Alla ricerca di Fra Leopoldo |
In tale periodo ebbe una visione: preso il sonno contro la sua volontà, si desta poiché ad un tratto si sente spingere fortemente, apre gli occhi e vede un Frate che sale in alto con grande rapidità; la figura somigliava del tutto a quella di S. Francesco: scomparve così ogni malanno e stanchezza.
Il 1° aprile 1905 Fra Leopoldo iniziò il suo anno di noviziato, che per benigna concessione della Santa Sede egli poté fare nello stesso convento di S. Tommaso.
Nell'anno del suo noviziato, Fra Leopoldo aveva riparato un Crocifisso che era stato abbandonato tra gli oggetti fuori uso e nel giorno del Venerdì Santo, 13 aprile 1906, venne nuovamente posto all'adorazione dei fedeli ad un altare di S. Tommaso.
Dopo quel giorno di Passione quel Crocifisso fu collocato nel corridoio del convento accanto alla camera di Fra Leopoldo e successivamente, su richiesta dello stesso Fra Leopoldo, nella sua camera.
" Il Servo di Dio si metteva ai piedi del Crocifisso ogni mattina circa le ore quattro e vi rimaneva in profonda adorazione fino alle ore sei, l'ora della prima Messa.
Nella meditazione passava dalla Sacra Piaga della mano destra a quella della mano sinistra; indi al piede destro, al piede sinistro e al Sacro Costato.
Dopo la S. Messa e la S. Comunione egli, al ringraziamento comune, aggiungeva nella mattinata un'altra adorazione alle cinque Piaghe, come ringraziamento della Comunione.
Verso le ore dieci della sera si rimetteva dinanzi al suo Crocifisso e vi rimaneva ordinariamente fino a mezzanotte in fervente orazione.
Con questa meditazione sulle cinque Sacre Piaghe, il Servo di Dio giunse in poco tempo a un alto grado di intimità con Gesù Crocifisso, con Gesù Sacramentato e con la SS. Vergine, tanto da udirne interiormente la voce.
"Il giorno 2 agosto 1906, festa della Madonna degli Angeli, Gesù mi fece intendere: 'Si faccia devotamente l'Adorazione come nel Venerdì Santo, e molte grazie e favori concederò a tutti quelli che in grazia di Dio si prostreranno ad adorarmi '. "
Inizia da qui la grande avventura spirituale di Fra Leopoldo.
Il Servo di Dio infatti comprese che tali comunicazioni interiori erano l'inizio di qualche cosa di grande, e perciò seguendo l'impulso della sua fede e del suo amore per la Santa Chiesa, scrisse subito nel Diario: "Il mio pensiero, il mio sguardo primo è rivolto a Roma, pregai con tutto l'affetto dell'anima mia e dissi a Gesù: Dolcissimo Gesù, volgi il tuo sguardo pietoso, consola, difendi il nostro Santo Padre il Papa dai nemici suoi; da pace alla tua Chiesa; per la tua misericordia concedile giorni di prosperità e il ritorno dei fratelli erranti" ".6
Indice |
6 | Fratel Teodoreto f.s.c., "Nell'intimità del Crocifisso", Torino 1984, pp 44-45 |