Discorsi sui tempi Liturgici

Indice

Nella veglia di Pasqua

In questa santissima notte si deve vegliare alacremente.

Vegliano tanto i buoni che i cattivi.

I buoni imparino dai cattivi come vegliare.

1. Il beato apostolo Paolo, nell'esortarci alla sua imitazione, ricorda le manifestazioni della sua virtù, e fra l'altro dice: Nelle veglie frequenti. ( 2 Cor 11,27 )

E noi con quanta maggiore prontezza dobbiamo esser desti in questa veglia che è come la madre di tutte le sante veglie e nella quale tutto il mondo veglia!

Non certo quel mondo del quale è scritto: Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre. ( 1 Gv 2,15-16 )

Chi regge un tal mondo, ossia i figli infedeli, è il diavolo e i suoi angeli, ed è proprio contro di questi, come ci avverte il medesimo Apostolo, che noi abbiamo battaglia; infatti dice: La nostra battaglia non è contro [ creature di ] carne o di sangue, ma contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre. ( Ef 6,12 )

E questo anche noi lo siamo stati un tempo, ora invece luce nel Signore. ( Ef 5,8 )

Perciò con la luce della veglia resistiamo ai dominatori delle tenebre.

Non è quello dunque il mondo che veglia in questa solennità, ma quello di cui è scritto: È Dio che ha riconciliato a sé il mondo per mezzo di Cristo, non imputando ad essi le loro colpe. ( 2 Cor 5,19 )

D'altronde la celebrazione di questa veglia in tutto il mondo è tanto luminosa da costringere a vegliare materialmente anche coloro che nel loro cuore non dico che dormono, ma sono sepolti in una tenebrosa empietà.

Vegliano anch'essi in questa notte nella quale si adempie anche in modo visibile quanto era stato annunciato tanto tempo prima: E la notte si illuminerà come il giorno. ( Sal 139,12 )

Questo però si verifica [ soprattutto ] nel cuore dei fedeli, dei quali è scritto: Un tempo voi eravate tenebra, ora invece luce nel Signore. ( Ef 5,8 )

Si adempie dunque anche negli avversari del gregge: [ si adempie ] in chi vede nel Signore e in chi vede contro il Signore.

Veglia perciò questa notte sia il mondo nemico, sia il mondo riconciliato.

Questo, liberato, veglia per lodare il medico, quello, condannato, veglia per insultare il giudice.

Veglia l'uno con cuore devoto, ardente e luminoso, veglia l'altro arrotando i denti, fremente e rabbioso.

In breve all'uno la carità non permette davvero di dormire in questa solennità, all'altro non lo permette l'empietà; all'uno il cristiano vigore, all'altro il diabolico livore.

E così i nostri nemici stessi, anche se ignari, ci avvertono come dobbiamo vegliare noi, quando per causa nostra vegliano anche coloro che ci sono contro.

E anche fra coloro che non sono stati segnati col nome di Cristo alcuni per dolore, alcuni per pudore, alcuni anche per timor di Dio ( perché si stanno già accostando alla fede ) non dormono questa notte.

Anche se per motivi diversi, questa solennità li tiene tutti eccitati.

Con quanta gioia dovrà dunque vegliare chi di Cristo è amico, quando veglia con dolore chi gli è nemico?

Come in tanta gloria di Cristo non si ecciterà a vegliare il cristiano, quando si vergogna di dormire anche il pagano?

Come converrà, per chi è già entrato in questa grande casa, restare sveglio in questa sua festa solenne, quando resta sveglio anche chi si prepara ad entrare?

E allora vegliamo e preghiamo per celebrare la veglia sia con l'esteriorità, sia con l'interiorità.

Attraverso le sue letture ci parli Dio; e noi, con le nostre invocazioni, parliamo a Dio.

Se ascoltiamo le sue parole in spirito di obbedienza, colui che invochiamo abita in noi.

Indice