Ordinamento delle letture della messa |
38. Colui che presiede la Liturgia della Parola e rende partecipi i fedeli, specialmente nell'omelia, del nutrimento spirituale che intimamente lo sostiene, anche se ascolta egli pure la parola di Dio da altri proclamata, rimane sempre il primo a cui è affidato il compito di annunziare la parola stessa.
Dopo aver curato che la parola di Dio sia proclamata nel debito modo o da lui personalmente o da altri, riserva di norma a se stesso sia alcune monizioni, per ravvivare l'attenzione dei fedeli, sia specialmente l'omelia, per favorire nei fedeli stessi una più feconda recezione della parola di Dio.
39. È necessario che colui che deve presiedere la celebrazione conosca anzitutto a perfezione la struttura dell'"Ordo lectionum", per essere in grado di suscitare dei frutti nel cuore dei fedeli; inoltre con la preghiera e con lo studio deve saper cogliere il rapporto e la connessione tra i vari testi della liturgia della Parola, in modo che dall'"Ordo lectionum" emerga una precisa visuale del mistero di Cristo e della sua opera di salvezza.
40. Colui che presiede faccia uso volentieri delle varie facoltà di scelta a proposito delle letture, dei ritornelli, dei salmi responsoriali, dei canti al Vangelo:66 tutto però in piena armonia67 con i singoli interessati, compresi i fedeli in ciò che li riguarda direttamente.68
41. Colui che presiede svolge un compito suo proprio ed esercita il ministero della parola di Dio anche quando pronunzia l'omelia.69
Con essa infatti egli guida i fratelli a intendere e a gustare la sacra Scrittura, apre il cuore dei fedeli al rendimento di grazie per i fatti mirabili da Dio compiuti; alimenta la fede dei presenti per ciò che riguarda quella parola che nella celebrazione, sotto l'azione dello Spirito Santo, si fa sacramento; li prepara infine a una fruttuosa comunione e li esorta ad assumersi gli impegni della vita cristiana.
42. Spetta a colui che presiede introdurre talvolta i fedeli alla liturgia della Parola con opportune monizioni prima che vengano proclamate le letture.70
Queste monizioni possono aiutare l'assemblea a un migliore ascolto della parola di Dio, suscitando in essi un atteggiamento di fede e di recettività volenterosa.
Il compito delle monizioni può essere però affidato anche ad altri, per esempio al diacono o al commentatore.71
43. Nel dirigere la preghiera universale, colui che presiede sappia collegare possibilmente la monizione iniziale e l'orazione conclusiva con le letture e con l'omelia, e guidare i fedeli alla liturgia eucaristica.72
44. Per mezzo della parola di Cristo il popolo di Dio viene adunato, accresciuto e alimentato, "e questo vale soprattutto per la liturgia della Parola nella celebrazione della Messa, nella quale si realizza un'unità inscindibile fra l'annunzio della morte e risurrezione del Signore, la risposta del popolo in ascolto e l'oblazione stessa con la quale Cristo ha confermato nel suo Sangue la Nuova Alleanza: oblazione a cui si uniscono i fedeli sia con le loro preghiere sia con la recezione del sacramento".73
Infatti "non soltanto quando si legge ciò che fu scritto per nostra istruzione ( Rm 15,4 ), ma anche quando la Chiesa prega o canta o agisce, la fede dei partecipanti è alimentata, e le menti sono sollevate verso Dio, per rendergli un ossequio ragionevole e ricevere con più abbondanza la sua grazia".74
45. Nella liturgia della Parola, per mezzo dell'ascolto della fede, anche oggi l'assemblea dei fedeli accoglie da Dio la parola dell'alleanza, e a questa parola deve rispondere con la stessa fede, per diventare sempre più il popolo della Nuova Alleanza.
Il popolo di Dio ha un suo diritto spirituale a ricevere con abbondanza il tesoro della parola di Dio: diritto che viene in pratica soddisfatto anche con l'uso effettivo dell'"Ordo lectionum Missae", con le omelie e con l'azione pastorale.
Nella celebrazione della Messa, i fedeli ascoltino la parola di Dio con quella venerazione interna ed esterna, che porti in loro costanti progressi nella vita spirituale, e li inserisca più profondamente nel mistero che viene celebrato.75
46. Per poter celebrare con fervido impegno il memoriale del Signore, ricordino i fedeli che unica è la presenza di Cristo, sia nella parola di Dio "perché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura" sia "soprattutto sotto le specie eucaristiche".76
47. Perché la parola di Dio sia accolta e penetri nella vita dei fedeli, si richiede una fede viva,77 fede che costantemente si intensifica con la proclamazione e l'ascolto della parola di Dio.
La sacra Scrittura infatti, specialmente nella proclamazione liturgica, è fonte di vita e di vigore spirituale; il Vangelo, dice l'Apostolo, è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; ( Cf Rm 1,16 ) pertanto l'amore della sacra Scrittura è sostegno e fonte di rinnovamento per tutto il popolo di Dio.79
Bisogna quindi che tutti i fedeli dispongano sempre il loro spirito all'ascolto gioioso della parola di Dio;80 essa infatti, quando viene annunziata dalla Chiesa ed entra nella pratica della vita, illumina i fedeli sotto l'azione dello Spirito Santo e li spinge a rendere in se stessi operante tutto il mistero del Signore. ( Cf Gv 14,15-26; Gv 15,26-16,4.5-15 )
La parola di Dio, se fedelmente accolta, suscita in cuore propositi di conversione e stimola a una vita tutta splendente di fede, sia nei singoli che nella comunità,82 perché è nutrimento della vita cristiana e fonte della preghiera di tutta la Chiesa.83
48. L'intima connessione che si ha nella celebrazione della Messa tra liturgia della Parola e liturgia eucaristica, indurrà i fedeli a essere presenti alla celebrazione fin dall'inizio84 e a parteciparvi attentamente; meglio poi se saranno preparati all'ascolto, attraverso una conoscenza più profonda, in precedenza acquisita, della sacra Scrittura; ne sarà acuito il desiderio di una comprensione liturgica dei testi che vengono letti e lo stimolo a rispondere a essi col canto.85
Dopo aver così ascoltato e meditato la parola di Dio, i fedeli saranno in grado di dare ad essa una risposta fattiva, piena di fede, di speranza e di carità, con la preghiera e l'offerta di se stessi, e non soltanto nella celebrazione ma in tutta la loro vita.
49. La tradizione liturgica ha affidato il compito di proclamare le letture bibliche nella celebrazione della Messa a determinati ministri: ai lettori e al diacono.
In mancanza del diacono o di un altro sacerdote, legga il Vangelo lo stesso sacerdote celebrante;86 se poi manca anche il lettore, legge lui stesso tutte le letture.87
50. Nella liturgia della Parola della Messa spetta al diacono proclamare il Vangelo, secondo l'opportunità tenere qualche volta l'omelia e suggerire al popolo le intenzioni della preghiera universale.88
51. "Il lettore ha nella celebrazione eucaristica un suo ufficio proprio, che deve esercitare lui stesso, anche se sono presenti ministri di ordine superiore".89
Il ministero del lettore, conferito con rito liturgico, deve quindi essere tenuto in onore.
I lettori istituiti, se presenti, compiano il loro ufficio almeno nelle domeniche e nelle feste, specialmente durante la celebrazione principale.
Si potrà affidar loro anche il compito di dare un aiuto nel predisporre la liturgia della Parola e, se necessario, di preparare gli altri fedeli che per incarico temporaneo debbano proclamare le letture nella celebrazione della Messa.90
52. L'assemblea liturgica non può fare a meno dei lettori, anche se non istituiti per questo compito specifico.
Si cerchi quindi di avere a disposizione alcuni laici, che siano particolarmente idonei e preparati a compiere questo ministero.91
Se ci sono più lettori e si devono proclamare più letture, è bene distribuirle fra i vari lettori.
53. Nelle Messe senza diacono, il compito di suggerire le intenzioni della preghiera universale venga affidato o al cantore, specialmente se è previsto il canto, o al lettore o ad altra persona.92
54. Il sacerdote, il diacono e il lettore istituito, allorché salgono all'ambone per proclamare la parola di Dio nella celebrazione della Messa con il popolo, devono indossare la veste sacra propria del loro ufficio.
Coloro invece che esercitano il ministero di lettore in singoli casi o anche abitualmente, possono sono salire all'ambone in abito comune, salve però le consuetudini delle varie regioni.
55. "Perché i fedeli maturino nel loro cuore, ascoltando le letture divine, un soave e vivo amore della sacra Scrittura, è necessario che i lettori incaricati di tale ufficio, anche se non ne hanno ricevuta l'istituzione, siano veramente idonei e preparati con impegno".93
Questa preparazione deve essere soprattutto spirituale; ma è anche necessaria quella propriamente tecnica.
La preparazione spirituale suppone almeno una duplice formazione: quella biblica e quella liturgica.
La formazione biblica deve portare i lettori a saper inquadrare le letture nel loro contesto e a cogliere il centro dell'annunzio rivelato alla luce della fede.
La formazione liturgica deve comunicare ai lettori una certa facilità nel percepire il senso e la struttura della liturgia della Parola e le motivazioni del rapporto fra la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica.
La preparazione tecnica deve rendere i lettori sempre più idonei all'arte di leggere in pubblico, sia a voce libera, sia con l'aiuto dei moderni strumenti di amplificazione.
56. È compito del salmista, o cantore del salmo, cantare in modo responsoriale o diretto il salmo o un altro cantico biblico, l'"alleluia", o altro eventuale canto fra le letture.
Può lui stesso intonare, secondo l'opportunità, l'"alleluia" e il relativo versetto.94
Per svolgere questo compito di salmista è molto opportuno poter disporre, in ogni comunità ecclesiale, di laici esperti nell'arte del salmeggiare e dotati di una buona pronunzia e dizione.
Vale anche per i cantori del salmo quanto detto sopra per la formazione dei lettori.
57. Vero ministero liturgico è anche quello esercitato dal commentatore; da un luogo adatto, egli propone all'assemblea dei fedeli opportune spiegazioni e monizioni, chiare, sobrie, preparate con cura, normalmente scritte e approvate in precedenza dal celebrante.95
Indice |
66 | Cf sotto, nn. 78-91 |
67 | Cf IGMR 318-320; 324-325 ( cf pp. 201-202,204 ) |
68 | Cf IGMR 313 ( cf p. 199 ) |
69 | Cf IGMR 42 ( cf p. 140 ) ID 3 |
70 | Cf IGMR 11 ( cf p. 131 ) |
71 | Cf IGMR 68 ( cfpp. 150-151 ) |
72 | Cf IGMR 33, 47 ( cf pp. 138, 141 ) |
73 | PO 4 |
74 | SC 33 |
75 | Cf IGMR 9 ( cf pp. 130-131 ) |
76 | SC 7 |
77 | Cf SC 9 |
79 | Cf DV 21 |
80 | Cit. in DV 21 |
82 | Cf AG 6, AG 16; e anche DV 26 |
83 | Cf SC 24; e anche DCG 25 |
84 | Cf SC 56; e anche ID 1 |
85 | Cf SC 24, SC 35 |
86 | Cf IGMR 34 ( cf p. 138 ) |
87 | Cf IGMR 96 ( cf p. 156 ) |
88 | Cf IGMR 47,61, 132 ( cf pp. 141, 148, 162 ); ID 3 |
89 | IGMR 66 ( cf p. 150 ) |
90 | Cf MQ n. V ( cf p.487 ) |
91 | Cf ID 2, 18; cf anche PB 22,24, 27 ( cf pp. 293-294, 295, 296 ) |
92 | Cf IGMR 47, 66, 151 ( cf pp. 141, 150, 16 5); cf anche Consilum ad exsequendam constitutionem de sacra liturgia, De oratione communi seu fidelium, 17.4.1966, n. 8: EV II, 688 |
93 | IGMR 66 ( cf p. 150 ) |
94 | Cf IGMR 37a, 67 ( cf pp. 139, 150 ) |
95 | Cf IGMR 68 ( cf pp. 150-151 ) |