Apostolicam actuositatem |
L'apostolato che ciascuno deve esercitare personalmente, sgorgando in misura abbondante dalla fonte di una vita veramente cristiana ( Gv 4,14 ), è la prima forma e la condizione di ogni altro apostolato dei laici, anche di quello associato ed è insostituibile.
A tale apostolato, sempre e dovunque proficuo, anzi in certe circostanze l'unico adatto e possibile, sono chiamati e obbligati tutti i laici, di qualsiasi condizione, ancorché non abbiano l'occasione o la possibilità di collaborare nelle associazioni.
Molte sono le forme di apostolato con cui i laici edificano la Chiesa e santificano il mondo animandolo in Cristo.
Una forma particolare di apostolato individuale e segno adattissimo anche ai nostri tempi a manifestare il Cristo vivente nei suoi fedeli, è la testimonianza di tutta la vita laicale, promanante dalla fede, dalla speranza e dalla carità.
Con l'apostolato poi della parola, in alcuni casi del tutto necessario, i laici annunziano Cristo, spiegano e diffondono la sua dottrina secondo la propria condizione e capacità e fedelmente la professano.
Collaborando inoltre, come cittadini di questo mondo, in ciò che riguarda la costruzione e la gestione dell'ordine temporale, i laici devono perseguire nella vita familiare, professionale, culturale e sociale, alla luce della fede, ancor più alti motivi dell'agire e, presentandosi l'occasione, farli conoscere agli altri, consapevoli di rendersi così collaboratori di Dio creatore, redentore e santificatore e di glorificarlo.
Infine i laici animino la propria vita con la carità e l'esprimano con le opere, secondo le proprie possibilità.
Si ricordino tutti che, con il culto pubblico e la preghiera, con la penitenza e la spontanea accettazione delle fatiche e delle pene della vita, con cui si conformano a Cristo sofferente ( 2 Cor 4,10; Col 1,24 ), essi possono raggiungere tutti gli uomini e contribuire alla salvezza di tutto il mondo.
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