Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - Veritieri gli Evangelisti, anche se differenziato è il loro racconto
2 - La morte di Cristo aveva sconvolto i discepoli
3 - La frazione del pane, momento favorevole per incontrare Cristo
4 - Cristo risorgendo garantisce la nostra risurrezione
Ieri, cioè la notte scorsa, dal Vangelo è stato letto il racconto della resurrezione del Salvatore: è stato letto dal Vangelo secondo Matteo, ( Mt 18 ) mentre oggi, come avete ascoltato dalla voce del lettore, della resurrezione del Signore ci è stata riferita la narrazione scritta dall'evangelista Luca. ( Lc 24,13-31 )
Al riguardo c'è una cosa che noi dobbiamo richiamarvi spesso alla mente e che voi dovete tener a memoria, e cioè questa: non vi deve sorprendere che un Evangelista riporti ciò che un altro omette, in quanto colui che omette una cosa narrata da un altro, a sua volta aggiunge altro materiale omesso dal primo.
Ci sono cose raccontate da uno e omesse dagli altri tre, altre narrate da due e omesse dagli altri due, e altre infine riferite da tre ma omesse da uno.
L'autorità del santo Vangelo è così grande che, essendo unico lo Spirito che parlava in loro, anche ciò che è riferito da uno solo corrisponde a verità.
E ora soffermiamoci sul brano che vi siete sentiti leggere.
Il Signore Gesù, risorto da morte, si fa incontro a due suoi discepoli lungo la via e trova che parlano fra loro degli ultimi avvenimenti.
Dice loro: Che significano codesti discorsi che tenete fra voi? ( Lc 24,17 ) con quel che segue.
Questo racconto ce l'ha tramandato solamente l'evangelista Luca.
Marco riferisce compendiosamente l'apparizione ai due lungo la via ma non riporta né le parole dette dai discepoli al Signore né quelle dette dal Signore ai discepoli. ( Mc 16,14 )
Qual è dunque il contenuto specifico che la presente lettura offre a noi?
Davvero importante, se lo comprendiamo.
Gesù appare: i discepoli lo vedevano con gli occhi, ma senza riconoscerlo.
Il Maestro camminava con loro per via, anzi egli stesso era la via, ma loro non camminavano per quella via.
Egli stesso dovette constatare che erano andati fuori della via.
Nel tempo trascorso con loro prima della passione, infatti, egli aveva predetto ogni cosa: che avrebbe patito, che sarebbe morto, che il terzo giorno sarebbe risorto. ( Mt 20,18-19 )
Aveva predetto tutto, ma la sua morte fu per loro come una perdita di memoria.
Quando lo videro sospeso al patibolo furono così turbati che dimenticarono i suoi insegnamenti, non attesero più la sua resurrezione, non rimasero saldi nelle sue promesse.
Dicono: Noi speravamo che egli fosse il redentore d'Israele. ( Lc 24,21 )
O discepoli, l'avevate sperato.
Vuol dire che adesso non lo sperate più.
Ecco, Cristo vive, ma in voi la speranza è morta.
Sì, Cristo è veramente vivo; ma questo Cristo vivo trova morti i cuori dei discepoli.
Apparve e non apparve ai loro occhi; era visibile e insieme nascosto.
In effetti, se non lo si vedeva, come potevano udire le sue domande e rispondere ad esse?
Camminava per via come un compagno di viaggio, anzi era lui che li conduceva.
Quindi lo vedevano, ma non erano in grado di riconoscerlo.
I loro occhi - abbiamo così inteso - erano impediti dal riconoscerlo. ( Lc 24,16 )
Erano impediti non di vederlo ma di riconoscerlo.
Orbene, fratelli, quand'è che il Signore volle essere riconosciuto?
All'atto di spezzare il pane.
È una certezza che abbiamo: quando spezziamo il pane riconosciamo il Signore.
Non si fece riconoscere in altro gesto diverso da quello; e ciò per noi, che non lo avremmo visto in forma umana ma avremmo mangiato la sua carne.
Sì, veramente, se tu - chiunque tu sia - sei nel novero dei fedeli, se non porti inutilmente il nome di cristiano, se non entri senza un perché nella chiesa, se hai appreso ad ascoltare la parola di Dio con timore e speranza, la frazione del pane sarà la tua consolazione.
L'assenza del Signore non è assenza.
Abbi fede, e colui che non vedi è con te.
Quanto invece a quei discepoli, quando il Signore parlava con loro, essi non avevano più la fede perché non lo credevano risorto e non speravano che potesse risorgere.
Avevano perso la fede e la speranza: pur camminando con uno che viveva, loro erano morti.
Camminavano morti in compagnia della stessa Vita!
Con loro camminava la Vita, ma nei loro cuori la vita non si era ancora rinnovata.
E ora mi rivolgo a te.
Se vuoi ottenere la vita fa' quello che fecero quei discepoli, in modo che ti sia dato riconoscere il Signore.
Essi lo invitarono a casa.
Il Signore fece finta d'essere uno che doveva andare lontano, ma loro lo trattennero.
Arrivati nella località dov'erano diretti, gli dissero: Resta qui con noi perché ormai s'è fatto sera. ( Lc 24,29 )
Accogli l'ospite, se desideri riconoscere il Salvatore.
Ciò che la mancanza di fede aveva ostacolato fu conseguito per mezzo dell'ospitalità.
E il Signore si mostrò loro all'atto di spezzare il pane.
Imparate dov'è da ricercarsi il Signore, dove lo si possiede, dove lo si riconosce: è quando lo mangiate.
In questa lettura i fedeli sanno scoprire qualcosa che capiscono meglio di quanto non riescano a fare coloro che ancora certe cose non sanno.
Il Signore Gesù fu dunque riconosciuto ma, dopo che fu riconosciuto, non si lasciò più vedere: si allontanò col corpo da coloro che ormai lo ritenevano mediante la fede.
Se infatti il nostro Signore si sottrasse corporalmente agli occhi di tutta la Chiesa quando salì al cielo, lo fece perché crescesse la fede.
Se infatti non ammetti altro all'infuori di ciò che vedi, dove sta la fede?
Se invece credi anche in quello che non vedi, quando sarà giunta l'ora di vederlo ne avrai gioia.
Cresca la fede, per avere in compenso la visione.
Poiché quel che noi non vediamo verrà; si, verrà, fratelli, verrà!
Sta' però attento al modo come ti troverà.
Avrà risposta infatti ciò che si chiede la gente: Dov'è? quando e com'è? quando sarà? quando verrà? Sta' sicuro!
Egli verrà, e non soltanto verrà ma verrà anche se tu non lo volessi.
Guai a chi non ha creduto e grande gioia per quelli che hanno creduto!
Chi ha creduto godrà, gli increduli saranno confusi.
Chi ha creduto dirà: Grazie a te, Signore!
Erano vere le cose che avevamo udite, credute, sperate.
Ne vediamo ora la verità.
Al contrario gli increduli diranno: Come mai è avvenuto che non credessimo? come mai abbiamo potuto prendere per fandonie le cose che ci venivano lette?
E così succederà che alla negazione toccherà in sorte il castigo, mentre alla gioia il premio.
Difatti se ne andranno quelli nel fuoco eterno, i giusti invece nella vita eterna. ( Mt 25,46 )
Rivolti al Signore!
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