Sul battesimo contro i Donatisti |
Perciò, quelli che allora accoglievano gli eretici provenienti dalle eresie con lo stesso battesimo di Cristo che avevano ricevuto fuori, e che dicevano di seguire l'antica consuetudine, la stessa che segue oggi la Chiesa, era inutile contraddirli dicendo loro che nell'antichità, le eresie e scismi erano ancora agli inizi, e quindi non si trovavano quelli che si allontanavano dalla Chiesa, dove erano stati prima battezzati, per cui, una volta tornati e fatta penitenza, ci fosse bisogno di battezzarli.117
Appena infatti nasceva un'eresia e usciva dalla società della comunione cattolica, non dico il giorno dopo, ma addirittura lo stesso giorno, poteva battezzare quanti ad essa accorrevano.
Quindi, se anticamente si usava accogliere in questo modo ( e non sono riusciti a negarlo neanche i suoi oppositori ), nessun osservatore un po' più attento potrà dubitare che così siano stati accolti anche i battezzati fuori nelle eresie.
Io non vedo per quale motivo non si considera ancora pecora smarrita,118 chi, in cerca della cristiana salvezza, ha avuto la disavventura di imbattersi nell'errore degli eretici e vi è stato battezzato, e si considera pecora adulta, nella Cattolica, chi ha rinunciato al mondo solo a parole e non a fatti119 e, con animo falso, vi ha ricevuto il battesimo.
Ora egli non diventa pecora, se non quando si converte a Dio con cuore sincero; e come questi non diventa pecora quando si fa battezzare, se già era battezzato, ma ancora non era pecora, così anche uno che viene dagli eretici per diventare pecora, non lo si deve battezzare, se già aveva ricevuto, presso di loro, lo stesso battesimo, benché non fosse ancora una pecora.
Perciò, se tutti i malvagi, gli avari, i gelosi, gli ubriaconi che sono anche nella Chiesa, e tutti quelli che conducono una vita contraria alla disciplina cristiana, li possiamo giustamente chiamare menzogneri, tenebrosi, morti e anticristi, è forse vero che essi non battezzano poiché non può esserci niente in comune tra la menzogna e la verità, ( 2 Cor 6,14 ) le tenebre e la luce, la morte e l'immortalità, l'anticristo e Cristo?120
Quindi, non si fonda solo sulla consuetudine, ma anche sulle ragioni della verità, chi dice che il sacramento di Dio, riconosciuto anche nei perversi, non lo rende perverso nessuna umana perversità.
Chiarissimo l'apostolo Giovanni: Chi odia il proprio fratello è ancora nelle tenebre, ( 1 Gv 2,9 ) e anche: Chi odia il proprio fratello è un omicida. ( 1 Gv 3,15 )
Perché battezza, nella Chiesa, questa gente piena di odio maligno, come ci ricorda Cipriano?121
20.27 - Come può purificare e santificare l'acqua, un omicida? Come possono benedire l'olio, le tenebre?
Se invece Dio è presente nei suoi sacramenti e nelle sue parole, indipendentemente da chi li amministra, i sacramenti di Dio sono ovunque legittimi; i malvagi, invece, ai quali essi non giovano a niente, sono ovunque perversi.
Ma che razza di idea è quella di credere che l'eretico non ha il battesimo, perché non ha la Chiesa?122
Si sa che quando lo si battezza, gli si fanno domande anche sulla santa Chiesa.123
Come se il cristiano, che nella Chiesa rinuncia al secolo, non con i fatti ma con le parole,124 nel battesimo non venisse interrogato anche su questo.
Ora, come la sua falsa risposta non rende inesistente il battesimo che riceve, cosi la falsa risposta dell'eretico sulla santa Chiesa, non invalida il battesimo che riceve.
E come al primo, se in seguito mette in pratica ciò di cui ha dato una risposta sbagliata, non si ripete il battesimo, ma gli si corregge la vita; così al secondo, se in seguito viene alla Chiesa, sulla quale era stato interrogato e aveva dato una risposta errata, poiché credeva di averla, mentre non l'aveva, gli si dà la Chiesa che non aveva, ma non si ripete il battesimo che aveva.
Come mai poi al suono delle parole pronunciate da un omicida125 Dio può santificare l'olio, mentre i doni che gli eretici hanno deposto sull'altare non li può santificare, io non lo so.126
A meno che, ciò che nella Chiesa il cuore di un falso convertito non impedisce, lo impedisce una tavola posta fuori della Chiesa con inganno e cioè, che Dio si degni essere presente nei suoi sacramenti, in quanto non glielo impedisce nessuna umana falsità.
Se dunque questo testo del Vangelo: Dio non ascolta il peccatore,127 vuol dire che un peccatore non può celebrare i sacramenti, come può Dio, esaudire le invocazioni di un omicida sull'acqua del battesimo, sull'olio, sull'Eucaristia o sulle teste di quelli ai quali impone le mani?
Eppure tutto ciò si fa ed è valido, anche se lo fanno degli omicidi, cioè quelli che odiano i fratelli, anche dentro la Chiesa stessa.
Ora, se nessuno può dare ciò che non ha128 come può un omicida dare lo Spirito Santo?129
Eppure anche lui, nella Chiesa, battezza.
È Dio, dunque, che dona lo Spirito Santo, anche se battezza un omicida.
Cipriano poi dice: Va battezzato e rinnovato chi viene alla Chiesa, perché vi sia santificato mediante i suoi santi.130
Ma che farà costui, se anche in essa si imbatte in persone non sante? O forse è santo l'omicida?
E se egli si fa battezzare nella Chiesa proprio per deporre il peccato di un uomo che, mentre viene a Dio e cerca un sacerdote, ingannato dall'errore si imbatte in un sacrilego, dove andrà poi a deporlo, se anche nella Chiesa stessa gli capita che, mentre cerca un uomo di Dio, ingannato dall'errore, s'imbatté in un omicida?131
Se nell'uomo non possono esservi cose valide e non valide, perché in un omicida può esservi un sacramento santo e un cuore non santo?
Se chi non può dare lo Spirito Santo, non può neppure battezzare,132 perché battezza, nella Chiesa, l'omicida?
E come può, un omicida, avere lo Spirito Santo, se chiunque ha lo Spirito Santo è nella luce, mentre chi odia il suo fratello è ancora nelle tenebre? ( Gv 2,9 )
E se c'è un solo battesimo e un solo spirito,133 e quindi non possono avere quest'unico battesimo quelli che non hanno il solo Spirito, perché, nella Chiesa, l'innocente e l'omicida hanno l'unico battesimo e non hanno l'unico Spirito?
Di conseguenza: l'eretico e il cattolico possono avere l'unico battesimo e non avere l'unica Chiesa, così come, nella Cattolica, l'innocente e l'omicida possono avere l'unico battesimo e non avere l'unico Spirito, poiché come vi è un solo battesimo, così vi è un solo Spirito e una sola Chiesa.
Pertanto, in ciascun uomo va riconosciuto ciò che ha, e gli va dato ciò che non ha.134
Ora, se davanti al Signore non può essere valido e sicuro niente di ciò che fanno quelli che il Signore considera suoi nemici e avversari, come può essere sicuro il battesimo che danno gli omicidi?
Oppure i nemici e gli avversari del Signore non li consideriamo omicidi?
Ma chi odia il proprio fratello è omicida. ( 1 Gv 3,15 )
E allora come potevano battezzare quelli che odiavano Paolo, servo di Gesù Cristo e che, di riflesso, odiavano anche Gesù, poiché fu lui a dire a Paolo: Perché mi perseguiti? ( At 9,4 ) quando questi perseguitava i suoi servi, e alla fine egli stesso dice: Quello che non avete fatto ad uno solo di questi più piccoli, non lo avete fatto a me? ( Mt 25,45 )
Sì, è vero che tutti quelli che escono da noi non sono dei nostri, ma non tutti quelli che restano con noi sono dei nostri.
Proprio come l'aia durante la trebbiatura: tutto ciò che se ne vola via non è frumento, ma non tutto ciò che vi resta è frumento.
Ecco perché Giovanni dice: Sono usciti via da noi, ma non erano dei nostri; se infatti fossero stati dei nostri, sarebbero certamente rimasti con noi. ( 1 Gv 2,19 )
Perciò, mentre il sacramento della grazia Dio lo dà anche mediante i malvagi, la grazia la dà solo di persona o mediante i suoi santi, e quindi, la remissione dei peccati la dona o di persona o mediante quelle membra della colomba, alle quali ha detto: A chi li rimetterete, saranno rimessi, e a chi li riterrete, saranno ritenuti. ( Gv 20,23 )
Quanto al battesimo, che è un sacramento della remissione dei peccati, non c'è nessun dubbio che possono averlo anche gli omicidi che sono ancora nelle tenebre, in quanto nel loro cuore non è stato espulso l'odio fraterno, sia che i loro peccati non siano stati rimessi, poiché essi si sono fatti battezzare senza avere rinnovato il cuore, sia che, rimessi, siano subito ritornati, noi riconosciamo che esso è santo in sé, perché è di Dio; e sia che lo danno o lo ricevono i perversi, nessuna loro perversità può violarlo, né dentro né fuori la Chiesa.
Siamo inoltre d'accordo con Cipriano che gli eretici non possono dare la remissione dei peccati, ma possono dare il battesimo; e che esso serve alla rovina di quanti lo danno e di quanti lo ricevono, perché usano male un grande dono di Dio.
Così pure i maligni e i gelosi che sono nella Chiesa, come attesta Cipriano: essi non possono dare la remissione dei peccati, mentre, che possono dare il battesimo, tutti lo ammettiamo.
Se infatti di coloro che peccano contro di noi è stato detto: Se non perdonerete agli uomini i loro peccati, neanche il Padre vostro vi perdonerà i vostri peccati, ( Mt 6,15 ) quanto più non potranno essere rimessi i peccati a quelli che odiano i fratelli, dai quali sono amati e che si fanno battezzare con l'odio nel cuore?
Ad essi, tuttavia, se in seguito si correggono, non si ridà il battesimo, ma, dopo una sincera conversione, si concede il perdono che prima non furono degni di ricevere!
Per questo motivo, sia la lettera di Cipriano a Quinto, come quella scritta insieme ai suoi colleghi Liberale, Caldonio, Giunio e altri, e inviata a Saturnino, Massimo e ad altri, esaminate bene, non vanno assolutamente citate come testi contrari al consenso di tutta la Chiesa cattolica, di cui essi si rallegravano di essere membra, e da cui non si separarono loro e non tollerarono che ne fossero recisi i dissenzienti, fino a che un concilio plenario, per volontà del Signore, facesse risplendere, sia pure dopo molti anni, la soluzione più giusta, non per avere istituita una novità, ma rafforzata la consuetudine antica.
Su questa faccenda, Cipriano ha scritto una lettera anche a Pompeio,135 dove rivela apertamente che Stefano il quale, come sappiamo, era allora vescovo della Chiesa di Roma, non solo non condivise la sua opinione, ma che scrisse e ordinò tutto il contrario.
Certo non si può dire che Stefano è stato complice degli eretici,136 perché non ha osato disapprovare in essi il battesimo di Cristo ed ha riconosciuto che, pur nella loro perversità, esso era rimasto integro.
In effetti, se quanti hanno un concetto distorto di Dio non hanno il battesimo, e che questa situazione si può incontrare anche nella Chiesa io credo di averne parlato già abbastanza.
Ora, su questo gli Apostoli non hanno dato ordini,137 è vero, ma c'è da credere che la consuetudine, che veniva opposta a Cipriano, abbia avuto inizio dalla loro tradizione, come molte altre, del resto, che la Chiesa universale conserva e che, per questo, si ha motivo di credere che siano stati gli Apostoli ad ordinarle, sebbene non si trovino scritte.
Ma degli eretici è stato scritto che si sono condannati da se stessi.138
E allora? E non si sono condannati da se stessi, coloro ai quali l'Apostolo ha detto: In ciò che tu giudichi un altro, condanni te stesso? ( Rm 2,1 )
Ed ha aggiunto: Tu che predichi di non rubare, rubi ( Rm 2,21 ) ecc.
E tali certamente erano quelli che, pur essendo vescovi e pur trovandosi con Cipriano nell'unità cattolica, rapivano i terreni con insidiosi raggiri,139 mentre predicavano al popolo con le parole dell'Apostolo: Né i rapaci possederanno il regno di Dio. ( 1 Cor 6,10 )
Perciò le altre dichiarazioni di questa lettera a Pompeio non esiterò a ripercorrerle brevemente, seguendo gli stessi criteri.
Che sia contro un comandamento di Dio non battezzare quanti vengono dagli eretici, se già vi hanno ricevuto il battesimo di Cristo, in quale autorità delle sante Scritture si dimostra?
Ma certamente vi si dimostra chiaramente che molti pseudocristiani, pur non avendo la carità dei santi, senza la quale a nulla giovano tutte le cose sante che si possono avere, hanno il battesimo in comune con i santi e lo abbiamo già dimostrato molto ampiamente.
Chiesa, Spirito e battesimo, egli ha detto, non possono dividersi tra di loro, e quindi quelli che si sono separati dalla Chiesa e dallo Spirito Santo, si devono considerare secondo lui separati anche dal battesimo.
Ma se è così, quando uno ha ricevuto il battesimo nella Chiesa cattolica, esso resta in lui fino a che egli stesso rimane nella Chiesa; ma se se ne separa si separa anche dal battesimo.140
Il che non è vero. In effetti, se esso non si ridà a chi ritorna, è perché, andandosene, non lo ha perso.
Ora, come lo Spirito Santo lo hanno i figli prediletti e non lo hanno i figli cattivi, i quali, tuttavia, hanno il battesimo, così la Chiesa l'hanno i Cattolici e non l'hanno gli eretici i quali, tuttavia, hanno il battesimo.
In effetti, lo Spirito Santo che ammaestra fuggirà colui che è falso, ( Sap 1,5 ) e tuttavia non lo fuggirà il battesimo.
Quindi, come il battesimo può stare anche là, da dove lo Spirito Santo si allontana, così il battesimo può stare anche là dove non c'è la Chiesa.
Quanto invece all'imposizione della mano,141 se non si praticasse a chi viene dall'eresia, lo si giudicherebbe come se fosse immune da ogni colpa.
Ora, per creare l'unione della carità, che è il dono più grande dello Spirito Santo, senza il quale tutti gli altri santi doni presenti nell'uomo non sono efficaci per la salvezza, sugli eretici convertiti si impone la mano.
Sul tempio di Dio,142 e sul modo di interpretare il testo: Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo, ( Gal 3,27 ) mi ricordo di avere già discusso a lungo.143
Gli avari non sono tempio di Dio, poiché sta scritto: Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? ( 2 Cor 6,16 )
E per sostenere che l'avarizia è una idolatria, Cipriano cita il testo di Paolo.144
Ora gli uomini si rivestono di Cristo in due modi: talora giungendo fino a ricevere il sacramento, talora fino alla santità della vita.
Ma mentre il primo modo può essere comune ai buoni e ai cattivi, il secondo è proprio dei buoni e dei pii.
Perciò, se il battesimo non può esserci senza lo Spirito, lo Spirito lo hanno anche gli eretici, ma per la rovina e non per la salvezza, come lo ebbe Saul. ( 1 Sam 19,23 )
In effetti, è in virtù del nome di Cristo e nello Spirito Santo,145 che si scacciano i demoni e poteva farlo anche quel tale che stava fuori della Chiesa e di cui i discepoli riferirono al Signore, ( Mc 9,37 ) e possono farlo anche come lo hanno gli avari, che però non sono tempio di Dio.
Infatti: Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? ( 2 Cor 6,16 )
Ma se gli avari non hanno lo Spirito di Dio, e ciò non ostante hanno il battesimo, il battesimo può esserci senza lo Spirito.
Se l'eresia non può generare figli a Dio per mezzo di Cristo, perché essa non è la Sposa di Cristo,146 non può farlo neppure la folla di cattivi che stanno nella Chiesa, poiché neppure essa è la Sposa di Cristo.
La Sposa di Cristo, infatti, viene dipinta senza macchia, né ruga. ( Ef 5,27 )
Dunque, o non tutti i battezzati sono figli di Dio, oppure, anche colei che non è la Sposa può generare figli di Dio.
Ora, come si cerca di sapere se è nato spiritualmente colui che ha ricevuto il battesimo di Cristo presso gli eretici,147 così si può cercare di sapere se è nato spiritualmente colui che ha ricevuto il battesimo di Cristo nella Cattolica, senza essersi convertito a Dio con cuore sincero; però, non per questo non ha ricevuto il battesimo.
Sulle parole che Cipriano, irritato, rivolse contro Stefano, non voglio più tornare, perché non è necessario.
Si finisce col dire cose già trattate ampiamente, per cui è preferibile passar sopra a ciò che ha rischiato di creare uno scisma rovinoso.
Stefano, infatti, aveva anche pensato di scomunicare coloro che cercavano di sradicare l'antica consuetudine sull'accoglienza degli eretici; Cipriano, invece, spinto dalla difficoltà della questione, e tutto ricolmo di santi sentimenti di carità, aveva creduto di dover restare nell'unità con coloro che divergevano dalle sue idee.
Così, benché si fosse indignato profondamente, ma fraternamente, nei loro cuori prevalse la pace di Cristo, perché questa disputa non facesse sorgere tra di loro nessun malvagio scisma.
Ora, non è da qui che crebbero tanto le eresie e gli scismi:148 che negli eretici si approva ciò che è di Cristo e si riprova ciò che è loro.
In effetti, sono stati piuttosto quelli che osservavano la legge della ripetizione del battesimo a dividersi in molti pezzi.
In realtà quando dice: Un vescovo deve essere docile ( 2 Tm 2,24 ) e aggiunge: È docile chi è mite e dolce nella costanza di imparare.
I vescovi, infatti, hanno il dovere non solo di insegnare, ma anche di imparare, perché il vescovo che insegna meglio è quello che cresce e progredisce ogni giorno imparando cose migliori,149 con queste parole, questo uomo santo e pieno di santa carità, ci mostra chiaramente che non dobbiamo temere di leggere i suoi scritti, senza mettere in dubbio ciò che la Chiesa ha trovato più tardi, dopo numerose e frequenti ricerche, ed ha confermato.
Se infatti erano molte le verità che il dotto Cipriano insegnava, ve n'era qualcuna che il docile Cipriano imparava.
Quanto poi alla sua esortazione di ricorrere alla fonte, cioè alla tradizione Apostolica, e da qui, tracciando un solco, arrivare fino ai nostri giorni,150 è ottima e da seguire senza esitazione.
Ci è stato trasmesso, dagli Apostoli, egli precisa, che vi è un solo Dio, un solo Cristo, una sola speranza, una sola fede, una sola Chiesa e un solo battesimo.151
Ora, poiché troviamo che fin dai tempi degli Apostoli, alcuni non avevano una sola speranza, ma avevano un solo battesimo, da questa sorgente è derivata fino a noi la verità, e così ci appare che è possibile che, pur essendovi una sola Chiesa, come una sola speranza e un solo battesimo, quest'unico battesimo lo abbiano anche quelli che non hanno una sola Chiesa, allo stesso modo poté succedere, allora, che avessero un solo battesimo, anche quelli che non avevano una sola speranza.
Come potevano avere, infatti, una sola speranza con i santi e con i giusti, quelli che dicevano: Mangiamo e beviamo, domani moriamo, ( 1 Cor 15,32 ) e sostenevano che non c'era resurrezione dei morti?
Eppure, tra essi c'erano quelli ai quali l'Apostolo dice: È stato forse crocifisso per voi Paolo?
O è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? ( 1 Cor 1,13 )
È ad essi, infatti, che egli scrive molto esplicitamente: Come possono dire alcuni tra voi che non esiste la resurrezione dei morti? ( 1 Cor 15,12 )
Quanto troviamo scritto nel Cantico dei Cantici in questi termini: Giardino chiuso tu sei, sorella mia sposa, fontana sigillata, pozzo d'acqua viva, paradiso con frutti dei suoi alberi,152 io non oso pensarlo se non nei santi e nei giusti; e non certo negli avari, negli ingannatori, nei rapaci, negli usurai, negli ubriachi e nei gelosi, che pure avevano il battesimo in comune con i giusti, ma senza avere in comune la carità: lo impariamo con grande eloquenza dagli scritti153 di Cipriano e lo insegniamo.
Mi si dica, in effetti, come si sono introdotti nel giardino chiuso e nella fontana sigillata, quelli che rinunciavano al mondo solo a parole e non a fatti e che, come attesta Cipriano,154 stavano dentro?
Se anch'essi, infatti, sono dentro, anche essi sono Sposa di Cristo.
Ma è proprio questa, la Sposa senza macchia e senza ruga, ( Ef 5,27 ) e la bella colomba ( Ct 2,10.13.14 ) è forse deturpata da questa porzione dei suoi membri?
Oppure queste sono le spine, tra le quali essa si eleva come un giglio, come si dice nel Cantico? ( Ct 2,2 )
Intanto essa è giglio in quanto è giardino chiuso e fontana sigillata: naturalmente in quei giusti che sono Giudei nell'intimo per la circoncisione del cuore ( Rm 2,29 ) - tutta la bellezza della figlia del re, infatti, è dentro ( Sal 45,14 ) -, e che formano il numero definito di santi, predestinato prima della creazione del mondo.
La moltitudine delle spine invece, formata dagli scismi nascosti e palesi, risiede fuori, in sovrannumero.
Sta scritto infatti: L'ho annunciato e l'ho proclamato: si sono moltiplicati in sovrannumero. ( Sal 40,6 )
Ora, questo numero dei giusti, che Dio ha chiamati secondo il suo disegno, ( Rm 8,28 ) e dei quali è stato detto: Il Signore sa chi sono i suoi, ( 2 Tm 2,19 ) è esso il giardino chiuso, la fontana sigillata, il pozzo d'acqua viva, il paradiso con frutti dei propri alberi. ( Ct 4,12.13 )
E di questo numero, alcuni vivono la vita dello Spirito e percorrono la via sovraeminente della carità ( Ef 3,19 ) e, mentre istruiscono con spirito di dolcezza un uomo sorpreso nella colpa, stanno attenti a non cadere essi stessi nella tentazione; ( Gal 6,1 ) e se per caso anche essi vengono sorpresi, in loro il sentimento della carità si attenua un poco, ma non si estingue; anzi, ravvivandosi e infiammandosi di nuovo, riprende l'antico ritmo.
Sanno infatti dire: La mia anima si è addormentata nel disgusto: fortificami nelle tue parole.
E quando hanno qualche idea discorde, poiché perseverano nell'ardore della carità e non rompono il vincolo della pace, Dio li illuminerà. ( Fil 3,15 )
Alcuni poi, ancora carnali e naturali, si impegnano con forza nei loro progressi e, per diventare idonei a ricevere il cibo degli spirituali, si nutrono del latte dei santi misteri, evitano, per timore di Dio, quei comportamenti che il giudizio comune ritiene corrotti, e stanno molto attenti ad essere sempre meno attratti dai piaceri terreni e temporali; e dopo aver cercato con cura la regola della fede, la osservano con grande fermezza; e se in qualche punto se ne allontanano, l'autorità cattolica li corregge immediatamente, anche se nei loro discorsi, a causa della sensibilità della carne, fluttuano ancora vari incontri di fantasmi.
Vi sono alcuni, in questo numero, che vivono ancora nell'iniquità o giacciono nelle eresie e nelle superstizioni dei Gentili; e tuttavia anche tra essi il Signore sa chi sono i suoi.
In effetti, nella ineffabile prescienza di Dio, molti, che sembrano fuori, sono dentro, e molti, che sembrano dentro, sono fuori.
Ora, è di tutti questi che stanno nella Chiesa, diciamo così, nel loro intimo e in segreto, che è formato il giardino chiuso, la fontana sigillata, il pozzo d'acqua viva, il paradiso coi frutti dei propri alberi. ( Ct 4,12.13 )
Questi, dei doni concessi loro da Dio, una parte ne hanno in esclusiva, come l'instancabile carità nel presente e la vita eterna in futuro, e una parte ne hanno in comune con i cattivi e i perversi, come tutti gli altri doni, tra i quali i sacrosanti misteri.
Ora, tutto questo ci propone una riflessione più facile e più agevole su quell'arca, di cui Noè fu costruttore e nocchiere. ( Gen 6.7 )
Dice infatti Pietro: Nell'arca di Noè, poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua.
Così anche voi, è il battesimo, di cui l'arca è figura, che vi salva; esso non è rimozione delle sporcizie della carne, ma invocazione della buona coscienza.155
Perciò se, nell'unità cattolica si trovano battezzati che rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti,156 come possono appartenere al mistero di questa arca, essi che non hanno l'invocazione della buona coscienza?
O, come possono essere fatti salvi, per mezzo dell'acqua, quelli che, usando male il santo battesimo, anche se sembrano dentro, perseverano fino alla fine della vita in una condotta scandalosa e corrotta?
O, come vengono salvati per mezzo dell'acqua, quelli che in passato sono stati accolti nella Chiesa, semplicemente, con il battesimo ricevuto nell'eresia, come lo stesso Cipriano ricorda?
Certamente a salvarli è stata quella stessa unità dell'arca, nella quale nessuno si è salvato, se non per mezzo dell'acqua.
Cipriano infatti dice: Il Signore può, nella sua misericordia, concedere il perdono e non escludere dai benefici della sua Chiesa, quelli che sono stati semplicemente ammessi alla Chiesa e sono morti nella Chiesa.157
Ma se non per mezzo dell'acqua, come nell'arca? E se non nell'arca, come nella Chiesa?
E se nella Chiesa, certamente nell'arca; e se nell'arca, certamente per mezzo dell'acqua.
Può succedere, quindi, che alcuni, battezzati fuori la Chiesa, grazie alla prescienza di Dio, siano considerati con più verità battezzati dentro, perché è qui che l'acqua comincia a giovare loro per la salvezza - non possono dire, infatti, di essere stati salvati nell'arca, se non per mezzo dell'acqua - e che altri, che sembravano battezzati dentro, dalla stessa prescienza di Dio siano considerati, con più verità, battezzati fuori: usando male del battesimo, infatti, muoiono a causa dell'acqua.
Il che, nel diluvio, capitò solo a chi rimase fuori dell'arca.
Una cosa, certo, è evidente: la frase dentro e fuori la Chiesa va intesa con il cuore e non con il corpo, visto che tutti quelli che sono dentro con il cuore, sono salvati nell'unità dell'Arca per mezzo della stessa acqua; tutti quelli che sono fuori con il cuore, siano essi fuori anche col corpo oppure no, in quanto nemici dell'unità muoiono.
Quindi, come non è stata un'acqua diversa, ma la stessa acqua, a salvare quelli che erano nell'arca e a far perire quelli che erano fuori, così, non con un altro battesimo ma con lo stesso, sono salvati i buoni cattolici e fatti perire i cattivi cattolici o gli eretici.
Quale sia il pensiero del beatissimo Cipriano sulla Cattolica, e come la sua autorità annienti totalmente gli eretici, benché ne abbia parlato a lungo, ho deciso di trattarne un po' più diffusamente ed esplicitamente a parte, se il Signore vuole, quando avrò prima detto del suo concilio, ciò che io penso di dover dire.
Ma questo, se Dio vuole, lo intraprenderò nel libro seguente.
Indice |
117 | Cypr., Ep. 71, 2, 1 |
118 | Cypr., Ep. 71, 2, 2 |
119 | Cypr., Ep. 11, 1 |
120 | Cypr., Ep. 71, 2, 3 |
121 | Cypr., Ep. 73, 14 |
122 | Cypr., Ep. 70, 1, 2 |
123 | Cypr., Ep. 70, 2, 1 |
124 | Cypr., Ep. 11, 1 |
125 | Cypr., Ep. 70, 2, 2 |
126 | Cypr., Ep. 70, 2, 3 |
127 | Gv 9,31; Cypr., Ep. 70, 2, 3 |
128 | Cypr., Ep. 70, 2, 3 |
129 | Cypr., Ep. 70, 2, 3 |
130 | Cypr., Ep. 70, 2, 3 |
131 | Cypr., Ep. 70, 2, 3 |
132 | Cypr., Ep. 70, 3, 1 |
133 | Cypr., Ep. 70, 3, 1 |
134 | Cypr., Ep. 70, 3, 2 |
135 | Cypr., Ep. 74 |
136 | Cypr., Ep. 74, 2, 1 |
137 | Cypr., Ep., 74, 2, 2 |
138 | Tt 3,11; Cypr., Ep. 74, 2, 3 |
139 | Cypr., De lapsis 6 |
140 | Cypr., Ep. 74, 4, 2 |
141 | Cypr., Ep. 74, 5, 1 |
142 | Cypr., Ep. 74, 5, 2 |
143 | Sopra, 4,4,6 |
144 | Ef, 5,5; Cypr., 55, 27 |
145 | Cypr., Ep. 74, 5, 4 |
146 | Cypr., Ep. 74, 6, 2 |
147 | Cypr., Ep. 74, 7, 2 |
148 | Cypr., Ep. 74, 9, 3 |
149 | Cypr., Ep. 74, 10, 1 |
150 | Cypr., Ep. 74, 10, 2 |
151 | Cypr., Ep. 74, 11, 1; Ef 4,5 |
152 | Ct 4,12.13; Cypr., Ep. 74, 11, 2 |
153 | Cypr., De lapsis 6 |
154 | Cypr., Ep. 74, 11, 2 |
155 | 1
Pt 3,20.21; Cypr., Ep. 74, 11, 3 |
156 | Cypr., Ep. 11, 1 |
157 | Cypr., Ep. 73, 23, 1 |