Cantico spirituale Manoscritto B

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Nota sulla strofa seguente

1 - Quest'anima è veramente perduta a tutte le cose e guadagnata solo all'amore, senza impiegare più lo spirito in altra cosa; perciò ella viene meno anche a ciò che è vita attiva e ad altri esercizi esteriori, per attendere davvero all'unica cosa che a dire dello Sposo, è necessaria ( Lc 10,42 ), cioè all'attenzione e al continuo esercizio di amore in Dio.

Questo Egli stima e apprezza tanto che rimprovera Marta la quale voleva allontanare Maria dai piedi di Lui perché si occupasse in altra attività in servizio di Lui ( Lc 10,41 ); Marta credeva di essere lei a far tutto e Maria niente, perché questa se ne stava godendo ai piedi del Signore, mentre accadeva tutto il contrario ( poiché non vi è opera migliore e più necessaria dell'amore ).

Anche nel Cantico Egli difende la sposa, scongiurando tutte le creature del mondo, simboleggiate dalle figlie di Gerusalemme, di non impedire alla sposa il sonno spirituale dell'amore e di non farla svegliare né aprire gli occhi ad altra cosa finché ella non voglia. ( Ct 3,5 ).

2 - È necessario ricordare come, finché non giunge a questo stato di unione di amore, l'anima è bene che eserciti l'amore sia nella vita attiva che in quella contemplativa.

Giunta invece a tale meta non le conviene occuparsi in altre opere e in altri esercizi esteriori che le possono impedire un solo momento di quella attenzione amorosa in Dio, anche se servono grandemente al suo servizio.

Invero è più prezioso al cospetto del Signore e dell'anima e di maggior profitto per la Chiesa un briciolo di puro amore che tutte le altre opere insieme, quantunque sembri che l'anima non faccia niente.

Per questo Maria Maddalena, sebbene con la sua predicazione facesse molto bene e fosse per farne molto di più in seguito, desiderosa di fare cosa gradita al suo Sposo e utile alla Chiesa si nascose trent'anni nel deserto onde dedicarsi davvero a quest'amore, sembrandole che ad ogni modo avrebbe guadagnato molto di più in questa maniera, poiché un po' di questo amore arreca grandi vantaggi e importa molto alla Chiesa.

3 - Pertanto qualora un'anima possieda un po' di questo grado di amore solitario, si farebbe grande danno a lei e alla Chiesa se, anche per breve tempo, si spingesse ad occuparsi in cose esteriori ed attive, sia pure di grande importanza.

Poiché Dio scongiura che nessuno la svegli da questo amore, chi ardirà di farlo senza essere rimproverato?

In fin dei conti siamo stati creati proprio per questo.

Quelli dunque che sono molto attivi e che pensano di abbracciare il mondo con le loro prediche e con le loro opere esteriori ricordino che sarebbero di maggior profitto per la Chiesa e molto più accetti a Dio, senza parlare del buon esempio che darebbero, se spendessero almeno la metà del tempo nello starsene con Lui in orazione, anche se non fossero giunti ad un'orazione così alta com'è questa.

Certamente allora con minor fatica otterrebbero più con un'opera che con mille per il merito della loro orazione e per le forze spirituali acquistate in essa, altrimenti tutto si ridurrà a dare vanamente colpi di martello e a fare poco più che niente, talvolta anzi niente e anche danno.

Dio non voglia che il sale diventi insipido, poiché allora quantunque sembri che produca all'esterno qualche effetto buono, di fatto non fa niente, essendo certo che le buone opere non si possono fare se non in virtù di Dio.

4 - Quanto ancora si potrebbe scrivere su tale argomento, ma non è questo il luogo adatto!

Ho detto ciò per rendere comprensibile l'altra strofa, nella quale l'anima si difende rispondendo a tutti coloro che impugnano il suo ozio santo e vogliono ridurre tutto all'attività che splenda di fuori e contenti l'occhio, perché non capiscono la vena da cui scaturisce l'acqua e la radice da cui nasce ogni frutto.

Perciò dice la strofa:

Strofa 29

Se da oggi nel prato

non sarò più né vista né trovata,

dite che san smarrita,

che, essendo innamorata,

mi san persa volendo e ho guadagnato.

Spiegazione

5 - In questa strofa l'anima risponde ad un tacito rimprovero che le viene fatto da parte delle persone del mondo le quali hanno l'abitudine di biasimare coloro che davvero si danno a Dio, ritenendoli esagerati nel loro ritiro dal mondo e nel loro modo di agire, tacciandoli di inetti negli affari importanti del secolo e perduti a ciò che il mondo apprezza e stima.

A tale rimprovero l'anima risponde gentilmente facendo fronte molto audacemente e arditamente a ciò e a tutto quanto il mondo le può obiettare poiché, essendo giunta al centro dell'amore di Dio, tiene in poco conto tutto il resto.

Non basta questo, ma in tale strofa ella confessa e si gloria di essere giunta a tanto perdendosi a sé e al mondo per l'Amato.

Perciò in questa strofa ella vuol dire a quelli del mondo che se non la vedranno più partecipare alle conversazioni e ai passatempi come era solita fare prima, credano e dicano pure che ella si è smarrita e allontanata da loro; ella lo reputa un bene così grande da desiderare di smarrirsi mentre va in cerca dell'Amato, perché ne è molto innamorata.

Affinché quelle persone vedano il vantaggio della sua perdita senza ritenerla insipienza o inganno, l'anima afferma che questo smarrimento è stato per lei un guadagno, e che si è perduta di sua spontanea volontà.

Se da oggi nel prato

non sarò più né vista né trovata.

6 - Per prato ordinariamente si intende un luogo comune dove la gente è solita riunirsi per riposo e per divertimento e anche quello dove i pastori conducono al pascolo i loro greggi.

Per prato quindi l'anima qui intende il mondo, dove i mondani trovano i loro passatempi, hanno le loro conversazioni e pascolano il gregge dei loro appetiti.

Se non sarà vista né trovata in esso come prima che si desse tutta a Dio - dice - la ritengano pure per perduta, anzi lo affermino, poiché se ne rallegra, desiderando che dicano così:

dite che son smarrita.

7 - Chi ama non si vergogna davanti al mondo delle opere che fa per amore di Dio, né le nasconde per rossore, anche se il mondo intero dovesse condannarla, poiché lo stesso Figlio di Dio - come Egli dice in S. Luca - si vergognerà di confessare davanti al Padre colui che si sarà vergognato di confessare Lui davanti agli uomini, tralasciando di fare le sue opere ( Lc 9,26 ).

Perciò l'anima, spinta dall'amore, si vanta di essere veduta compiere per gloria dell'Amato un'opera in forza della quale si è perduta a tutte le cose del mondo; perciò afferma: Dite che son smarrita.

8 - Poche sono le persone che nell'agire sono così decise.

Infatti anche se alcuni si comportano in questo modo credendo di essere tra i più distaccati, non riescono mai a liberarsi da alcuni capricci concernenti il mondo e la natura in maniera da compiere opere perfette e nude per amore del Cristo, senza badare a quanto si possa dire o pensare.

Perciò costoro non potranno affermare: Dite che son smarrita, poiché nell'agire non sono perduti a se stessi; si vergognano anzi di confessare il Cristo davanti agli uomini e, avendo umani riguardi, non vivono veramente in Lui.

Che, essendo innamorata,

9 - vale a dire: innamorata di Dio, praticando le virtù,

mi son persa volendo e ho guadagnato.

10 - L'anima conoscendo le parole di Gesù: Nessuno può servire a due padroni ( Mt 6,24 ), ma necessariamente deve venir meno ad uno, ora afferma che, per non venire meno a Dio, ha abbandonato quanto non è Lui, cioè tutte le altre cose e se stessa, perdendosi a tutto per amore dello Sposo.

Chi è veramente innamorato, si distacca subito da tutto il resto per guadagnare ancora di più quello che ama.

Perciò ora l'anima dice di essersi perduta da se stessa, cioè a bella posta.

Ciò accade in due maniere, vale a dire: si è perduta a se stessa col non fare caso alcuno di sé, ma dell'Amato donandosi a Lui gratuitamente, senza nessun interesse, perdendosi da se stessa, senza cercare per sé alcun guadagno; inoltre si è perduta a tutte le cose, preoccupandosi solo di quelle riguardanti lo Sposo: questo è perdersi a bella posta, che equivale a bramare di essere guadagnata.

11 - Chi dunque è innamorato di Dio non pretende né guadagno né premio, ma desidera solo perdere se stesso e ogni cosa per amore di Lui, riponendo in ciò il suo vantaggio.

Lo afferma San Paolo quando scrive: Mori lucrum, vale a dire: il mio morire spiritualmente a tutte le cose e a me stesso per Cristo è il mio guadagno ( Fil 1,21 ).

Perciò l'anima dice « ho guadagnato », mentre chi non sa perdere se stesso, non si guadagna, anzi si perde, secondo quanto Nostro Signore dice nel Vangelo ( Mt 16,25 ): Chi vuol guadagnare l'anima sua per sé, la perderà; chi la perde per amor mio, la guadagnerà.

Se vogliamo prendere il versetto citato in senso più spirituale e più conforme all'argomento di cui si tratta, c'è da notare come allorché un'anima nel cammino spirituale è giunta a tanto di essersi perduta a tutte le vie naturali di procedere nel tratto con Dio, talché ormai non lo cerca più mediante considerazioni, forme, sentimenti e altri mezzi di creature e di sensi, ma è passata sopra a tutto questo e sopra ad ogni suo modo di fare, trattando e godendo di Dio in fede e in amore, allora è veramente guadagnata a Dio, poiché si è ormai perduta a quanto non è Lui e a ciò che ella è in sé.

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