Discorsi sui Santi |
1 - I santi sono stati salvati nella speranza. La santa ebrezza
3 - Attualmente non ci sono persecuzioni, ma le prove non cessano mai
4 - La nostra battaglia non è contro gli uomini, ma contro il peccato
5 - Anche chi giace nel letto può essere un atleta di Dio, come il martire
Sperano nel Signore quaggiù i santi martiri mentre vanno tollerando i mali.
Sono stati salvati nella speranza: sono incamminati verso i beni promessi, non li possiedono ancora.
Appunto perché speravano all'ombra delle tue ali, che darai loro perché possano tollerare con perseverante fortezza i mali del mondo?
Si sazieranno dell'abbondanza della tua casa. ( Sal 36,9 )
Se avesse ancora altro da dire, lo direbbe.
Che direbbe infatti? "Avranno da bere"?
Ma è in modo misurato che si beve. Che direbbe? "Saranno saziati"?
Giungeranno alla sazietà anche i sobri.
Tanto berranno da giungere all'ebbrezza.
Infatti, per quell'ebbrezza dimenticano tutti i mali trascorsi.
O santa ebbrezza! Vorrei che avessimo tutti un'esperienza così esaltante.
2 - Ecco quale ebrietà desiderano quelli che si ubriacano nei luoghi dei martiri, e proprio quanti li perseguitarono a colpi di pietre ora li perseguitano a via di coppe ricolme; si abbandonano inoltre alle danze: per divertirsi, offrono ai demoni le membra di Cristo e, mentre compiacciono gli spiriti immondi, ritengono di far cosa gradita ai martiri.
Quanto non parliamo di queste cose?
Certamente la loro intenzione è rivolta a coloro in onore dei quali si caricano di vino: ma se quelli avessero trovato compiacenza in queste cose, non sarebbero martiri.
Perciò, fratelli dilettissimi, non pensate che vi sia impossibile avere i meriti dei martiri perché mancano le persecuzioni quali furono ai tempi in cui i martiri vennero coronati.
Attualmente non ci sono persecuzioni, ma le prove non cessano mai.
Certo, fratelli miei, vi sono dei cristiani tra quei figli degli uomini che sperano all'ombra delle ali di Dio.
E, quando sarà trascorso il tempo della speranza e arrivato il gaudio della realtà, li inebrierà dell'abbondanza della sua casa e li disseterà al torrente delle sue delizie.
Come li disseterà, come li inebrierà? Ascolta come.
Poiché in te è la sorgente della vita. ( Sal 36,10 )
Inebriarsi della vita è vivere senza fine.
Una tale ebbrezza non si può smaltire, nessuno la esaurisce e torna ad aver sete.
Vi sono perciò uomini di questo numero di figli degli uomini e sono nella speranza all'ombra delle ali di Dio, i quali, nel proprio letto, lottano e vincono, vincono e sono coronati.
Ma gli uomini in quanto uomini - non i figli dell'uomo - poiché non curano altro che l'esistenza terrena e non credono ne segua un'altra una volta trascorsa questa, ai primi indizi del pericolo di perdere questa vita, pur chiamandosi cristiani, vanno cercando indovini, fanno chiamare astrologi, si appendono al collo antidoti illeciti.
Desiderano la salute e si legano il collo, fasciano la gola dell'uomo esteriore e soffocano il respiro dell'uomo interiore.
Ma chi dice: "Non lo faccio" - poiché c'è un amico a suggerirlo, o lo sussurra un vicino o una serva del vicinato e talora la sua vicemadre - chi dice: "Non lo faccio: sono cristiano; Dio lo proibisce; sono riti diabolici; ascolta l'Apostolo: Non voglio che entriate in società con i demoni", ( 1 Cor 10,21 ) sente dirsi da parte di chi ne fa la proposta: "Fallo e guarirai; il tale e il tal altro lo hanno fatto.
E che dunque? Non sono essi cristiani? Non sono dei fedeli?
Non hanno premura di frequentare la Chiesa? Pur tuttavia lo fecero e sono guariti.
Il tale lo fece e fu subito guarito.
Non sai tu che quello è cristiano, è un fedele? Ecco lo fece ed è risanato".
Ma quel malato, che non ama la salute che è comune a uomini e bestie, dice: "Se in forza di tanto quello è guarito, a tali condizioni non voglio guarire.
Egli mi può restituire la salute ed a lui è stato detto: Uomini e bestie tu puoi salvare, o Signore, secondo l'abbondare delle tue misericordie, o Dio". ( Sal 36,7-8 )
Osserva l'atleta di Dio, ascolta l'atleta di Cristo! O uomo infermo e uomo sano!
O debole e forte insieme!
O tu che giaci in un letto e intanto hai un regno nel cielo!
"Ma ecco che non vuole. Forse che mi priverà di quella sanità del cielo?
E di seguito: Ma i figli degli uomini avranno speranza all'ombra delle tue ali. ( Sal 36,8 )
Ma tu non vedi questa sanità perché la salvezza dei retti di cuore viene dal Signore. ( Sal 37,39 )
Io so che egli me la riserva.
Chi mi ha creato, quegli stesso mi risana.
Ma tu vuoi spaventarmi con il pensiero della morte quando per me è morta la Vita stessa.
Cristo, che ha offerto all'empio la propria morte, non donerà la vita a chi lo teme?".
Chi parla in tal modo e respinge di questi rimedi, riconosciuti i più efficaci, soprattutto quelli presentati quasi dietro esperienza … chi evita tali cose, nel letto è martire.
È senza forze e vince, muove a stento le membra e combatte senza tregua.
Costui, pertanto, non soffre nulla di male anche se deve morire di quell'infermità.
Infatti non perde se stesso e neppure perde alcunché, piuttosto è allora che trova quel che desidera.
Va incontro al suo Signore con la fronte segnata dalla croce di Cristo, cui non recò oltraggio sovrapponendovi illeciti amuleti.
Colui che lo protesse mentre sosteneva i contrasti non gli darà allora quello che promise?
Il Signore lo protesse davvero perché non subisse alcun male e partecipò alla lotta perché non venisse sopraffatto dal diavolo.
Infatti, fratelli miei, molti dicono: "In che modo i martiri vinsero il diavolo?".
Come lo vincono i buoni fedeli.
Ecco la parola dell'Apostolo: La vostra battaglia non è contro la carne e il sangue. ( Ef 6,12 )
La carne e il sangue infatti trattava crudelmente i santi martiri.
Che s'intende per carne e sangue? Gli uomini mortali.
La carne e il sangue furono gli imperatori, i prefetti, i giudici, i soldati.
Le genti aggressive, le turbe furenti che altro sono se non carne e sangue?
Di conseguenza, perché i martiri non avessero odiato questi uomini furiosi e crudeli e, ricambiandoli interiormente di male per male, fosse poi il male a vincere, l'Apostolo fece loro conoscere con chi avessero a combattere.
Disse: La vostra battaglia non è contro la carne e il sangue.
Quelli che vedete infierire e urlare da forsennati: Crocifiggilo, crocifiggilo ( Gv 19,6 ) sono carne e sangue.
Non sono soli, non sono i soli che vedi, il diavolo si accanisce per mezzo di loro.
Per il tuo oro, guardati dal diavolo che è ladro.
A che temi il fieno per il fieno? A che temi la terra per la terra?
Che è l'uomo empio se non terra?
Pertanto perché altro lo temi che non sia la tua terra, per la carne cioè che è fatta di terra?
Passerà l'altra e la tua terra risorgerà.
Non li temere, dunque, ma prega per loro e di' loro: "A che scopo sei crudele, fratello? perché ti inasprisci?
Quanto a me, mi fai certamente soffrire, ma, quanto a te, sei perduto.
Se ti convertissi! se cambiassi vita! Moriremo tutti infatti e risorgeremo.
Ho appunto riposto la mia speranza in Dio, è per lui che io tollero questi mali, ma, quanto a te, se perdurerai in questa malvagità, fra poco non sarai più in questa vita - e magari non esistessi per il tuo bene! - ma sarai, per tuo male, con il fuoco eterno e il verme che non muore".
Ma ben altro dice costui: "Questo è il modo di esprimersi dei cristiani superbi che si vantano della risurrezione.
Chi è tornato di là a dimostrarti vero quello che dici?".
"Dici bene: non è venuto di là un tuo antenato, ma tornò di là il tuo Signore, quel Dio che tu perseguiti in me e proprio a causa sua tu mi uccidi quale reo di non aver offeso Dio".
Torniamo in argomento, fratelli miei; la vostra battaglia non è contro la carne e il sangue.
In verità agiscono crudelmente, ma sono strumenti in mano altrui.
Temi chi è armato, non l'arco; temi cioè il diavolo, non quell'uomo di cui il diavolo si serve.
Tuttavia, neppure lui devi temere, ma guardatene.
Come farai a non temerlo? Rifugiandoti all'ombra delle ali di Dio, dal quale viene la salvezza dei giusti, perché nel tempo dell'angoscia è loro difesa. ( Sal 37,39 )
Dice infatti: La vostra battaglia non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potestà e contro i dominatori di questo mondo, ( Ef 6,12 ) cioè degli uomini che amano il mondo.
Questi spiriti immondi non li ha chiamati i dominatori del cielo e della terra, ma del mondo, in quanto ha chiamato mondo gli uomini che amano il mondo, perché proprio da essi sono strumentalizzati al fine di nuocere.
Appunto assecondando l'istigazione ricevuta muovono verso di te.
Principe delle potenze dell'aria, questo è il diavolo, ha detto l'Apostolo.
E che ha aggiunto? che opera negli uomini ribelli. ( Ef 2,2 )
Ecco gli uomini ribelli: la carne e il sangue.
Ci si deve guardare da loro perché in essi opera il diavolo al fine di infierire contro di te.
Guardati da quello, ama costoro; respingi quello, prega per costoro perché anche da questi sia cacciato via e quanti in precedenza sono stati tuoi persecutori diventino tuoi imitatori.
Dunque, ci si deve guardare da quelli. Ma tu dirai: "Non li vedo.
Come posso combattere contro di loro?".
L'Apostolo ha detto: Contro gli spiriti del male che abitano le regioni celesti. ( Ef 6,12 )
Dicendo le regioni celesti si riferisce a quest'aria. Infatti non abitano il cielo dove sono il Sole, la luna, le stelle, dove volano gli uccelli, e si chiamano lo stesso volatili del cielo; gli spiriti immondi perciò, essendo stati angeli eccelsi, rinchiusi in tali regioni come in un loro carcere, seducono quegli uomini con i quali dovranno condividere la pena del fuoco.
Non state a dire che non vi sono persecuzioni perché le tentazioni non hanno fine.
Tenetevi perciò lontani dalle cose illecite, dagli amuleti, dalle magie, dagli astrologi, dagli indovini.
Quando siete ammalati, non fate ricorso a tali cose e non allontanatevi da Dio per non finire male.
Dirai invece con l'Apostolo: Quando sono debole è allora che sono forte. ( 2 Cor 12,10 )
Tu giaci in un letto e sei un atleta di Dio.
Non puoi muovere le membra e vai combattendo.
La febbre non torna indietro e la fede va innanzi fino a Dio.
Ma ecco si accosta un vicino, un amico, una serva, forse anche - come ho detto - la vicemadre, recando una figura di cera oppure un uovo e dice: "Fa' questo e guarirai.
A che scopo prolunghi la tua infermità? Metti questo amuleto.
Io ho sentito che chi invoca su di esso il nome di Dio e degli Angeli sarà guarito.
A chi lasci tua moglie vedova, a chi i teneri figli?".
Ma quello: "Non lo faccio perché sono cristiano.
Che io muoia così da non perdermi per sempre a causa di ciò".
Ascoltate la parola di un martire.
Notate se questo non è quanto diceva il pagano: "Sacrifica e vivrai".
Ma quello: "Non lo faccio".
O meriti dei martiri, non scomparirete mai!
Quelli nella lotta, questi vince nel letto, quelli per mano di un carnefice, costui per via di un seduttore.
Ma non è vinto perché protetto da chi, per lui, pendette dalla croce.
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