Discorsi sui tempi Liturgici

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Dai discorsi tenuti nell'ottava di Pasqua

Frammento

1 - La luce e il firmamento intesi allegoricamente

In senso simbolico col nome "luce" intendiamo vengano chiamati tutti i giusti e i fedeli, come dice l'Apostolo: Un tempo eravate tenebre, adesso invece luce nel Signore. ( Ef 5,8 )

Ma qui si tratta di una luce creata, mentre già esisteva la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. ( Gv 1,9 )

È, questa, una luce non creata ma nata da Dio.

Sì, la luce non fu fatta; anzi, per questa luce non fatta venne creata l'altra luce.

La stessa cosa è del firmamento.

Come la luce fu creata da Dio, essere luminoso, così da Dio, essere immutabile, fu creato il firmamento.

E riscontriamo che nella Chiesa, quando si parla di firmamento è da intendersi l'autorità delle Sacre Scritture.

Pertanto, prima la luce e dopo il firmamento, in quanto la Scrittura ci è stata data ad opera di uomini giusti, i quali, se non fossero stati giustificati per essere luce, non avrebbero potuto diffondere in mezzo a noi le Scritture.

Questa Scrittura non sarebbe potuta diventare quel firmamento che divide le acque dalle acque, ( Gen 1,1-7 ) quel firmamento che è situato tra la famiglia umana, che sta al di sotto, e la famiglia angelica, che sta al di sopra.

Perché? Perché gli angeli non hanno alcuna brama di profittare delle Scritture, e per questo non sono sotto il firmamento, cioè sotto l'autorità delle Scritture.

Il motivo di questo è che essi contemplano svelatamente la bellezza della divinità e della sapienza.

Quanto a noi, invece, giustamente si dice che siamo sotto il firmamento, poiché la volontà di Dio ci si rende manifesta attraverso l'autorità delle Scritture.

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