Discorsi sui Santi

Indice

Nel natale degli Apostoli Pietro e Paolo

1.1 - È Cristo stesso la pietra, su cui è costruita la Chiesa
2.2 - A Pietro, che impersona la Chiesa, le chiavi del regno dei cieli. Ad uno solo, perché date alla Chiesa una. Dopo la risurrezione, Cristo invia la Chiesa
3.3 - La forza e la debolezza della Chiesa figurate in Pietro
4.4 - A Pietro, rappresentante dell'unità della Chiesa, affidate le pecore di Cristo. Perché Pietro deve rispondere tre volte del suo amore
5.5 - A confutazione dei donatisti che dividono il gregge del Signore
6.6 - Paolo: da persecutore ad Apostolo di Cristo
7.7 - Paolo e Pietro patirono per Cristo
8.8 - La celebrazione dei martiri incoraggia all'imitazione

1.1 - È Cristo stesso la pietra, su cui è costruita la Chiesa

La passione dei beatissimi apostoli Pietro e Paolo ha reso sacro per noi questo giorno.

Non parliamo di alcuni martiri sconosciuti.

Per tutta la terra si è diffusa la loro voce e ai confini del mondo la loro parola. ( Sal 19,5 )

Questi martiri videro quello che annunziarono, per aver assecondato la giustizia, proclamando la verità, morendo per la verità.

È il beato Pietro, il primo degli Apostoli, l'ardente amante di Cristo che meritò di ascoltare: Ed io ti dico che tu sei Pietro. ( Mt 16,18 )

Egli infatti aveva detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. ( Mt 16,16 )

E Cristo a lui: Ed io ti dico che tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa. ( Mt 16,18 )

Sopra questa pietra edificherò la fede che tu confessi.

Sopra ciò che hai detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, edificherò la mia Chiesa.

Tu sei Pietro infatti. Da pietra Pietro, non pietra da Pietro.

Pietro da pietra così come cristiano da Cristo.

Vuoi sapere da quale pietra sia chiamato Pietro?

Ascolta un poco: Non voglio, infatti, che ignoriate, fratelli, - dice l'Apostolo di Cristo - che i nostri padri furono tutti sotto la nube, e tutti attraversarono il mare, e tutti furono battezzati in rapporto a Mosè, nella nube e nel mare, e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale.

Bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava: e la roccia era il Cristo. ( 1 Cor 10,1-4 )

Ecco da chi Pietro.

2.2 - A Pietro, che impersona la Chiesa, le chiavi del regno dei cieli. Ad uno solo, perché date alla Chiesa una. Dopo la risurrezione, Cristo invia la Chiesa

Il Signore Gesù, come sapete, prima della sua passione, elesse quei suoi discepoli che chiamò Apostoli.

Fra questi, quasi ovunque non altri che Pietro meritò di impersonare la Chiesa intera.

Proprio per il fatto di impersonare da solo tutta la Chiesa, meritò di ascoltare: Ti darò le chiavi del regno dei cieli. ( Mt 16,19 )

Non ricevette infatti queste chiavi un solo uomo, ma la Chiesa nella sua unità.

In forza di ciò, quindi, si celebra la preminenza di Pietro, in quanto rappresentò la Chiesa nella sua stessa universalità ed unità allora che gli fu detto: A te consegno quello che fu dato a tutti.

Perché dunque possiate comprendere che la Chiesa ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli, desunto da un altro passo, ascoltate che cosa il Signore vuol dire a tutti i suoi Apostoli: Ricevete lo Spirito Santo. ( Gv 20,22 )

E immediatamente: A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi. ( Gv 20,23 )

Questo è in rapporto alle chiavi delle quali fu detto: Tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo; e tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo. ( Mt 16,19 )

Ma disse questo a Pietro.

Perché tu sappia che Pietro impersonava allora la Chiesa universale, ascolta che cosa fu detto a lui personalmente, che cosa a tutti i fedeli santi: Se il tuo fratello commette una colpa nei tuoi riguardi, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone: è stato scritto infatti che ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.

Se poi non ascolterà neppure costoro, riferisci alla Chiesa: e, se non avrà ascoltato neppure questa, sia per te come un pagano e un pubblicano.

In verità vi dico che tutto quello che avrete legato sopra la terra, sarà legato anche in cielo; e tutto quello che avrete sciolto sulla terra, sarà sciolto anche in cielo. ( Mt 18,15-18 )

La colomba lega, la colomba scioglie; l'edificio fondato sulla pietra lega e scioglie.

3 - Siano nel timore quanti si trovano legati, siano nel timore quanti sono sciolti.

Quelli che sono sciolti, temano, per non essere legati; quelli che sono legati, preghino, per essere sciolti.

Ciascuno è tenuto legato dalle funi dei propri peccati: ( Pr 5,22 ) ma al di fuori di questa Chiesa niente viene sciolto.

Al morto da quattro giorni si dice: Lazzaro, vieni fuori! ( Gv 11,43 )

E viene fuori dal sepolcro tra le bende che lo tenevano legato mani e piedi.

Il Signore ridesta perché il morto esca dal sepolcro; se tocca il cuore, è perché ne venga fuori la confessione del peccato.

Ma ancora per poco resta legato.

Perciò il Signore, dopo che Lazzaro fu uscito dal sepolcro, si rivolse ai suoi discepoli, ai quali aveva annunziato: Tutto quello che avrete sciolto sopra la terra, sarà sciolto anche in cielo; ( Mt 18,18 ) Scioglietelo - disse - e lasciatelo andare. ( Gv 11,44 )

Di persona fece risuscitare, per mezzo dei discepoli sciolse.

3.3 - La forza e la debolezza della Chiesa figurate in Pietro

La fortezza della Chiesa trovò appunto risalto soprattutto in Pietro, perché seguì il Signore che andava verso la passione, e fu rilevata quella certa debolezza per cui, interpellato da una serva, negò il Signore.

Eccolo diventato d'un tratto negatore da amante che era.

Scoprì se stesso chi aveva voluto presumere di sé.

Infatti, come sapete, aveva detto: Signore, sarò con te fino alla morte, anche se dovessi morire, darò la mia vita per te. ( Mt 26,35 )

E il Signore al presuntuoso: Darai la tua vita per me?

In verità ti dico: prima che il gallo canti, mi avrai rinnegato tre volte. ( Gv 13,38 )

Avvenne quello che aveva predetto il medico: non poté verificarsi ciò che presunse l'infermo.

E che allora? All'istante, il Signore lo guardò.

Così è stato scritto, così riporta il Vangelo: Il Signore lo guardò, ed egli uscì fuori e pianse amaramente. ( Lc 22,61-62 )

Uscì fuori, il che vuol dire confessare.

Pianse amaramente chi aveva imparato ad amare.

Subentrò la consolazione nell'amore, la cui amarezza era già stata presente nel dolore.

4.4 - A Pietro, rappresentante dell'unità della Chiesa, affidate le pecore di Cristo. perché Pietro deve rispondere tre volte del suo amore

A ragione, anche dopo la risurrezione, il Signore proprio a Pietro affidò le sue pecore da pascere.

Non è infatti che, fra gli Apostoli, egli solo meritò di pascere le pecore del Signore: ma quando Cristo si rivolge ad uno solo, vuol dare risalto all'unità; in primo luogo a Pietro, perché è il primo degli Apostoli.

Simone di Giovanni - dice il Signore - mi ami tu? ( Gv 21,15.16 )

Quello risponde: Ti amo.

E interrogato di nuovo, di nuovo risponde.

Interrogato per la terza volta quasi non sia creduto, si rattrista.

Ma come poteva non credergli colui che gli leggeva nel cuore?

Infine, superato quel turbamento, così risponde: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo. ( Gv 21,17 )

Non sfugge infatti solo questo a te che tutto sai.

Non ti rattristare, Apostolo, rispondi una volta, rispondi di nuovo, rispondi una terza volta.

Tre volte vinca la confessione nell'amore, perché tre volte nel timore fu vinta la presunzione.

Bisogna sciogliere tre volte quello che tre volte è stato legato.

Sciogli per amore quello che avevi legato per timore.

Ma infine il Signore, una prima, una seconda e una terza volta, affidò le sue pecore a Pietro.

5.5 - A confutazione dei donatisti che dividono il gregge del Signore

State a sentire, fratelli miei: Pasci - egli dice - le mie pecorelle, pasci i miei agnelli. ( Gv 21,15-17 )

Pasci le mie pecore: ha forse detto le tue?

Pasci, servo buono, le pecore del Signore, quelle che hanno il marchio del Signore.

Forse che Paolo è stato crocifisso per voi? o è nel nome di Pietro e di Paolo che siete stati battezzati? ( 1 Cor 1,13 )

Pasci dunque le sue pecore, lavate nel suo Battesimo, segnate dal suo nome, redente dal suo sangue.

Pasci - dice - le mie pecore.

Infatti, gli eretici, servi cattivi e fuggitivi, ripartendosi fra loro quel che non acquistarono, procurandosi dai furti dei beni come propri, credono di pascere pecore di loro proprietà.

Infatti, che cos'altro è, vi domando, dire: Se non sarò stato io a darti il Battesimo, resterai nel peccato, se non avrai avuto il mio Battesimo, non sarai purificato?

Non avete forse ascoltato: Maledetto ogni uomo che confida nell'uomo? ( Ger 17,5 )

Di conseguenza, carissimi, quelli che battezzò Pietro sono pecore di Cristo; e quelli che battezzò Giuda sono pecore di Cristo.

Notate infatti che intende dire lo sposo alla sua diletta nel Cantico dei Cantici, quando la sposa gli chiede: Dimmi, o diletto dell'anima mia, dove vai a pascolare, dove riposi al meriggio, per non perdere la mia identità dietro le greggi dei tuoi compagni. ( Ct 1,6 )

Dimmi - dice - dove vai a pascolare, dove riposi al meriggio, nello splendore della verità, nell'ardore della carità.

Perché temi, o diletta, di che temi?

Per non perdere - dice - la mia identità; cioè, come dissimulandomi, come non fossi la Chiesa; perché la Chiesa non è nascosta.

Infatti, non può nascondersi una città collocata su un monte. ( Mt 5,14 )

E nel mio errare finisca non presso il tuo gregge, ma tra le greggi dei tuoi compagni.

Gli eretici, infatti, sono chiamati compagni.

Uscirono da noi: ( 1 Gv 2,19 ) prima che uscissero, parteciparono ad una stessa mensa con noi.

Allora, che le si risponderà?

Se non avrai riconosciuto te stessa ( Ct 1,7 ) è la risposta dello sposo a lei che domanda: Se non avrai riconosciuto te stessa, o bella fra le donne. ( Ct 1,7 )

O la vera tra eresie, se non avrai riconosciuto te stessa: sono tante infatti le predizioni che ti riguardano.

Nella tua discendenza saranno benedette tutte le genti; ( Gen 22,18 )

Ha parlato il Signore, Dio degli dèi, e ha convocato la terra da Oriente a Occidente; ( Sal 50,1 )

Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra; ( Sal 2,8 )

Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola. ( Sal 19,5 )

Tali testimonianze sono predizioni a tuo riguardo.

Perciò, se non avrai riconosciuto te stessa, esci tu. ( Ct 1,7 )

Non sono io a metterti fuori, perché quanti saranno rimasti possano dire di te: Uscirono da noi. ( 1 Gv 2,19 )

Esci tu sulle orme delle greggi, non del gregge del quale fu detto: Sarà un solo gregge ed un solo Pastore. ( Gv 10,16 )

Esci tu sulle orme delle greggi e va a pascolare i tuoi capretti: ( Ct 1,7 ) non le mie pecore, come Pietro.

Per il bene di queste pecore a lui affidate, Pietro meritò la corona del martirio e meritò di venir celebrato nel mondo con la solennità odierna.

6.6 - Paolo: da persecutore ad Apostolo di Cristo

E da Saulo venga Paolo, dal lupo l'agnello; prima avversario, poi apostolo, prima persecutore, poi predicatore.

Venga, riceva lettere di presentazione dai sommi sacerdoti, e dovunque avrà scoperto cristiani, li conduca prigionieri per la condanna.

Riceva, riceva, si metta in cammino, vada avanti, sia bramoso di strage, sia assetato di sangue: Se ne riderà chi abita i cieli. ( Sal 2,4 )

Andava infatti, come è stato scritto, anelando alla strage ( At 9,1 ) e si avvicinava a Damasco.

Allora il Signore dal cielo: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ( At 9,4 )

Qui io sono, là io sono: qui il capo, là il corpo.

Non ce ne restiamo perciò stupiti, fratelli, noi facciamo parte del corpo di Cristo.

Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?

Ti è duro recalcitrare al pungolo. ( At 9,4-5 )

Agisci a tuo danno: la mia Chiesa infatti riceve incremento dalle persecuzioni.

Ma quello, sbigottito e tremante: Chi sei tu, Signore?

E il Signore: Io sono Gesù il Nazareno che tu perseguiti. ( At 9,4-5 )

Diventato repentinamente un altro, attende un ordine: depone la rivalità, si dispone all'ubbidienza.

Gli viene detto che fare.

Ed ancora prima che Paolo sia battezzato, il Signore parla ad Anania: Recati in quella strada, dall'uomo di nome Saulo, battezzalo, perché è per me un vaso di elezione. ( At 9,11.15 )

Un vaso è fatto per contenere qualcosa, un vaso non deve restare vuoto.

Un vaso va riempito: di che cosa se non di grazia?

Ma Anania risponde al Signore nostro Gesù Cristo: Signore, ho saputo che quest'uomo ha recato molti mali ai tuoi fedeli.

Ed ora è autorizzato per lettera dai sommi sacerdoti ad arrestare, ovunque ne avrà trovati, i seguaci di questa dottrina. ( At 9,13-14 )

E il Signore a lui: Io gli mostrerò tutto quello che dovrà soffrire per il mio nome. ( At 9,16 )

Anania trepidava all'udire il nome di Saulo: la pecora debole temeva la fama del lupo, pur avendo su di sé la mano del pastore.

7.7 - Paolo e Pietro patirono per Cristo

Ecco il Signore mostrargli quelle cose che bisognava patisse per il suo nome.

In seguito lo provò nella fatica.

Egli pure lo provò nelle catene, egli nelle ferite, egli nelle carceri, egli nei naufragi.

Egli gli procurò il martirio: egli lo fece pervenire a questo giorno.

Unico il giorno della passione per i due Apostoli.

Ma anche tutt'e due erano una cosa sola: pur soffrendo il martirio in giorni diversi, erano una cosa sola.

Andò avanti Pietro, seguì Paolo.

Un primo tempo Saulo, quindi Paolo: perché un primo tempo superbo, umile in seguito.

Saulo da Saul, il persecutore del santo Davide.

Fu atterrato il persecutore, fu suscitato il predicatore.

Cambiò in umiltà il nome del superbo.

Paolo, infatti, vuol dire "poca cosa".

Fate caso alle parole in uso della Carità vostra: non diciamo tutti i giorni: "Ti vedrò fra poco; fra poco farò questo o quello"?

Chi è allora Paolo? Chiedilo a lui stesso: Io sono - dice - il più piccolo degli Apostoli. ( 1 Cor 15,9 )

8.8 - La celebrazione dei martiri incoraggia all'imitazione

Celebriamo il giorno festivo reso sacro per noi dal sangue degli Apostoli.

Amiamone la fede, la vita, le fatiche, le sofferenze, le testimonianze, le predicazioni.

Facciamo infatti progressi attraverso l'amore, non celebrando tali prove per una soddisfazione materiale.

Che cosa ci chiedono infatti i martiri? Non hanno tutto se ancora desiderano lodi dagli uomini.

Se continuano a volere le lodi degli uomini, non sono ancora dei vincitori.

Se, invece, sono stati vincitori, nulla ci chiedono a loro profitto, ma intercedono per il nostro bene.

Perciò, la nostra via sia diritta alla presenza del Signore.

Era angusta, era irta di spine, era aspra: per uomini tali e così numerosi che la percorrono, è diventata comoda.

Proprio il Signore è passato per primo, la percorsero intrepidi gli Apostoli, quindi i martiri, fanciulli, donne, fanciulle.

Ma chi era in loro? Colui che ha detto: Senza di me non potete far nulla. ( Gv 15,5 )

Indice