Rito della Penitenza |
Questa parte è stata preparata con cura dalla Sacra Congregazione del Culto Divino per utilità di coloro che devono predisporre e ordinare le celebrazioni penitenziali.
1. Le celebrazioni penitenziali, di cui si parla nelle premesse del "Rito della Penitenza" ( nn. 36-37 ), sono assai utili, nella vita dei singoli e in quella delle comunità, per ravvivare lo spirito e la virtù della penitenza, e per preparare una celebrazione più fruttuosa del sacramento.
Si eviti che queste celebrazioni vengano confuse, nell'opinione dei fedeli, con la confessione e l'assoluzione sacramentale.
2. Nel predisporre le celebrazioni penitenziali, specialmente se organizzate per gruppi o circostanze particolari, si tenga conto delle condizioni di vita, del modo di esprimersi e delle possibilità recettive dell'assemblea che vi partecipa.
Spetta quindi alle commissioni liturgiche e alle singole comunità cristiane curarne la debita preparazione, in modo che per ogni gruppo e per le diverse circostanze sia prevista la scelta dei testi più adatti, e fissato lo svolgimento più opportuno della celebrazione.
3. Di tali celebrazioni penitenziali si propongono qui alcuni schemi di indole varia e per assemblee diverse: un sussidio puramente indicativo; diverse sono infatti le situazioni e le esigenze delle singole comunità; di queste si dovrà tener conto per gli opportuni adattamenti.
4. In queste celebrazioni s'inserisce talvolta il sacramento della Penitenza.
In tal caso, dopo le letture e l'omelia, si ricorra al "Rito per la riconciliazione di più penitenti, con la confessione e l'assoluzione individuale" ( nn. 54-59 ), o, nei casi particolari previsti dal diritto, al "Rito per la riconciliazione dei penitenti con la confessione e l'assoluzione generale" ( nn. 60-63 ).
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