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Ebbi fin da giovanissimo una devozione tutta speciale alla Gran Madre di Dio Maria SS.
non così per Gesù, e dalla Vergine Santa ero favorito di grazie,
ma per la mia imperfezione non a tutte corrispondevo.
[ -Segretario 4.1- ]
Nel 1887 mi trovavo come cuoco presso la nobile famiglia del Signor Conte Arborio Mella in Vercelli.
Sbrigati i miei lavori di cucina, mi dedicavo al ricamo o alla lettura,
ma la mia lettura favorita era la "Buona Settimana", scritta da valenti scrittori,
che in quell'anno pubblicava vite di santi e precisamente la vita del servo fedele di Dio,
il Ven. Tommaso Moro, la quale m'infervorava vieppiù nella fede e nella pratica della virtù.
[ -Segretario 2.2- ]
In quell'anno, 1887, nel mese di novembre ebbi la prima visione di Maria SS. Addolorata:
vidi la Vergine Santa in atteggiamento mestissimo, vestita a lutto, tutta velata,
con in testa una corona pure tutta nera ed il capo nobilmente chino.
Dolcemente mi disse: "Ricordati ciò che ha sofferto mio Figlio".
Sebbene non intendessi tutto il significato di queste parole, tuttavia mi rimasero impresse nella mente.
Disparve la visione, e nel mio povero cuore andavo meditando la bontà, la pietà,
la misericordia di Maria SS. verso i poveri peccatori.
[ -Segretario 2.3- ]
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