Vita seconda

L'obbedienza

Capitolo CXI

Per praticare la vera obbedienza vuole avere il guardiano

[735] 151. Desiderando questo mercante astutissimo guadagnare in più modi e ridurre a merito tutta la vita terrena, volle essere guidato dalle redini dell'obbedienza e sottomettersi al governo altrui.

E così non solo rinunciò all'ufficio di generale, ma per una obbedienza più perfetta, chiese un guardiano personale da considerare suo speciale superiore.

Disse infatti a frate Pietro di Cattanio, al quale aveva già promesso santa obbedienza: « Ti prego, per amore di Dio, di incaricare uno dei miei compagni a fare le tue veci a mio riguardo, in modo che gli obbedisca devotamente come a te.

Conosco il frutto dell'obbedienza e so che non passa un momento di tempo senza frutto colui che ha sottomesso il proprio collo al giogo di un altro ».

La sua domanda fu accettata e, ovunque, rimase suddito fino alla morte, obbedendo sempre con riverenza al suo guardiano.

Un giorno disse ai suoi compagni: « Tra le altre grazie, che la bontà divina si è degnata concedermi, mi ha dato anche questa, che obbedirei con la stessa diligenza ad un novizio di una sola ora, se mi fosse dato come guardiano, e ad uno che fosse molto vecchio di religione ed esperto ».

E concluse: « Il suddito deve considerare nel suo superiore non l'uomo, ma Colui per amore del quale si è reso suddito.

Inoltre quanto più è insignificante chi comanda, tanto più è meritevole l'umiltà di chi obbedisce ».

Capitolo CXII

Ritratto del vero obbediente

Le tre specie di obbedienza

[736] 152 In altra circostanza, Francesco si trovava seduto in mezzo ai compagni, e disse sospirando: « A malapena c'è in tutto il mondo qualche religioso, che obbedisca perfettamente al suo superiore ».

Sorpresi, i compagni gli chiesero: « Spiegaci, Padre, quale sia la perfetta e somma obbedienza ».

Ed egli raffigurò il vero obbediente in un corpo morto: « Prendi un corpo esanime e ponilo dove ti piace: vedrai che non rifiuta se mosso, non mormora ovunque sia posto, non reclama se viene allontanato.

Se lo poni sulla cattedra, non guarderà in alto ma in basso.

Se viene collocato nella porpora, sembrerà doppiamente pallido.

Questi - esclamò - è il vero obbediente: colui che non giudica perché sia rimosso, non si cura dove sia messo, non insiste per essere trasferito.

Innalzato ad una carica, mantiene l'umiltà che gli è abituale.

Più è onorato e più si reputa indegno ».

Un'altra volta parlando dello stesso argomento, chiamò propriamente licenze quelle concesse dietro domanda, sacre ubbidienze quelle imposte e non richieste.

L'una e l'altra - diceva - sono buone, ma la seconda è più sicura.

Però la più perfetta di tutte, in cui non ha nessuna parte la carne e il sangue, riteneva fosse l'ubbidienza, per cui si va « per divina ispirazione tra gli infedeli », sia per la salvezza del prossimo, sia per desiderio del martirio.

Chiedere questa, la giudicava cosa molto gradita a Dio.

Capitolo CXIII

Non si deve comandare per obbedienza con leggerezza

[737] 153. Riteneva che si dovesse comandare in nome dell'obbedienza raramente, e non scagliare da principio il dardo, che dovrebbe essere l'ultima arma.

« Non si deve - ripeteva - mettere subito mano alla spada ».

Ma chi non si affretta ad eseguire il precetto dell'obbedienza, non teme Dio e non tiene in nessun conto gli uomini.

Niente di più vero.

Cos'è infatti l'autorità in mano ad un superiore temerario, se non una spada in mano ad un pazzo?

E d'altra parte, c'è un caso più disperato di un religioso che disprezza l'obbedienza?

Capitolo CXIV

Getta nel fuoco il cappuccio di Un Frate, che era venuto spinto da devozione ma senza permesso

[738] 154. Una volta tolse il cappuccio ad un frate, che era venuto da solo senza obbedienza e lo fece gettare in un gran fuoco.

Nessuno si mosse per togliere il cappuccio, perché temevano il volto alquanto adirato del Padre.

Allora il Santo ordinò di estrarlo dalle fiamme ed era perfettamente illeso.

Forse questo è avvenuto per i meriti del Santo, ma probabilmente anche per il merito del frate, perché era stato avvinto dal devoto desiderio di vedere il padre santissimo.

Gli era però mancata la discrezione, unica guida delle virtù.

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