Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - Ammiriamo il parto della Vergine
2 - La nascita di Cristo è gioia per tutti
3 - La nascita di Cristo è misericordia
Oggi la verità è sorta dalla terra, ( Sal 85,12 ) Cristo è nato da una creatura.
Gioite e fate festa.
Sollecitati dalla ricorrenza odierna andate con la mente al giorno eterno; bramate con ferma speranza i beni eterni; anzi, presumeteli, una volta che avete ricevuto il potere di diventare figli di Dio. ( Gv 1,12 )
Per voi si è assoggettato al tempo l'autore dei tempi; per voi apparve nella carne il costruttore del mondo; per voi il creatore è stato creato.
Perché, o mortali, ancora vi dilettate delle realtà passeggere e tentate di trattenere, se fosse possibile, una vita che sta inesorabilmente fuggendo?
Una speranza più luminosa ha brillato sulla terra: alle creature mortali è stata promessa una vita in cielo.
E perché si potesse credere a questo, è stata anticipata una cosa ancor più incredibile.
Colui che avrebbe fatto partecipare della natura divina quelli che erano uomini, divenne uomo pur essendo Dio.
Non tralasciando di rimanere ciò che era, volle diventare ciò che lui stesso aveva creato.
Egli fece ciò che poi sarebbe stato, perché aggiunse l'umanità alla divinità, non distrusse la divinità nell'umanità.
Ammiriamo il parto della Vergine e cerchiamo di convincere gli increduli di questo nuovo modo di nascere: in un utero non fecondato è germogliato un figlio, un grembo immune da amplesso carnale ha prodotto un figlio di uomo, che non ebbe come padre un uomo; l'integrità verginale rimase inviolata nel concepimento e incorrotta nel parto.
Meravigliosa è tale potenza, ma più meravigliosa è la misericordia di colui che potendo nascere così, così volle nascere.
Era già l'unigenito del Padre e nacque unigenito alla madre; è stato fatto nel grembo della madre lui che si era fatta la madre; coeterno al Padre, nasce oggi dalla madre; fatto dalla madre dopo di lei mentre procede, non creato, dal Padre, prima di tutte le cose.
Mai il Padre fu senza di lui né mai la madre sarebbe esistita senza di lui.
Gioite, vergini di Cristo: la madre di Cristo è vostra sorella.
Non avete potuto essere madri di Cristo nella carne, ma non avete voluto essere madri per amore di Cristo.
Colui che non è nato da voi è nato per voi.
Tuttavia se ricordate le sue parole - e dovete ricordarle - anche voi siete madri sue, perché fate la volontà del Padre suo.
Egli stesso ha detto: Chiunque fa la volontà del Padre mio è mio fratello e sorella e madre. ( Mt 12,50 )
Gioite, vedove di Cristo: avete votato la santa continenza a colui che rese feconda la verginità.
Gioisci anche tu, castità coniugale, voi tutti che vivete fedelmente con i vostri coniugi.
Conservate nel cuore ciò che avete perduto nel corpo.
Anche se il vostro corpo non può rimanere libero dal contatto coniugale, la vostra coscienza rimanga vergine nella fede. In questo tutta la Chiesa è vergine.
In Maria la verginità consacrata partorì Cristo; in Anna la vedovanza ormai vegliarda riconobbe Cristo bambino; in Elisabetta la castità coniugale e la fecondità in età senile si pose a servizio di Cristo.
Tutti i diversi stati dei membri fedeli recarono al loro capo quanto per grazia di lui poterono recare.
Pertanto poiché Cristo è verità, pace e giustizia, concepitelo con la fede e partoritelo con le opere, affinché ciò che ha fatto il grembo di Maria nei riguardi del corpo di Cristo, lo faccia anche il vostro cuore nei riguardi della legge di Cristo.
E poi in che modo non avreste niente a che fare con il parto di Maria se siete membra di Cristo?
Maria ha partorito il vostro capo, la Chiesa ha partorito voi.
Anche la Chiesa è madre e vergine: madre per le viscere di carità, vergine per l'integrità della fede e della pietà.
Partorisce popoli, ma sono membra di uno solo, di cui essa è corpo e sposa.
Anche in questo è paragonabile alla Vergine perché, pur partorendone molti, è madre di unità.
Celebriamo dunque tutti quanti insieme questo Natale del Signore con cuore casto e santi affetti.
In questo giorno - così abbiamo esordito nel presente discorso - la verità è sorta dalla terra. ( Sal 85,12 )
Ma è già avvenuto anche ciò che nello stesso Salmo segue a queste parole.
Infatti colui che è sorto dalla terra, cioè che è nato da una creatura umana - poiché è sceso dal cielo ed è al di sopra di ogni creatura ( Gv 3,31 ) - quando ascese al Padre senza dubbio la giustizia si è affacciata dal cielo.
Cristo stesso nei suoi discorsi parla di questa giustizia, quando promette lo Spirito Santo: Egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio: al peccato, perché non credettero in me; alla giustizia, perché io vado al Padre e non mi vedrete più. ( Gv 16,8-10 )
Questa è la giustizia che si è affacciata dal cielo.
Esce infatti dall'alto dei cieli e la sua corsa si estende fino all'estremità del cielo. ( Sal 19,7 )
Affinché nessuno disprezzi la Verità per il fatto che è sorta dalla terra, ( Sal 85,12 ) come sposo che esce dalla stanza nuziale, ( Sal 19,6 ) cioè dal grembo verginale, in cui il Verbo di Dio si è unito con ineffabili nozze alla creatura umana; affinché dunque nessuno disprezzi tutto ciò e creda Cristo nient'altro che uomo per via della somiglianza della carne di peccato, ( Rm 8,3 ) benché mirabilmente nato, benché mirabile per quanto ha detto e ha fatto; il Salmo dopo aver detto: come sposo che esce dalla stanza nuziale, come campione lieto percorre la sua via, subito aggiunge: esce dall'alto dei cieli. ( Sal 19,6-7 )
Dunque ciò che senti dire: La verità è sorta dalla terra ( Sal 85,12 ) è degnazione, non condizione normale; è misericordia, non situazione di miseria.
La Verità, per poter sorgere dalla terra, discese dal cielo; lo sposo per poter uscire dalla stanza nuziale scese dall'alto dei cieli.
Perciò è nato in questo giorno: giorno del quale nessun altro giorno dell'anno è più corto, ma a partire dal quale i giorni cominciano a diventare più lunghi.
Colui che si è chinato fino a noi e ci ha sollevato ha scelto il giorno più piccolo, ma a partire dal quale i giorni cominciano ad allungarsi.
Con tale sua venuta, anche senza dire niente, ci ha dato un insegnamento, come se erompesse in un forte grido: che noi impariamo a diventare ricchi in lui, essendosi lui fatto povero per noi; ( 2 Cor 8,9 ) che ricerchiamo in lui la libertà, avendo lui preso per noi la condizione di servo; ( Fil 2,7 ) che in lui entriamo in possesso del cielo, essendo lui per noi sorto dalla terra.
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