Discorsi sul Nuovo Testamento |
1.1 - I farisei confutati con le loro stesse calunnie
1.2 - Cristo scaccia il demonio col proprio potere
1.3 - Ci libera dal diavolo la grazia
2.4 - Il regno di Cristo resta unito nonostante gli scismi
3.5 - Il peccato contro lo Spirito Santo commesso dai pagani, giudei ed eretici
4.7 - Si confuta l'opinione di alcuni riguardo al peccato dei battezzati contro lo Spirito Santo
5.8 - Una questione tra le più difficili
5.9 - Non ogni bestemmia contro lo Spirito è imperdonabile
6.10 - È imperdonabile una bestemmia ben determinata
7.11 - Il passo di Gv 15,22
su un determinato peccato dei giudei
7.12 - Qui si parla dello Spirito Santo
8.13 - Consentono con Matteo su questo argomento gli altri sinottici
9.14 - Obiezione a proposito della frase di Marco
10.15 - La tentazione è di due specie
10.16 - La salvezza promessa a chi crederà e sarà battezzato
11.17 - Un modo di mangiare la carne di Cristo proprio dei buoni cristiani
12.18 - Affronta la soluzione della questione
12.19 - Il perdono dei peccati è dato per mezzo dello Spirito Santo
12.20 - Il peccato contro lo Spirito Santo è l'impenitenza
13.21 - Di nessuno si deve disperare in questa vita
13.22 - Si confuta una obiezione
13.23 - Perché viene perdonata ogni altra specie di bestemmia una volta perdonato il peccato contro lo Spirito Santo
14.24 - Perché la bestemmia contro il Figlio è perdonata più facilmente che quella contro lo Spirito Santo
15.25 - Il perdono dei peccati è azione di tutta la Trinità
16.26 - Il potere e le operazioni della Trinità sono indivisibili
16.27 - Unità delle Persone che concorrono ugualmente nelle operazioni ad extra
17.28 - I peccati non sono perdonati fuori della Chiesa
18.29 - Lo Spirito S. è lo Spirito del Padre e del Figlio
18.30 - Lo Spirito S. non è fuori della Chiesa
18.31 - I piccoli nella fede cristiana hanno lo Spirito S. pur senza comprendere le cose dello Spirito
19.32 - Non hanno lo Spirito S. i finti cattolici, gli eretici e gli scismatici
20.33 - Fuori della Chiesa non c'è perdono dei peccati
21.34 - Secondo Luca per bestemmia imperdonabile s'intende l'ostinazione nel peccato
21.35 - La stessa cosa è insegnata dagli altri due Evangelisti
22.36 - La bestemmia imperdonabile è opporsi ostinatamente all'unità della Chiesa
23.37 - Le riunioni dei cristiani al di fuori della Chiesa non hanno lo Spirito S. che rimette i peccati
23.38 - Conclusione
Una difficile questione ci è stata proposta dal passo del Vangelo letto or ora: per quanto ci riguarda noi non ci sentiamo all'altezza di risolverla, ma la nostra capacità viene da Dio ( 2 Cor 3,5 ) nella misura in cui siamo in grado di ricevere o di accogliere il suo aiuto.
Considerate anzitutto la difficoltà della questione, affinché quando comprenderete qual peso è posto sulle mie spalle, preghiate per le mie fatiche e, grazie all'aiuto che mi sarà concesso, troviate un insegnamento e un aumento di fede per il vostro spirito.
Al Signore era stato presentato un uomo cieco e muto posseduto dal demonio e lo aveva guarito, sicché quello si era messo a parlare e a vedere; le folle erano tutte piene di meraviglia e dicevano: Non è forse lui il figlio di Davide? ( Mt 12,22-23 )
Quando però i farisei sentirono ciò, dissero: È solo con l'aiuto di Beelzebub, il capo dei demoni, che costui scaccia i demoni.
Gesù però conosceva i loro pensieri e perciò disse loro: Ogni regno ch'è in discordia sarà distrutto e nessuna città o famiglia ch'è in discordia con se stessa potrà continuare a reggersi.
Ora, se Satana scaccia Satana, è in lotta contro se stesso: come potrà dunque continuare il suo regno? ( Mt 12,23-26 )
Dicendo così voleva far loro capire per loro stessa confessione d'aver essi scelto, a causa della loro incredulità, di essere nel regno del diavolo che, essendo in discordia contro se stesso, non avrebbe potuto certamente persistere.
I farisei scelgano dunque ciò che vorranno.
Se Satana non può scacciare Satana, non potevano trovare nulla da obiettare contro il Signore; ma se è possibile, si diano pensiero del proprio bene e si stacchino dal suo regno che, essendo in discordia contro se stesso, non può continuare a stare in piedi.
Ma perché non credano che sia il capo dei demoni ad aiutare Cristo Signore a scacciare i demoni, riflettano attentamente a ciò che segue: E se io - disse - scaccio i demoni in nome di Beelzebub, in nome di chi li scacciano i vostri figli?
Saranno perciò proprio loro i vostri giudici. ( Mt 12,27 )
Disse così riferendosi senza dubbio ai suoi discepoli, figli di quel popolo; quei discepoli del Signore Gesù Cristo erano certamente ben consapevoli di non aver imparato dal loro maestro nessuna delle male arti al fine di scacciare i demoni con l'aiuto del capo dei demoni.
Saranno perciò proprio loro - disse - i vostri giudici.
"Saranno essi - disse - proprio essi, individui ignobili e disprezzati dal mondo, ( 1 Cor 1,28 ) nei quali non appare la scaltra malizia, ma la santa semplicità del mio potere, saranno questi miei testimoni i vostri giudici".
Poi soggiunse: Ma se invece è per mezzo dello Spirito di Dio che io scaccio i demoni, allora vuol dire ch'è giunto tra voi il regno di Dio. ( Mt 12,28 )
Che significa ciò? "Se è - dice - per mezzo dello Spirito di Dio che io scaccio i demoni, non potrebbero scacciarli diversamente neanche i vostri figli, ai quali non ho dato un insegnamento perverso, ma la pura fede in Dio.
Senza dubbio è arrivato tra voi il regno di Dio, che abbatterà il regno del diavolo, insieme al quale sarete rovesciati anche voi, se non vi convertirete".
E poiché aveva detto: Col potere di chi li scacciano i vostri figli? per far vedere a proposito di essi la sua grazia e non il merito loro, soggiunse: Oppure come si può entrare nella casa di un uomo forte e portar via i suoi beni se prima non sarà legato quell'uomo forte?
Solo così potrà essere saccheggiata la sua casa. ( Mt 12,29 )
"I vostri figli - disse - che hanno già creduto in me o che ancora crederanno e scacceranno i demoni non con l'aiuto del capo dei demoni ma in virtù della genuina santità; essi certamente erano o sono quello che siete ancora voi, cioè peccatori ed empi, perciò inquilini della casa del diavolo e strumenti del diavolo.
Come avrebbero potuto essere strappati dalle sue grinfie coloro che esso teneva fortemente soggiogati al suo potere a causa dell'iniquità che li opprimeva, se il diavolo non fosse stato legato con le catene della mia giustizia e io non gli avessi strappato i suoi "vasi" ch'erano stati "vasi di collera", e non li avessi fatti i miei "vasi di misericordia"? ( Rm 9,22-23 )
È quello che anche il beato Apostolo dice ai superbi rimproverandoli di vantarsi di meriti come se fossero meriti personali: Chi infatti ti distingue? ( 1 Cor 4,7 ) e cioè: dalla massa di perdizione originata da Adamo e dai "vasi di collera", chi ti distingue?
E perché nessuno dicesse: "La mia giustizia", che cosa possiedi - dice - che tu non lo abbia ricevuto? ( Mt 12,27 )
Per questo motivo anche a proposito di se stesso dice: Anche noi un tempo eravamo oggetto d'ira per naturale disposizione come tutti gli altri. ( Ef 2,3 )
Anch'egli dunque era un "vaso " nella casa di colui che è forte a nostro danno, essendo persecutore della Chiesa, blasfemo, oltraggiatore e violento mentre era spinto dalla malizia e dal malanimo, come confessa egli stesso; ( 1 Tm 1,13; Tt 3,3 ) ma Colui, che aveva legato il forte, strappò a questo un "vaso" destinato alla rovina e ne fece un "vaso" scelto. ( At 9,15 )
Inoltre, perché gli increduli e gli empi, avversari della religione cristiana, non pensassero che anche il regno di Cristo fosse in lotta con se stesso a causa delle diverse eresie e scismi di coloro che ammantandosi del nome di cristiani radunano bande di scellerati, soggiunge subito di seguito: Chi non è con me, è contro di me; chi non raccoglie con me, disperde. ( Mt 12,30 )
Non dice: "Chi non si chiama col mio nome", oppure: "Chi non è cristiano in virtù del segno esterno del mio sacramento", ma: Chi non è con me è contro di me.
E non dice neppure: "Chi non raccoglie proclamando il mio nome", ma: Chi non raccoglie con me, disperde.
Il regno di Cristo non è dunque in lotta con se stesso anche se gli uomini tentano di dividere coloro che sono stati riscattati a prezzo del sangue di Cristo. ( 1 Cor 6,20; 1 Cor 7,23 )
Il Signore infatti conosce quelli che sono suoi.
E chi - dice - invoca il nome del Signore deve allontanarsi dal male. ( 2 Tm 2,19 )
Poiché se non s'allontanerà dal male non farà parte del regno di Cristo, anche se proclamerà d'essere cristiano.
Per citare dunque come esempio alcune specie di contrapposizioni, lo spirito d'avarizia e lo spirito di prodigalità sono in contrasto tra loro perché il primo tende ad accumulare, il secondo a sperperare; ma ambedue appartengono al regno del diavolo.
Presso gli idolatri sono discordi tra loro lo spirito di Giunone e lo spirito di Ercole, ma ambedue appartengono al regno del diavolo.
Sono in discordia tra loro il pagano nemico di Cristo, e il giudeo anch'egli nemico di Cristo; eppure l'uno e l'altro appartengono al regno del diavolo.
L'ariano e il fotiniano sono entrambi eretici, ma l'uno e l'altro sono discordi tra loro; il donatista e il massimianista sono entrambi eretici, ma tra loro discordi.
Tutti i vizi e gli errori dei mortali contrari tra loro sono in discordia gli uni contro gli altri, ma appartengono tutti al regno del diavolo.
Il suo regno quindi non starà in piedi.
Al contrario, il giusto e l'empio, il credente e l'incredulo, il cattolico e l'eretico sono certamente separati tra loro, è vero, ma non appartengono entrambi al regno di Cristo.
Il Signore conosce quelli che sono suoi. ( 2 Tm 2,19; Nm 16,5 )
Nessuno s'illuda a causa del nome.
Se vuole che gli giovi il nome del Signore, si allontani dall'iniquità colui che invoca il nome del Signore.
Dunque, anche se quelle parole del Vangelo presentavano qualche oscurità, che credo di avere spiegato con l'aiuto di Dio, non erano tuttavia tanto difficili, quanto appare essere il passo che segue.
Perciò io vi dico: qualsiasi peccato e bestemmia saranno perdonati agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata.
Se uno avrà detto una parola contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato, ma chi la dirà contro lo Spirito Santo non gli sarà perdonato né in questo secolo né in quello futuro. ( Mt 12,31-32 )
Che succederà dunque a coloro che la Chiesa brama di convertire?
Forse che a quelli che si correggono e vengono ad essa da qualunque errore, si promette una falsa speranza riguardo al perdono di tutti i peccati?
Chi infatti non potrà essere trovato colpevole d'aver detto una parola contro lo Spirito Santo prima di diventare cristiano o cattolico?
In primo luogo, quegli stessi che si chiamano pagani, cultori di molti falsi dèi e adoratori di idoli, poiché dicono che Cristo nostro Signore compiva i miracoli per mezzo di arti magiche, non sono forse simili a coloro che dicevano che scacciava i demoni con l'aiuto del capo dei demoni?
In secondo luogo, poiché ogni giorno bestemmiano i nostri mezzi di santificazione, di che cosa sparlano se non dello Spirito Santo?
Che cosa bestemmiano i giudei, i quali dissero sul conto del Signore ciò da cui è derivato questo discorso?
Non parlano forse fino ad ora contro lo Spirito Santo dicendo ch'egli non si trova nei cristiani, come i giudei di allora negavano ch'egli era in Cristo?
In effetti neppure quelli ingiuriavano lo Spirito Santo dicendo che non esisteva, o dicendo che esisteva di certo ma non era Dio, sebbene una creatura; o che non avesse alcun potere per scacciare i demoni.
Non dicevano cose così ignominiose, nulla di simile a proposito dello Spirito Santo.
I sadducei infatti negavano lo Spirito Santo; i farisei invece sostenevano la sua esistenza contro l'eresia dei sadducei, ( At 23,8 ) ma negavano che egli fosse nel Signore Gesù Cristo, poiché chiedevano che Cristo scacciasse i demoni per mezzo del capo dei demoni, mentre li scacciava in virtù dello Spirito Santo.
E perciò i giudei e gli eretici d'ogni specie ammettono lo Spirito Santo, ma negano che sia nel corpo di Cristo, ch'è l'unica sua Chiesa, cioè la sola cattolica.
Senza dubbio sono simili ai farisei i quali allora, anche se ammettevano l'esistenza dello Spirito Santo, negavano tuttavia ch'egli fosse nel Cristo poiché attribuivano al capo dei demoni le azioni compiute da lui nello scacciare i demoni.
Non parlo del fatto che alcuni eretici sostengono che lo stesso Spirito Santo non è affatto il creatore, bensì una creatura, come gli ariani, gli eunomiani e i macedoniani; altri eretici addirittura lo negano al punto da negare che lo stesso Dio sia la Trinità, affermando che esiste solo Dio Padre il quale talora è chiamato Figlio e tal'altra Spirito Santo; come i sabelliani, da alcuni chiamati "patripassiani", perché affermano che fu il Padre a soffrire, e poiché negano ch'esista alcun Figlio del Padre, senza dubbio negano ch'esista lo Spirito Santo; così pure i fotiniani, dicendo che solo il Padre è Dio e che il Figlio al contrario è solo un uomo, negano assolutamente che lo Spirito Santo sia la terza Persona.
3.6 - È quindi chiaro che lo Spirito Santo è bestemmiato dai pagani, dai giudei e dagli eretici.
Saranno dunque forse da abbandonare a se stessi e da ritenere privi di alcuna speranza a causa dell'asserzione irrevocabile: Chi avrà sparlato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura; ( Mt 12,32 ) e si dovrà forse credere che vengono assolti da questo enorme peccato soltanto coloro che sono cattolici fin dall'infanzia?
Di fatto tutti coloro che hanno creduto alla parola di Dio per diventare cattolici, sono venuti nella grazia e nella pace di Cristo o dal paganesimo o dal giudaismo o dall'eresia.
Se a costoro non è stato perdonato il peccato di aver parlato contro lo Spirito Santo, inutilmente si promette e si predica agli uomini di convertirsi a Dio e di ricevere il perdono dei peccati o mediante il battesimo o mediante l'assoluzione data dalla Chiesa.
In effetti non è detto: "Non sarà perdonato, se non mediante il battesimo", ma: Non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura.
Alcuni credono che peccano contro lo Spirito Santo solo coloro che, dopo essere stati purificati dal lavacro della rigenerazione nella Chiesa, e dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, come se fossero ingrati di sì prezioso dono del Salvatore, si sono immersi in qualche peccato mortale, come l'adulterio o l'omicidio o la stessa apostasia vuoi in ogni modo dalla religione cristiana vuoi dalla Chiesa cattolica.
Io però non so come si possa approvare una tale opinione, dal momento che nella Chiesa non solo non si rifiuta l'opportunità della penitenza di qualsivoglia specie di peccati, ma al fine di correggere gli stessi eretici l'Apostolo dice: Nella speranza che Dio conceda loro di convertirsi affinché riconoscano la verità e tornino in sé liberandosi dai lacci del diavolo, dal quale sono tenuti prigionieri perché facciano la sua volontà. ( 2 Tm 2,25-26 )
Orbene, quale può essere il frutto della correzione senza la speranza della remissione?
Infine, il Signore non dice: "Il fedele cattolico il quale dirà una bestemmia contro lo Spirito Santo ", ma: Chi sparlerà, cioè qualunque persona sparlerà, chiunque sparlerà, non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura. ( Mt 12,32 )
Sia dunque che quello sia pagano o giudeo, sia cristiano o eretico della religione giudaica o cristiana o qualunque altra sia la denominazione dell'errore, non è detto: "quello" o "quell'altro", ma: Chi dirà una parola contro lo Spirito Santo, cioè "bestemmierà lo Spirito Santo", non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura.
Al contrario, se ogni errore contrario alla verità e nemico dell'unità cattolica - come abbiamo mostrato più sopra dice una parola contro lo Spirito Santo, e ciononostante la Chiesa non cessa di correggere e raccogliere gli erranti d'ogni specie, affinché ricevano il perdono e lo stesso Spirito Santo da essi bestemmiato, io penso di aver mostrato la profonda oscurità della presente questione tanto difficile.
Domandiamo quindi al Signore luce per poterla spiegare.
Rivolgete dunque, fratelli, rivolgete le orecchie verso di me e sollevate verso il Signore le vostre anime.
Dico alla Carità vostra: nelle Sacre Scritture non c'è alcuna questione più impegnativa, e non se ne trova alcuna più difficile.
Ecco perché - per confessarvi un fatto mio personale - nei discorsi tenuti ai fedeli ho sempre evitato la difficoltà della presente questione e l'imbarazzo nel discuterla, e ciò non perché non avessi alcunché su di essa da meditare ( poiché su un soggetto tanto importante non avrei trascurato di chiedere, cercare e bussare ), ma perché non credevo di poter essere capace di spiegare con le parole, che mi si presentavano lì per lì, il senso che mi si affacciava all'intelligenza.
Oggi però, ascoltando i passi della Scrittura sui quali dovevo parlare a voi, mentre si leggeva il Vangelo, mi sono sentito talmente scosso nell'animo da credere che Dio volesse che voi ascoltaste per mio mezzo qualcosa su tale questione.
Innanzi tutto vi esorto a riflettere e capire che il Signore non disse: "Ogni bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata", né affermò: "Chi dirà qualunque parola contro lo Spirito Santo non sarà perdonato", ma: Chi dirà una parola.
Se infatti avesse detto in quel modo, non ci sarebbe rimasto niente su cui potremmo discutere; poiché, se qualsiasi bestemmia e qualsiasi parola detta contro lo Spirito Santo non fosse perdonata agli uomini, la Chiesa non potrebbe convertire da alcun genere d'empietà nessuno di coloro che parlano contro la grazia di Cristo e i mezzi con cui la Chiesa santifica, o convertire nessuno dei pagani, o dei giudei, o degli eretici di qualsiasi specie, o anche di alcuni ignoranti appartenenti alla stessa Chiesa cattolica.
Lontano da noi il pensiero che il Signore dicesse una simile cosa, lontano da noi - ripeto - il pensiero che la Verità affermasse che non è perdonata né in questa vita né in quella futura ogni bestemmia oppure ogni parola pronunciata contro lo Spirito Santo.
Con la difficoltà della questione il Signore ci ha voluto far meditare, non ingannarci con la falsità d'una affermazione.
Non si deve quindi credere necessariamente che ogni bestemmia e ogni parola detta contro lo Spirito Santo non abbia remissione, ma ci deve essere necessariamente senz'altro una determinata bestemmia o parola che, qualora venga detta contro lo Spirito Santo, non meriterà mai alcun perdono e remissione.
Poiché se intenderemo trattarsi d'ogni parola, chi mai potrà salvarsi?
Ma se d'altra parte crederemo che nessuna parola è imperdonabile, contraddiremo il Salvatore.
C'è senza dubbio una particolare bestemmia o parola che, se detta contro lo Spirito Santo, non sarà perdonata.
Quale poi sia questa parola il Signore ha voluto che fosse cercata da noi e per questo non la espresse esplicitamente.
Ha voluto - ripeto - che fosse ricercata, non che ci venisse negata.
Le Scritture infatti sono solite esprimersi in modo che, quando si fa un'affermazione senza determinare se viene fatta in senso generale o in senso particolare, non è necessario che possa intendersi in senso generale, in modo che non si possa intendere anche in senso particolare.
Questa frase dunque sarebbe stata espressa in senso generale, cioè per tutti i casi, se fosse stato detto: "Qualunque bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata"; oppure: "Chi dirà una parola qualsiasi contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura".
Sarebbe stata invece espressa in senso particolare, cioè per casi particolari, se fosse stato detto: "Una determinata bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata".
Orbene, la frase non è stata enunciata né in senso universale né in senso particolare ( infatti non è detto: "Qualunque bestemmia contro lo Spirito", o: "una determinata bestemmia" ma solo è detto in modo impreciso: La bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata, né è detto: "Chi dirà una parola quale che sia", o: "Chi dirà una determinata parola", ma in modo impreciso: Chi dirà una parola ), non si deve intendere necessariamente qualunque bestemmia o parola, ma il Signore ha voluto necessariamente farci intendere di certo una determinata bestemmia o una specifica parola, sebbene non abbia voluto manifestarla in modo chiaro, affinché chiedendo, cercando, bussando ( Mt 7,7-8; Lc 11,9-10 ) non tenessimo in poco conto qualche senso giusto che potremo ricevere.
Al fine di comprendere ciò più chiaramente, considerate quanto lo stesso Signore in persona dice a proposito dei giudei: Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro non avrebbero colpa. ( Gv 15,22 )
Con questa frase infatti non voleva farci intendere che i giudei sarebbero stati esenti completamente da ogni peccato, se egli non fosse venuto e non avesse parlato loro.
Poiché li aveva trovati pieni e carichi di peccati.
Per questo egli dice: Venite da me, voi tutti che siete affaticati e oppressi. ( Mt 11,28 )
Da che cosa oppressi se non dai fardelli dei peccati e trasgressioni della Legge mosaica?
Subentrò infatti la Legge in modo che si moltiplicarono i peccati. ( Rm 5,20 )
Poiché dunque egli anche in un altro passo dice: Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori, ( Mt 9,13 ) come mai, se non fosse venuto, non avrebbero avuto colpa, se non perché questa frase, enunciata in termini né generali né particolari, ma in modo indeterminato, non ci costringe a intenderla di qualsiasi peccato?
Senza dubbio però, se non intenderemo che si parla di un particolare peccato che i giudei non avrebbero avuto, se Cristo non fosse venuto e non avesse parlato loro, dovremmo dire che la frase è falsa; ma questo pensiero dobbiamo scacciarlo dalla mente.
Non disse dunque: "Se non fossi venuto e non avessi rivolto loro la mia parola, non avrebbero colpa alcuna", perché la Verità non dicesse una bugia.
Né d'altra parte disse precisamente: "Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non sarebbero colpevoli d'un particolare peccato", perché non venisse stimolato poco il pio desiderio di conoscere.
Senza dubbio in tutta la dovizia delle Sacre Scritture veniamo nutriti dalle verità chiare, veniamo stimolati da quelle oscure: con quelle viene scacciata la fame, con queste la nausea.
Poiché dunque non è detto: "non avrebbero alcun peccato", non dobbiamo turbarci se noi riconosciamo come peccatori i giudei, anche se il Signore non fosse venuto.
Tuttavia però, siccome è detto: Se non fossi venuto, non avrebbero colpa, ( Gv 15,22 ) essi necessariamente, a causa della venuta del Signore, si macchiarono, anche se non di un peccato qualunque, d'uno particolare che non avevano.
Questo peccato senza dubbio consiste nel fatto che non credettero nel Cristo che si trovava tra loro e parlava ad essi, e credendolo loro nemico perché diceva la verità, oltre a ciò lo uccisero.
Certamente non avrebbero avuto questa colpa tanto grave e orrenda se Cristo non fosse venuto e non avesse parlato loro.
Allo stesso modo quindi che in questo passo, quando sentiamo: Non avrebbero colpa ( Gv 15,22 ) intendiamo trattarsi non d'un peccato di qualunque specie ma di uno particolare; così nel passo letto oggi, quando sentiamo la frase: La bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata, dobbiamo intenderla nel senso non di una bestemmia qualsiasi, ma d'una particolare; così quando sentiamo: Chi dirà una parola contro lo Spirito Santo non sarà perdonato, dobbiamo intendere non una parola di qualsiasi specie, ma una parola particolare.
D'altra parte anche a proposito della frase: ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata, è necessario che la bestemmia la intendiamo non contro qualsiasi spirito, ma contro lo Spirito Santo.
Anche se ciò non fosse enunciato più chiaramente in altri passi, chi sarebbe tanto insensato da intenderla in un altro senso?
Conforme a questa norma di esprimersi deve intendersi anche la frase: Se uno non nascerà di nuovo mediante l'acqua e lo Spirito. ( Gv 3,5 )
Neppure qui si parla infatti dello "Spirito Santo", ma tuttavia s'intende in questo senso.
E poiché dice: mediante l'acqua e lo Spirito, nessuno è costretto a intendere che si tratti d'uno spirito qualsiasi.
Quando perciò si sente: ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata, ( Mt 12,31 ) allo stesso modo che non si deve intendere uno spirito qualsiasi, così non deve intendersi neppure una bestemmia contro uno spirito qualsiasi.
Orbene, mi accorgo che volete sentire - giacché non si tratta d'ogni specie di bestemmia - di quale specie è quella contro lo Spirito che non viene perdonata, e di che specie sia la parola - poiché non è una parola d'ogni sorta - quella che, detta contro lo Spirito Santo, non sarà perdonata né in questa vita né in quella futura.
D'altra parte anch'io vorrei dire ciò che aspettate molto ardentemente di ascoltare, ma sopportate che io indugi ancora un po' per esaminare più diligentemente finché riesca a esporre completamente, con l'aiuto del Signore, tutte le idee che mi si presentano alla mente.
Ora, anche gli altri due evangelisti Marco e Luca, parlando di questo argomento, non dicono "la bestemmia" o "la parola", per farci intendere che si tratta non di una bestemmia né di una parola di qualsiasi specie, ma d'una bestemmia e d'una parola speciale.
Che dicono dunque? In Marco sta scritto così: Io vi assicuro che potranno essere perdonati agli uomini tutti i peccati e le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato mai, poiché è reo di una colpa eterna. ( Mc 3,28-29 )
In Luca sta scritto così: Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo potrà essere perdonato.
Ma chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. ( Lc 12,10 )
A causa d'una qualche diversità di termini ci si allontana forse dalla verità della medesima frase?
Poiché qual altro è il motivo per cui gli Evangelisti non dicono le stesse cose allo stesso modo se non perché impariamo a mettere al di sopra delle parole le cose, non le parole al di sopra delle cose, e in chi parla a non cercare nell'altro che l'intenzione, per indicare la quale proferisce le parole?
Che differenza c'è rispetto al pensiero espresso se si dice: La bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata, oppure: Chi bestemmierà contro lo Spirito non sarà perdonato, ( Mc 3,29; Lc 12,10 ) se non forse che la medesima cosa viene espressa meglio in questo modo che in quell'altro, e un Evangelista non nega ma spiega l'altro?
Ma la bestemmia contro lo Spirito è un'espressione oscura perché non è detto esplicitamente contro quale spirito, poiché non qualunque spirito è lo Spirito Santo.
Parimenti può dirsi bestemmia dello spirito quando si bestemmia con lo spirito, come può chiamarsi "preghiera dello spirito" quando si prega con lo spirito, per cui l'Apostolo dice: Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con la mente. ( 1 Cor 14,15 )
Quando al contrario si dice: Chi bestemmierà contro lo Spirito Santo, quegli equivoci vengono eliminati.
Così pure la frase: Non sarà perdonato mai, ma sarà reo di un peccato eterno, ( Mc 3,29 ) che cos'altro vuol dire se non ciò che si legge in Matteo: Non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura? ( Lc 12,10 )
In realtà con parole diverse e con diverso modo d'esprimersi viene enunciata la stessa identica massima.
Così pure ciò che si legge in Matteo: Chi avrà parlato contro lo Spirito Santo, gli altri Evangelisti l'hanno detto più chiaramente e cioè: Chi bestemmierà contro lo Spirito Santo, affinché noi non intendessimo niente altro che la bestemmia.
Tutti nondimeno dicono la medesima cosa e nessuno di essi si è discostato dall'intenzione di chi parlava, per far comprendere la quale vengono dette, scritte, lette ed ascoltate le parole.
Ma qualcuno dirà: Ecco, ho inteso, ho capito che quando si dice: Una bestemmia, senza dire esplicitamente "di qualsiasi specie", oppure "una particolare", può intendersi "di qualsiasi specie", ma non necessariamente; se però non s'intende una "particolare", è falso ciò che si dice.
Così pure è del termine parola; se non si dice: "di qualsiasi specie", oppure "una speciale", non è necessario intenderla "di qualsiasi specie"; ma se non s'intenderà solo nel senso di "speciale", non potrà in alcun modo essere vero ciò che si dice.
Ma quando si legge: Chi avrà bestemmiato, ( Mc 3,29; Lc 12,10 ) in qual modo posso intenderlo nel senso di "una bestemmia particolare", dal momento che in questa frase non si legge la parola "bestemmia" o nel senso di "una parola particolare", dal momento che qui non si legge il termine "parola", ma sembra che in senso generico si dica: Chi avrà bestemmiato?
A questa obiezione rispondiamo così: Anche se a questo punto l'Evangelista avesse detto: "Chi avrà detto una bestemmia qualunque contro lo Spirito Santo", non ci sarebbe alcun motivo per credere che dovremmo cercare in questa proposizione una qualche particolare bestemmia, dal momento che dovremmo intenderla nel senso: "di qualsiasi specie"; ma non può intendersi nel senso "di qualsiasi specie" perché - qualora si convertano - non venga tolta la speranza del perdono ai pagani, ai giudei, agli eretici e a tutti i componenti del genere umano i quali con diversi errori e con le loro contestazioni bestemmiano contro lo Spirito Santo.
Per questo motivo resta dunque che a proposito di ciò che sta scritto: Chi bestemmierà contro lo Spirito Santo non sarà perdonato mai, ( Lc 12,10 ) si debba intendere: "Chi bestemmierà non in un modo qualunque, ma in modo che non possa essere perdonato giammai".
Facciamo un paragone. A proposito della frase: Dio non tenta nessuno, ( Gc 1,13 ) si deve intendere che Dio non tenta nessuno non già in un modo qualsiasi, ma in un modo particolare di tentazione, perché non sia falso ciò che sta scritto: Vi tenta il Signore Dio vostro, ( Dt 13,3 ) e anche al fine di evitare di asserire che Cristo non è Dio, o che è falso il Vangelo ove leggiamo ch'egli interrogava il proprio discepolo tentandolo, mentre egli sapeva quello che avrebbe fatto. ( Gv 6,6 )
In effetti c'è una tentazione che può far cadere in peccato, con la quale però Dio non tenta nessuno, ( Gc 1,13.15 ) e c'è una tentazione che mette alla prova la fede, e con questa anche Dio si degna di tentare.
Allo stesso modo quando sentiamo la frase: Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, ( Mc 3,29; Lc 12,6 ) non dobbiamo prenderla nel senso di qualsiasi specie di bestemmia, come neppure nella frase precedente dobbiamo intendere qualsiasi specie di tentazione.
E così pure, quando sentiamo: Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo, ( Mc 16,16 ) non intendiamo certamente chi crede alla maniera con cui anche i demoni credono ma tremano di paura, ( Gc 2,19 ) né intendiamo i battezzati appartenenti al numero in cui poté essere battezzato Simone il mago, ( At 8,9ss ) ma non poté essere salvo.
Dicendo dunque: Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo, ( Mc 16,16 ) [ Cristo ] non pensava ai credenti e ai battezzati d'ogni specie, ma solo ad alcuni, a quelli cioè stabiliti nella fede che, secondo la precisazione dell'Apostolo, agisce mediante la carità. ( Gal 5,6 )
Allo stesso modo quando disse: Chi bestemmierà contro lo Spirito Santo non sarà perdonato giammai, ( Mc 3,29 ) considerava non una colpa di qualsiasi specie, ma una colpa speciale di chi bestemmia contro lo Spirito Santo, colpa dalla quale chi vi sarà incorso non sarà assolto giammai con nessuna remissione.
Anche l'affermazione: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui, ( Gv 6,57 ) in che senso la dovremo intendere?
Potremmo forse intendere qui anche quelli dei quali l'Apostolo dice che mangiano e bevono la propria condanna, ( 1 Cor 11,29 ) sebbene mangino la stessa carne e bevano lo stesso sangue?
Forse che l'empio Giuda, che vendette e consegnò il Maestro, sebbene avesse mangiato con tutti gli altri discepoli il sacramento della carne e del sangue di Cristo, amministrato dalle sue mani per la prima volta, come ci fa conoscere più chiaramente l'evangelista Luca, rimase in Cristo e Cristo in lui? ( Lc 22,21 )
Allo stesso modo molti che mangiano quella carne e bevono quel sangue con cuore finto o che, dopo aver mangiato e bevuto diventano apostati, rimangono forse in Cristo e Cristo in loro?
C'è dunque certamente un modo di mangiare quella carne e bere quel sangue, modo per cui chi mangia e beve rimane in Cristo e Cristo in lui.
Non rimane dunque certamente in Cristo né Cristo in lui chiunque mangerà la carne e berrà il sangue di Cristo in qualunque modo, ma chi lo fa in un determinato modo, ch'egli naturalmente vedeva quando diceva queste cose.
Così quindi, anche riguardo all'affermazione: Chi bestemmierà contro lo Spirito Santo, non avrà giammai il perdono, ( Mc 3,29 ) non commette questo peccato imperdonabile chi bestemmierà in un modo qualsiasi, ma in un modo particolare.
Che indagassimo e comprendessimo questo particolare modo lo volle Colui che proferì questa vera e terribile sentenza.
Per quanto io penso, l'ordinata esposizione esige ormai che diciamo qual è questo modo, o meglio questa "smoderatezza" di bestemmiare, quale mai è questa bestemmia e qual è la parola contro lo Spirito Santo, ed esige di non differire ulteriormente la vostra aspettativa trattenuta così a lungo, ma solo per necessità.
Voi sapete bene, carissimi, che nell'invisibile e immortale Trinità, come è fermamente creduta e proclamata dalla vera fede e dalla Chiesa cattolica, Dio Padre non è Padre dello Spirito Santo, ma del Figlio; Dio Figlio non è Figlio dello Spirito Santo, ma del Padre; Dio Spirito Santo invece non è lo Spirito del solo Padre o del solo Figlio, ma del Padre e del Figlio; inoltre questa Trinità, pur salvando la proprietà specifica e la sostanza delle singole Persone, tuttavia, a causa della stessa indivisibile e inseparabile essenza o natura dell'eternità, della verità e della bontà, non risulta di tre dèi ma è un solo Dio.
Inoltre per questo motivo, per quanto ci viene concesso, nella misura della nostra capacità intellettiva, di vedere queste realtà come attraverso uno specchio e confusamente, ( 1 Cor 13,12 ) soprattutto a persone quali siamo ancora noi, nel Padre ci viene mostrata l'autorità, nel Figlio la nascita, nello Spirito Santo la comunione del Padre col Figlio, nelle tre Persone l'uguaglianza.
Orbene, per mezzo di ciò che è comune al Padre e al Figlio, hanno voluto che noi fossimo uniti tra noi e con loro, e mediante questo dono raccoglierci nell'unità mediante l'unico dono ch'essi hanno in comune, per mezzo cioè dello Spirito Santo, Dio e dono di Dio.
Per mezzo di lui infatti noi ci riconciliamo con Dio e ne godiamo.
Che cosa infatti ci gioverebbe tutto il bene che conoscessimo, se altresì non lo amassimo?
Per altro, come mediante la verità impariamo, così mediante la carità amiamo, affinché conosciamo anche più completamente e godiamo felici quanto abbiamo conosciuto.
Inoltre la carità di Dio è stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. ( Rm 5,5 )
E poiché, a causa dei peccati, eravamo tenuti lontani dal possedere i veri beni, la carità ha coperto la moltitudine dei peccati. ( 1 Pt 4,8 )
Il Padre è dunque origine verace per il Figlio verità, il Figlio è la verità nata dal Padre verace e lo Spirito Santo è la bontà diffusa dal Padre buono e dal Figlio buono; è comune a tutti l'uguale divinità e l'inseparabile unità.
Innanzi tutto dunque, affinché possiamo ricevere la vita eterna che ci verrà data alla fine, viene in noi dall'inizio della fede, per come dono derivante dalla bontà di Dio, il perdono dei peccati.
In effetti finché questi perdurano, perdura in certo qual modo la nostra inimicizia contro Dio e la separazione da lui, la quale deriva dalla nostra colpa, poiché non mentisce la Scrittura quando dice: Sono i vostri peccati a creare un abisso tra voi e Dio. ( Is 59,2 )
Dio quindi non c'infonde i suoi beni se non ci toglie i nostri peccati.
I beni inoltre crescono tanto più quanto più diminuiscono i peccati e quelli non saranno completi se questi non scompaiono.
Orbene, dal fatto che Cristo Signore rimette i peccati in virtù dello Spirito Santo, così come scaccia i demoni per mezzo dello Spirito Santo, si può capire che, dopo essere risorto dai morti, avendo detto ai suoi discepoli: Ricevete lo Spirito Santo, ( Gv 20,22 ) soggiunse immediatamente: A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non saranno perdonati. ( Gv 20,23 )
Anche la rigenerazione del battesimo, in cui avviene la remissione di tutti i peccati passati, si compie per opera dello Spirito Santo, secondo l'affermazione del Signore: Se uno non nascerà di nuovo mediante l'acqua e lo Spirito, non potrà entrare nel regno di Dio. ( Gv 3,5 )
Ma una cosa è nascere dallo Spirito, un'altra nutrirsi dello Spirito; così come una cosa è nascere dalla carne, il che avviene quando la madre partorisce, un'altra è nutrirsi della carne, il che avviene quando la madre allatta il bambino, che si rivolge al seno materno per bere con piacere da colei, dalla quale è nato, per vivere, per avere cioè l'alimento onde vivere da colei dalla quale ha avuto l'inizio della propria esistenza.
Pertanto la prima grazia che ricevono i credenti è quella della bontà di Dio consistente nella remissione dei peccati per virtù dello Spirito Santo.
Ecco perché in questo modo cominciò anche la predicazione di Giovanni Battista ch'era stato inviato come precursore del Signore.
Così infatti sta scritto: In quei giorni Giovanni il Battezzatore andò a predicare nel deserto della Giudea e diceva: Fate penitenza perché il regno dei cieli è vicino. ( Mt 3,1-2 )
In quel modo cominciò anche la predicazione dello stesso nostro Signore poiché nel Vangelo si legge così: Da quel momento Gesù cominciò a predicare e dire: Fate penitenza, perché è vicino il regno dei cieli ( Mt 4,17 ) Giovanni, inoltre, tra tutte le altre cose che diceva a coloro che andavano per essere battezzati da lui, affermava: Io vi battezzo soltanto con l'acqua per indurvi a far penitenza, ma chi verrà dopo di me è più potente di me, e io non sono degno neppure di portargli i sandali; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco. ( Mt 3,11 )
Anche il Signore disse: Giovanni battezzava con l'acqua, voi invece sarete battezzati con lo Spirito Santo, che riceverete fra non molti giorni, ( At 1,5 ) fino alla Pentecoste.
Ora, quanto a ciò che disse Giovanni: e col fuoco, ( Gv 3,5 ) sebbene possa intendersi anche nel senso di "sofferenza", che i credenti avrebbero sopportato per il nome di Cristo, tuttavia non è fuor di proposito credere che anche con il termine "fuoco" sia stato indicato il medesimo Spirito Santo.
Ecco perché anche nella sua discesa è detto: Essi videro delle lingue simili a lingue di fuoco, separate tra loro, che si posarono su ciascuno di essi. ( At 2,3 )
Per questo anche lo stesso Signore disse: Io sono venuto ad accendere il fuoco nel mondo. ( Lc 12,49 )
Per lo stesso motivo anche l'Apostolo dice: ferventi per l'opera dello Spirito, ( Rm 12,11 ) poiché la carità arde per mezzo dello Spirito.
È infatti riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. ( Rm 5,5 )
A questo ardore è contrario ciò che dice il Signore: La carità di molti si raffredderà. ( Mt 24,12 )
Ma la carità perfetta è un dono perfetto dello Spirito Santo.
Prima però viene il dono relativo al perdono dei peccati; per mezzo di questa grazia veniamo liberati dal potere delle tenebre, ( Col 1,13 ) e in virtù della nostra fede è cacciato fuori il capo di questo mondo, ( Gv 12,31 ) il quale agisce negli uomini privi di fede ( Ef 2,2 ) solo con l'unirli a sé e renderli schiavi del peccato.
Poiché per mezzo dello Spirito Santo, mediante il quale il popolo di Dio viene radunato in unità, viene scacciato lo spirito immondo ch'è diviso in se stesso.
Contro questo dono gratuito, contro questa grazia di Dio parla il cuore impenitente.
La stessa impenitenza è la bestemmia contro lo Spirito che non sarà perdonata né in questa vita né in quella futura.
Infatti contro lo Spirito Santo, in virtù del quale vengono battezzati coloro ai quali sono rimessi tutti i peccati, contro lo Spirito ricevuto dalla Chiesa e per cui a chi essa rimetterà i peccati saranno rimessi, contro lo Spirito dice una parola molto perversa e molto empia, sia col pensiero sia anche con la propria lingua, colui che, mentre la pazienza di Dio lo chiama alla penitenza, con l'ostinazione e con il cuore contrario al pentimento accumula su se stesso la collera per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere. ( Rm 2,4-6 )
Questa è l'impenitenza dunque ( così infatti possiamo chiamare bene o male con un solo vocabolo sia la bestemmia che la parola contro lo Spirito Santo, la quale non sarà perdonata giammai ), questa è l'impenitenza - ripeto - contro la quale gridava tanto l'araldo quanto il giudice: Fate penitenza poiché è vicino il regno dei cieli, ( Mt 3,2; Mt 4,17 ) nei confronti della quale il Signore aprì la bocca del suo annuncio evangelico e contro di essa preannunciò che doveva essere predicato il Vangelo in tutto il mondo, quando dopo la sua risurrezione dai morti disse ai suoi discepoli: Era necessario che il Cristo patisse ma risorgesse dai morti il terzo giorno e si predicasse la penitenza nel suo nome, e il perdono dei peccati a tutti i popoli cominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,46-47 )
Questa impenitenza non sarà assolutamente perdonata né in questa vita né in quella futura, perché il pentimento ottiene in questa vita il perdono che avrà valore nella vita futura.
Ma questa impenitenza, o coscienza refrattaria al pentimento, non può essere giudicata finché uno vive in questa carne.
Non si deve infatti disperare di nessuno finché la pazienza di Dio spinge alla penitenza; inoltre non strappa alcuno da questa vita Colui che non vuole la morte dell'empio ma piuttosto che ritorni a lui e viva. ( Ez 33,11 )
Uno oggi è pagano: come fai a sapere se domani non possa diventare cristiano?
Uno oggi è un giudeo infedele: e se domani credesse nel Cristo?
Uno oggi è eretico: e se domani seguisse la verità cattolica?
Uno oggi è scismatico: e se domani abbracciasse l'unità cattolica?
E se questi che sono biasimati a causa di qualunque specie d'errore, e sono condannati come gente del tutto disperata, prima di terminare questa vita si pentissero e ottenessero la vera vita?
Perciò, fratelli, anche a questo proposito ci sia d'ammonimento quello che dice l'Apostolo: Non giudicate nessuno prima del tempo. ( 1 Cor 4,5 )
Infatti questa bestemmia contro lo Spirito, che non potrà mai essere perdonata, bestemmia non di qualunque specie ma specifica ( e che abbiamo detto o scoperto oppure dimostrato, a mio modesto giudizio, come ostinazione persistente del cuore impenitente ), non la si può riconoscere - come abbiamo detto - in nessuno, finché rimane in questa vita.
Ciò non deve sembrare illogico, per questo motivo: quantunque uno persistendo fino alla fine di questa vita in un'ostinata impenitenza parli a lungo e molto contro questa grazia dello Spirito Santo, tuttavia il Vangelo una così lunga contestazione d'una coscienza refrattaria al pentimento la chiama un qualcosa per così dire corto, cioè una parola, dicendo: Chi dirà una parola contro il Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma chi dirà una parola contro lo Spirito Santo non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura. ( Mc 3,28-29 )
Infatti, quantunque sia lunga e intessuta di moltissime parole e prolungata, tuttavia la Scrittura suole chiamare una parola anche molte parole.
Ciascun profeta infatti, non ha detto una parola soltanto, e tuttavia così si legge: Parola rivolta a "questo o quel profeta".
L'Apostolo inoltre dice: I presbiteri meritano doppia ricompensa, specialmente quelli che faticano nell'annunciare la parola e nell'insegnamento. ( 1 Tm 5,17 )
Non dice "nelle parole", ma nella parola.
S. Giacomo poi dice: Mettete in pratica la parola di Dio e non siate di quelli che l'ascoltano soltanto. ( Gc 1,22 )
Anch'egli non dice: "delle parole", ma della parola, sebbene nella Chiesa vengano lette, dette e ascoltate frequentemente e in modo solenne tante parole delle Sacre Scritture.
Allo stesso modo quindi che per tutto il tempo, quanto lungo esso sia, ciascuno di noi avrà faticato nell'annunciare il Vangelo non viene chiamato predicatore "delle parole", ma "della parola", e per tutto il tempo che si vuole ciascuno di voi avrà udito con diligenza e assiduità la nostra predicazione si chiama zelantissimo nell'udire la parola, non "le parole"; così anche, secondo il modo in cui parlano le Scritture ed è conosciuto dall'uso corrente di parlare della Chiesa, chiunque nella propria vita, in cui porta questa carne, per quanto essa si prolunghi, qualsiasi parola avrà detto con la bocca o con il pensiero, spinto dalla coscienza refrattaria al pentimento, contro il perdono dei peccati che si concede nella Chiesa, parla contro lo Spirito Santo.
Non solo dunque una parola che sarà detta contro il Figlio dell'uomo, ma assolutamente qualsiasi peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; e ciò perché quando questo peccato non sarà quello di una coscienza refrattaria al pentimento contro lo Spirito Santo, in virtù del quale i peccati sono cancellati nella Chiesa, vengono perdonati tutti gli altri.
Ma in qual modo potrà essere perdonato questo peccato che impedisce anche il perdono degli altri?
Tutti i peccati dunque sono perdonati a coloro nei quali non esiste questo che non sarà mai perdonato.
In coloro invece i quali hanno questo peccato, poiché esso non sarà mai perdonato, non saranno perdonati neppure gli altri, poiché il perdono di tutti è impedito dal legame di questo.
Non è dunque vero che chiunque dirà una parola contro il Figlio dell'uomo sarà perdonato, chi invece dirà una parola contro lo Spirito Santo non sarà perdonato per il fatto che nella Trinità lo Spirito Santo è maggiore del Figlio, cosa che non ha detto mai neppure un eretico.
Un altro è il vero motivo: uno potrà anche opporsi alla verità e bestemmiare la verità, cioè Cristo, anche dopo ch'egli fu predicato tanto spesso agli uomini, dopo che si fece carne e abitò tra noi ( Gv 1,14 ) il Verbo, cioè il Figlio dell'uomo, ossia lo stesso Cristo; ma se costui non avrà detto quella parola, suggeritagli da una coscienza che non vuol indursi al pentimento contro lo Spirito Santo (del quale è detto: Chi non nascerà di nuovo dall'acqua e dallo Spirito ( Gv 3,5 ) e del quale è detto parimenti: Ricevete lo Spirito Santo; a chi perdonerete i peccati, saranno perdonati ( Gv 20,22-23 ) ), se cioè egli si pentirà, grazie a questo dono riceverà il perdono di tutti i peccati e nello stesso tempo anche di quello d'aver detto una parola contro il Figlio dell'uomo, perché al peccato d'ignoranza o di contumacia o di una bestemmia qualunque non aggiunse il peccato dell'impenitenza contro il dono di Dio e la grazia della rigenerazione o della riconciliazione, che avviene nella Chiesa in virtù dello Spirito Santo.
Non si deve quindi pensare neppure quello che pensano alcuni, che cioè una parola proferita contro il Figlio dell'uomo è perdonata, ma non viene perdonata quella proferita contro lo Spirito Santo per il fatto che a causa dell'incarnazione Cristo è divenuto Figlio dell'uomo, e rispetto a questa carne è certamente più grande lo Spirito Santo, il quale per propria natura è uguale al Padre e al Figlio secondo la propria divinità secondo la quale anche lo stesso Figlio unigenito è uguale al Padre e allo Spirito Santo.
Se infatti fosse stato questo il motivo di quella affermazione del Signore, senza dubbio egli non avrebbe parlato di nessun'altra bestemmia e sarebbe potuto sembrare che fosse perdonabile quella sola proferita contro il Figlio dell'uomo, quando è considerato esclusivamente come uomo.
Prima però il Signore aveva detto: Tutti i peccati e tutte le bestemmie potranno essere perdonate agli uomini ( Mt 12,31 ) ( e la stessa affermazione anche nell'altro evangelista si trova espressa così: Ai figli degli uomini potranno essere perdonati tutti i peccati e tutte le bestemmie che diranno ( Mc 3,28 ) ); ecco perché è inclusa senza dubbio in questa espressione generica anche la bestemmia detta contro il Padre, e tuttavia è definita imperdonabile solo quella che si proferisce contro lo Spirito Santo.
Prese forse anche il Padre la natura di servo, per cui era inferiore allo Spirito Santo? Non di certo.
Eppure dopo la menzione generale di tutti i peccati e d'ogni specie di bestemmia volle mettere in particolare risalto la bestemmia che si proferisce contro il Figlio dell'uomo; e ciò perché, anche se gli uomini si sono resi colpevoli di quel peccato menzionato quando disse: Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero colpa ( Gv 15,22 ) ( peccato che anche nel Vangelo di Giovanni dimostra che è un peccato grave nel passo ove parla dello Spirito Santo quando prometteva che lo avrebbe inviato: Egli confonderà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio; quanto al peccato, per non aver creduto in me ( Gv 16,8-9 ) ), tuttavia se non dirà parole contro lo Spirito Santo quell'ostinazione della coscienza assolutamente restia al pentimento, sarà perdonato anche ciò ch'è stato detto contro il Figlio dell'uomo.
A questo punto qualcuno potrebbe domandare se perdona i peccati solo lo Spirito Santo oppure anche il Padre e il Figlio.
Rispondiamo: anche il Padre e il Figlio.
Infatti lo stesso Figlio dice a proposito del Padre: Se voi perdonerete i peccati agli uomini, anche il Padre vi perdonerà i vostri peccati. ( Mt 6,14 )
Anche noi nella preghiera insegnataci dal Signore gli diciamo: Padre nostro che sei nei cieli, ( Mt 6,9 ) e tra tutte le altre grazie gli chiediamo anche questa dicendo: Rimetti a noi i nostri debiti. ( Mt 6,12 )
A proposito di se stesso dice: Perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati. ( Mt 9,6 )
"Se dunque - dirai - perdonano i peccati il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, perché mai si dice che l'impenitenza, che non sarà mai perdonata, riguarda solo la bestemmia contro lo Spirito, come se chi si sarà reso colpevole di questo peccato d'impenitenza, sembrasse ribellarsi alla grazia dello Spirito Santo per il fatto che in virtù del suo dono avviene il perdono dei peccati?".
A questo proposito domando anch'io se era Cristo a scacciare i demoni o anche il Padre e lo Spirito Santo.
Se infatti li scacciava solo Cristo, che significa quel ch'egli dice: Il Padre che abita in me è lui a compiere le opere? ( Gv 14,10 )
In effetti è detto proprio così: È lui a compiere le opere, ( Gv 14,10 ) come se non le compisse il Figlio ma il Padre che abitava nel Figlio.
Perché allora, in un altro passo dice: Mio Padre opera ininterrottamente e lo stesso faccio anch'io? ( Gv 5,17 )
E poco dopo: Quello che fa il Padre, lo fa ugualmente anche il Figlio? ( Gv 5,19 )
Quanto a ciò che dice in un altro passo: Se non avessi compiuto tra loro opere che non ha compiuto nessun altro, ( Gv 15,24 ) lo dice come se le compisse lui solo.
Se dunque queste cose sono affermate in modo che tuttavia le opere del Padre e del Figlio sono inseparabili, che cosa deve credersi a proposito dello Spirito Santo, se non che anch'egli opera ugualmente?
Infatti nello stesso passo, a proposito del quale è sorta la presente questione che stiamo discutendo, il Figlio, pur essendo lui a scacciare i demoni, tuttavia dice: Se io scaccio i demoni in virtù dello Spirito Santo, è giunto a voi il regno di Dio. ( Mt 12,28 )
A questo punto qualcuno forse dirà che lo Spirito Santo anziché compiere qualcosa di propria volontà è dato piuttosto dal Padre o dal Figlio e a questo fatto si riferirebbe l'asserzione: Io scaccio i demoni grazie allo Spirito Santo ( Mt 12,28 ) per il motivo che non farebbe ciò lo Spirito ma Cristo per opera dello Spirito.
In tal modo l'asserzione: Io scaccio i demoni nello Spirito dovrebbe intendersi come se l'espressione equivalesse a: "li scaccio per mezzo dello Spirito".
Perché le Scritture sono solite esprimersi così: Uccisero nella spada 101, ( Sal 78,64; Am 9,1; Ap 13,10 ) cioè "con la spada".
Incendiarono nel fuoco, ( Sal 74,7 ) cioè "col fuoco"; e così: Giosuè prese dei coltelli di selce nei quali circoncidere gl'Israeliti, ( Gs 5,2-3 ) cioè "con i quali circoncidere gl'Israeliti".
Orbene, coloro che per questo motivo sottraggono allo Spirito Santo il suo potere personale, devono considerare l'asserzione fatta dal Signore: Lo Spirito soffia dove vuole. ( Gv 3,8 )
Al contrario, riguardo all'affermazione dell'Apostolo: Ma tutte queste opere le compie il medesimo e identico Spirito, ( 1 Cor 12,11 ) bisogna guardarsi bene dal pensare che quelle stesse opere non le compiono il Padre e il Figlio, dal momento che tra quelle opere cita anche il dono delle guarigioni e il potere di fare prodigi, ( 1 Cor 12,9-10 ) tra i quali c'è senza dubbio anche quello di scacciare i demoni.
Ma poiché soggiunge e dice: Distribuendo a ciascuno come vuole, ( 1 Cor 12,11 ) non rende forse palese anche il potere dello Spirito Santo, ma assolutamente inseparabile da quello del Padre e del Figlio?
Or dunque tali espressioni si dicono in modo tuttavia da intenderle nel senso che le operazioni della Trinità sono inseparabili, in modo cioè che, quando si parla d'una azione del Padre, si deve intendere ch'egli non agisce senza il Figlio e lo Spirito Santo, e quando si parla di un'azione del Figlio, non si deve intendere ch'egli agisce senza il Padre e lo Spirito Santo, e quando si parla dell'opera dello Spirito Santo, questa non è senza quella del Padre e del Figlio.
È ben noto a quanti professano la retta fede, oppure anche a quanti la comprendono nella misura in cui ne sono capaci, che anche l'asserzione della Scrittura riguardo al Padre, quando afferma: Egli compie le opere, ( Gv 14,10 ) è fatta perché anche l'origine delle opere deriva da Colui dal quale proviene l'esistenza delle Persone che agiscono insieme con lui: il Figlio infatti è nato da lui e lo Spirito Santo procede primariamente da Colui dal quale è nato il Figlio e col quale gli è comune il medesimo Spirito.
È noto inoltre che l'asserzione del Signore: Se in mezzo a loro non avessi compiuto opere che nessun altro ha fatto, ( Gv 15,24 ) non è riferita al Padre o allo Spirito come se non abbiano operato insieme con lui nel compierle, ma agli uomini dai quali si legge che sono stati compiuti molti miracoli, eppure da nessuno ne sono stati compiuti uguali a quelli compiuti dal Figlio; e l'affermazione dell'Apostolo relativa allo Spirito Santo: Tutti questi doni vengono dall'unico e medesimo Spirito, ( 1 Cor 12,11 ) non è stata fatta nel senso che non operino con lui il Padre e il Figlio, ma nel senso che a compiere queste opere non sono molti ma un solo Spirito e nelle sue diverse azioni non è diviso da se stesso.
Tuttavia non senza un motivo, ma a ragione e con verità si dice che non fu il Figlio o lo Spirito Santo ma fu il Padre che affermò: Tu sei il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. ( Lc 3,22; Mt 3,16; Mc 1,11 )
Tuttavia questo avvenimento portentoso di parole risonanti dal cielo, sebbene si riferisca soltanto al Padre, non neghiamo che l'hanno compiuto insieme a lui il Figlio e lo Spirito Santo.
E poiché allora il Figlio divenuto uomo viveva con gli uomini sulla terra, non per questo non era anche nel seno del Padre come il Verbo unigenito quando dalla nube si fece sentire quella voce; ma non si può credere saggiamente e spiritualmente che Dio Padre abbia formato le sue parole risonanti e passeggere escludendo la cooperazione della propria Sapienza e del proprio Spirito.
Allo stesso modo, sebbene affermiamo giustamente che non fu il Padre né lo Spirito Santo a camminare sul mare, ma il Figlio, ( Mt 14,25; Mc 6,48 ) al quale solo apparteneva quella carne e la pianta dei piedi poggiati sulle onde, chi tuttavia negherebbe che a quell'azione tanto prodigiosa cooperarono il Padre e lo Spirito Santo?
Così pure affermiamo con tutta verità che il solo Figlio prese la stessa carne, non il Padre o lo Spirito Santo, e tuttavia non pensa secondo la retta fede chi nega che per questa incarnazione propria del solo Figlio abbia cooperato il Padre o lo Spirito Santo.
Diciamo parimenti che né il Padre né il Figlio, ma solamente lo Spirito Santo apparve non solo sotto le apparenze d'una colomba, ma anche sotto forma di lingue simili a lingue di fuoco, e a coloro sui quali era disceso concesse di proclamare i prodigi di Dio per mezzo di molte e varie lingue; ma tuttavia da questo miracolo riferito al solo Spirito Santo non possiamo separare l'azione congiunta del Padre e del Verbo unigenito. ( Mt 3,16; Mc 1,10; Lc 3,22; Gv 1,32; At 2,3-4.11 )
Così anche le opere delle singole Persone nella Trinità le compie la Trinità, con la cooperazione cioè delle altre due all'opera di ciascuna di loro, perché s'incontra nelle tre Persone la concordia dell'agire, non perché manchi in una di esse l'energia capace di compiere l'azione.
Stando così le cose, ecco perché il Signore Gesù scaccia i demoni con l'aiuto dello Spirito Santo.
Non che non potesse compiere quell'azione da solo, e prendesse quell'aiuto come se non fosse bastante a quell'opera, ma era conveniente scacciare lo spirito diviso in se stesso con lo Spirito che il Padre e il Figlio hanno in comune senz'essere divisi tra loro.
Così era necessario che i peccati, poiché non vengono rimessi fuori della Chiesa, fossero perdonati in virtù dello Spirito, dal quale la Chiesa è adunata in una sola unità.
Se quindi uno si pente dei propri peccati fuori della Chiesa e ha una coscienza renitente a pentirsi del peccato così grave d'essere estraneo alla Chiesa di Dio, che gli giova quel pentimento, dal momento che sparla contro lo Spirito Santo a causa di questo solo peccato per il quale è fuori della Chiesa?
La Chiesa ha ricevuto questo dono, che in essa nello Spirito Santo avvenga la remissione dei peccati.
Questa remissione è opera della Trinità, e tuttavia s'intende che appartiene propriamente allo Spirito Santo.
Egli infatti è lo Spirito d'adozione, per mezzo del quale noi gridiamo: Abba cioè Padre, ( Rm 8,15 ) affinché possiamo dirgli: Rimetti a noi i nostri debiti. ( Mt 6,12 )
Inoltre, come dice l'apostolo Giovanni, noi conosciamo che Cristo rimane presente in noi per questo fatto: per lo Spirito ch'egli ci ha dato. ( 1 Gv 3,24 )
Lo stesso Spirito attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. ( Rm 8,16 )
A lui infatti spetta l'azione d'unire insieme, in virtù della quale diventiamo l'unico corpo dell'unico Figlio di Dio.
Ecco perché sta scritto: Se dunque c'è un'esortazione proveniente da Cristo, un conforto derivante dalla carità, una comunione formata dallo Spirito. ( Fil 2,1 )
In virtù di questa comunione coloro, sui quali lo Spirito scese per la prima volta, parlarono nella lingua di tutti i popoli. ( At 2,4 )
E ciò perché la convivenza civile del genere umano si cementa per mezzo delle lingue e così era necessario che questa comunione, che era sul punto di realizzarsi tra i figli di Dio e i membri del Cristo in seno a tutti i popoli fosse simboleggiata mediante le lingue di tutti i popoli.
Ciò avvenne perché, allo stesso modo che allora era evidente che aveva ricevuto lo Spirito Santo chi parlava le lingue di tutti i popoli, così adesso riconosca di aver ricevuto lo Spirito Santo chi rimane unito strettamente alla pace della Chiesa diffusa tra tutti i popoli.
Per questo l'Apostolo dice: Cercate di conservare, per mezzo della pace che vi unisce, l'unità che viene dallo Spirito. ( Ef 4,3 )
Che poi lo Spirito Santo sia lo Spirito del Padre lo afferma lo stesso Figlio: Proviene dal Padre, ( Gv 15,26 ) e in un altro passo: Non sarete voi a parlare, ma sarà lo Spirito del Padre vostro che parlerà in voi. ( Mt 10,20 )
Ma che egli sia anche lo Spirito del Figlio lo afferma l'Apostolo: Dio ha inviato nei nostri cuori lo Spirito del Figlio suo, che grida: Abba, cioè Padre; ( Gal 4,6 ) cioè: "che ci fa gridare", poiché siamo sì noi che gridiamo ma per mezzo di lui, cioè mediante la carità riversata da lui nei nostri cuori, senza la quale inutilmente grida chiunque grida.
Ecco perché afferma ugualmente: Se però uno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. ( Rm 8,9 )
A chi dunque nella Trinità appartiene in senso proprio la comunione di questa società, se non allo Spirito ch'è comune al Padre e al Figlio?
Che coloro, i quali sono separati dalla Chiesa, non posseggono lo Spirito Santo, lo dichiara con tutta evidenza l'apostolo Giuda dicendo: Coloro che seminano discordie, vivendo secondo gli istinti, sono privi dello Spirito. ( Gd 19 )
Per questo motivo anche quelli che nella stessa Chiesa macchinavano degli scismi a causa di nomi di uomini quantunque appartenenti alla sua unità, l'apostolo Paolo li rimprovera, dicendo tra l'altro: Ma l'uomo carnale non comprende le cose dello Spirito di Dio; per lui sono stoltezze e non è capace d'intenderle poiché devono essere giudicate in modo spirituale. ( 1 Cor 2,14 )
Mostra perché dice: Non comprende, cioè: "non capisce la parola della scienza".
Questi tali che si trovano nella Chiesa li chiama piccoli, non ancora spirituali, ma ancora carnali e da nutrirsi di latte e non di cibo solido: Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, come a bambini nella fede in Cristo, perché non avreste potuto sostenerlo e non lo potete nemmeno ora. ( 1 Cor 3,1-2 )
Quando si dice: Ancora no, o: Non ancora, certamente non si perde la speranza se ci si sforza di arrivare al punto dove ci sia una buona volta ciò che non c'è ancora.
Ancora - dice - siete carnali. ( 1 Cor 3,2 )
E mostrando per qual motivo sono carnali: Essendoci infatti tra voi - dice - gelosia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate forse in modo del tutto umano?. ( 1 Cor 3,3 )
E spiegando più chiaramente la medesima affermazione: Poiché uno dice: Io per me sono di Paolo, e un altro ribatte: Io sono d'Apollo, non siete forse uomini?
Ma che cosa è mai Apollo? che cosa Paolo? Sono semplici servi, per mezzo dei quali avete abbracciato la fede. ( 1 Cor 3,5 )
Questi due dunque, cioè Paolo e Apollo, erano concordi mediante l'unità dello Spirito e il vincolo della pace, ( Ef 4,3 ) eppure, poiché quei tali avevano cominciato a separarli tra loro e a gonfiarsi in favore dell'uno contro l'altro, ( 1 Cor 4,6 ) sono chiamati individui carnali e guidati solo dall'istinto, ( 1 Cor 3,3 ) incapaci di comprendere le cose che sono dello Spirito di Dio. ( 1 Cor 2,14 )
Essi tuttavia non erano separati dalla Chiesa e perciò sono chiamati bambini relativamente alla fede in Cristo; mentre Paolo desiderava senza dubbio che fossero angeli o dèi ( 1 Cor 3,1 ) e li rimproverava d'essere solo uomini, cioè a causa dei litigi essi ragionavano non come Dio ma come uomini. ( Mt 16,23; Mc 8,33 )
A proposito invece di coloro che sono separati dalla Chiesa, non è detto: "che non comprendono le cose che sono dello Spirito", altrimenti si poteva pensare alla percezione conoscitiva, ma è detto: che non hanno lo Spirito. ( Gd 19 )
Da ciò però non segue necessariamente per logica conseguenza che chi lo ha, comprenda ciò che ha per il fatto che lo conosce.
Hanno dunque questo Spirito i piccoli nella fede di Cristo ( 1 Cor 3,1 ) che vivono nella Chiesa, ancora dominati dagl'istinti carnali ( 1 Cor 3,3 ) e che non sono capaci di percepire, cioè di comprendere e sapere, ciò che hanno. ( 1 Cor 2,14 )
Come infatti sarebbero piccoli nella fede in Cristo se non perché rigenerati per opera dello Spirito Santo? ( 1 Cor 3,1; Gv 3,5 )
Ma non deve sembrare strano se uno ha qualcosa e ignora ció che ha.
Per non parlare della divinità e unità dell'onnipotente e immutabile Trinità, chi facilmente potrebbe comprendere con cognizione scientifica che cosa è l'anima?
E chi non ha l'anima? Infine, sebbene sappiamo senza alcun dubbio che i piccoli nella fede in Cristo, ( 1 Cor 3,1 ) pur senza comprendere le cose che sono dello Spirito di Dio, ( 1 Cor 2,14 ) hanno tuttavia lo Spirito di Dio, consideriamo come poco dopo, rimproverando quegli stessi cristiani, dica: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio dimora in voi?. ( 1 Cor 3,16 )
Una simile cosa non l'avrebbe detta ai separati dalla Chiesa dei quali è detto che non hanno lo Spirito Santo. ( Gd 19 )
Ma non si può dire nemmeno che è nella Chiesa e appartiene alla comunione dello Spirito chi si mescola alle pecore di Cristo solo fisicamente e ipocritamente.
Poiché lo Spirito Santo, maestro della dottrina, ha in odio l'ipocrita. ( Sap 1,5 )
Per questo motivo tutti quelli che vengono battezzati nelle riunioni o meglio nelle disunioni scismatiche o eretiche, sebbene non siano stati rigenerati dallo Spirito, ( Gv 3,5 ) sono simili, per così dire, ad Ismaele che nacque da Abramo secondo le leggi della carne, non ad Isacco che nacque secondo lo Spirito perché in virtù della promessa. ( Gal 4,22ss )
Quando tuttavia vengono alla Chiesa cattolica e si uniscono alla comunione dello Spirito, che certamente non avevano fuori della Chiesa, non si ripete per essi il battesimo poiché non mancò nemmeno a quelli viventi fuori della Chiesa questo rito del sacramento della fede ma si aggiunge ad essi l'unità dello Spirito nel vincolo della pace, ( Ef 4,3 ) che non può essere concessa se non nell'interno della Chiesa.
Simili a questi erano infatti, prima d'essere cattolici, coloro a proposito dei quali l'Apostolo dice: Che hanno l'apparenza esterna della fede ma ne hanno rifiutato l'intima forza. ( 2 Tm 3,5 )
Così per esempio un tralcio, anche se staccato dalla vite, può essere visibile nella sua forma esterna, ma la sua vita invisibile non può aver radici se non attraverso la vite.
Per questa ragione i riti sensibili dei sacramenti, che hanno e celebrano anche quanti sono separati dall'unità del corpo di Cristo possono, sì, mostrare l'aspetto esteriore della fede; ma l'intima forza invisibile e spirituale della fede in tal modo non può essere in essi, allo stesso modo che un membro umano rimane privo della sensazione quando viene tagliato via dal corpo.
Stando così le cose, poiché il perdono dei peccati viene concesso unicamente in virtù dello Spirito Santo, può essere concesso unicamente nella Chiesa che ha lo Spirito Santo.
Ora con il perdono dei peccati avviene che il principe del peccato, spirito che è in discordia con se stesso, non regni in noi, affinché, strappati dal potere dello spirito immondo, diventiamo poi tempio dello Spirito Santo e accogliamo come stabile ospite lui, dal quale veniamo purificati ricevendo il perdono dei peccati, perché ci faccia realizzare, aumentare e completare la nostra santità.
Infatti anche nella sua prima venuta, quando coloro che lo avevano ricevuto parlavano nella lingua di tutti i popoli ( At 2,11-12 ) e l'apostolo Pietro rivolse la parola ai presenti rimasti stupiti, questi si sentirono come trafitti nel cuore e chiesero a Pietro e agli altri apostoli: Che cosa, dunque, fratelli, dobbiamo fare? Mostratecelo. ( At 2,37 )
Pietro allora rispose: Fate penitenza e ciascuno si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo per ricevere il perdono dei vostri peccati e il dono dello Spirito Santo. ( At 2,37-38 )
Certamente nella Chiesa si è avverata l'una e l'altra cosa, cioè il perdono dei peccati e il fatto d'aver ricevuto questo dono, nel quale era lo Spirito Santo.
Ma ciò si realizzò nel nome di Gesù Cristo, poiché quando promise il medesimo Spirito Santo, disse: Che il Padre invierà nel mio nome. ( Gv 14,26 )
Lo Spirito Santo in effetti non abita in nessuno senza il Padre e il Figlio, come nemmeno il Figlio senza il Padre e lo Spirito Santo, né il Padre senza di essi.
Poiché è inseparabile l'abitare delle Persone, delle quali è inseparabile l'operare, ma esse per lo più si mostrano ciascuna singolarmente, non nella propria natura, ma per mezzo di una creatura che le rappresenta; così avviene delle sillabe: vengono pronunciate con la voce mentre occupano i propri spazi di tempo senza tuttavia essere separate tra loro stesse da alcun intervallo o da brevissimi spazi di tempo.
Esse in realtà non possono mai pronunciarsi contemporaneamente, pur potendo essere solo sempre insieme.
Come dunque abbiamo già detto non una volta sola, il perdono dei peccati, con cui viene abbattuto e tolto di mezzo il regno dello spirito diviso in se stesso, e la comunione dell'unità della Chiesa di Dio, fuori della quale non si dà lo stesso perdono dei peccati, sono, per così dire, opere proprie dello Spirito Santo con il quale operano insieme il Padre e il Figlio, poiché in certo qual modo lo stesso Spirito Santo è il legame che unisce il Padre e il Figlio.
Il Padre infatti non può essere considerato Padre comune dal Figlio e dallo Spirito Santo, poiché non è il Padre di tutti e due; il Figlio non può essere considerato Figlio comune dal Padre e dallo Spirito Santo, perché non è Figlio di tutti e due; lo Spirito Santo invece è considerato Spirito comune dal Padre e dal Figlio, poiché è l'unico Spirito di entrambi.
Chiunque perciò sarà colpevole dell'impenitenza contro lo Spirito, grazie al quale si forma l'unità e la società di comunione della Chiesa, non sarà mai perdonato, poiché esclude da se stesso il mezzo con cui viene perdonato, e giustamente verrà condannato insieme con lo spirito che è in discordia con se stesso, in discordia anch'esso contro lo Spirito Santo che in se stesso non è in discordia.
C'insegnano questa verità anche gli stessi testi del Vangelo se li scruteremo più attentamente.
Orbene, è vero che nel Vangelo di Luca il Signore, nel passo ove risponde a coloro i quali avevano affermato ch'egli scacciava i demoni con l'aiuto del capo dei demoni, non dice che non sarà perdonato chi bestemmierà contro lo Spirito Santo. ( Lc 12,10 )
Da ciò appare che quella frase non fu detta una sola volta, ma anche in questo caso non si deve trascurare di ricercare in quale occasione essa fu detta.
In effetti parlava a proposito di coloro che lo avrebbero confessato o lo avrebbero negato davanti agli uomini, quando disse: Io poi vi dico: Chiunque mi confesserà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo confesserà davanti agli angeli di Dio.
Ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti agli angeli di Dio. ( Lc 12,8-9 )
E perché a causa di questa affermazione non si perdesse la speranza che si salvasse Pietro, che lo aveva negato tre volte davanti agli uomini, soggiunse immediatamente: Chi parlerà contro il Figlio dell'uomo sarà perdonato, ma chi dirà una bestemmia contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, ( Lc 12,10 ) cioè la bestemmia della coscienza refrattaria a pentirsi, con la quale si oppone al perdono dei peccati concesso nella Chiesa in virtù dello Spirito Santo.
Di questa bestemmia non si macchiò Pietro, che si pentì subito quando pianse amaramente ( Mt 26,75; Lc 22,62 ) e così vinse lo spirito ch'è in discordia in se stesso e che aveva chiesto di vagliarlo con una forte tentazione, lo spirito contro il quale il Signore aveva pregato per Pietro affinché non venisse meno la sua fede. ( Lc 22,32 )
Egli poi ricevette anche lo stesso Spirito Santo al quale non s'era ribellato, perché non solo gli fosse perdonato il peccato, ma per suo mezzo fosse annunciato e concesso il perdono dei peccati.
Riguardo poi a quanto narrano gli altri due evangelisti, il motivo per cui riferiscono questa affermazione relativa alla bestemmia contro lo Spirito deriva dalla menzione dello spirito immondo, che è in discordia con se stesso.
Del Signore era stato affermato che scacciava i demoni con l'aiuto del capo dei demoni; il Signore allora disse ch'egli scacciava i demoni in virtù dello Spirito Santo, perché lo Spirito che non è in discordia con se stesso vinca e scacci lo spirito ch'è in discordia con se stesso, ma resti nella sua perdizione chi, a causa dell'ostinazione nel non pentirsi, rifiuta di passare nella pace dello Spirito che non è diviso in se stesso.
Ecco ciò che narra Marco: Io vi assicuro che potranno essere perdonati agli uomini tutti i peccati che commetteranno e tutte le bugie che diranno; ma chi bestemmierà contro lo Spirito Santo non potrà essere mai perdonato, ma sarà colpevole d'un peccato mai perdonabile. ( Mc 3,28-29 )
Dopo aver riferito queste parole del Signore soggiunse il proprio commento dicendo: Perché dicevano: Possiede uno spirito immondo, ( Mc 3,30 ) per mostrare che il motivo per cui aveva fatto quell'asserzione era perché dicevano ch'egli scacciava i demoni con l'aiuto di Beelzebub, capo dei demoni.
Non che quella fosse una bestemmia imperdonabile, dato che anche questa può essere perdonata se sarà accompagnata da sincero pentimento; ma perché il motivo per cui il Signore proferì quella frase era sorto - come ho detto - dalla menzione da lui fatta dello spirito immondo, che il Signore dimostrò essere in discordia con se stesso, per esaltare lo Spirito Santo, che non solo non è in discordia con se stesso, ma rende anche concordi quelli ch'egli riunisce, perdonando i peccati che sono in contrasto tra loro, purificandoli e abitando in essi, perché si avveri ciò che sta scritto negli Atti degli Apostoli: La comunità dei credenti viveva concorde e unanime. ( At 4,32 )
A questo dono del perdono dei peccati si oppone solo chi ha una coscienza ostinata nel rifiutare di pentirsi.
In effetti anche in un altro passo i giudei dissero che il Signore aveva il demonio, ( Gv 7,20; Gv 8,48 ) ma anche in quell'occasione il Signore non parlò di bestemmia contro lo Spirito Santo; poiché non gli rinfacciarono d'avere lo spirito immondo in modo che potesse dalla loro bocca dimostrarsi essere discorde in se stesso come Beelzebub, in virtù del quale dicevano ch'egli scacciasse i demoni.
In questo passo del Vangelo di Matteo il Signore spiegò molto più chiaramente che cosa voleva intendere, cioè che bestemmia contro lo Spirito Santo chi si oppone con cuore impenitente all'unità della Chiesa nella quale si attua il perdono dei peccati in virtù dello Spirito Santo.
In effetti non hanno lo Spirito - come abbiamo già detto - coloro i quali pur avendo e amministrando anche i sacramenti di Cristo, sono separati dalla sua comunità.
Mi spiego: prima aveva detto che Satana è in discordia con se stesso e ch'egli scacciava i demoni con il potere dello Spirito Santo, precisamente mediante lo Spirito che non è discorde contro se stesso, come invece lo è quell'altro; di poi, perché nessuno pensasse che anche il regno di Cristo fosse diviso contro se stesso a causa di quanti coprendosi col nome di Cristo radunano le loro chiesuole fuori del suo ovile, immediatamente soggiunse: Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde; ( Mt 12,30 ) questo per dimostrare che non appartengono a lui coloro che, radunando cristiani fuori della Chiesa, non vogliono radunare ma disperdere.
Quindi soggiunse: Perciò vi dico: Ogni peccato e ogni bestemmia potranno essere perdonati, ma la bestemmia contro lo Spirito non potrà essere perdonata. ( Mt 12,31 )
Che significa ciò? Forse che soltanto la bestemmia contro lo Spirito Santo non potrà essere perdonata per il fatto che se uno non è con Cristo è contro di lui e se non raduna con lui disperde?
Proprio per questo motivo. In effetti chi non raduna con lui, quale che sia il modo in cui raduna col pretesto del suo nome, non ha lo Spirito Santo.
Questo Spirito ci spinge senz'altro a comprendere che la remissione d'ogni peccato e d'ogni bestemmia non può avvenire se non nella riunione dei fedeli di Cristo che non disperde.
Essa infatti è adunata per mezzo dello Spirito Santo, il quale non è diviso contro se stesso come invece lo è lo spirito immondo.
Per questo motivo tutte le altre riunioni o meglio dispersioni di fedeli, le quali si proclamano chiese di Cristo, mentre sono tra loro divise e contrarie e nemiche dell'assemblea dell'unità che è la sua vera Chiesa, pur avendo l'apparenza d'avere il nome di lui, non per questo appartengono alla comunità dei suoi fedeli.
Vi apparterrebbero invece se lo Spirito Santo, per mezzo del quale viene riunita questa Chiesa, fosse discorde contro se stesso.
Ma siccome non è così - chi infatti non è con Cristo è contro di lui, e chi non raduna con lui disperde -, ogni peccato e ogni bestemmia viene perdonata in questa comunione radunata da Cristo per mezzo dello Spirito Santo che non è in discordia con se stesso; la bestemmia invece contro lo stesso Spirito per cui, a causa d'una coscienza ostinata nel rifiuto di pentirsi, uno si oppone a un dono così prezioso di Dio sino alla fine della vita terrena, non potrà essere perdonata.
In effetti può avvenire che uno sia tanto contrario alla verità da opporsi a Dio che parla non già per mezzo dei Profeti ma per bocca dell'unico suo Figlio - dal momento ch'egli volle fosse Figlio dell'uomo al fine di parlare a noi per mezzo di lui - ciononostante egli potrà essere perdonato qualora si penta e si rivolga alla misericordia di Dio; questi, non volendo la morte dell'empio quanto piuttosto che si converta e viva, ( Ez 33,11 ) ha dato alla sua Chiesa lo Spirito Santo perché a chiunque per mezzo di esso perdonasse i peccati, gli fossero perdonati.
Il caso, invece, di uno che è contrario a questo dono così da non chiederlo col pentimento ma da opporvisi col rifiuto ostinato di pentirsi, diventa non un peccato imperdonabile qualunque, ma quello d'aver disprezzato o addirittura d'essersi opposto allo stesso perdono dei peccati.
Inoltre così si sparla contro lo Spirito Santo quando dalla separazione non si viene mai alla riunione della Chiesa che ha ricevuto lo Spirito Santo per perdonare i peccati.
Anche se uno viene a questa Chiesa con cuore sincero tramite un chierico cattivo, ma tuttavia ministro cattolico, riprovevole e finto, riceve il perdono dei peccati in virtù dello stesso Spirito Santo.
Questo Spirito, anche nel tempo attuale in cui questa è triturata come la messe con la paglia, ( Mt 3,12; Lc 3,17 ) opera nella Chiesa in modo da non disprezzare la confessione sincera di nessuno, in modo da non venire ingannata dalla simulazione di nessuno e da fuggire i riprovati, in modo che anche per mezzo di essi raduni i buoni.
L'unico scampo dunque per evitare questa bestemmia imperdonabile è quello di guardarsi da una coscienza ostinata nell'impenitenza e dal credere che il pentimento possa giovare senza che uno si tenga unito alla Chiesa, nella quale si dà il perdono dei peccati e viene conservata l'unità proveniente dallo Spirito mediante il vincolo della pace. ( Ef 4,3 )
Ho spiegato la difficilissima questione così come ho potuto, se pure ho potuto farlo in qualche modo, grazie alla misericordia e all'aiuto del Signore.
Ciononostante tutto quello che non sono stato in grado di comprendere a causa della sua difficoltà, non deve attribuirsi alla verità che stimola i buoni fedeli in modo utile alla salvezza anche quando si nasconde, ma alla mia debolezza in quanto non sono stato in grado o di vedere le cose che dovevo capire o di spiegare ciò che avevo capito.
Al contrario, per quanto riguarda ciò che per caso ho potuto indagare a forza di pensare e ciò che ho potuto spiegare parlando a voi, si deve ringraziare Colui presso il quale abbiamo cercato, abbiamo domandato, abbiamo bussato per ottenere ciò che nutrisse la nostra meditazione e vi fosse comunicato con la nostra parola.
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