Oratori

È definito dal CDC ( c. 1223 ) come "luogo destinato al culto divino in favore di una comunità o di un gruppo di fedeli che vi si radunano": può essere ufficiato per le funzioni ordinarie con l'autorizzazione del vescovo.

È dichiarato "pubblico", quando è gestito da comunità o collegi con diritto di accesso anche agli estranei, "privato", quando è riservato ad una famiglia o ad una persona.

L'oratorio ( letteralmente "luogo di preghiera" ) è un'istituzione educativa della Chiesa cattolica, generalmente di carattere parrocchiale, volta soprattutto alla formazione dei giovani.

Dalle origini al '700

Le origini dell'oratorio risalgono alla fine del sec. XV e agli inizi del sec. XVI, allorché si ebbero nella diocesi di Milano i primi tentativi di scuola della dottrina cristiana ( specie per opera di Castellino da Castello ).

Già allora erano presenti gli obiettivi fondamentali dell'oratorio: oltre all'insegnamento del catechismo, si voleva preservare i ragazzi dai pericoli della strada e fornire elementari nozioni di cultura.

Queste esperienze furono poi regolamentate e diffuse dagli arcivescovi di Milano s. Carlo Borromeo e Federigo Borromeo.

Attività analoghe furono promosse sempre nel sec. XVI a Roma da s. Filippo Neri ( v. ), la cui congregazione degli oratoriani ( v. ) diede poi vita in tutta Italia a oratori nel corso del '600 e del '700.

Nel '700 fu significativa anche l'opera a Milano di don G. Gilardi, che precorse il "metodo preventivo" di s. Giovanni Bosco ( v. Bosco, Giovanni ) e insegnò il catechismo parlando in dialetto ai ragazzi più poveri ed emarginati.

L'oratorio nell'800 e nel '900

Nel corso del sec. XIX, religiosi e religiose di diversi ordini si dedicarono all'oratorio, istituendo anche opere specifiche per le ragazze.

S. Giovanni Bosco e molti altri preti meno celebri di lui aggiornarono le forme di intrattenimento, utilizzando la ginnastica, il teatro e persino le attività paramilitari.

L'oratorio divenne un punto focale dell'azione dei salesiani ( v. ).

Si ebbero anche le prime forme di volontariato medico-sanitario e sociale, dapprima rivolte solo ai giovani frequentanti poi aperte all'esterno dell'oratorio.

Gli oratori maschili aprirono anche piccole tipografie, attività artigianali e, più tardi, colonie estive.

Quelli femminili organizzarono laboratori-scuola e asili infantili.

Nel complesso si tentò di aprire le porte dell'oratorio anche durante la settimana e non solo la domenica.

Soprattutto in Lombardia si configurò un oratorio "di massa", possibilmente presente in ogni parrocchia, animato da un prete a ciò deputato e basato sulla formula "dottrina più gioco".

La diffusione degli oratori tra '800 e '900 comportò peraltro il sorgere di nuovi problemi sul carattere troppo "accomodante" dell'oratorio rispetto a un'educazione cristiana più esigente e "militante".

Nel '900 la capacità di aggregazione dell'oratorio rifulse negli anni del fascismo, quando spesso fu una reale alternativa alle istituzioni giovanili del regime, preparando così il tempo della Resistenza, allorché nel Nord molti oratori funsero da sedi clandestine e persino da depositi di armi per i partigiani.

Ancor più importanti furono gli anni '50, quando in molte realtà si toccò forse il culmine della popolarità dell'oratorio e ci si pose in aperta concorrenza con le organizzazioni comuniste nella ricerca e nell'uso dei più moderni mezzi di intrattenimento ( dal "calcio-balilla" al cinema e alla televisione ).

Si introducevano in tal modo spinte dirompenti nel vecchio oratorio, dal momento che la corsa alla modernità finiva per accentuare nei giovani la voglia di novità e di fuga dai riti oratoriani e dall'educazione confessionale.

Del resto la questione giovanile si andava facendo realmente esplosiva, come gli anni '60 e '70 mostrarono.

La vecchia istituzione oratoriana entrava in crisi alle prese con nuove esigenze e soprattutto nuove occasioni di svago disponibili per i giovani.

Da qui una serie di cambiamenti imposti dai tempi, a cominciare dal superamento della tradizionale netta distinzione tra oratorio maschile e femminile e dal tentativo di coinvolgimento delle famiglie nella gestione e nella rivitalizzazione dell'oratorio.

Ovvio che le innegabili difficoltà dell'ultimo ventennio, ma anche il crescente impulso dato da numerosi vescovi al "recupero" dell'oratorio, si leghino al più generale problema della pastorale giovanile e del rapporto tra Chiesa e società contemporanea.

v. Catechesi

Magistero

Benedetto XIV - Enciclica Magno cum animi - 2-6-1751

Alla vostra scuola, quella carissima gioventù impara a maturarsi nello spirito, a temprarsi nella virtù, a reggersi per le vie aspre e pericolose del mondo.

Catechesi Paolo VI
28-12-1968

Codice Diritto Canonico

nozione 1223
licenza per costituirli 1224
celebrazioni in essi 1225
benedizione 1229