Segretario del Crocifisso

Fedeltà nella prova

La recita del S. Rosario nei giorni festivi dopo le funzioni parrocchiali vespertine,

iniziata dal Servo di Dio prima nel camposanto e poi nella chiesa di S. Grato,

ebbe luogo, in tutt'e due i luoghi, col permesso del Parroco

che l'aveva nominato Presidente dell'attività cattolica parrocchiale.

Anzi, col permesso dello stesso Parroco, alla recita del Rosario in S. Grato, partecipava, qualche volta,

il Vicecurato che terminava il pio esercizio con un breve discorso di circostanza.

Esistevano però, tra il Parroco di Terruggia e alcuni membri della Confraternita di S. Grato,

divergenze di vedute e disaccordi più o meno palesi, ma che in diverse circostanze si manifestarono reali.

Avvenne quindi che coll'aumentare del numero dei partecipanti alla recita del Rosario nella chiesa di S. Grato,

s'introdussero anche gl'individui ritenuti ostili al Parroco, il quale, per timore che ne derivassero abusi,

ordinò di sospendere quelle riunioni e si fece portare la chiave della chiesa.

Il Servo di Dio, appena conobbe la proibizione delle riunioni, se n'astenne in modo assoluto

e non solo non prese parte alle dimostrazioni organizzate da qualcuno contro il Parroco,

ma anzi ebbe, e dimostrò, un sincero disgusto per tali dimostrazioni.

" La condotta di Luigi Musso nella circostanza della proibizione di recitare il S. Rosario nella chiesa di S. Grato,

fu irreprensibile; egli non si lamentava del Parroco, ma anzi ne difendeva la condotta

e l'autorità davanti a quelli che lo biasimavano ".9

" Luigi Musso non voleva assolutamente sentire mormorare in qualsiasi modo,

tanto meno se si trattasse di religione o di persone ecclesiastiche o religiose ".10

E in queste testimonianze abbiamo la chiara prova, la decisiva,

della vera virtù religiosa del Servo di Dio attestata con l'ossequio,

l'obbedienza, la docilità all'autorità religiosa, sopra di qualsivoglia modo personale di vedere.

Indice

9 Giuseppe Ballarino
10 Luigia Musso, nipote di Fra Leopoldo