Cadavere
1) Il corpo umano dopo la morte
In attesa dell'accertamento di morte, il cadavere umano viene definito salma
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Il corpo di chi muore è stato tempio dello Spirito santo, membro del corpo del Signore Gesù Cristo.
Ed è destinato alla risurrezione, come afferma la professione di fede proclamata da ogni cristiano: « credo alla risurrezione della carne e alla vita per sempre »!
Per questo la Chiesa ha una liturgia per la morte del cristiano e per la sua sepoltura, per questo i cristiani hanno onorato più di altre culture le spoglie mortali, per questo hanno voluto attraverso il segno di una tomba, semplice o monumentale, fare memoria di chi è morto e renderlo presente nell'intercessione di tutta la comunione dei santi del cielo e della terra.
Oggi questa consapevolezza essenziale del destino dell'umanità, questa "sacramentalità" del corpo anche morto e della tomba che lo "localizza" sta venendo meno, causando una grave ferita alla fede cristiana.
La pratica della cremazione, ormai ammessa da più Chiese, oltre a restare estranea alla tradizione cristiana, impoverisce e indebolisce quella "comunione" che il cristiano deve sempre avere non solo con i vivi ma anche con i morti.
Se c'è dispersione delle ceneri, se non c'è più un segno per chi è passato su questa terra, se non c'è più un richiamo che ci chieda prossimità e dono - almeno ogni tanto, tramite la visita al cimitero e l'offerta di un mazzo di fiori o di una fiammella di luce - allora diventa difficile conservare il legame con i morti e anche "fare lutto".
Sì, senza un riferimento preciso al corpo morto, anche il lutto è più difficile e la preghiera stessa per i morti non è più sollecitata a essere intercessione presso il Signore.
Nessuno di noi si salva da solo: unicamente in una comunione di preghiera noi attestiamo di essere capaci di fraternità e di sororità anche con i morti.
Ecco l'importanza di pregare per i morti con le semplici espressioni del requiem che un tempo tutti conoscevano a memoria, anche in latino: « L'eterno riposo, dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce eterna, riposino in pace ».
Preghiera semplice e breve ma che esprime tutto il necessario per fare memoria dei morti davanti al Signore della vita.
Chiediamo riposo, perché la vita è un duro mestiere, accompagnato da fatiche: infatti, anche se si ama questa terra sulla quale Dio ci ha chiamati e posti, il viverla genera una stanchezza che invoca riposo.
Riposare non è così facile, eppure è necessario: riposare anche dalla lotta di resistenza alle tentazioni spirituali …
La vita del cristiano è un combattimento spirituale, a volte durissimo, e si giunge a un certo punto della vita in cui si è stanchi …
Ecco allora la promessa: la lotta contro il male sarà vinta e « i morti si riposeranno dalle loro fatiche » ( Ap 14,13 ).
E su di loro possa risplendere la luce per sempre che è Gesù Cristo, il primogenito della creazione, il fratello di ogni essere umano, colui che, essendo Dio, si è fatto uomo perché l'uomo diventi Dio.
Essere nella luce significa essere nella comunione con lui per sempre, addirittura essere « partecipi della vita di Dio » ( 2 Pt 1,4 ).
Quando noi, ancora in vita, pensiamo con amore ai nostri morti, cosa possiamo desiderare per loro, cosa possiamo chiedere al Signore?
Che conoscano lo shalom, la pace che è vita perenne e gioia senza fine.
La memoria dei morti ci chiede di estendere la festa della comunione dei santi, celebrata il giorno prima, anche a loro: comunichiamo tutti in uno, Gesù Cristo, il risorto da morte, il Vivente per sempre.
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Il vilipendio di cadavere nel diritto penale italiano è il reato previsto dall'art. 410 del Codice penale italiano che punisce chi oltraggia un cadavere o le sue ceneri o commette su di essi atti osceni, brutali o violenti, come la mutilazione e la deturpazione.
La pena è la reclusione da uno a tre anni nel caso dei soli atti di vilipendio ( comma 1 ); la reclusione va da 3 a 6 anni nei casi di deturpamento, mutilazione o oscenità ( comma 2 ).
La ratio della norma è la tutela del comune sentimento di pietà nei confronti dei defunti.
Codice Diritto Canonico |
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traslazione dei … | 1177 § 3 |
per la sepoltura nelle chiese | 1242 |
tumulazione sotto l'altare | 1279 § 2 |
v. Cremazione |