, cioè quelle che si riferiscono direttamente alla persona del santo o al mistero di cui si celebra la Messa.
Queste letture, anche se si tratta di una semplice memoria, si devono fare in luogo di quelle che ricorrono per le ferie.
Ogni volta che in una memoria si tratta di letture proprie, se ne fa nell'"Ordo lectionum Missae" espressa indicazione.
Si hanno talvolta delle letture appropriate, quelle cioè che pongono in luce qualche aspetto particolare della spiritualità o dell'attività di un santo.
In questi casi l'uso di tali letture non è obbligatorio; può essere tuttavia consigliato da motivi di indole pastorale.
D'ordinario però sono indicate le letture che si trovano nei vari Comuni, perché ne sia più facile la scelta.
Si tratta comunque di semplici suggerimenti, perché in luogo di una lettura appropriata o semplicemente proposta se ne può scegliere un'altra qualsiasi dai Comuni indicati.
Il sacerdote che celebra con la partecipazione del popolo deve anzitutto preoccuparsi del bene spirituale dei fedeli, evitando di imporre loro i propri gusti.
Soprattutto cerchi di non omettere troppo spesso e senza motivo sufficiente le letture assegnate per i singoli giorni dal Lezionario feriale: la Chiesa infatti desidera che venga offerta ai fedeli una mensa più abbondante della parola di Dio.108
Ci sono inoltre le letture comuni, quelle cioè elencate nei Comuni o per una determinata categoria di santi ( martiri, pastori, vergini ecc. ), o per i santi in genere.
In questi casi il Lezionario riporta, per una medesima lettura, un certo numero di testi a scelta: spetterà perciò al sacerdote celebrante scegliere il testo più adatto all'assemblea dei fedeli.
In tutte le celebrazioni le letture, oltre che dai Comuni ai quali nei singoli casi vien fatto riferimento, si possono scegliere ogni qual volta un motivo particolare lo consigli, dal Comune dei santi e delle sante.
84. Per le celebrazioni dei santi si tengano inoltre presenti queste norme:
a) Nelle solennità e nelle feste si devono sempre usare le letture indicate nel Proprio o nel Comune; alle celebrazioni del calendario generale sono sempre assegnate letture proprie.
b) Nelle solennità dei calendari particolari si propongano tre letture, delle quali la prima dall'Antico Testamento ( nel Tempo di Pasqua dagli Atti degli Apostoli o dall'Apocalisse ), la seconda dall'Apostolo, la terza dal Vangelo, a meno che la Conferenza Episcopale non abbia limitato le letture a due soltanto.109
c) Nelle feste e nelle memorie, ricorrenze che comportano due letture soltanto, la prima si prende a scelta o dall'Antico Testamento o dall'Apostolo, la seconda dal Vangelo.
Tuttavia, in ossequio però alla costante tradizione della Chiesa, durante il tempo pasquale si scelga la prima lettura dall'Apostolo, e la seconda possibilmente dal Vangelo di Giovanni.
85. Nell'"Ordo lectionum Missae" per le Messe rituali, sono indicati i medesimi testi già pubblicati nei singoli rituali, fatta eccezione, ovviamente, per i testi delle celebrazioni che non possono essere inserite nella Messa.110
86. L'"Ordo lectionum Missae" delle Messe per varie necessità, votive e dei defunti riporta numerosi testi che possono essere di valido aiuto per un opportuno adattamento di quelle celebrazioni alle circostanze, alle situazioni e agli orientamenti dei vari gruppi che vi partecipano.111
87. Nelle Messe rituali, per varie necessità, votive e dei defunti, quando vengono proposti più testi per una medesima lettura, la scelta si faccia con gli stessi criteri sopra descritti per la scelta delle letture dal Comune dei santi.
88. Quando la celebrazione di una qualche Messa rituale non è consentita, e, secondo le norme indicate in ogni rito, si può prendere una lettura da quelle proposte per le Messe rituali, si deve tener presente il bene spirituale comune dei partecipanti.112
89. Tra i canti intercalati alle letture, grande importanza riveste il salmo che segue la prima di esse.
Si esegua di norma il salmo assegnato alla lettura stessa, a meno che le letture non siano quelle del Comune dei santi o quelle per le Messe rituali, per varie necessità, votive e dei defunti, nelle quali la scelta del salmo responsoriale vien lasciata al celebrante, che si servirà di questa possibilità in base al principio dell'utilità pastorale dei partecipanti.
Tuttavia, perché il popolo possa più facilmente cantare il ritornello salmodico, viene indicata nell'"Ordo lectionum Missae" una scelta di salmi e di ritornelli per i diversi tempi dell'anno e per le diverse categorie di santi; si possono utilizzare in luogo di quelli previsti, ogni qual volta il salmo viene eseguito in canto.113
90. L'altro canto, quello cioè che segue la seconda lettura prima del Vangelo, o viene indicato per ogni singola Messa e si accorda col Vangelo stesso, oppure vien lasciato anch'esso alla libera scelta entro una serie a carattere generico per un determinato tempo liturgico o per un Comune.
91. In Quaresima si può usare, secondo l'opportunità, una delle acclamazioni riportate più avanti,114 da premettere e far seguire al canto al Vangelo.
Indice |
96 | Cf p. es. Paolo VI, Cost. ap. Missale Romanum: "Tutto ciò è ordinato in modo da far aumentare sempre più nei fedeli "quella fame … d'ascoltare la parola del Signore" che, sotto la guida dello Spirito Santo, spinga il popolo della nuova Alleanza alla perfetta unità della Chiesa. Con queste disposizioni nutriamo viva speranza che sacerdoti e fedeli prepareranno più santamente il loro animo alla Cena del Signore, e nello stesso tempo, meditando più profondamente le sacre Scritture, si nutriranno ogni giorno di più delle parole del Signore. Secondo quanto è detto dal Concilio Vaticano II, le sacre Scritture saranno così per tutti una sorgente perenne di vita spirituale, un mezzo di prim'ordine per trasmettere la dottrina cristiana e infine l'essenza stessa di tutta la teologia" |
97 | Cf SC 33, SC 51 |
98 | Cf Paolo VI, Cost. ap. Missale Romanum: "In tal modo è messo più chiaramente in luce lo sviluppo del mistero della salvezza, a partire dallo stesso testo della rivelazione" |
99 | Cf SC 9, SC 33; IOe7; CT 23 |
100 | Cf SC 35,4; IOe 37-38 |
101 | Cf AcP 6; MC 12 |
102 | I singoli anni vengono indicati con le lettere A, B, C. Per precisare di quale anno si tratta, si procede nel modo qui indicato. La lettera C indica 1 anno il cui numero si può dividere in tre parti uguali come se il ciclo avesse inizio dal primo anno dell'era cristiana: l'anno 1 corrisponde cioè all'anno A, l'anno 2 all'anno B, l'anno 3 all'anno C, e gli anni 6, 9, 12… di nuovo all'anno C. Così, per esempio, il 1980 sarà l'anno C; l'anno seguente, cioè il 1981, sarà l'anno A, e il 1982 l'anno B e il 1983 ancora l'anno C, e così di seguito |
103 | Cf IGMR 36-40 ( cf pp. 139-140 ); Messale Romano, Ordinamento dei canti della Messa, cit., nn. 5-9: EV IV, 1680-1684 |
104 | IGMR 313 ( cf p. 199 ) |
105 | IGMR 318 ( cf p.201 ); ID 1 |
106 | In Quaresima, per esempio, la continuità delle letture dell'Antico Testamento è predisposta in modo da presentare lo sviluppo progressivo della storia della salvezza; e così pure, nelle domeniche del Tempo Ordinario è rissata la lettura semicontinua di questa o di quella lettera apostolica. In questi casi è opportuno che il pastore d'anime scelga la prima o la seconda lettura in modo sistematico, per un certo numero di domeniche di seguito, in vista appunto di un coordinamento organico della catechesi; sarebbe invece disdicevole scegliere la lettura alla rinfusa ora dall'Antico Testamento, ora dalla Lettera apostolica, senza tener conto dell'armonica continuità dei testi |
107 | Cf IGMR 319 ( cf pp. 201-202 ) |
108 | Cf IGMR 316c ( cf p.200 ); SC 51 |
109 | Cf IGMR 318 ( cf p.201 ) |
110 | Cf Rituale Romano. Rito della Penitenza, ed. tip. 1974, ed. tip. it. 1974, "Premesse", n. 13 ( cf p. 373 ) |
111 | Cf IGMR 320 ( cf p.202 ) |
112 | Cf IGMR 313 ( cf p. 199 ) |
113 | Cf Ordinamento delle Letture della Messa, 2a ed. tip. 1981, nn. 173-174, pp. 97-98 |
114 | Cf ibid. n.223, p. 130 |