Discorsi sui tempi Liturgici

Indice

Nei giorni di Pasqua

1 - La risurrezione del Signore nei diversi racconti evangelici
2 - La fede del buon ladrone e l'incredulità dei discepoli
3 - La fede del cristiano e la fede dei demoni

1 - La risurrezione del Signore nei diversi racconti evangelici

In questi giorni si legge il racconto della resurrezione del Signore secondo tutti e quattro gli Evangelisti.

La necessità di leggerli tutti deriva dal fatto che i singoli non ci hanno riferito tutto, ma l'uno ha narrato quel che l'altro aveva omesso: in certo qual modo si sono riservati ciascuno dello spazio, di modo che leggerli tutti e quattro risultasse necessario.

L'evangelista Marco, dal cui Vangelo furono prese le letture di ieri, riferisce in forma abbreviata avvenimenti che Luca sviluppa più copiosamente.

Marco racconta di quei due discepoli ( Mc 16,2-13; Lc 24,13-35 ) - che non erano del numero dei dodici ma appartenevano al gruppo dei discepoli - ai quali il Signore apparve lungo il cammino e li accompagnò per un tratto di strada.

Egli dice solo che apparve ai due lungo il cammino.

L'evangelista Luca viceversa precisa le parole che scambiò con loro e le risposte che diede; dice fin dove li accompagnò e come i discepoli lo riconobbero all'atto di spezzare il pane.

Tutti questi particolari, come abbiamo udito, sono narrati da Luca.

2 - La fede del buon ladrone e l'incredulità dei discepoli

Ma perché, fratelli, dilungarci in queste digressioni?

È ora che il nostro edificio cresca mediante la fede nella resurrezione di Cristo Signore.

Già prima d'ascoltare il brano evangelico noi ci credevamo e ci credevamo anche quando oggi siamo entrati in questa chiesa; tuttavia - non saprei come - è con gioia che si ascolta questo evento ogniqualvolta se ne rinnova il ricordo.

E vi pare strano che si allieti il nostro cuore se, almeno apparentemente, sembriamo superare quegli stessi discepoli che camminavano per via e ai quali si mostrò il Signore?

In realtà, noi crediamo a ciò che essi non ancora credevano.

Avevano perduto la speranza e dubitavano, noi al contrario non dubitiamo.

Quando il Signore fu posto in croce essi persero la speranza, come si rileva dalle loro parole.

Disse loro Gesù: Che discorsi sono mai codesti che state facendo tra di voi? e perché siete afflitti?

Ed essi: Tu sei dunque l'unico pellegrino in Gerusalemme che non sappia le cose ivi accadute?

Rispose: Quali? Pur sapendo tutto, domandava cose che lo riguardavano per il desiderio che aveva di penetrare dentro di loro.

Disse: Quali? E i discepoli: Tutto quello che riguarda Gesù di Nazareth, che era un profeta potente in parole ed opere.

Ecco in che senso noi siamo più progrediti di loro.

Essi chiamano Cristo profeta, noi sappiamo che egli è il Signore dei profeti.

Dicono: Era un profeta potente in parole ed opere, ma i principi dei sacerdoti lo hanno crocifisso; e oggi è ormai il terzo giorno da quando il fatto è accaduto.

Quanto a noi, speravamo …

Speravate: adesso non sperate più?

A tanto è valso l'essere stati suoi discepoli?

Il ladrone sospeso alla croce vi ha superati.

Voi vi siete dimenticati del vostro Maestro; egli riconobbe colui vicino al quale era crocifisso.

Noi speravamo. Cosa speravate? Che egli fosse il redentore d'Israele. ( Lc 24,17-21 )

Ciò che voi avevate sperato e, vedendolo crocifisso, avete cessato di sperare, il ladrone crocifisso riconobbe e confessò al Signore: Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo regno. ( Lc 23,42 )

Ecco, riconosce che egli era il redentore d'Israele.

Quella croce è una scuola.

Dall'alto di lei il Maestro istruì il malfattore.

Il legno del crocifisso è divenuto la cattedra dell'insegnante.

Ad ogni modo, colui che vi si è restituito vivo voglia risuscitare in voi la speranza!

Ed effettivamente accadde proprio così.

Ricordate però, o carissimi, come il Signore Gesù da coloro che avevano gli occhi ottenebrati, sì da non riconoscerlo, volle farsi riconoscere all'atto di spezzare il pane.

I fedeli comprendono ciò che voglio dire: anch'essi riconoscono Cristo mentre spezza il pane: non qualsiasi pane ma il pane che ricevendo la benedizione di Cristo diventa corpo di Cristo.

Mentre spezzava il pane i due lo riconobbero e, pieni di gioia, corsero dai condiscepoli, ma li trovarono già al corrente di tutto.

Raccontarono quel che avevano visto e il loro racconto venne ad inserirsi nel Vangelo: ( Lc 24,13-35 ) parole pronunciate, avvenimenti accaduti furono posti in iscritto e così sono giunti fino a noi.

3 - La fede del cristiano e la fede dei demoni

Crediamo dunque in Cristo crocifisso, ma crocifisso così che al terzo giorno risuscitò.

Questa è la fede che ci distingue da quei discepoli, che ci distingue dai pagani e dai Giudei: la fede in forza della quale crediamo che Cristo è risorto da morte.

Lo dice l'Apostolo a Timoteo: Ricordati che Cristo Gesù, discendente di Davide, risuscitò dai morti secondo il mio Vangelo. ( 2 Tm 2,8 )

E di nuovo lo stesso Apostolo: Se nel tuo cuore crederai che Gesù è il Signore e con le tue labbra confesserai che Dio l'ha risuscitato dai morti, sarai salvo. ( Rm 10,9 )

Questa è la salvezza di cui vi ragionavo ieri: Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo. ( Mc 16,16 )

So che voi credete; quindi sarete salvi.

Ebbene, ritenete saldo nel cuore e professate con le labbra che Cristo è risorto da morte.

Tale fede dev'essere però una fede da cristiani, non da demoni.

È questa una distinzione che vi propongo: una distinzione che certo è mia ma io ve la presento come un'esigenza della grazia di Dio che mi è stata concessa.

Di fronte a tale distinzione, scegliete, amate!

Ecco, vi ho detto che la fede per la quale crediamo che Cristo Gesù è risorto da morte ci distingue dai pagani.

Chiedi al pagano se Cristo sia stato crocifisso e a gran voce ti risponde: Senza dubbio!

Nega però che egli sia risorto.

Chiedi al giudeo se Cristo sia stato crocifisso, e ti ammette il crimine commesso dai suoi padri, nel quale ha avuto lui stesso parte di responsabilità, in quanto ha bevuto quello che i suoi padri gli somministrarono quando dissero: Il suo sangue [ ricada ] su di noi e sui nostri figli. ( Mt 27,25 )

Chiedi poi al giudeo se Cristo sia risuscitato dai morti.

Ti dirà di no, ti prenderà in giro, ti accuserà.

Siamo in due estremi opposti, poiché noi crediamo che Cristo, discendente di Davide secondo la carne, è risorto da morte.

E passiamo ai demoni.

Forse che i demoni non hanno conosciuto questo evento o non vi hanno creduto?

Anzi lo hanno visto con i propri occhi!

Già prima della sua resurrezione gli gridavano dicendo: Sappiamo chi tu sia: il Figlio di Dio. ( Mc 1,24; Lc 4,34 )

Credendo nella resurrezione di Cristo ci differenziavamo dai pagani; se ci è possibile, differenziamoci anche dai demoni.

Scusatemi!, quali sono le parole che dissero i demoni?

Sappiamo chi tu sia: il Figlio di Dio.

E la risposta fu: Statevene zitti! ( Mc 1,25; Lc 4,35 )

Ma non dissero forse le stesse parole che dirà Pietro quando Gesù, interrogando i discepoli, chiese: Chi dice la gente che io sia?

Dopo che gli ebbero riferito le opinioni degli altri, Gesù aggiunse una domanda precisa: E voi chi dite che io sia?

Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.

Stessa risposta nei demoni e in Pietro, stessa risposta negli spiriti del male e nell'Apostolo.

Eppure ai demoni fu risposto: Statevene zitti!, mentre a Pietro: Beato te! ( Mt 16,13-17 )

Quello che costituiva allora l'elemento discriminante lo sia oggi per noi.

Cosa muoveva i demoni a gridare quel che gridarono? Il timore.

Cosa muoveva Pietro? L'amore.

Fate dunque la vostra scelta: amate!

Tale infatti è la fede che distingue i cristiani dai demoni, non una fede come che sia.

Lo dice l'apostolo Giacomo: Tu credi - vi cito un testo della lettera dell'apostolo Giacomo -; tu credi che unico è Dio e fai bene.

Ma credono anche i demoni e ne provano spavento. ( Gc 2,19 )

Afferma queste cose quell'Apostolo che nella stessa lettera dice: Se uno ha la fede ma non ha le opere, forse che la fede può salvarlo? ( Gc 2,14 )

E l'apostolo Paolo, distinguendo opportunamente le cose, dice: Né la circoncisione né il prepuzio contano alcunché; quel che conta è la fede che opera mediante la carità. ( Gal 5,6 )

Abbiamo presentato situazioni diverse, abbiamo operato delle distinzioni; anzi tali distinzioni le abbiamo trovate già fatte, le abbiamo lette e attraverso la lettura le abbiamo recepite nella mente.

Ebbene, come ci differenziamo per la fede, così distinguiamoci per i costumi, per le opere: ardiamo di quella carità che i demoni non hanno.

D'un tale fuoco ardevano anche quei due che camminavano per la via.

Quando infatti ebbero riconosciuto Cristo, mentre egli se ne andava dissero fra sé: Come mai il nostro cuore non ci ardeva in petto mentre egli, cammin facendo, ci spiegava le Scritture? ( Lc 24,32 )

Siate ardenti per non dover ardere nel fuoco dove bruciano i demoni. ( Mt 25,41 )

Siate ardenti del fuoco della carità, per così distinguervi dai demoni.

Questo fuoco vi sospingerà verso l'alto, vi solleverà verso l'alto, verso il cielo.

Potrete soffrire ogni sorta d'incomodi qui sulla terra, il nemico potrà abbattere e umiliare fino all'estremo il cuore del cristiano; ma il fuoco dell'amore tenderà sempre verso l'alto.

Gradite un paragone.

Se tieni in mano una torcia accesa, tienila dritta con la sommità rivolta all'insù; la spirale della fiamma si dirige verso l'alto.

Pròvati poi ad inclinare la torcia: la fiamma si innalzerà lo stesso verso il cielo.

E se anche rovescerai la torcia, forse che la fiamma si riverserà in direzione della terra?

Da qualunque parte giri un oggetto che arde, la sua fiamma non conosce altra direzione che non sia il cielo.

Siate dunque infiammati nello spirito e ardete del fuoco della carità.

Procurate d'essere ferventi nelle lodi divine e nella condotta della vita, che dev'essere buona in sommo grado.

Potrà darsi che uno sia caldo e un altro freddo.

Ebbene, chi è caldo infiammi chi è freddo, e chi arde poco desideri vivamente che il suo calore cresca e preghi per ottenere aiuto.

Il Signore è pronto a dare, noi dilatiamo il cuore e desideriamo di ricevere. Rivolti al Signore.

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