Regole di buona creanza e di cortesia cristiana |
39. Il Saggio dice che dall'atteggiamento del viso si riconosce l'uomo giudizioso.
Per questo motivo ciascuno deve atteggiare il suo viso in modo tale da renderlo contemporaneamente amabile ed edificante per il prossimo. ( Sir 19,26 )
40 Per essere accetti agli altri, bisogna che il viso non manifesti nulla di austero e di duro, che non appaia nulla di scostante e di selvatico, ma neppure di sventato e tale che faccia pensare ad uno scolaretto.
Tutto nel viso deve richiamare un'aria di serietà e di saggezza.
Non è neppure opportuno avere un volto malinconico e addolorato; non deve mai tradire qualcosa che richiami una passione o un sentimento non ben controllato.
41 Il viso deve esprimere gioia senza sregolatezza né intemperanza, deve essere sereno, ma senza eccessiva disinvoltura, aperto, ma senza troppa familiarità, dolce, ma non languido e tale da suscitare sentimenti volgari.
Esso deve sempre testimoniare a tutti il vostro rispetto o almeno la vostra carità e benevolenza.
42 È conveniente atteggiare l'espressione del volto secondo gli impegni e le circostanze che si debbono affrontare.
Così, dovendo compartecipare con il prossimo e testimoniare con quanto appare sul nostro volto che si prende parte al suo sentire, non è bene far trasparire gioia ed allegria quando dobbiamo comunicare notizie tristi o a seguito di qualcosa di spiacevole che gli sia capitato; così non possiamo mostrare un volto triste, quando c'è una notizia piacevole e che porta gioia.
43 Per quanto riguarda gli avvenimenti personali, un uomo saggio deve cercare di mantenersi imperturbabile e conservare un volto sempre uguale: la contrarietà non deve abbatterlo e la fortuna non deve esaltarlo.
Deve conservare un volto sempre sereno, che non muta facilmente espressione e atteggiamento a seconda di quello che gli capita di piacevole o spiacevole.
44 Coloro che mutano il proprio atteggiamento a seconda delle circostanze che si presentano, sono fastidiosi e molto difficili da sopportare.
Talvolta essi appaiono con volto allegro, tal'altra con aria e volto tristi; talvolta mostrano inquietudine, tal'altra precipitazione.
Tutto questo manifesta assoluta mancanza di virtù e assenza di sforzo per dominare le proprie passioni.
Agiscono in modo totalmente umano e istintivo, senza alcuno spirito cristiano.
45 Non bisogna nemmeno atteggiare il volto a gioia e spensieratezza verso tutte le persone in genere.
La correttezza richiede che si esprima molta serietà nel volto, quando ci troviamo in presenza di persone a cui dobbiamo grande rispetto ed è sempre segno di buona creanza assumere un atteggiamento riflessivo e serio in loro presenza.
46 La prudenza suggerisce di non atteggiare il volto a troppa confidenza con gli inferiori, particolarmente con la servitù.
Se si è tenuti alla dolcezza ed alla condiscendenza con costoro, è anche importante non cadere nella familiarità.
Con le persone con le quali non si hanno obblighi particolari e con le quali si conversa abitualmente, è opportuno mostrare un volto cordiale, per facilitare e rendere più piacevole la conversazione.
47 L'igiene personale esige che tutte le mattine ci si pulisca il volto con un panno bianco per sgrassarlo.
Fa meno bene lavarlo con acqua, perché lo rende più sensibile al freddo d'inverno e al caldo d'estate.
Non è educato sfregarsi o toccarsi con le mani nude una parte qualsiasi del volto, soprattutto quando non vi è alcuna necessità.
Se è necessario per togliersi qualcosa di sporco, bisogna farlo con leggerezza e con la punta del dito.
Quando poi si è obbligati ad asciugarsi il sudore dal viso, allora bisogna servirsi del proprio fazzoletto, senza strofinarlo troppo forte e neppure con tutte e due le mani.
48 E mancanza di educazione tollerare sporcizia o schizzi di fango sul proprio volto, ma non bisogna mai pulirsi in presenza di altri.
Se capita di accorgersene quando si è in compagnia, per pulirsi, bisogna coprirsi il volto col cappello.
È molto sconveniente perché sa di vanità e non si addice al cristiano, truccare il volto con nei o imbellettarlo con bianco e vermiglio.
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