Cantico spirituale Manoscritto B |
1 - Ma dopo il mutuo dono della sposa e dell'Amato, bisogna parlare subito del loro letto, sul quale l'anima gode a suo agio le delizie dello Sposo.
Perciò nella strofa che segue ella tratta del letto, che è divino, puro, casto, in cui ella giace pura, divina e casta.
Tale letto non è altro che il suo Sposo, il Verbo Figlio di Dio, come si dirà, sul quale, per mezzo dell'unione di amore, ella riposa.
L'anima dice fiorito questo letto, poiché il suo Sposo non solo è fiorito ma, come dice Egli stesso nel Cantico ( Ct 2,1 ), è lo stesso fiore del campo e il giglio delle convalli.
Perciò ella si adagia non solo sul letto fiorito, ma sul fiore stesso, il Figlio di Dio, il quale ha in sé odore, fragranza, grazia e bellezza divina, secondo quanto Egli stesso dice per mezze di David: La bellezza del campo è con me ( Sal 50,11 ).
Perciò l'anima canta le proprietà e le grazie del suo letto dicendo:
Fiorito è il nostro letto,
da tane di leoni circondato,
da porpora protetto,
in pace edificato,
da mille scudi d'oro incastonato.
2 - Nelle due strofe precedenti la sposa ha cantato le grazie e le grandezze dell'Amato, Figlio di Dio; in questa non solo prosegue, ma canta il felice e l'alto stato in cui si vede collocata, la sicurezza di cui gode, e la ricchezza di doni e virtù di cui si vede dotata e adornata nel talamo dello Sposo.
Afferma di essere ormai perfetta nell'amore, di gustare una compiuta pace spirituale, di essere tutta arricchita e abbellita di doni e virtù, per quanto si possono possedere e gustare in vita, secondo quanto si spiegherà in seguito.
In primo luogo dunque l'anima canta il piacere che gode nell'unione con l'Amato:
Fiorito è il nostro letto.
3 - È stato detto già che letto dell'anima, fiorito per lei, è lo Sposo, Figlio di Dio.
Infatti a lei che ormai è unita e appoggiata a Lui come sposa, viene comunicato il petto e l'amore dell'Amato, cioè la sapienza e i segreti, le grazie, le virtù e i doni divini.
Per mezzo di essi ella diviene così bella, ricca e piena di diletto da sembrarle di trovarsi in un letto di vari e soavi fiori divini che con il loro tocco la dilettano e con il loro odore la ricreano.
Ella quindi dà il nome di letto fiorito a questa unione di amore, nome usato anche nel Cantico dalla sposa quando dice allo Sposo: Lectulus noster floridus ( Ct 1,15 ), cioè: Fiorito è il nostro letto.
Lo chiama nostro perché le stesse virtù e lo stesso amore, cioè quelle dell'Amato, sono ormai di tutt'e due; ambedue provano lo stesso diletto, secondo quanto lo Spirito Santo dice nei Proverbi ( Pr 8,31 ): Le mie delizie sono con i figli degli uomini.
Lo dice anche fiorito perché in tale stato le virtù dell'anima sono ormai perfette ed eroiche, il che non poteva accadere prima che il letto fosse fiorito nell'unione perfetta con Dio.
Perciò l'anima canta il secondo verso, dicendo:
da tane di leoni circondato.
4 - Per tane di leoni si intendono le virtù possedute dall'anima in questo stato di unione con Dio.
La ragione di ciò è perché esse sono molto sicure e difese da tutti gli altri animali.
Questi infatti, temendo la forza e l'ardire del leone che vi dimora, non solo non osano entrare, ma non ardiscono neppure avvicinarsi; così ciascuna delle virtù, se posseduta perfettamente dall'anima, è simile a una tana di leoni, in cui inabita Cristo suo Sposo, come forte leone, unito con l'anima per mezzo di questa e delle altre virtù.
L'anima stessa, unita con Lui in questa medesima virtù, è forte come un leone, poiché lì partecipa alle proprietà dell'Amato.
In tal caso nel letto fiorito dell'unione divina, l'anima è tanto difesa e forte in ciascuna virtù e nel loro insieme, che il demonio non solo non ardisce assalirla, ma neppure comparirle davanti per il grande timore che ne ha, vedendola così ingrandita e ardimentosa con le virtù perfette nel letto dell'Amato.
Poiché ella se ne sta unita con Dio in trasformazione di amore, il demonio la teme come Dio stesso e non osa nemmeno guardarla: il maligno teme molto una anima perfetta.
5 - Questo letto dell'anima è circondato dalle tane di queste virtù; poiché in questo stato esse sono collegate fra di loro, fortificate l'una con l'altra e unite in una completa perfezione dell'anima in maniera che non rimane in essa parte aperta né fiacca, non solo perché il demonio possa entrare, ma nemmeno perché alcuna cosa al mondo, né alta né bassa, la possa inquietare, molestare e muovere.
Essendo ormai libera da ogni molestia delle passioni naturali, lontana e spoglia dalla tormenta e dalla mutabilità delle preoccupazioni temporali, ella gode sicura e quieta della partecipazione di Dio.
È quanto desidera la sposa dei Cantici con le parole: Chi mi darà, fratello mio, che tu sugga il petto di mia madre, in modo che io ti trovi fuori solo e ti baci, e nessuno più mi disprezzi? ( Ct 8,1 ); il bacio di cui si parla è l'unione di cui sto trattando, nella quale l'anima diventa uguale a Dio per amore.
Perciò ella desidera ciò domandando: « Chi le darà che l'Amato sia suo fratello? », il che significa e genera uguaglianza; « che possa suggere il petto della madre sua », vale a dire che consumi tutte le imperfezioni e gli appetiti della sua natura, avuti dalla madre Eva; e che « lo incontri fuori solo » cioè lo prega di poter si unire con Lui solo, lontana da tutte le cose, spogliata di esse secondo la volontà.
Perciò « nessuno più la disprezzi », vale a dire né il mondo, né il demonio, né la carne poiché, essendo l'anima libera e purificata da tutte queste cose e unita con Dio, non può essere molestata da nessuna di esse.
Per tale ragione, già in questo stato, ella gode di un'ordinaria soavità e tranquillità che non le vengono mai meno.
6 - Tuttavia, oltre a questa ordinaria soddisfazione e pace, i fiori di virtù dell'orto sono soliti aprirsi ed emanare un odore nell'anima in maniera tale da sembrare a questa di essere piena, come di fatto lo è, dei diletti di Dio.
Ho detto che i fiori di virtù che stanno nell'anima sono soliti aprirsi poiché, quantunque ella sia piena di virtù perfette, non sempre però le gode in atto anche se come ho detto, ordinariamente gode della pace e tranquillità che causano.
Possiamo dire che in questa vita nell'anima esse stiano come fiori in germoglio, chiusi nel giardino; ed è cosa meravigliosa vederli talvolta aprirsi tutti, per opera dello Spirito Santo, ed emanare una mirabile fragranza di vario genere.
A volte l'anima vede in sé i fiori delle montagne di cui è stato detto, cioè l'abbondanza, la grandezza, e la bellezza di Dio, e intrecciati con essi, i gigli delle valli ricche d'ombra, che servono di riposo, di refrigerio e di difesa.
Vi sono poi sparse le rose odorose delle isole remote, cioè le notizie straordinarie di Dio ed è investita dall'odore dei gigli delle acque rumorose, cioè la grandezza divina che monda tutta l'anima.
Vi è frammischiato il delicato odore di gelsomino del sibilo delle aure amorose di cui l'anima gode in questo stato.
Insomma ella possiede tutte le altre virtù e tutti gli altri doni già descritti e cioè la conoscenza tranquilla, la musica silenziosa, la solitudine sonora e la cena che ristora e che innamora.
Essa gode e sente tutti insieme questi fiori in maniera tale da poter dire con verità: Fiorito è il nostro letto - da tane di leoni circondato.
Fortunata colei che nella vita presente merita qualche volta di gustare il profumo di questi fiori divini!
Soggiunge che questo letto è
da porpora protetto.
7 - Per porpora, della quale i re si servono per rivestirsene, nella divina Scrittura si intende la carità.
L'anima afferma che questo letto fiorito è da porpora protetto, poiché tutte le sue virtù, le sue ricchezze e i suoi beni si appoggiano, fioriscono e si godono soltanto nella carità e nell'amore del Re del cielo, senza il quale ella non potrebbe godere di questo letto e di questi fiori: e così tutte le virtù stanno nell'anima quasi distese nell'amore di Dio, come in un soggetto da cui sono ben conservate.
Sono come immerse nell'amore, poiché tutte e ciascuna innamorano sempre di più l'anima e in tutte le cose e opere camminano con amore verso un amore maggiore.
Ciò vuol dire essere da porpora protetto, la quale cosa è espressa chiaramente nel Cantico, dove si dice che Salomone fece per sé un letto di legno del Libano, con le colonne di argento, il capezzale d'oro, i gradini coperti di porpora, tutto, come afferma, ordinato mediante la carità ( Ct 3,9-10 ).
Le virtù e le grazie poste da Dio nel letto dell'anima e simboleggiate nel legno del Libano e nelle colonne di argento, hanno le loro spalliere o capezzale di amore, cioè d'oro, poiché, come è stato già detto, sull'amore si fondano e si conservano le virtù.
Sono ordinate fra loro e si esercitano per mezzo della carità di Dio e dell'anima.
Ella prosegue dicendo che questo letto è
in pace edificato.
8 - È la quarta proprietà di questo letto che per ordine dipende dalla terza spiegata or ora.
Questa infatti crea la carità perfetta ( dell'anima perfetta ); la cui proprietà è quella di espellere ogni timore, come dice S. Giovanni ( 1 Gv 4,18 ).
Di qui nasce la perfetta pace dell'anima, cioè la quarta proprietà di questo letto.
Per maggiore intelligenza di ciò è necessario sapere che ogni virtù di per sé è pacifica, mansueta e forte e quindi nell'anima che ne è dotata produce i tre effetti seguenti: pace, mansuetudine e fortezza.
Poiché questo letto è fiorito, adorno di fiori e di virtù, le quali sono pacifiche, mansuete e forti, ne segue che è in pace edificato e che l'anima è pacifica, mansueta e forte, qualità che la rendono immune dagli assalti del mondo, del demonio e della carne.
Le virtù la mantengono così pacifica e sicura da sembrare a lei di essere tutta edificata di pace.
Afferma inoltre - ed è la quinta proprietà - che questo letto fiorito è anche
da mille scudi d'oro incastonato.
9 - Scudi sono qui le virtù e i doni dell'anima i quali, anche se sono i fiori di questo letto, le servono pure di premio e di corona perché li ha guadagnati, e come forti scudi di difesa contro i vizi, vinti per mezzo del loro esercizio.
Perciò il letto della sposa è cosparso di fiori, è coronato dalle virtù date a lei in premio e protetto da esse, come da scudi.
E dice che sono d'oro per significare il valore grande delle virtù.
È quanto espresse in altri termini la sposa nel Cantico ( Ct 3,7-8 ), dicendo: Ecco il letto di Salomone: sessanta prodi l'attorniano di tra i forti d'Israele, ognuno con la spada al fianco, per difesa dai timori notturni.
L'anima dice inoltre che quegli scudi sono mille per indicare la moltitudine delle virtù, delle grazie e dei doni ricevuti da Dio in questo stato.
Infatti per significare l'immenso numero delle virtù della sposa, il Signore usa lo stesso termine dicendo: Il tuo collo è come la torre di David, che è edificata con baluardi, mille scudi sono appesi ad essa e tutte le armi dei forti ( Ct 4,4 ).
Indice |