Il combattimento cristiano

28.30 - Lo Spirito Santo

Non dobbiamo ascoltare quelli che dicono che lo Spirito Santo, che nel Vangelo il Signore promise ai discepoli, sia entrato o nell'apostolo Paolo o in Montano e Priscilla, come dicono i Catafrigi o in non so qual Manete o Manicheo, come affermano i Manichei.

Costoro sono così ciechi che non capiscono le Scritture così manifeste; oppure tanto dimentichi della loro salvezza che non le leggono assolutamente.

Chi, dopo averle lette, non capirebbe particolarmente nel Vangelo ciò che, dopo la resurrezione del Signore, è stato scritto per insegnamento del Signore: Io mando il dono promesso dal Padre mio a voi; voi dunque rimanete qui in Gerusalemme finché non sarete rivestiti di potenza dall'alto. ( Lc 24,49 )

E negli Atti degli Apostoli, dopo che il Signore si fu allontanato in cielo dagli occhi degli Apostoli, trascorsi dieci giorni, nel dì della Pentecoste, essi non si accorgono molto chiaramente che era venuto lo Spirito Santo; ed essendo loro a Gerusalemme, come prima li aveva esortati, li riempì, così che parlavano in più lingue.

Infatti le diverse genti che erano presenti, ciascuna di quelle, che li ascoltavano, li capivano nella propria lingua. ( At 2,1-11 )

Ma codesti uomini ingannano quelli che, trascurando la fede cattolica e la stessa propria fede che è manifesta nelle Scritture, non vogliono imparare, e, ciò che è più grave e doloroso, vivendo con negligenza nella Chiesa cattolica, prestano attentamente l'orecchio agli eretici.

29.31 - La Chiesa è universale

Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che la santa Chiesa cattolica non è diffusa nel mondo, ma pensano cioè che fiorisce nella sola Africa, nella parte di Donato.

In questo modo si dimostrano sordi contro il Profeta che dice: Tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato: chiedilo a me e ti darò tutte le genti come tua eredità, e i confini della terra come tuo possesso. ( Sal 2,7-8 )

E molti altri passi che sono stati scritti e nei libri dell'Antico e in quelli del Nuovo Testamento, affinché molto apertamente dichiarino che la Chiesa di Cristo è diffusa su tutta la terra.

Se obiettiamo loro ciò, dicono che queste cose si erano già compiute tutte prima che ci fosse la parte di Donato, ma che poi tutta la Chiesa è perita, e pretendono che sono rimasti i resti di essa nella parte di Donato.

O lingua superba e nefanda! Falso, ma vivessero in modo da custodire in seguito almeno la pace fra loro!

Ora essi non si accorgono che già nello stesso Donato si è compiuto ciò che è stato detto: Con la stessa misura con cui voi misurerete, a voi sarà misurato. ( Mt 7,2 )

Come infatti ha tentato di dividere Cristo, così egli stesso dai suoi è diviso con scissione quotidiana.

A ciò si riferisce quello che disse Cristo: Chi di spada ferirà, di spada perirà. ( Mt 26,52 )

La spada, che in quel passo è presa in senso peggiorativo, significa la lingua malefica e causa di discordie, con cui allora quell'infelice ha percosso ma non ucciso la Chiesa.

Infatti il Signore non disse: chi ucciderà con la spada, morirà di spada; ma chi si servirà della spada, morirà di spada.

Dunque egli ha percosso la Chiesa con la sua lingua litigiosa, dalla quale ora egli stesso è colpito, affinché del tutto vada in rovina e muoia.

E tuttavia l'apostolo Pietro aveva pure fatto ciò non per superbia, ma per amore del Signore, sebbene per amore naturale.

Pertanto, ammonito, ripose la spada.

Donato, invece, neppure vinto l'ha fatto.

Come quando col vescovo Ceciliano egli discusse la sua causa alla presenza dei vescovi, che egli stesso aveva richiesto, nulla poté provare di quelle cose che aveva proposto; e rimase nel suo scisma così che morì della sua stessa spada.

Il popolo di lui, quando non ascolta i Profeti e l'Evangelo, in cui con somma chiarezza è scritto che la Chiesa di Cristo è diffusa tra tutte le genti, e ascolta invece gli scismatici che non cercano la gloria di Dio ma la propria, abbastanza chiaramente dimostra che è schiavo e non libero e porta tagliato l'orecchio destro.

Pietro infatti, sbagliando per amore del Signore, tagliò l'orecchio destro ad un servo, non già ad un uomo libero.

Da ciò è chiaro che coloro che sono feriti dalla spada dello scisma sono servi dei loro carnali desideri e non sono ancora portati nella libertà dello Spirito Santo, tanto che ormai non confidano nell'uomo e non ascoltano ciò che è destro, cioè che la gloria del Signore si è divulgata dappertutto per mezzo della Chiesa cattolica, ma ascoltano l'errore sinistro dell'umana superbia.

Ma tuttavia, poiché il Signore dice nel Vangelo che, quando sarà predicato il Vangelo fra tutte le genti, verrà la fine; ( Mt 24,14 ) in che modo costoro dicono che ormai tutte le altre genti hanno perduto la fede e la Chiesa è rimasta nella sola parte di Donato, mentre è chiaro che, da quando questa parte è stata tagliata dall'unità, alcune genti hanno creduto e che ancora ve ne sono altre che non hanno creduto, alle quali non si cessa ogni giorno di predicare il Vangelo?

Chi non si meraviglia che vi può essere qualcuno che vuol essere detto cristiano e si scaglia contro la gloria di Cristo con tanta empietà, da osare dire che tutti i popoli, i quali ancora accedono alla Chiesa di Dio e credono subito nel Figlio di Dio, vanamente agiscono perché non li battezza qualche donatista?

Senza dubbio gli uomini rigetterebbero ciò e senza aspettare li abbandonerebbero, se veramente cercassero Cristo, se amassero la Chiesa, se fossero liberi, se conservassero integro il loro orecchio destro.

30.32 - Nel riconciliare i peccatori la Chiesa cattolica si mostra vera madre

Non dobbiamo ascoltare coloro i quali, sebbene non ribattezzino alcuno, tuttavia si sono tagliati fuori dall'unità e hanno preferito piuttosto chiamarsi Luciferiani anziché Cattolici.

Essi agiscono rettamente per il fatto che capiscono che il battesimo di Cristo non si deve ripetere.

Si accorgono che il Sacramento della santa purificazione non trae la sua origine da nessun luogo se non dalla Chiesa cattolica; ma i tralci tagliati conservano quella forma che essi avevano ricevuto sulla stessa vigna prima di essere tagliati.

Questi infatti sono coloro di cui l'Apostolo dice: Essi hanno l'apparenza della pietà, ma rinnegano la virtù di essa. ( 2 Tm 3,5 )

Infatti la grande virtù della pietà è la pace e l'unità, perché Dio è uno solo.

Questa virtù essi non posseggono, perché furono tagliati fuori dall'unità.

Pertanto se alcuni di loro ritornano alla Chiesa cattolica, non ripetono la forma della pietà che già hanno, ma ricevono la virtù della pietà che non hanno.

Con molta chiarezza l'Apostolo insegna che i rami tagliati possono di nuovo inserirsi, se non hanno perseverato nell'incredulità. ( Rm 11,23 )

Noi non riproviamo che i Luciferiani capiscano ciò e non ribattezzino: ma il fatto che essi stessi abbiano voluto recidersi dalla radice chi non riconosce essere una cosa detestabile?

E ciò che è più grave è che quel che ad essi è dispiaciuto nella Chiesa cattolica fa parte veramente della santità cattolica.

In nessun luogo infatti debbono mettersi tanto in evidenza le viscere di misericordia quanto nella Chiesa cattolica, in modo che come vera madre non insulti con la superbia i figli peccatori, né le sia difficile perdonare a quelli già corretti.

Infatti non senza ragione tra tutti gli Apostoli, Pietro personifica la Chiesa cattolica: infatti a questa Chiesa sono state date le chiavi del regno dei cieli, quando furono date a Pietro. ( Mt 16,19 )

E quando a lui si dice, a tutti si dice: Mi ami tu? Pasci le mie pecore. ( Gv 21,15 )

La Chiesa cattolica dunque deve perdonare volentieri ai figli una volta corretti e confermati nella pietà; poiché vediamo che allo stesso Pietro, che la impersonava, venne concesso il perdono, e quando aveva dubitato nel mare, ( Mt 14,30 ) e quando per debolezza umana aveva richiamato il Signore dalla sua passione, ( Mt 16,22 ) e quando aveva tagliato l'orecchio del servo con la spada, ( Mt 26,51 ) e quando aveva negato tre volte lo stesso Signore, ( Mt 26,70-74 ) e quando infine era caduto nella simulazione superstiziosa; ( Gal 2,12 ) e vediamo poi che egli corretto e confermato era giunto alla gloria della passione del Signore.

Pertanto dopo la persecuzione che era avvenuta per opera degli eretici ariani, dopo che la pace che la Chiesa cattolica possiede nel Signore, fu ridata dai principi secolari, molti vescovi che in quella persecuzione avevano dato il loro consenso alla perfidia degli Ariani, corretti, decisero di ritornare alla Chiesa cattolica, condannando sia ciò che avevano creduto, sia ciò che avevano finto di credere.

La Chiesa cattolica ricevette costoro nel suo seno materno, come Pietro ammonito per mezzo del canto del gallo dopo il pianto della negazione, oppure come lo stesso Pietro dopo la stolta simulazione, corretto per mezzo della voce di Paolo.

I Luciferiani, accogliendo con superbia la carità della madre e criticandola con empietà, poiché non si rallegrarono che Pietro si era pentito dopo il canto del gallo, ( Mt 26,75 ) meritarono di cadere insieme con Lucifero, ( Is 14,12 ) che sorgeva insieme con l'aurora.

31.33 - Il potere della Chiesa di rimettere tutti i peccati. La legittimità delle seconde nozze

Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che la Chiesa di Dio non possa rimettere tutti i peccati.

Pertanto quei miseri, mentre non comprendono che la pietra è in Pietro, e non vogliono credere che le chiavi del regno dei cieli ( Mt 16,19 ) furono date alla Chiesa, essi stessi le hanno perdute di mano.

Costoro sono quelli che condannano come adultere le vedove, se passano a nuove nozze, e vanno dicendo che essi sono più puri della dottrina apostolica. ( 1 Tm 5,14 )

Se costoro volessero conoscere il loro vero nome si chiamerebbero mondani, anziché mondi.

Non volendo correggersi, infatti, se hanno peccato, nient'altro hanno scelto che dannarsi con questo mondo.

A coloro ai quali negano il perdono dei peccati, essi non custodiscono quel po' di salute, ma sottraggono la medicina agli ammalati, e costringono le loro vedove ad essere bruciate dalle passioni, non permettendo loro di risposarsi.

Non si debbono ritenere più prudenti di Paolo apostolo, il quale volle piuttosto che esse si sposassero, anziché essere bruciate dalle passioni. ( 1 Cor 7,9 )

32.34 - La risurrezione della carne

Non dobbiamo ascoltare coloro che negano la futura risurrezione della carne e si appellano a ciò che dice l'apostolo Paolo: La carne e il sangue non possederanno il regno di Dio, ( 1 Cor 15,50 ) non comprendendo ciò che dice lo stesso Apostolo: È necessario che questo corpo corruttibile si rivesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si rivesta di immortalità. ( 1 Cor 15,53 )

Quando ciò avverrà, non sarà più carne e sangue, ma corpo celeste.

Anche il Signore promette ciò quando dice: Non si mariteranno, né prenderanno moglie, ma saranno uguali agli angeli di Dio. ( Mt 22,30 )

Non vivranno infatti per gli uomini ma per Iddio, quando saranno diventati uguali agli angeli.

La carne e il sangue saranno cambiati e diventeranno corpo celeste e angelico.

E i morti risusciteranno incorruttibili e anche noi saremo cambiati, ( 1 Cor 15,52 ) in modo che è vero il fatto che la carne risorgerà, ed è anche vero il fatto che la carne e il sangue non possederanno il regno di Dio. ( 1 Cor 15,50 )

33.35 - Amiamo il Cristo e sconfiggeremo il diavolo

Nutriti con il latte di questa semplicità e sincerità di fede, noi ci nutriamo in Cristo e quando siamo ancora piccoli non desideriamo gli alimenti dei grandi, ma cresciamo con nutrimenti molto salubri in Cristo, mentre progrediscono i buoni costumi e la giustizia cristiana, nella quale la carità di Dio e del prossimo è perfetta e ben salda; in modo che ciascuno di noi trionfi, in se stesso, nel Cristo di cui si è rivestito, sul diavolo nemico e i suoi angeli. ( Col 2,15 )

La perfetta carità non ha né la cupidigia del secolo, né il timore del secolo, cioè né la cupidigia per accaparrarsi le cose temporali, né il timore di perderle.

Attraverso queste due porte entra e regna il nemico, il quale deve essere cacciato prima col timore di Dio e poi con la carità.

Dobbiamo pertanto desiderare una chiarissima ed evidentissima conoscenza della verità tanto più ardentemente, quanto più ci accorgiamo di progredire nella carità e avere il cuore purificato dalla sua semplicità, in quanto proprio attraverso l'occhio interiore si vede la verità: Beati i puri di cuore, dice il Signore, perché essi vedranno Dio. ( Mt 5,8 )

In questo modo radicati e fondati nella carità possiamo comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza e la lunghezza e l'altezza e la profondità; sapere l'altissima scienza della carità di Cristo, per essere riempiti di tutta la pienezza di Dio, ( Ef 3,17-19 ) e dopo queste battaglie col nemico invisibile, poiché per quelli che vogliono e amano il giogo di Cristo è soave e il suo fardello è leggero, ( Mt 11,30 ) possiamo meritare la corona della vittoria.

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