Anonimo perugino |
[1541] 46. Vent'anni erano trascorsi da quando Francesco si era consacrato alla perfezione evangelica, allorché il Signore misericordioso volle ch'egli si riposasse dalle sue fatiche.
Molto veramente faticò nelle veglie, nelle orazioni e digiuni, nelle preghiere, nella predicazione, nei viaggi, nelle preoccupazioni, nella compassione per il suo prossimo.
Tutto il cuore egli aveva offerto a Dio suo Creatore, e dal profondo lo amava con tutta la sua anima e con tutte le sue viscere.
Portava Dio nel cuore, lo lodava con la bocca, lo glorificava con le azioni.
E se alcuno nominava Dio, commentava: « Cielo e terra dovrebbero inchinarsi a questo Nome ».
Volendo Dio mostrare a tutti l'amore con cui lo circondava, insignì il corpo di Francesco con le stimmate del suo Figlio dilettissimo.
E siccome il servo di Dio desiderava entrare nel tempio della gloria divina, il Signore lo chiamò a sé, e così Francesco gloriosamente passò da questo mondo al Padre.
[1542] Dopo la sua morte molti segni e miracoli apparvero in mezzo al popolo, talché i cuori di tanti, ch'erano stati duri a credere in ciò che Dio aveva mostrato nel suo servo, s'intenerirono ed esclamavano: Noi insensati credevamo una follia la sua vita e ingloriosa la sua fine.
Eccolo ora accolto tra i figli di Dio e la eredità sua è tra i santi!
[1543] 47. Il venerabile signore e padre Gregorio papa venero, anche dopo morte, il Santo che aveva amato in vita.
E venendo insieme con i cardinali al luogo dove era tumulato il corpo di Francesco, ne iscrisse il nome nel catalogo dei santi.
In seguito a ciò uomini grandi e nobili, abbandonando ogni cosa, si convertirono al Signore con le mogli, i figli, le figlie e l'intera famiglia.
Le mogli e le figlie entrarono nei monasteri, i padri e i figli presero l'abito dei frati minori.
Aveva così adempimento la parola che Francesco aveva predetto: « Tra non molto tempo verranno a noi molti sapienti, prudenti e nobili, e dimoreranno insieme con noi ».
[1544] 48. E ora prego voi, fratelli dilettissimi, affinché meditiate amorevolmente le gesta dei nostri padri e fratelli, cerchiate di comprenderle e vi impegniate a tradurle in opere di vita, per meritare di essere partecipi con loro della gloria celeste.
Alla quale ci conduca il Signore nostro Gesù Cristo.
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