Apostolicam actuositatem |
I giovani esercitano un influsso di somma importanza nella società odierna.7
Le circostanze della loro vita, la mentalità e gli stessi rapporti con la propria famiglia sono grandemente mutati.
Essi passano spesso troppo rapidamente ad una nuova condizione sociale ed economica.
Mentre cresce sempre più la loro importanza sociale ed anche politica, appaiono quasi impari ad affrontare adeguatamente i loro nuovi compiti.
L'accresciuto loro peso nella società esige da essi una corrispondente attività apostolica; del resto lo stesso carattere naturale li dispone a questo.
Col maturare della coscienza della propria personalità, spinti dall'ardore della vita e dalla loro esuberanza, assumono le proprie responsabilità e desiderano prendere il loro posto nella vita sociale e culturale: zelo questo che, se è impregnato dallo spirito di Cristo e animato da obbedienza ed amore verso i pastori della Chiesa, fa sperare abbondantissimi frutti.
I giovani debbono divenire i primi e immediati apostoli dei giovani, esercitando da loro stessi l'apostolato fra di loro, tenendo conto dell'ambiente sociale in cui vivono.8
Gli adulti procurino d'instaurare con i giovani un dialogo amichevole passando sopra la distanza dell'età, di conoscersi reciprocamente e di comunicarsi reciprocamente le proprie ricchezze interiori.
Stimolino i giovani all'apostolato anzitutto con l'esempio, e, all'occasione, con un prudente consiglio e con un valido aiuto.
I giovani nutrano rispetto e fiducia verso gli adulti; quantunque siano inclinati naturalmente alle novità, apprezzino come meritano le buone tradizioni.
Anche i fanciulli hanno la loro attività apostolica.
Secondo le proprie forze sono veri testimoni viventi di Cristo tra i compagni.
Indice |
7 | S. Pio X, Alloc. all'Associaz. Cattolica della Gioventù Francese: pietà, scienza, azione, 25 settembre 1904: AAS 37 (1904-1905), pp. 296-300 |
8 | Pio XII, Lett. Dans quelques semaines, all'Arcivescovo di Montréal: sui congressi organizzati dai giovani
cattolici cristiani del Cabada, 24 maggio 1947: AAS 39 (1947), p. 257; Messaggio radiofonico alla J.O.C. di Bruxelles, 3 settembre 1950: AAS 42 81950), pp. 640-641 |