Contro le Lettere di Petiliano |
Perciò, fratelli, i fatti accaduti tra di loro riguardanti i Massimianisti, ci bastano per ammonirli e correggerli.
Noi non rovistiamo vecchi archivi, non mettiamo sottosopra antiche biblioteche, non trasferiamo la nostra prova nelle regioni lontane, ma accantoniamo tutti i documenti dei nostri antenati, e rinviamo le testimonianze che gridano in tutto il mondo!
Ecco le città di Musti e di Assuri! Sono ancora in questa vita e in questa Provincia, quelli che si sono separati e quelli dai quali si sono separati; quelli che hanno eretto un altare e quelli contro i quali lo hanno eretto; quelli che hanno condannato e quelli che sono stati condannati; quelli che hanno riaccolto e quelli che sono stati riaccolti; quelli che sono stati battezzati fuori e quelli che non sono stati ribattezzati dentro.
Ora, se tutto questo, fatto per l'unità, macchia, tutti i macchiati chiudano la bocca; ma se tutto questo, fatto per l'unità, non macchia, si correggano e pongano fine alla lite.
Ormai, delle parole della sua lettera anche l'autore può ridere.
Egli, dopo aver utilizzato, come un ignorante e un menzognero, la citazione della Scrittura: Chi è battezzato da un morto, che vantaggio trae dal suo lavacro? ( Sir 34,25 ) si sforza di dimostrare in che senso un traditore va considerato morto alla vita; perciò aggiunge: È morto chi non ha meritato di nascere dal vero battesimo; è morto anche chi, generato dal legittimo battesimo, si è unito ai traditori.
Ora, se i Massimianisti non sono morti, perché, i Donatisti, nel loro concilio plenario dicono che le rive rigurgitano di cadaveri dei loro morti?
Se poi sono morti, come può vivere il battesimo che hanno dato?
Inoltre, se Massimiano non è morto, perché, dopo di lui, si ribattezza?
Se poi è morto perché, con lui non è morto Feliciano di Musti, suo consacrante, mentre insieme ad un non so quale traditore africano, poté morire un collega d'oltremare?
O, se anche lui è morto, perché presso di te, dentro, vivono con lui, senza essere ribattezzati, quelli che lui, da morto, ha battezzato fuori?
Poi aggiunge: Due individui non hanno la vita del battesimo: colui che non l'ha mai ricevuta, e colui che l'ha ricevuta, ma l'ha persa.
Dunque non l'ha mai avuta chi è stato battezzato fuori, dai massimianisti Feliciano o Pretestato; questi stessi poi, persero ciò che avevano.
Quando poi furono riammessi con i loro seguaci, chi ha dato a quelli che essi avevano battezzato, ciò che non avevano?
E chi ha restituito a loro stessi ciò che avevano perso?
Se poi essi portarono con sé la forma del battesimo, ma persero la sua virtù, a causa dell'empio scisma, perché la stessa forma, che sempre e ovunque è santa, tu la disprezzi nei Cattolici, che non hai ascoltati, e l'accetti nei Massimianisti che hai puniti?
Tutte le accuse criminose che ha pensato di fare nei riguardi di Giuda, il traditore, non riguardano noi: essi infatti non hanno dimostrato che siamo traditori e, se anche provassero che nella nostra comunione alcuni nostri morti hanno consegnato i Libri, neppure questa consegna, da noi condannata e a noi odiosa, ci macchierebbe minimamente.
Se essi stessi, infatti, non vengono macchiati dai crimini, che hanno condannati e poi riammessi, quanto meno potremmo essere macchiati noi, da quelli vociferati e condannati!
Per quanto si inveisca contro i traditori, si pensi che io, con altrettante parole, potrei accusare loro.
Ma con una netta distinzione: egli accusa davanti a me, uno che, essendo scomparso già da tempo, non posso giudicare per conoscenza diretta; io invece gli mostro uno che gli sta accanto e che, dopo essere stato condannato da lui, o almeno dopo essersene separato con uno scisma sacrilego, egli lo ha riaccolto senza togliergli la sua dignità.
Malvagio traditore - egli dice - ti sei fatto persecutore e carnefice proprio contro di noi, che abbiamo custodito la legge!
Se la legge l'hanno custodita i Massimianisti, quando si sono separati da te, custodiscila anche tu, che ti sei separato dalla Chiesa diffusa in tutto il mondo!
Se poi vuoi discutere delle persecuzioni, ti rispondo subito: se avete subito qualche ingiustizia, non riguarda coloro che, per l'unità, tollerano lodevolmente gli autori di tali cattive azioni.
Tu quindi non hai niente da rimproverare al frumento del Signore, che tollera la sua paglia fino alla vagliatura finale, e dal quale tu stesso non ti saresti mai separato, se il vento della tentazione non ti avesse portato via come paglia leggera, già prima della venuta del vagliatore.
Io comunque l'unico fatto, che il Signore ha gettato in faccia ai Donatisti per chiudere loro la bocca, e per correggerli, se rinsaviscono, e per confonderli, se perseverano nella loro perversità, non lo lascio cadere: se quelli che subiscono una persecuzione sono più giusti di quelli che la fanno, allora sono più giusti i Massimianisti, la cui basilica è stata distrutta dalle fondamenta, ed essi stessi sono stati duramente perseguitati dalla scorta armata di Ottato.
Quanto poi alle ordinanze del Proconsole, che i Primianisti hanno richiesto per cacciarli tutti dalle basiliche, sono ben note.
Perciò se, nonostante l'odio degli imperatori verso la loro comunione, i Donatisti, hanno osato tanto nel perseguitare i Massimianisti, che cosa avrebbero fatto, se l'amicizia dei re avesse permesso loro di fare qualcosa?
Se poi l'hanno fatto per correggere i malvagi, perché meravigliarsi se gli imperatori cattolici, con maggiore autorità, decidono di reprimere e di correggere loro, che cercano di ribattezzare tutto il mondo cristiano, pur non avendo nessun motivo per dissentire, visto che i cattivi, sebbene accusati di crimini veri, vanno tollerati per la pace, come testimoniano essi stessi, quando hanno accolto con tutti gli onori e con il battesimo dato fuori, quelli che avevano condannato?
Pensino una buona volta a ciò che meriterebbero, da parte delle autorità cristiane, i nemici dell'unità cristiana diffusa in tutto il mondo!
Perciò, se ricevono una punizione lieve, abbiano almeno un po' di pudore, affinché, quando incominciano a leggere i loro scritti, non li vinca il riso, non vedendo in se stessi ciò che pretendono di vedere negli altri, e vedendo ciò che rinfacciano agli altri.
Che cosa vuol dire, costui, quando, nella sua lettera, cita quel testo in cui il Signore dice ai Giudei: Ecco, io vi mando dei profeti, dei sapienti e degli scribi, ma voi li ucciderete, li crocifiggerete e li flagellerete? ( Mt 23,24 )
Infatti, se vogliono che si intendano solo loro per sapienti, scribi e profeti, mentre noi saremmo persecutori dei sapienti e dei profeti, perché si rifiutano di parlare con noi, se sono stati inviati a noi?
Infine, l'autore di quella lettera, a cui stiamo rispondendo, se venisse da noi sollecitato a riconoscerla come sua, sottoscrivendola di suo pugno, forse non lo farebbe: tanto è grande il timore di farci avere le loro parole!
In effetti, poiché noi desideravamo di ottenere, in qualche modo, la seconda parte della lettera, visto che quelli che ce la consegnarono, non riuscirono a trascriverla tutta, nessuno degli interpellati ha voluto darcela, appena hanno saputo che noi stavamo rispondendo alla parte in nostro possesso.
Così, benché leggano ciò che il Signore dice al profeta: Grida a squarciagola, non risparmiarti; scrivi con la mia penna i loro peccati, ( Is 58,1 ) questi Profeti del vero, inviati a noi, niente temono ed evitano tanto, quanto di farci sentire il loro grido: un timore che certamente non avrebbero, se di noi dicessero la verità.
Non senza motivo, come sta scritto nel salmo, è stata chiusa la bocca di chi pronuncia menzogne. ( Sal 63,12 )
Se poi essi non accettano il nostro battesimo, perché siamo una razza di vipere, ( Mt 23,33; Mt 3,7 ) come costui ha scritto nella sua lettera, perché hanno accettato quello dei Massimianisti, dei quali il loro concilio ha detto: L'alveo di un grembo avvelenato tenne a lungo nascosti i frutti nocivi di un seme di vipera, e i sieri bagnati del delitto concepito si sciolsero, con il lento calore, in membra di aspidi?
E non è forse di essi, che anche nel concilio, è stato detto in seguito: Veleno di aspidi sotto le labbra di quelli, la cui bocca è piena di maledizione e di amarezza; i loro piedi sono veloci nello spargere il sangue; afflizione e infelicità sono sulla loro via, ed essi non conoscono la via della pace? ( Sal 14,3 )
Eppure, ora hanno dentro, con tutta la loro dignità, sia questi stessi e sia quelli battezzati da essi fuori.
Perciò, tutte queste espressioni sulla razza di vipere e sul veleno di aspidi sotto le loro labbra, e le altre pronunciate contro quelli che non hanno conosciuto la via della pace, se i Donatisti parlassero veramente con verità, riguardano essi piuttosto, dal momento che il battesimo di quelli, contro i quali si sono espressi in tal modo in questa sentenza del concilio, lo hanno accettato per la pace di Donato; e invece, il battesimo della Chiesa di Cristo diffusa in tutto il mondo, e dalla quale è giunta in Africa la stessa pace, lo ripudiano per fare ingiuria alla pace di Cristo.
E allora, chi sono, piuttosto, i falsi profeti che vengono vestiti di pelli di pecore, ma che dentro sono lupi rapaci? ( Mt 7,15 )
Forse quelli che, o non conoscono i cattivi presenti nella Cattolica, e in buona fede comunicano con essi; o che non riescono a separarli dall'aia del Signore prima della venuta del vagliatore, e quindi li tollerano per la pace dell'unità?
O forse quelli che compiono nello scisma i crimini, che rimproverano nella Cattolica e che, mentre fingono di fuggire, anche se incerti, i crimini che nell'unità vanno tollerati, accolgono poi nel loro scisma quelli palesi e da essi condannati?
Infine, c'è poi un altro detto che egli cita: Dai loro frutti li riconoscerete. ( Mt 7,16 )
Allora veniamo ai frutti.
Voi ci rinfacciate la consegna dei Libri.
Questa stessa, e con molta più verosimiglianza, la rinfacciamo anche noi a voi.
E per non andare molto lontano, proprio a Costantina, i vostri antenati, all'inizio del loro scisma, consacrarono vescovo Silvano.
Costui, quand'era ancora suddiacono, si dichiarò pubblicamente un traditore, stando agli Atti municipali.
Ora, se voi portate delle prove contro i nostri antenati, la parità di condizione esige che le crediamo o entrambe vere o entrambe false.
Se sono entrambe vere, senza dubbio voi siete colpevoli di scisma: voi che avete finto di fuggire, nella comunione del mondo, i delitti che avevate nella piccola frazione del vostro scisma.
Se invece sono entrambe false, senza dubbio voi siete colpevoli di scisma: voi che, per delle false accuse di traditori, vi siete macchiati del mostruoso crimine della separazione.
Che se poi noi vi portiamo alcuni fatti e voi non ne portate nessuno; oppure, se noi diciamo il vero e voi il falso, non c'è da discutere che dobbiamo chiudere ermeticamente le vostre bocche.
E che? Se la santa e vera Chiesa di Cristo vi convincesse e superasse, quand'anche noi non avessimo prove della consegna dei Libri, neppure quelle false, e voi, invece, ne aveste alcune e vere, che altro vi resterebbe, se non di amare la pace, se volete o, se non volete, di stare almeno zitti?
In effetti, qualunque prova ora portaste, con tutta semplicità e verità, vi direi: avreste dovuto portarla allora a tutta Chiesa e all'unità cattolica, già diffuse e stabilite in tante nazioni; così che ora voi sareste dentro, mentre quelli che voi avreste confutati, sarebbero stati messi fuori.
Che se avete cercato di farlo, certamente non ci siete riusciti, per cui, vinti e adirati, vi siete separati dagli innocenti, che non potevano condannare delitti dubbi e commettere il mostruoso sacrilegio dello scisma.
Se invece non avete neppure provato a farlo, è stata una cecità davvero odiosa ed empia separarvi dal frumento di Cristo, che cresce fino alla fine in tutto il campo, cioè in tutto il mondo, solo perché siete rimasti colpiti dalla presenza, nell'Africa, di poca zizzania.
Da ultimo, si dice che al tempo della persecuzione, alcuni hanno dato alle fiamme il Testamento.
Ora, quale che sia il testo da cui prendete questa accusa, lo si legga.
Una cosa è certa: all'inizio delle promesse del Testatore troviamo che fu detto ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni. ( Gen 22,18 )
Quanto al senso di questo testo, l'Apostolo veritiero lo interpreta così: Nella tua discendenza - disse - cioè Cristo. ( Gal 3,16 )
E nessun tradimento ha potuto vanificare la fedeltà di Dio!
Comunicate con tutte le nazioni, e allora gloriatevi di aver salvato il Testamento dalla distruzione del fuoco!
Ma se vi rifiutate di farlo, quale partito si deve credere, piuttosto, che abbia cercato di bruciare il Testamento, se non quello che non ne accetta le citazioni?
Quanto infatti è più sicuro e lontano da ogni sacrilega temerarietà, credere che successore dei traditori sia stato colui che ora perseguita, con la lingua, il Testamento, che, si dice, essi hanno perseguitato con il fuoco!
Ci rinfacciate la persecuzione: vi risponde il frumento del Signore: O è stato giusto farlo, o lo ha fatto la nostra paglia.
Che cosa replicate? Ci rinfacciate di non avere il battesimo: vi risponde ancora il frumento del Signore: La forma del sacramento non giova a niente neppure ad alcuni che sono dentro; ( At 8,13-14 ) come non giovava a Simon mago, che pure era battezzato; a maggior ragione non giova a quelli fuori.
Tuttavia che il sacramento è in coloro che se ne vanno, lo si prova dal fatto che a quanti ritornano non si ridà.
Ma allora, come puoi gridare contro il frumento?
Puoi tu gridare senza molta impudenza contro questo frumento e definire i fedeli falsi profeti vestiti di pelli di pecore, ma che dentro sono lupi rapaci, per il fatto che essi, o non conoscono i malvagi presenti nell'unità cattolica o, per l'unità, tollerano quelli che conoscono?
Ma esaminiamo i vostri frutti.
Tralascio il dominio tirannico sulle città e soprattutto sui poderi altrui; il furore dei Circoncellioni e i culti sacrileghi e profani in onore delle vittime gettatesi spontaneamente dai dirupi; i baccanali degli ubriachi e il gemito decennale di tutta l'Africa sotto il solo Ottato Gildoniano.
Tralascio tutte queste cose, perché tra voi ci sono quelli che dichiarano di provarne e di averne sempre provato dispiacere; ma dato che non riescono ad eliminarle dicono di tollerarle per la pace: e con ciò si autocondannano, perché, se amassero la pace, non dividerebbero l'unità.
In effetti, che razza di pazzia è questa, voler abbandonare la pace nella stessa Pace e volerla conservare nello scisma?
Ora, è per via di coloro che fingono di non vedere i mali del partito di Donato, che pure tutti vedono e biasimano, e che perfino di Ottato stesso dicono: " Che cosa ha fatto? Chi lo ha accusato? Chi lo ha confutato? Io non so, non ho visto, non ho sentito… ".
È dunque per via di quanti fingono di ignorare fatti evidenti, che sono sorti i Massimianisti, di fronte ai quali si aprano i loro occhi e si chiudano le loro bocche!
Ecco: apertamente si separano, apertamente innalzano altare contro altare, apertamente in un concilio vengono chiamati sacrileghi, vipere, piedi veloci nello spargere il sangue, e uomini paragonabili a Dathan, Abiran e Core.
E, dopo essersi disprezzati con dure parole, si condannano, ma poi si riammettono apertamente nella loro dignità con i loro battezzati.
Eccoli i frutti di quanti, per la pace di Donato, fanno queste cose, e così si coprono di pelle di pecora, e di quanti rifiutano la pace di Cristo in tutta la terra, e così dentro sono lupi rapaci.
Credo di non avere tralasciato niente di quanto egli ha detto nella lettera, almeno di ciò che ho potuto trovare nel frammento che sono arrivato ad avere.
Ne pubblichino anche il resto: chissà che non vi si trovi qualcosa che si possa confutare?
Quanto alle cose alle quali, con l'aiuto di Dio, abbiamo risposto, invito la vostra Carità, non solo a comunicarle a chi le chiede, ma anche ad inculcarle in chi non le chiede.
Rispondano, se vogliono; e se non vogliono farlo a noi, mandino una lettera almeno ai loro; ma non ordinino di tenerla nascosta a noi.
Che se lo fanno, rivelano apertamente i loro frutti, con i quali si dimostrano lupi rapaci vestiti di pelli di pecore che, di nascosto, insidiano il nostro gregge e, in pubblico, temono di rispondere ai pastori. ( Mt 7,15 )
Noi ad essi rinfacciamo solo il crimine dello scisma, in cui sono tutti pienamente coinvolti, e non i crimini di una parte di essi, dei quali alcuni affermano di rammaricarsi.
Essi, invece, se non ci rinfacciano i crimini di altri, non hanno niente da rinfacciarci; e quindi non possono assolutamente difendersi dall'accusa di scisma.
Infatti, sia a causa dei crimini falsi e da essi inventati, e sia a causa di quelli veri, ma commessi dalla paglia, si sono separati dall'aia del Signore e dal frumento innocente, che cresce in tutto il mondo, con un'empia rottura.
Salvo ad aspettarvi da me anche la confutazione di alcune cose scritte su Mani.
Ma su questo punto, la lettera non mi dispiace.
Certo un errore molto nocivo e dannoso, qual è l'eresia manichea, e che la Cattolica combatte con fortissimi argomenti di verità, egli l'ha considerato una colpa assolutamente molto lieve e quasi meritevole di nessun rimprovero.
L'eredità di Cristo, infatti, stabilita in tutte le nazioni, è garantita di fronte a tutte le eresie diseredate; ma, come dice il Signore: Come può, Satana, scacciare Satana? ( Mc 3,23 ) così: come può l'errore dei Donatisti distruggere l'errore dei Manichei?
Perciò, carissimi, sebbene, dopo essere stato confutato in molti modi, questo errore si possa sconfiggere; e sebbene per nessun'altra ragione, ma solo per l'impudenza ostinata egli osa contraddire la verità, tuttavia, per non appesantire la vostra memoria con una grande quantità di prove, ritenete solo l'episodio dei Massimianisti: ficcatelo nella loro testa, spingetelo nella loro gola, per bloccare le loro lingue ingannatrici; e con questa specie di giavellotto-tridente distruggete la loro calunnia come un mostro-tricipite.
Ci rinfacciano la consegna di Libri, ci rinfacciano la persecuzione, ci rinfacciano il falso battesimo: rispondete al tutto solo con l'episodio dei Massimianisti.
Che infatti i loro antenati hanno dato alle fiamme i Libri sacri, lo ritengono oscuro; ma che hanno riammesso nella loro dignità i contaminati dal sacrilegio dello scisma, questo, certo, non possono nasconderlo.
Parimenti tutte le violentissime persecuzioni che, appena possono, scatenano contro tutti, le ritengono notizie oscure; ma, sebbene la persecuzione spirituale superi quella corporale, il fatto che essi hanno riammesso nella loro dignità i Massimianisti, che avevano perseguitato nel corpo e dei quali proprio essi dissero: I loro piedi sono veloci nello spargere il sangue, ( Sal 14,3 ) questo, certo, non possono nasconderlo.
28.29 - Quanto infine alla questione del battesimo, con cui ingannano i miseri, la ritengono oscura.
E mentre dicono che non hanno il battesimo quelli che lo ricevono fuori la comunione dell'unica Chiesa, hanno riammesso nella loro dignità i Massimianisti e tutti quelli che costoro hanno battezzato nello scisma, fuori della comunione donatista.
E questo, certo, non possono nasconderlo.
28.30 - Ma se sono fatte per la pace - essi dicono - queste cose non macchiano; ed è bene cambiare in misericordia il rigore della severità, per reinserire i rami tagliati.
Ma con ciò si chiude tutta la causa, persa per loro, invincibile per noi.
Infatti, se per tollerare i cattivi nello scisma, si ricorre al nome di pace, e se ne fa uno schermo di difesa, senza dubbio si commette un crimine orrendo e senza alcuna giustificazione: un crimine che viola la vera pace nell'unità del mondo.
Queste, fratelli, sono le cose che, con instancabile mitezza dovete ritenere, praticare e predicare: amate gli uomini e uccidete gli errori; confidate nella verità, senza presunzione; lottate per la verità, senza crudeltà; pregate per quelli che rimproverate e confutate.
Per questi, infatti, il profeta supplica Dio, dicendo: Riempi di vergogna la loro faccia, e cercheranno il tuo nome, Signore. ( Sal 83,17 )
Veramente il Signore lo ha già fatto, riempiendo pubblicamente la loro faccia della vergogna dei Massimianisti.
Resta che sappiano vergognarsi per la salvezza.
Così potranno cercare il nome del Signore, dal quale si sono allontanati con grande danno, visto che, invece del suo nome, esaltano il loro.
Vivete e perseverate in Cristo; crescete e siate ricolmi della carità di Dio, tra voi e verso tutti, fratelli carissimi.
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