Sermoni sul Cantico dei Cantici

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Sermone XVIII

I. La duplice operazione dello Spirito, infusione ed effusione

1. Olio effuso è il tuo Nome ( Ct 1,2 ).

Che cosa di certo dimostra lo Spirito Santo in noi, in occasione di questo capitolo?

Certamente un’esperienza, che ci viene nel frattempo, di una certa sua duplice operazione: con una, dapprima, ci fortifica interiormente con le virtù, a vantaggio della nostra anima, con l’altra invece, ci arricchisce al di fuori di doni per il vantaggio altrui.

Le prime le riceviamo per noi, le altre per i nostri.

Per esempio, la fede, la speranza, la carità vengono date a noi per noi; senza di queste infatti non possiamo salvarci.

Invece il dono della parola di scienza e di sapienza, la grazia delle guarigioni, la profezia e altri simili, dei quali possiamo anche essere privi senza danno per la nostra salvezza, ci vengono dati senza dubbio per servircene per il bene spirituale del prossimo.

E queste operazioni dello Spirito Santo, che sperimentiamo in noi o negli altri, perché abbiano un nome dalla realtà, le chiameremo, se volete, infusione ed effusione.

A quale di queste due conviene la frase: Olio effuso è il tuo Nome?

Non conviene forse all’effusione?

Per l’infusione, infatti, avrebbe piuttosto detto « infuso » invece che « effuso ».

Ed è per il buon odore delle mammelle cosparse all’esterno che la sposa dice: olio effuso è il tuo Nome, attribuendo questo profumo al nome dello sposo, che come olio si spande sulle mammelle.

E chiunque si sente ripieno del dono della grazia esteriore che egli può rifondere sopra gli altri, anche a costui si può dire: Olio sparso è il tuo nome.

2. Ma in queste cose dobbiamo stare attenti a non dare ad altri ciò che abbiamo ricevuto per noi, o a trattenere quello che abbiamo ricevuto per dare ad altri.

Tieni pertanto per te la cosa che appartiene al prossimo se, per esempio, essendo ricco di virtù, adorno al di fuori dei doni della scienza e dell’eloquenza, per timore forse, o per pigrizia, o per una falsa umiltà, privi il prossimo di una parola buona, che potrebbe giovare a molti, anzi ti chiudi in un inutile e riprovevole silenzio, certamente maledetto perché nascondi il frumento ai popoli.

Al contrario, spandi e perdi quello che è tuo se, prima di essere tu stesso pienamente infuso, quando sei ancora mezzo pieno, ti affretti a effondere, arando contro la legge, con il primogenito del bue e tosando il primogenito della pecora.

In questo modo tu ti privi della vita e della salute che dai a un altro, mentre, senza una buona intenzione, ti lasci gonfiare dal vento della vana gloria, ovvero vieni infettato dal veleno della cupidigia e, gonfiando il bubbone maligno ti dà la morte.

3. Per questo, se sei saggio, cercherai di essere non un canale, ma una vasca.

Il canale, infatti, quasi contemporaneamente, riceve e riversa; la vasca, invece, aspetta di essere piena e così comunica dalla sua sovrabbondanza, senza suo danno, sapendo che è maledetto colui che deteriora la sua parte.

E perché tu non abbia a pensare che il mio consiglio non vale nulla, ascolta che cosa dice uno più sapiente di me: Lo stolto, dice Salomone, manifesta tutto insieme il suo spirito, il sapiente ne riserva per il tempo successivo ( Pr 29,11 ).

Purtroppo oggi abbiamo nella Chiesa molti canali, e pochissime vasche.

Hanno tanta carità quelli per i quali fluiscono a noi i doni celesti, che vogliono trasmetterli prima ancora di averli ricevuti pronti più a parlare che ad ascoltare, disposti a insegnare quello che non hanno imparato, bramosi di presiedere agli altri, essi che non sono capaci di governare se stessi.

II. Su quelli che cercano di effondere lo Spirito prima che sia loro infuso

Io penso che nessun grado di pietà, in ordine alla salute dell’anima, sia da anteporre a quello stabilito dal Sapiente dove dice: Abbi pietà dell’anima tua, cercando di piacere a Dio ( Sir 30,24 ).

E se non ho che un pochettino di olio tanto da ungermi, pensi che lo devo dare a te, e io restarne privo?

Lo conservo per me e non lo darò via se non per ordine del Profeta.

Se insisteranno nel pregarmi alcuni di quelli che mi stimano forse più di quello che vedono in me, o sentono parlare di me, si risponderà loro: Perché non abbia a mancare a noi e a voi, andate piuttosto dai venditori, e comperatene per voi ( Mt 25,9 ).

Ma tu dici: La carità non cerca il proprio interesse ( 1 Cor 13,5 ).

E tu sai perché? Non cerca le sue cose, perché non le mancano.

Chi mai cerca quello che ha? La carità ha sempre le sue cose, cioè, le cose necessarie alla propria salvezza; e non solo le ha, ma le ha in abbondanza.

Vuole abbondare per sé, per abbondare con tutti; tiene per sé quanto le è sufficiente per non mancare a nessuno.

Altrimenti, se non è piena, non è carità perfetta.

4. Ma tu, fratello, la cui salute personale è ancora malferma, la cui carità è ancora o nulla, o tenera e fragile, talmente che cede a ogni soffio, crede a ogni spirito, è trasportata da ogni vento di dottrina, anzi, tu che hai tanta carità, che oltre il comandamento, ami il prossimo tuo più di te stesso, e poi essa è così piccola che, contro il comandamento, nel favore è tutta euforica, nella paura viene meno, si turba nella tristezza, si contrae per l’avarizia, si distende per l’ambizione, si inquieta nei sospetti, si agita per gli, insulti, si sviscera per le faccende, si gonfia per gli onori, si strugge per l’invidia: tu, dico, che ti senti così nelle tue cose, per quale pazzia, ti prego, ambisci o accetti di curare le cose altrui?

Ma ecco, ascolta che cosa ti consiglia una cauta e vigile carità: Non si tratta di mettere in strettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza ( 2 Cor 8,13 ).

Non voler essere troppo giusto.

È sufficiente che tu ami il tuo prossimo come te stesso: questo significa fare uguaglianza.

Davide dice così: Mi sazierà come a lauto convito, e con voci di gioia ti loderà la mia bocca ( Sal 64,6 ), volendo; cioè, prima essere riempito, e poi spandere al di fuori, né solo ricevere, ma venire riempito in modo da traboccare dalla propria pienezza e non sbadigliare per lo stomaco vuoto: con cautela, sì, perché quello che donava agli altri non portasse pregiudizio a se stesso; e castamente, tuttavia, imitando colui dalla pienezza del quale tutti noi abbiamo ricevuto.

Impara anche tu a non dare se non dalla tua sovrabbondanza, né voler essere più liberale di Dio stesso.

La vasca imiti la sorgente. Infatti, la stessa Fonte di vita, piena in se stessa e piena di se stessa, erompendo e salendo prima nei vicini segreti dei cieli, tutto riempì di beni; e finalmente, dopo aver riempito le parti superiori e segrete, sfociò sulla terra e con la sua sovrabbondanza salvò uomini e giumenti, moltiplicando, la sua misericordia.

Prima riempì dentro e poi, traboccando nelle innumerevoli manifestazioni della sua misericordia, ha visitato la terra, l’ha inebriata, rendendola oltremodo feconda.

Dunque, anche tu fa’ lo stesso. Riempi te stesso dapprima e poi cercherai di effondere al di fuori.

La carità benigna e prudente scorre con abbondanza, non si esaurisce.

Figlio, non effonderti tutto al di fuori ( Pr 3,21 ), dice Salomone; e l’Apostolo: Per questo dobbiamo applicarci con maggior impegno alle cose udite, per non esaurirci fuori strada ( Eb 2,1 ).

Pensi dunque di essere più santo di Paolo, più sapiente di Salomone?

E allora neanch’io penso di poter essere arricchito da te che sei vuoto.

Se, infatti, tu sei cattivo con te stesso, per chi sarai buono?

Se puoi, aiutami con la tua abbondanza; altrimenti pensa a te stesso.

III. Come è necessario essere ripieni dello Spirito prima di effonderlo

5. Ma ora sentite quali e quante cose siano necessarie alla nostra salute, quali e quante cose debbano essere infuse in noi, prima che noi possiamo trasmettere ad altri; cercherò di riassumerle brevemente.

L’ora infatti è già tarda e il sermone deve terminare.

Si accosta il medico a un ferito, lo Spirito all’anima.

Quale anima, infatti, non troverà ferita con la spada del diavolo, anche dopo che è stata risanata la ferita dell’antico peccato con la medicina del Battesimo?

Dunque, che cosa occorre, quando viene lo Spirito, all’anima che dice: Putride e fetide sono le mie piaghe a causa della mia stoltezza ( Sal 38,6 )?

Che venga amputato il tumore o l’ulcera che forse si è formata nella piaga e può compromettere la salute.

L’ulcera di un’abitudine inveterata venga tagliata via con il ferro della compunzione.

Ma il dolore è straziante: si lenisca pertanto con l’unguento della devozione, che altro non è se non l’esultanza che nasce dalla speranza del perdono.

Questa proviene dalla capacità della continenza e dalla vittoria sui peccato.

Già rende grazie, dicendo: Hai spezzato le mie catene, a te offrirò sacrifici di lode ( Sal 116,16.17 ).

In seguito viene applicata la medicina della penitenza, l’unguento dei digiuni, delle veglie, delle orazioni e altri esercizi dei penitenti.

Perché non venga meno, si nutre con il cibo delle buone opere, anche se questo costa fatica.

Che l’opera buona sia cibo, lo vedi da queste parole: Mio cibo è fare la volontà del Padre mio ( Gv 4,34 ).

E intanto alle fatiche della penitenza si accompagnino gli esercizi di pietà che diano conforto.

L’elemosina è motivo di grande fiducia presso l’Altissimo( Tb 4,11 ).

Il cibo eccita la sete, bisogna bere.

Si aggiunga al cibo delle buone opere la bevanda dell’orazione, che rimescola nello stomaco della coscienza quello che si è compiuto di bene e lo presenta a Dio.

Pregando si beve il vino che rallegra il cuore dell’uomo, il vino dello Spirito che inebria e fa dimenticare le voluttà carnali.

Inumidisce l’interno della coscienza arida, favorisce la digestione delle buone azioni, e ne trae per via di certe membra dell’anima, una fede che irrobustisce, una speranza che dà conforto, facendo rivivere e ordinando la carità e alimentando i buoni costumi.

6. Preso il cibo e la bevanda, che resta da fare al malato se non di riposare e applicarsi alla quiete della contemplazione, dopo i sudori dell’azione?

Dormendo nella contemplazione, sogna Dio; lo vede, cioè, non faccia a faccia, ma come in uno specchio e in figura.

Tuttavia, benché Dio non sia tanto veduto quanto congetturato, e ancora come per un rapimento, quasi al balenare di una scintilla che passa, e appena debolmente raggiunto, l’anima si sente accendere d’amore per Lui; ed esclama: Di notte anela a Te l’anima mia, al mattino cerca Te il mio spirito ( Is 26,9 ).

Un tale amore è zelante; questo conviene all’amico dello sposo, di questo deve ardere necessariamente il servitore fedele e prudente che il Signore ha posto a capo della sua famiglia.

Questo riempie, questo è fervido, questo ribolle, questo ormai sicuramente trabocca ed erompe, e dice: Chi è debole che anch’io non lo sia?

Chi riceve scandalo, che io non ne frema? ( 2 Cor 11,29 ).

Predichi, fruttifichi, rinnovi miracoli e compia nuove meraviglie: non c’è posto per la vanità dove tutto è occupato dalla carità.

Infatti, la pienezza della legge e del cuore è la carità, a patto che essa sia piena.

Infine, Dio è carità e non c’è nulla nelle cose che possa riempire una creatura fatta a immagine di Dio, se non Dio carità, che solo è più grande di essa.

Con grande pericolo viene promosso ( a una qualche dignità ) chi non l’ha ancora acquistata, per quanto altre virtù sembri possedere.

Se avesse tutta la scienza, se donasse tutte le sue sostanze ai poveri, se consegnasse alle fiamme il suo corpo, senza carità un tale rimane vuoto.

Ecco quante cose si devono prima infondere in noi, perché possiamo osare di effonderle, donando dalla nostra pienezza e non dalla nostra penuria: prima di tutto la compunzione, poi la devozione, in terzo luogo il lavoro della penitenza, in quarto luogo le opere di pietà, in quinto luogo l’applicazione all’orazione, sesto il riposo della contemplazione, settimo la pienezza dell’amore.

Tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, secondo l’operazione che si chiama infusione e che permette che quella chiamata effusione si effettui puramente e, per questo, sicuramente, a lode e gloria del Signore nostro Gesù Cristo, che con il Padre e lo stesso Spirito Santo vive e regna Dio per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

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