Ciro
In risposta ai dubbi del popolo ( Is 40,27 ), questo poema annunzia la venuta di un liberatore. Si tratta di Ciro; non sarà nominato prima di Is 44,28, ma per i contemporanei del Deutero-Isaia, già qui era chiaramente designato ( vv 2-3 e 25 ). Il poema è stato composto nel momento in cui l'avanzata folgorante di Ciro lascia prevedere la caduta di Babilonia. È Jahvè che lo suscita, non per colpire, come Sennàcherib o Nabucodònosor, ma per liberare. San Girolamo, che ha tradotto nel v 2: « Chi ha suscitato dall'Oriente il giusto », ha applicato questo testo al Messia, di cui Ciro , che sarà chiamato « l'unto di Jahvè » ( Is 45,1 ), è in qualche modo una figura. |
Is 41,1 |