Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - Pietro fondamento della Chiesa
2 - La triplice richiesta d'amore
3 - La negazione di Pietro effetto della sua presunzione
4 - Custodisci, Signore, la Chiesa affidata a Pietro
Stiamo leggendo i fatti che, a quel che riferisce l'evangelista Giovanni, accaddero dopo la resurrezione del Signore.
Fra questi è da annoverarsi ciò che abbiamo letto oggi, e cioè la domanda rivolta dal Signore all'apostolo Pietro se lo amasse più degli altri. ( Gv 21,15-17 )
Pensando a Pietro, andate con la mente alla pietra.
Pietro infatti è quell'apostolo che, alla domanda posta dal Signore con chi lo identificassero i suoi discepoli, rispose: Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente.
Udite queste parole, Gesù gli disse: Beato sei tu, Simone figlio di Giona, perché non te l'hanno rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli.
E io ti dico … Come se dicesse: tu hai detto di me, ora io dico di te.
E cosa disse? Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non la assoggetteranno.
A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nel cielo, e ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nel cielo. ( Mt 16,13-19 )
In Pietro dunque vediamo un richiamo alla " pietra "; ma l'apostolo Paolo, parlando del popolo dell'antica alleanza, dice: Bevevano dalla pietra spirituale che li accompagnava, e quella pietra era Cristo. ( 1 Cor 10,4 )
Questo discepolo dunque è detto Pietro con un termine derivante da pietra, come cristiano deriva da Cristo.
Perché ho voluto aprire il discorso con queste osservazioni?
Per sollecitare a riconoscere in Pietro la Chiesa, quella Chiesa che Cristo non edificò sopra un uomo ma sopra la confessione di Pietro.
E qual è questa confessione di Pietro? Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente. ( Mt 16,16 )
Ecco la pietra, ecco il fondamento, ecco dov'è edificata la Chiesa, che le porte infernali non riescono a vincere. ( Mt 16,18 )
E per porte infernali cosa intenderemo se non la superbia degli eretici?
Orbene questo Pietro, che impersonava una realtà così eccezionale come quella che ho cercato d'inculcare, dopo la resurrezione del Signore viene da lui interrogato con le parole che abbiamo lette.
Gli si chiede: Simone di Giovanni - Simone era il nome impostogli quando nacque da Giovanni suo padre -, mi ami più di costoro?
Chi è che interroga? Colui che sa tutto. ( Sal 94,1 )
Si rende simile a uno che sia all'oscuro della cosa colui che comunica il sapere?
Ma il Signore non voleva essere informato lui stesso; voleva soltanto provocare Pietro alla confessione.
Lo interroga una volta, e Pietro gli risponde: Signore, tu sai che io ti amo.
E il Signore: Pasci i miei agnelli.
E, come se non bastasse una sola domanda, lo interroga di nuovo: Simone di Giovanni, mi ami?
Ti voglio bene, Signore; ti amo, Signore. Così la seconda volta.
E Gesù gli ripete la medesima cosa: Pasci i miei agnelli.
E si arriva alla terza volta.
A chi non basta una sola domanda?
Basta a uno che non sa niente: quanto più dovrebbe bastare a uno che tutto conosce in anticipo!
Eppure lo interroga per la terza volta: Mi ami?
Pietro allora si addolorò, quasi che le ripetute domande contenessero del dubbio nei suoi riguardi, e disse: Signore, tu sai tutto; tu sai che io ti amo.
Se qualcosa ti fosse celato, faresti bene a interrogarmi; ma se conosci tutto, sai anche, e in tutti i particolari, ciò che mi domandi.
E Gesù: Pasci le mie pecore. ( Gv 21,15-17 )
L'amore confessò tre volte colui che il timore tre volte aveva rinnegato: e il Signore lo interrogò proprio tre volte perché la triplice confessione cancellasse la triplice negazione. ( Lc 22,57-60 )
Eccovi dunque Pietro, un uomo che rinnega e che ama; che rinnega per debolezza umana, che ama perché sorretto dalla grazia divina.
Il giorno che rinnegò Pietro scoprì ai suoi stessi occhi chi realmente fosse.
In effetti era stato un presuntuoso e con orgogliosa vanteria aveva, per così dire, sbandierato le sue forze.
Affermando: Signore, io resterò con te fino alla morte, ( Lc 22,33 ) aveva presunto delle proprie forze.
E già allora si sentì dire chi effettivamente fosse.
Difatti il malato peccava di eccessiva fiducia nelle proprie forze, ma c'era lì il medico che gli tastava la vena del cuore.
Lo scopriva interiormente malato e, da medico esperto e sincero, gli prediceva ciò che gli sarebbe accaduto.
Sembrava dirgli: Ammettiamo pure che tu ti senta in salute, che non ti senta più febbricitante, ma ti sarà palese da qui a poco.
Quando la febbre raggiungerà il massimo, sarai turbato.
E di fatto, quando fu interrogato da quella serva, si avverò ciò che il medico aveva predetto, non ciò che il malato s'era ripromesso.
Prima che il gallo cantasse, quel servo, pur così entusiasta, negò tre volte il Signore.
E dopo che l'ebbe rinnegato tre volte, ( Lc 22,57-60 ) cosa troviamo scritto nel Vangelo?
Il Signore lo guardò e [ Pietro ] pianse amaramente. ( Lc 22,61-62 )
Se il Signore non l'avesse guardato, Pietro non avrebbe pianto.
A conclusione di tutto questo, vorrei che comprendeste in che senso sia stato detto che lo guardò.
Esaminate attentamente il Vangelo e vi accorgerete che, quando Pietro rinnegò il Signore, questi non si trovava in un posto da cui l'Apostolo potesse vederlo con gli occhi del corpo.
Si trovava infatti all'interno della casa, dove i capi del giudaismo lo sottoponevano all'interrogatorio, mentre Pietro lo rinnegò nel cortile.
Ma qual è il luogo dove non giunge lo sguardo di colui che è presente dovunque?
A motivo dunque delle negazioni fu interrogato sul suo amore e gli furono affidate le pecore di Cristo.
Gli fu detto: Pasci i miei agnelli; pasci le mie pecore. ( Gv 21,15-17 )
Colui che era l'agnello per eccellenza affidava [ a lui ] i suoi agnelli.
Gli affidava i suoi agnelli colui che li aveva resi agnelli di sua appartenenza.
Come fece quell'Agnello a renderli suoi agnelli? Ecco l'Agnello di Dio.
Di lui fu detto che era l'Agnello di Dio.
E come li rese suoi agnelli? Ecco colui che toglie il peccato dal mondo. ( Gv 1,29 )
Così ha reso agnelli anche costoro che ora vediamo in vesti bianche.
Oh, volesse il cielo che non li sbranino i lupi!
Custodiscili tu, Signore, che li hai affidati a Pietro.
Custodiscili tu che sei il custode anche di Pietro.
Ma anche il Signore è pecora, se di lui fu scritto: Come pecora fu condotto al sacrificio, ( Is 53,7 ) e da sempre è anche agnello in quanto da sempre è senza peccato.
Né vi sorprenda questo essere senza peccato.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. ( Gv 1,1 )
Come sarebbe potuto essere in lui il peccato?
Guardate alla nascita di lui uomo!
Volle nascere senza peccato, e per questo una Vergine lo concepì senza brame di concupiscenza carnale.
La concezione del figlio fu dovuta esclusivamente alla fede della madre.
Nacque per opera dello Spirito Santo e della Vergine Maria,1 non contraendo da Adamo il peccato originale.
Non lo contrasse né ve ne aggiunse.
Nacque innocente, innocente visse e innocente morì.
Ecco l'Agnello di Dio; ecco colui che toglie il peccato dal mondo.
Quando affidava le sue pecore a Pietro, gli affidava noi.
Quando affidava noi a Pietro, affidava le sue membra alla Chiesa.
O Signore, sì, affida la tua Chiesa alla tua Chiesa! E la tua Chiesa si affidi a te!
Così infatti diciamo: O Signore, non a noi, non a noi, ma al tuo nome dà gloria! ( Sal 115,1 )
Noi infatti senza di te cosa siamo se non quel Pietro che ti rinnega tre volte?
Dispose infatti il Signore che Pietro scoprisse fino in fondo se stesso, che Pietro si palesasse a Pietro, e a tal fine distolse da lui per un poco il suo volto: e Pietro lo rinnegò.
Poi lo guardò, cioè volse di nuovo verso di lui il suo volto, ed egli si mise a piangere. ( Lc 22,61-62 )
Con le lacrime cancellò la colpa: con l'acqua sgorgata dagli occhi lavò la coscienza.
Osserviamolo descritto in un Salmo dove si dice: Nella mia abbondanza ho detto: Non sarò smosso in eterno. ( Sal 30,7 )
Di chi si parla se non di Pietro quando dice: Sarò con te fino alla morte, ( Lc 22,33 ) e: Anche se dovessi morire con te, non mi allontanerò da te? ( Mt 26,35 )
Parla Pietro nella sua sicumera e cosa dice? Non sarò smosso in eterno.
Ma badate bene alle parole che aggiunge dopo che, interrogato, rinnegò tre volte e pianse: sono infatti parole pronunziate da lui quando si fu ravveduto.
Io ho detto nella mia abbondanza: Non sarò smosso in eterno.
Signore, nella tua volontà hai dato valore alla mia dignità; hai distolto la tua faccia da me e io ne sono stato sconvolto. ( Sal 30,7-8 )
Hai distolto da me la tua faccia e mi hai mostrato la mia.
Non so cosa tu dica; non conosco quell'uomo. ( Mt 26,70-72 )
Ecco Pietro in se stesso; ecco il significato delle parole: Hai distolto da me la tua faccia e io ne sono stato sconvolto.
Guardandolo, il Signore gli mostrò di nuovo la sua faccia e Pietro ne fu rinvigorito.
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1 | Symb. Apost. |