Discorsi sul Nuovo Testamento |
1 - La morte temporale di Anania e Saffira non è correzione troppo severa
2 - I voti vanno adempiuti
Durante la lettura del libro che s'intitola Atti degli Apostoli avete rivolto l'attenzione a ciò che era toccato a quelli che, venduto un campo, sottrassero una parte del ricavato dal campo e deposero il prezzo ai piedi degli Apostoli, come se rispondente all'intero ricavato.
Smascherati, all'istante morirono entrambi, il marito e la moglie di lui.
Ad alcuni sembra sia stato troppo severo tale castigo, tale da procurare la morte di persone che avevano trattenuto denaro di loro proprietà.
Lo Spirito Santo non si attenne a questo a causa della loro avarizia, ma in tal modo punì la menzogna.
Avete infatti ascoltato le parole del beatissimo Pietro.
Egli disse: Prima di venderlo non era forse di tua proprietà e, anche venduto, non era sempre a tua disposizione? ( At 5,4 )
Se non volevi vendere, chi ti obbligava? Se volevi mettere in comune la metà del prezzo, chi lo avrebbe preteso tutto?
Infatti se doveva esserne offerto la metà, doveva essere presentata quale metà.
La metà offerta per il tutto, questa era la menzogna che doveva essere punita.
Tuttavia, fratelli, non sembri di severa correzione la morte temporale.
Voglia il cielo che il castigo sia stato limitato a questa vita!
Che tocca di grave infatti agli uomini mortali se una volta o l'altra dovranno morire?
Ma attraverso la loro punizione temporale Dio ha voluto che si capisse il suo insegnamento.
È da credere che dopo questa vita Dio li abbia perdonati; è grande infatti la sua misericordia.
Quanto alle morti che toccano per castigo, in un certo passo l'apostolo Paolo, nel correggere quelli che trattavano senza riverenza il corpo e il sangue di Cristo, afferma: È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero fra voi dormono; cioè quanto basta per imporre la disciplina.
Un buon numero fra voi dormono, cioè sono morti.
Venivano infatti corretti con il flagello del Signore: si ammalavano e morivano.
E di seguito a tali parole aggiunse pure: Se però esaminassimo attentamente noi stessi, non saremmo giudicati dal Signore.
Quando poi siamo giudicati, veniamo ammoniti dal Signore per non essere condannati insieme con il mondo. ( 1 Cor 9,20-22 )
E che accade se a tale marito e a sua moglie tocca qualcosa di simile?
Sono stati ammoniti con il flagello della morte per non essere condannati alla pena eterna.
La vostra Carità faccia attenzione soltanto a questo: perché se a Dio dispiacque la riduzione del denaro che avevano destinato a Dio - e senza dubbio quel denaro era necessario alla vita degli uomini - quale non è lo sdegno di Dio quando si fa voto di castità e non si osserva, quando si fa voto di verginità e non si adempie?
Si consacra infatti all'utile di Dio e non all'utile degli uomini.
Com'è che ho detto: " all'utile di Dio "?
Perché dei santi Dio fa la sua dimora, si fa un tempio in cui si degna di abitare; e, in realtà, vuole che il suo tempio si mantenga santo.
Pertanto si può dire alla vergine consacrata che prende marito ciò che dice Pietro a proposito del denaro.
Conservandosi non restava per te la tua verginità, e prima che tu ne facessi voto non era in tuo potere?
Delle consacrate quelle che invece abbiano agito così: abbiano fatto tali voti e non li abbiano osservati, non pensino che saranno punite con la morte temporale, ma saranno condannate al fuoco eterno.
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