Meditazioni per le principali feste dell'anno |
Egli considerava la sottomissione come il bene più grande della vita perché è la virtù che più conviene alla creatura e che rende l'uomo più gradito a Dio e gli attira molte grazie.
Ecco perché si reputava più fortunato di vivere nel nascondimento e sottomesso a un Superiore che possedere tutte le ricchezze e tutti gli onori della terra.
Avete anche voi una grande stima dello stato a cui Dio vi ha chiamato?
Siete felici di esservi?
Lo preferite a tutto il resto che avreste potuto avere o desiderare in questo mondo?
Se non sentite profondamente questa disposizione, vuol dire che non siete degni della vostra vocazione; se non sentite di averla, fate di tutto per acquistarla.
2 San Gregorio ha sempre accettato le sofferenze con estrema pazienza, a cominciare dalle austerità che praticò nel monastero, che furono talvolta eccessive, per finire con le infermità che dovette sopportare, come la gotta che lo rese così magro che a stento poteva essere riconosciuto.Come se non bastasse ci si aggiunsero le persecuzioni da parte dell'Imperatore Maurizio che, da grande suo amico, divenne il suo più crudele nemico e volle togliergli il titolo di Patriarca universale della Chiesa.
si può dire che san Gregorio fu un altro Giobbe ( di cui ebbe l'animo, avendone commentato il libro ) che divenne il suo modello.
Il solo rimedio che prese contro tutte queste sofferenze fu la preghiera in cui trovò sempre un grande aiuto, perché Dio lo esaudì e divenne il suo protettore nelle sofferenze e negli ostacoli che incontrò.
Amate le sofferenze che necessariamente incontrerete vivendo in comunità?
Le sopportate con la stessa pazienza con cui san Gregorio ha amato le sue?
Se vivete davvero la vostra vocazione, Dio vi ci farà trovare tutte le consolazioni, anche in mezzo alle sofferenze.
3 Eletto papa, san Gregorio prese subito la fuga, ma alla fine e a malincuore dovette accettare la carica di Capo della Chiesa e, con zelo infaticabile, usò tutte le sue forze per procurare il bene della Chiesa, a dispetto delle sue gravi infermità, dedicando a lei le sue prediche, i suoi scritti e ogni altra cura.Non avendo avuto modo, prima di ascendere al soglio pontificio, di lavorare di persona alla conversione degli infedeli, come il suo animo zelante desiderava, una volta Papa si premurò di inviare operatori evangelici per diffondere tra essi la fede e per istruirli nella nostra Religione.
così facendo, dimostrò a tutti che, solo per umiltà avrebbe rinunziato al papato; difatti, una volta accettatolo, il suo zelo gli fece compiere grandi cose.
A voi non tocca, è vero, convertire gli infedeli; siete obbligati però dalla vocazione che avete scelto a insegnare ai ragazzi i misteri della Religione e a infondere in essi lo spirito del cristianesimo, compito questo che non è affatto inferiore a quello di convertire gli infedeli.
Dedicate dunque a questo compito il vostro impegno e le cure possibili.
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