Vita seconda

Contro la familiarità con donne

Capitolo LXXVIII

Si deve evitare la familiarità con donne

Come si comporta con loro

[699] 112. Comandava che fossero evitate del tutto le familiarità con donne, dolce veleno che corrompe anche gli uomini santi.

Temeva infatti che l'animo fragile si spezzasse presto e quello forte si indebolisse.

E ripeteva che, se non si tratta di una persona di virtù più che sperimentata, intrattenersi familiarmente con esse senza esserne contagiati è tanto facile, quanto, secondo la Scrittura, camminare sul fuoco senza scottarsi i piedi.

Per mostrare con i fatti ciò che diceva, presentava in se stesso un modello perfetto di virtù.

Le donne infatti gli erano così moleste, da far credere che si trattasse non di cautela o di esempio, ma di paura o di orrore.

Quando la loro loquacità importuna dava origine a contesa, induceva al silenzio con un parlare breve ed umile e il volto a terra.

Altre volte fissava gli occhi al cielo, quasi volesse ricavarne ciò che avrebbe risposto a quelle cicale mondane.

Quelle invece, che avevano reso il loro animo dimora della sapienza con una santa e perseverante devozione, le istruiva con meravigliosi, ma brevi discorsi.

Quando si intratteneva con una donna, parlava ad alta voce, in modo che tutti potessero udire.

Una volta confidò ad un compagno: « Ti confesso la verità, carissimo: se le guardassi in faccia, ne riconoscerei solamente due.

Dell'una e dell'altra mi è noto il volto, di altre no ».

Benissimo, Padre, perché guardarle non santifica nessuno.

Ottimamente, ripeto, perché la loro presenza non porta alcun vantaggio, ma moltissimo danno anche di tempo.

Sono, queste cose, un impedimento a chi vuole affrontare un viaggio arduo e contemplare il volto pieno di ogni grazia.

Capitolo LXXIX

Una parabola contro gli sguardi rivolti alle donne

[700] 113. Era solito colpire gli occhi non casti con questa parabola.

Un re potentissimo inviò, in tempi successivi, due nunzi alla regina.

Ritorna il primo e riferisce semplicemente la risposta al suo messaggio.

Ritorna l'altro, e dopo aver riferito in breve la risposta, tesse una lunga storia della bellezza della sovrana.

« A dir vero, Signore, ho proprio visto una donna bellissima.

Felice chi può goderne! ».

« Servo malvagio, - lo investe il re - hai fissato i tuoi occhi impudichi sulla mia sposa?

È chiaro che tu avresti voluto far tuo un oggetto che hai esaminato così attentamente! ».

Fa richiamare il primo e gli chiede: « Che ti sembra della regina? ».

« Molto bene di certo, - risponde il messo - perché ha ascoltato in silenzio ed ha risposto con saggezza ».

« E non ti sembra bella? ».

« Guardare a questo tocca a te.

Mio compito era di riferire le parole ».

Il re pronuncia allora la sentenza: « Tu casto di occhi, più casto di corpo, rimani nel mio appartamento.

Costui invece, fuori di casa, perché non violi il mio talamo! ».

Ripeteva poi il Padre: « Quando si è troppo sicuri di sé, si è meno prudenti di fronte al nemico.

Se il diavolo può far suo un capello in un uomo, ben presto lo fa diventare una trave.

E non desiste anche se per lungo tempo non è riuscito a far crollare chi ha tentato, purché alla fine gli si arrenda.

Questo è il suo intento, e non si occupa di altro giorno e notte ».

Capitolo LXXX

Esempio del Santo contro l'eccessiva familiarità

[701] 114. Una volta Francesco era diretto a Bevagna, ma indebolito dal digiuno non era in grado di arrivare al paese.

Il compagno allora mandò a chiedere umilmente a una devota signora del pane e del vino per il Santo.

Appena la donna conobbe la cosa, assieme ad una figlia, vergine consacrata a Dio, si avviò di corsa, per portare al Santo quanto era necessario.

Ristorato e ripreso alquanto vigore, rifocillò a sua volta madre e figlia con la parola di Dio.

Ma nel parlare ad esse, non le guardò mai in faccia.

Mentre quelle ritornavano a casa, il compagno gli disse: « Perché fratello, non hai guardato la santa vergine, che è venuta a te con tanta devozione? ».

E il Padre: « Chi non dovrebbe aver timore di guardare la sposa di Cristo?

Se poi si predica anche con gli occhi ed il volto, essa da parte sua poteva ben guardarmi, ma non occorreva che la guardassi io ».

Spesso parlando di queste cose, asseriva che è frivolo ogni colloquio con donne, fatta eccezione della sola confessione o, come capita, di qualche brevissimo consiglio.

E commentava: « Di cosa dovrebbe trattare un frate minore con una donna, se non della santa penitenza o di un consiglio di vita più perfetta, quando gliene faccia religiosa richiesta? ».

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