Discorsi sui Santi |
1 - Si deve temere la morte dell'anima, non quella del corpo. Dio vita dell'anima
2 - Le solennità dei martiri hanno lo scopo di alimentare il fervore nei fedeli. La risposta di S. Fruttuoso
3 - La risposta di Eulogio diacono. Ai martiri l'onore, a Dio l'adorazione.
Il culto dei defunti presso i pagani
4 - All'unico e vero Dio è dovuto tempio e sacrificio
5 - Gli aromi: i Santi e i martiri
6 - La beata Agnese. Gli dei pagani non si devono paragonare ai martiri
7 - I templi e i sacrifici si offrono all'unico Dio, non ai martiri.
Il luogo più degno per commemorarli è presso l'altare
8 - I Santi detestano che si renda loro il culto dovuto a Dio
9 - Nella ricorrenza dei martiri bisogna darsi pensiero di seguirne l'esempio.
Ai martiri si deve la lode e l'amore, al Dio dei martiri l'adorazione
Il Signore Gesù non solo si adoperò con l'insegnamento alla formazione dei suoi martiri, ma la temprò con l'esempio.
Perché avessero a che adeguarsi di fronte al martirio, egli per primo patì per loro: mostrò l'itinerario e lo percorse.
Una cosa è la morte dell'anima e un'altra la morte del corpo.
L'anima non può morire, eppure accade che muoia: non può morire perché la sua coscienza non può mai estinguersi; può invece morire se perde Dio.
Infatti come, da parte sua, l'anima è la vita del proprio corpo, così Dio è la vita della stessa anima.
Perciò, a quel modo che il corpo muore quando l'anima, che è la sua vita, lo avrà abbandonato, così l'anima muore quando Dio l'avrà lasciata.
Perché poi Dio non allontani l'anima, questa si mantenga nella fede così da non temere la morte davanti a Dio, quindi non muoia per essere stata abbandonata da Dio.
Dunque, il timore della morte si riduce a timore per il corpo.
Tuttavia, anche riguardo ad esso, Cristo Signore ha rassicurato i suoi martiri.
Infatti, come potrebbero dubitare dell'integrità delle membra coloro che sapevano sotto uno sguardo interessato il numero dei capelli?
I vostri capelli - dice Gesù - sono contati. ( Mt 10,30; Lc 12,7 )
Ed altrove dice più apertamente: Vi dico in verità che non andrà perduto un solo capello del vostro capo. ( Lc 21,18 )
È la Verità a parlare, può vacillare la debolezza?
Sono nella beatitudine i santi dei quali celebriamo, a loro memoria, il giorno del martirio: in cambio della vita mortale hanno ricevuto la gloria eterna, l'immortalità senza fine; con queste celebrazioni ci hanno lasciato un incoraggiamento.
Quando ascoltiamo quale è stato il loro contegno nei tormenti, ci rallegriamo e rendiamo gloria a Dio in loro, né ci turba il fatto che sono morti. In realtà, se non fossero morti per Cristo, forse che sarebbero vivi ancor oggi?
Per quale ragione un'aperta testimonianza dovrebbe evitare le conseguenze che avrebbe avuto un'infermità?
Avete ascoltato gli interrogatori dei persecutori, avete ascoltato le risposte dei confessori durante la lettura della passione dei santi.
Fra le altre, quali le parole del beato Fruttuoso vescovo?
Ad un tale che gli si raccomandava perché lo ricordasse e pregasse per lui, rispose: "È necessario che io preghi per la Chiesa cattolica, diffusa dall'Oriente all'Occidente".
Infatti, chi è che prega per le singole persone?
Eppure chi prega per tutti non trascura nessuno dei singoli.
Colui che effonde la sua preghiera per tutto il corpo non trascura nessuna delle sue membra.
Che vi sembra dunque abbia voluto far capire a quel tale che gli si raccomandava di pregare per lui?
Che pensate? Senza dubbio lo comprendete.
Ve lo ripresento alla mente. Quello gli raccomandava di pregare per lui.
"Ed io - rispose - prego per la Chiesa cattolica diffusa da Oriente ad Occidente".
Tu, se vuoi che io preghi per te, non abbandonare quella Chiesa per la quale io prego.
Come parlò a sua volta il santo diacono che subì il martirio e ricevette il premio insieme al suo vescovo?
Gli disse il giudice: "Tu adori forse Fruttuoso?", e quello: "Io non adoro Fruttuoso, ma è Dio che adoro, quel Dio che adora anche Fruttuoso".
In tal modo ci ha insegnato a venerare i martiri e, insieme ai martiri, a riservare l'adorazione a Dio.
Infatti non dobbiamo essere quali sono i pagani di cui abbiamo compassione.
E in realtà hanno il culto dei defunti.
Proprio tutti quelli che sentite nominare, ed ai quali hanno costruito templi, sono stati uomini; per lo più si imposero nelle vicende umane e quasi tutti ebbero un potere regale.
Sentite parlare di Giove, sentite di Ercole, sentite di Nettuno, sentite di Plutone, di Mercurio, Libero …: sono stati uomini.
Tali nomi compaiono nelle narrazioni dei poeti, ma hanno pure risalto nella storia dei popoli.
Coloro che hanno letto ne sono venuti a conoscenza, quanti poi hanno fatto a meno di leggere, credano a quelli che hanno letto.
Tali uomini, dunque, per via di particolari concessioni temporali volsero a loro favore le umane vicende e, da uomini insignificanti e infatuati delle vanità, cominciarono a ricevere un certo culto fino ad essere chiamati dèi e considerati tali; come dèi avessero dei templi, come dèi avessero suppliche, come dèi avessero altari, come dèi avessero determinati sacerdoti, come dèi ricevessero sacrifici.
Solo il vero Dio, invece, deve avere un tempio, solo al vero Dio è dovuta l'offerta del sacrificio.
Ebbene, tutto ciò che è dovuto di diritto e propriamente all'unico vero Dio, dei poveri illusi lo dedicavano a molti falsi dèi.
Di conseguenza, un errore maligno obbligava alla resa l'umana miseria, quindi il diavolo gravava sugli spiriti umiliati di tutti.
Ma ecco che la grazia del Salvatore e la misericordia di Dio si - volsero finalmente verso gli indegni; si compì quanto, in senso profetico, era stato predetto nel Cantico dei Cantici: Allontànati, vento del nord e vieni tu, vento del sud, soffia attraverso il mio giardino e sarà un fluire di aromi. ( Ct 4,16 )
Quasi a dire: Allontanati, Aquilone!
Infatti la terra nordica è la regione fredda della terra.
Sotto il diavolo, come sotto il vento del settentrione, le anime si raggelarono e, perduto il calore della carità, le colse un freddo glaciale.
Che si dice però a quello? Allontanati, Aquilone!
Basta con la tua oppressione, basta con il tuo dominio, basta con l'incubo della tua presenza sui vinti: allontanati.
Vieni, vento del sud, vento della regione della luce e del fervore: soffia attraverso il mio giardino e sarà un fluire di aromi.
Questi gli aromi di cui si leggeva in precedenza.
Che sono questi aromi? La stessa sposa del Signore ne parla: Ci affretteremo dietro il profumo dei tuoi aromi. ( Ct 1,3 )
Al ricordo di tale odore, dice l'apostolo Paolo: Portiamo dovunque il profumo di Cristo, tra quelli che si salvano e tra quelli che si perdono.
Gran mistero: Portiamo dovunque il profumo di Cristo, tra quelli che si salvano e tra quelli che si perdono.
Per gli uni, quindi, odore di vita per la vita, per gli altri odore di morte per la morte.
Chi è in grado di capire queste cose? ( 2 Cor 2,14-16 )
In che modo il profumo apporta vitalità ad alcuni ed altri uccide?
Il profumo, non il cattivo odore.
Non dice infatti: L'odore buono apporta vitalità ai buoni e l'odore cattivo reca la morte ai cattivi.
Non vuol dire: Per gli uni siamo veramente il profumo perché vivano, per gli altri siamo il cattivo odore perché periscano.
Non così dice, ma: Portiamo dovunque il profumo di Cristo.
Guai ai disgraziati che uccide il profumo.
Quindi, o Paolo, dal momento che siete il profumo, perché esso ne uccide alcuni, ne salva altri?
Che apporti vitalità lo ascolto, lo comprendo; quel che mi resta difficile è il fatto che dia la morte ad altri e soprattutto perché hai detto: Chi è in grado di capire queste cose?
Non fa meraviglia se non riusciamo a capire.
Ce ne dia la facoltà colui che possiede l'odore di cui parliamo.
Infatti mi risponde subito l'Apostolo, fa' attenzione: Portiamo dovunque il profumo di Cristo tra quelli che si salvano e tra quelli che si perdono.
Noi tuttavia siamo il profumo.
Per alcuni odore di vita per la vita, per altri odore di morte per la morte.
Tale profumo dà vitalità a chi ama, è mortale per gli invidiosi.
Infatti, se mancasse la luminosità dei santi, non si desterebbe l'invidia degli empi.
Il profumo dei santi cominciò a patire persecuzione: ma, come ampolle di balsami, quanto più venivano infrante, tanto più in largo se ne effondeva la fragranza.
I beati dei quali oggi è stato commemorato il martirio.
La beata Agnese santa della quale oggi ricorre la data del martirio.
Questa vergine era ciò che indica il suo nome.
Agnese, in latino, vuol dire "agnella"; in greco, "casta".
Era quel che si chiamava: giustamente riceveva la corona.
Dunque, fratelli miei, che posso dirvi di quegli uomini che i Pagani adoravano come "dèi", ai quali avevano dedicato templi, caste sacerdotali, altari, sacrifici?
Che posso dirvi? Che non sono da paragonarsi ai nostri martiri?
Per ciò stesso che lo dico suona ingiuria.
Lontani dal paragonare quegli empi ai cristiani quali che siano e deboli nella fede, per quanto ancora bisognosi di latte non di cibo solido.
A confronto di una sola vecchierella cristiana fedele, che conta Giunone?
A confronto di un solo vecchio cristiano, infermo e tremante in tutte le sue membra, che conta Ercole?
Ercole vince Caco, vince un leone, vince il cane Cerbero Ercole …: Fruttuoso vince il mondo intero.
Paragona, adesso, uomo a uomo.
Agnese, fanciulla tredicenne, vince il diavolo.
Questa fanciulla vince colui che, servendosi di Ercole, ha tratto molti nell'errore.
Nondimeno, carissimi, da parte nostra, non consideriamo altrettanti dèi i nostri martiri, ai quali in nessun modo sono da paragonarsi quelli, né li adoriamo come dèi.
Non è a loro che si offrono templi, non sono per loro gli altari e i sacrifici.
Non a loro si destinano sacerdoti: lungi da noi! A Dio sono dedicati.
All'opposto, tali onori è a Dio che si rivolgono, dal quale ci viene data ogni cosa.
Anche quando facciamo l'offerta presso le reliquie dei martiri non è forse a Dio che la presentiamo?
Ai santi martiri è riservato un posto onorevole.
Badate bene: la loro commemorazione presso l'altare di Cristo è nel luogo più degno che viene compiuta, tuttavia non sono adorati in vece di Cristo.
Quando mai presso le reliquie di san Teogene avete sentito dire da me o da qualche mio fratello e collega o da qualsiasi altro presbitero: offro a te, san Teogene, oppure: offro a te, Pietro, o anche: offro a te, Paolo?
Non l'avete mai udito. Non avviene perché non è lecito.
E se ti si dica: Adori forse Pietro? Ripeti quel che rispose Eulogio nei riguardi di Fruttuoso: Io non adoro Pietro, ma è Dio che adoro, quel Dio che adora anche Pietro.
Allora Pietro prende ad amarti.
Infatti, volendo ritenere Pietro quale Dio, tu offendi la pietra e bada a non rimetterci il piede inciampando nella pietra.
Per farvi capire che è vero quel che vi dico, ascoltate, vi aiuto io.
Negli Atti degli Apostoli, poiché l'apostolo Paolo aveva compiuto un grande miracolo in Licaonia, gli abitanti di quella regione o provincia pensarono che gli dèi erano scesi in mezzo agli uomini, e credettero che Barnaba fosse Giove e Paolo fosse Mercurio perché aveva una straordinaria facilità di parola.
Convinti di ciò, recarono bende e vittime nell'intenzione di offrire loro un sacrificio.
All'istante, quelli non furono colpiti dal ridicolo del fatto, ma ne rimasero terrorizzati; si lacerarono immediatamente le vesti e dissero loro: Che fate mai o fratelli?
Anche noi, come voi, siamo uomini mortali; vi annunziamo il Dio vero.
Convertitevi da codeste falsità. ( At 14,10-14 )
Vedete come i santi abbiano avuto in orrore l'essere adorati quali dèi.
Così pure il beato Giovanni Evangelista, scrittore dell'Apocalisse, sopraffatto dallo stupore per le cose mirabili che gli venivano mostrate, ad un tratto, preso da sgomento, cadde ai piedi dell'angelo che andava mostrandogli ogni cosa.
Ma l'angelo, al quale non si può paragonare alcun uomo, gli disse: Alzati, che fai? Adora Dio.
Perché anch'io sono servo come te e i tuoi fratelli. ( Ap 19,10 )
I martiri hanno aborrito le vostre anfore, i vostri vasi per i sacrifici; i martiri hanno aborrito i vostri eccessi.
Con questo non intendo offendere quelli di voi che tali cose non fanno; lo riferiscano a se stessi coloro che si comportano così.
I martiri hanno detestato un simile comportamento e non hanno affetto per quanti fanno di tali cose.
Ma se poi si giungesse all'adorazione nei loro confronti, ne resterebbero molto più sdegnati.
Perciò, carissimi, siate lieti nelle ricorrenze dei santi martiri: chiedete nella preghiera di poter seguire le loro orme.
Non è infatti che voi siete uomini e quelli non sono stati uomini; non è che voi avete avuto una nascita e quelli un'origine diversa; non è che il loro corpo ha avuto una natura d'altro genere del vostro.
Tutti noi siamo discendenti di Adamo, tutti noi siamo fermamente decisi a rimanere in Cristo.
Lo stesso Signore nostro, lo stesso Capo della Chiesa, l'unigenito Figlio di Dio, il Verbo del Padre, per il quale tutte le cose sono state create, non ha avuto una carne di natura diversa dalla nostra.
Per questo ha voluto assumere l'umanità da una vergine e nascere dall'unica carne propria del genere umano.
Infatti, se si fosse procurato in altro luogo un corpo, chi crederebbe che aveva quella stessa carne che abbiamo noi?
Pur tuttavia, egli aveva una carne simile alla carne del peccato e noi, invece, la carne del peccato.
Infatti non l'ha avuta da un padre terreno, cioè dalla concupiscenza dei due sessi.
Come dunque? Dall'annunzio del Padre.
Eppure, nonostante la sua nascita d'eccezione, si degnò venire al mondo soggetto alla morte, volle morire per noi e redimerci con il suo sangue quanto alla sua natura umana.
Attenzione a quel che dico, fratelli; e veramente Cristo stesso, per quanto sia Dio, sia un solo Dio con il Padre, sia il Verbo del Padre, l'Unigenito, uguale al Padre ed eterno come il Padre, in quanto uomo, tuttavia, si è degnato di ricevere l'esistenza, preferì dirsi sacerdote piuttosto che esigere culto da sacerdoti; preferì essere sacrificio piuttosto che pretenderlo; questo, in quanto è uomo.
Infatti, in quanto è Dio, tutto quel che si deve al Padre si deve all'unigenito Figlio.
Pertanto, carissimi, venerate i martiri, lodateli, amateli, parlate di loro, onorateli; il Dio dei martiri adoratelo.
Rivolti al Signore.
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