Concilio Laterano IV |
Non essendo in potere dell'uomo che il seme risponda alle attese di chi semina - secondo la parola dell'Apostolo, infatti, né chi pianta è qualcosa, né chi irriga, ma Dio che fa crescere ( 1 Cor 7,3 ) potendo solo lui dal seme marcito produrre molti frutti ( Gv 12,24 ) - con avarizia alcuni cercano di defraudare le decime, detraendo dalle messi e dalle primizie i censi e i tributi, che così sfuggono alle decime.
Poiché il Signore, come segno del suo dominio universale, e come a titolo speciale, si è riservato le decime, noi, volendo ovviare al danni derivanti alle chiese e ai pericoli per le anime, stabiliamo che, in forza del dominio generale, l'esazione dei tributi e dei censi sia preceduta dal pagamento delle decime, o che, almeno, quelli a cui fossero stati pagati i censi e i tributi senza che su questi siano state detratte le decime, poiché i beni passano con gli oneri inerenti, siano costretti a pagare le decime a favore delle chiese, cui spettano di diritto, sotto pena di censura ecclesiastica.
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