Termine tecnico usato in teologia trinitaria per indicare il legame fondamentale fra le due ipostasi divine del Figlio e dello Spirito e l'ipostasi originante del Padre.

È così che si dice che il Figlio e lo Spirito « procedono » dal Padre, l'uno per una relazione di filiazione, l'altro invece di spirazione.

Il termine latino « processio » indica un progredire a partire dall'origine; mentre il suo corrispondente greco « ekporeuó » designa molto di più l'uscita stessa dalla prima sorgente, ossia l'origine assoluta ( Gv 15,26 ).

Del tutto diverso è l'uso liturgico del termine: in questo caso, una « processione » è un, muoversi insieme in avanti facendo posto ( così il latino « procedo » ).

Un tale atto può designare l'inizio solenne di una celebrazione, oppure anche un atto pubblico di venerazione all'Eucaristia o a Maria o anche ai santi.

L'uso di solenni cortei religiosi è noto già nella tradizione antico-testamentaria.

La processione risponde al bisogno di aggregazione e di testimonianza pubblica e collettiva della fede; allude inoltre al senso della storia umana, che è un camminare verso Dio, ricordando che la dimora terrena non è stabile, ma transitoria ( 1 Cor 7,29-31; 1 Pt 1,17; 1 Pt 2,11; Ef 2,9 ).

La processione si svolge negli spazi "profani" ( la strada, la città ), provenendo dallo spazio e dal tempo "sacri" ( la chiesa, la celebrazione liturgica ) per ritornarvi.

Essa evidenzia la distinzione di diversi spazi e tempi del vivere umano e contemporaneamente proclama la necessità che il sacro e il divino non siano confinati e rinchiusi nel Tempio.

Importante nella tradizione cristiana è la processione del Corpus Domini, sorta come prolungamento della messa.

La devozione popolare ha inoltre dato particolare risalto alle processioni in onore della Madonna e dei santi.

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