Esegesi

Dal greco exéghesis, "esposizione", "racconto", "interpretazione", "spiegazione", che parte dall'idea di "camminare davanti", "essere guida", "dirigere".

È l'interpretazione competente di qualsiasi testo, e specificatamente dei Libri Sacri, fondata sulla loro genuina comprensione in base alla conoscenza della lingua in cui sono redatti, alle abitudini espressive dell'autore e del suo ambiente, alle loro consuetudini stilistiche soprattutto per quanto concerne il linguaggio traslato, agli usi storici ed alla situazione geografica.

È norma fondamentale inserire le singole affermazioni, soprattutto se oscure od ambigue, nel contesto, confrontarle con altre che ricorrono altrove e metterle in rapporto con la mentalità generale dell'autore.

In campo biblico le ipotesi dei ricercatori vanno riscontrate con l'insegnamento della Chiesa, che dell'interpretazione biblica ha ricevuto da Cristo il carisma ( Lc 10,16 ).

L'esegesi ( dal greco exeghéomai: traggo fuori ) e la disciplina critico-filologica che "trae fuori" il significato di un testo.

Poiché "Dio ha parlato per mezzo di uomini e alla maniera umana" ( Dei Verbum, 12 ), anche nell'accostare i testi della Bibbia ( v. ) è necessaria una lettura esegetica, per non incorrere nell'insidioso pericolo di far dire al testo ciò che si vuole, di strumentalizzarlo trasformandolo in un supporto per le proprie idee, di trasferire in esso i nostri sentimenti.

Esegesi e Parola di Dio

Fare esegesi significa accogliere il testo per quello che è, cercando di familiarizzarsi con l'ambiente che lo ha generato, con la mentalità nella quale è stato redatto, con la forma letteraria che utilizza per esprimere il suo messaggio, per cercare il più possibile di comprenderlo dall'interno.

Per far questo l'esegesi si avvale dell'aiuto di molteplici scienze: la filologia, l'archeologia, la storia delle religioni, la critica testuale e letteraria, l'analisi strutturale ecc.

Solo dopo questa prima tappa essenziale il testo può essere ri-letto, ri-detto e attualizzato per gli uomini di oggi.

L'esegesi sconfina nell'ermeneutica, cioè nell'interpretazione del senso del testo in esame.

La Bibbia, infatti, non e soltanto un insieme di libri umani, ma è la parola che Dio rivolge agli uomini di ogni tempo e che esige dunque di essere reinterpretata per l'oggi.

All'interno della Bibbia stessa assistiamo a questo lavoro di rilettura e ricomprensione dei testi.

Il Deuteronomio, per esempio, contiene una rilettura del decalogo ( Es 20,1-17 e Dt 5,1-22 ).

L'esodo dall'Egitto viene ripetutamente riletto e attualizzato ( Es 14-15; Is 40,1-11; Sal 78; Sal 105 ).

Lo sviluppo dell'esegesi

Nell'ambito delle istituzioni religiose ebraiche, il Tempio e la sinagoga, si formarono diverse scuole esegetiche, che elaborarono criteri di lettura e interpretazione delle Scritture.

Il Nuovo Testamento rilegge l'Antico e lo reinterpreta alla luce della passione, morte e risurrezione di Cristo.

L'esegesi tipologica dell'Antico Testamento, inaugurata da Paolo ( 1 Cor 10,6-11 ), che legge gli eventi dell'Antico Testamento come "tipi", profezie di Cristo e della Chiesa, sarà sviluppata soprattutto da Giustino, Padre della Chiesa del II sec.

Anche l'esegesi allegorica ( si basa sul presupposto che il testo contiene un altro significato, diverso da quello letterale ), impiegata dai greci per interpretare i miti classici e applicata all'Antico Testamento dal filosofo ed esegeta ebreo Filone di Alessandria, sarà adottata dai cristiani, soprattutto dalla scuola di Alessandria.

La scuola di Antiochia, più attenta al senso letterale, rappresenta l'altra grande corrente esegetica dell'epoca patristica.

L'interpretazione tripartita di Origene ( di ogni passo biblico occorre ricercare innanzitutto il senso letterale, che considera i fatti storici narrati, poi il senso spirituale che legge il testo alla luce di Cristo, e infine il senso morale, che applica il testo alla vita dell'uomo ), arricchita successivamente di un quarto senso, quello anagogico, che vede nelle realtà terrene un simbolo di quelle celesti, diventa l'usuale forma di esegesi in tutto il Medioevo, anche se Tommaso d'Aquino mette in risalto il valore del senso letterale.

L'età moderna segna una nuova fase, con l'introduzione dei metodi storico-critici, inizialmente in area protestante e in seguito in ambito cattolico.

v. Alessandria,scuola di; Antiochia, scuola di; Bibbia; Ermeneutica; Generi letterari; Storico-critico, metodo

Dal greco « ex-egheomai », lett. « condurre fuori, estrapolare ».

L'esegesi è la comprensione profonda di un testo ( specialmente del testo biblico ), che parte dalla sua traduzione più autentica e cerca di coglierne i suoi risvolti e le sue sfumature sia nella relazione delle parole fra di loro, sia nel contesto più generale dell'opera.

« Esegesi » è così sinonimo di « spiegazione interna ».

L'esegesi della Bibbia, per « spiegarla dall'interno », non usa però solo gli strumenti storico-letterari, ma assume anche degli strumenti teologici, che nascono dalla lettura della Scrittura alla luce dello Spirito e nella Chiesa.

Magistero

Ispirati dal divino Spirito, i Sacri Autori scrissero quei Libri dei quali Dio, nel suo paterno amore verso l'umano genere, si è degnato far dono "per ammaestrare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto e reso adatto a qualsiasi opera buona" ( 2 Tm 3,16-17 ).

Non fa quindi meraviglia se la Santa Chiesa, che questo tesoro dal Cielo donatole tiene qual fonte preziosissima e norma divina del dogma e della morale, come lo ricevette illibato dalle mani degli Apostoli, così con ogni cura lo conservò, lo difese da qualsiasi errata e storta interpretazione e con premura lo adoperò allo scopo di arrecare alle anime l'eterna salute.

Enciclica Pio XII
Divino afflante Spiritu
30-9-1943

Concilio Ecumenico Vaticano II

Norme cattoliche Dei verbum 12
Loro compiti per una più profonda intelligenza della Sacra scrittura e perché si maturi il giudizio della Chiesa Dei verbum 12
Loro impegno apostolico, incoraggiamento del Concilio Dei verbum 23
v. Sacra Scrittura

Catechismo della Chiesa Cattolica

I sensi della Scrittura 116
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