Anonimo perugino

Capitolo XI

Come la Chiesa li protesse dai persecutori

[1538] 44. Compiuti undici anni dall'inizio dell'Ordine e moltiplicatosi il numero dei religiosi, furono eletti i Ministri ed inviati assieme a un manipolo di fratelli in quasi tutte le province della cristianità.

In certe regioni venivano bene accolti, ma non era permesso loro di edificarsi delle dimore.

In altre località venivano invece cacciati, perché temevano si trattasse di eretici ( il Papa non aveva ancora confermato, ma solo concessa in prova la loro Regola ).

Perciò subirono molte tribolazioni da parte di ecclesiastici e laici, furono spogliati dai ladroni, e ritornarono da san Francesco amareggiati e depressi.

Tali traversie ebbero a patire in Ungheria, in Germania e in altre regioni oltre le Alpi.

[1539] I reduci notificarono la disavventura al cardinale di Ostia.

Il quale, chiamato a sé Francesco, lo condusse da papa Onorio, essendo passato Innocenzo III a miglior vita, e lo pregò di compilare un'altra Regola e di farsela confermare, con l'apporvi il sigillo papale.

In questa Regola fu prolungato il termine del Capitolo generale, onde evitare ai frati troppa fatica: essi ormai erano sparsi anche in terre lontane.

[1540] 45. Al Papa, Francesco chiese « un cardinale, che fosse governatore, protettore e correttore dell'Ordine », com'è stabilito in detta Regola.

Gli venne concesso il suddetto cardinale Ugolino.

Per disposizione del Pontefice, al fine di coprire con la sua protezione i frati, il cardinale inviò lettere a molti prelati nelle cui diocesi avevano patito persecuzioni, pregandoli di non avversare i frati, anzi di consigliarli e aiutarli a predicare e dimorare nelle loro regioni, trattandosi di uomini eccellenti e religiosi approvati dalla Chiesa.

Vari altri cardinali mandarono lettere allo stesso scopo.

E così in un altro Capitolo Francesco diede autorità ai ministri di ricevere frati nell'Ordine.

E tornarono i frati nelle province portando con sé la Regola confermata unitamente alla lettera del cardinale.

I vescovi, vedendo la Regola approvata dal Papa e la testimonianza favorevole di Ugolino e d'altri cardinali, concessero ai religiosi di risiedere e predicare in mezzo ai loro fedeli.

E vedendo molti il comportamento umile dei frati, le loro virtù, e udendo il loro parlare così attraente, vennero a loro e ne indossarono l'abito.

Francesco, al vedere la fiducia e l'affetto nutrito verso i frati dal cardinale di Ostia, lo amava di cuore, e quando gli scriveva era solito salutarlo così: « Al venerabile padre in Cristo, vescovo di tutto il mondo ».

Non passarono molti anni che il detto cardinale, secondo la profezia di san Francesco, fu eletto alla Sede apostolica col nome di Gregorio IX.

Indice