Discorsi sui tempi Liturgici

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Nei giorni di Pasqua

1 - Le due pésche miracolose nel loro simbolismo
2 - La prima pésca, di cui Lc 5,4ss., raffigura la Chiesa peregrinante
3 - La pésca avvenuta dopo la risurrezione raffigura la Chiesa trionfante
4 - Nel numero 153 si vede celato un grande contenuto simbolico

1 - Le due pésche miracolose nel loro simbolismo

Anche oggi è stato letto un brano preso dall'evangelista Giovanni, dove si narrano avvenimenti accaduti dopo la resurrezione del Signore.

La vostra Carità ha ascoltato insieme con noi come il Signore Gesù Cristo si mostrò ai discepoli presso il mare di Tiberiade dove li trovò a pescare il pesce, sebbene fossero stati già fatti pescatori di uomini.

Durante tutta la notte non avevano preso niente, ma dopo che ebbero visto il Signore e al suo comando gettarono le reti presero quel gran numero ( Gv 21,11 ) che avete ascoltato.

Il Signore non avrebbe impartito un comando di tal sorta se non vi avesse voluto includere un significato la cui conoscenza sarebbe stata di nostra utilità.

Cosa mai infatti poteva interessare a Gesù Cristo il pescare o non pescare pesci?

Ma quella pesca aveva una portata simbolica per noi.

Riflettiamo insieme a quelle due volte che i discepoli si misero a pescare dietro comando del Signore: una volta prima della passione e un'altra dopo la resurrezione. ( Lc 5,1-11; Gv 21,1-11 )

Nelle due pesche è raffigurata l'intera Chiesa: la Chiesa come è adesso e come sarà dopo la resurrezione dei morti.

Adesso accoglie una moltitudine impossibile a enumerarsi, comprendente e i buoni e i cattivi; dopo la resurrezione comprenderà solo i buoni in un numero ben preciso.

2 - La prima pésca, di cui Lc 5,4ss ., raffigura la Chiesa peregrinante

Richiamate quindi alla mente la prima pesca da cui ci si fa scorgere la Chiesa com'è in questo tempo.

Il Signore Gesù, quando per la prima volta chiamò i discepoli a seguirlo, li trovò intenti a pescare.

E quella volta, pur avendo lavorato tutta la notte, non avevano preso niente.

Lo videro e si sentirono dire: Gettate le reti.

Gli risposero: Signore, in tutta questa notte non abbiamo preso niente ma, ecco, sulla tua parola gettiamo la rete.

E la gettarono come aveva ordinato colui che è onnipotente.

E cosa sarebbe potuto accadere se non ciò che lui voleva?

Ma con quell'avvenimento - come dicevo sopra - il Signore si degnò prefigurare qualcosa che ci sarebbe stato utile conoscere.

Furono gettate le reti, il Signore però non aveva ancora affrontato la passione né era risorto.

Furono gettate le reti e presero tanti pesci da riempire le due barche, e le reti si rompevano per la quantità di pesci raccolti. ( Lc 5,1-6 )

Allora disse loro: Venite, vi farò pescatori di uomini. ( Mt 4,19; Lc 5,11 )

Ricevettero da lui le reti della parola di Dio e le gettarono nel mondo, come in un mare profondo, e raccolsero tutto quel numero di cristiani che con stupore vediamo.

Quelle due barche, poi, rappresentavano due popoli: i Giudei e i pagani, la sinagoga e la Chiesa, i circoncisi e gli incirconcisi.

Di quelle due barche, descritte con l'immagine delle due pareti che provengono da direzioni opposte, pietra angolare è Cristo. ( Ef 2,11-22 )

Ma cosa abbiamo ascoltato? La quantità comprimeva le barche.

Così anche adesso: la Chiesa subisce pressione dai cristiani che vivono male.

E non basta che facciano pressione; squarciano anche le reti.

In realtà, se non fossero state squarciate le reti, vorrebbe dire che non sono stati mai causati degli scismi.

3 - La pésca avvenuta dopo la risurrezione raffigura la Chiesa trionfante

Passiamo ora dalla pesca del tempo presente, in cui triboliamo, e veniamo a quella che desideriamo con ardore e alla quale aspiriamo sorretti dalla fede.

Ecco, il Signore morì ma poi risuscitò e apparve ai discepoli in riva al mare. ( Gv 21,1-6 )

Anche quella volta comandò di gettare le reti, ma non in maniera imprecisata.

Statemi attenti! In occasione della prima pesca non aveva loro detto: Gettate le reti a destra o a sinistra.

Se infatti avesse detto: A sinistra, vi sarebbero stati simboleggiati solo i cattivi; se: A destra, solo i buoni.

Sicché non disse né a destra né a sinistra, perché dovevano essere presi nella rete i buoni mescolati con i cattivi.

Eccoci invece adesso dopo la resurrezione.

Quale sarà allora la Chiesa, ascoltatelo con discernimento, godetene e appropriatevene con la speranza.

Dice: Gettate le reti a destra. ( Gv 21,6 )

È ora che vengano presi quelli della destra: non c'è più da temere alcun cattivo.

Voi infatti sapete che egli separerà le pecore dai capri e che collocherà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra, e sapete ancora che a quanti staranno alla sinistra dirà: Andate al fuoco eterno, mentre a coloro che si troveranno a destra dirà: Prendete possesso del regno. ( Mt 25,41 )

Ecco perché dice: Gettate le reti a destra.

E le gettarono e presero del pesce: ne presero un numero ben determinato, poiché lassù non ci sarà nessuno che non rientri in quel numero. ( Sal 40,6 )

Nel tempo presente quanta gente c'è che, pur non rientrando in quel numero, si accostano all'altare, sembrano appartenere al popolo di Dio, mentre non sono scritti nel libro della vita!

Là invece il numero è determinato.

E fra questi pesci cercate d'essere anche voi, non ascoltando solamente e lodando ma comprendendo bene e conducendo una vita buona.

Vengono dunque gettate le reti e vengono presi dei pesci grossi.

Chi potrebbe infatti essere piccolo lassù quando si sarà uguali agli angeli di Dio? ( Mt 22,30 )

Vengono presi dei pesci grossi e il loro numero è centocinquantatre. ( Gv 21,11 )

Mi obietterà qualcuno: I santi saranno davvero in tal numero?

Dio ci guardi dall'immaginare che, anche da questa chiesa, i santi ammessi a quel Regno siano così pochi.

Il loro numero sarà, certo, ben circoscritto, ma del solo popolo di Israele saranno milioni.

San Giovanni, parlando nell'Apocalisse del solo popolo d'Israele, dice che saranno centoquarantaquattromila, considerando coloro che non si contaminarono con donne ma rimasero vergini.

Quanto poi agli altri popoli, dice che verranno, vestiti di candide vesti, tante migliaia di uomini che nessuno potrebbe contare. ( Ap 7,4-9; Ap 14,3-4 )

4 - Nel numero 153 si vede celato un grande contenuto simbolico

Questo numero dunque deve contenere un significato e io sono in obbligo nella solennità in cui ogni anno vi tengo questo discorso, di rammentarvi ciò che tutti gli anni vi siete abituati ad ascoltare.

I centocinquantatre pesci sono un numero che indicano le miriadi di santi e di credenti.

Perché mai il Signore si è degnato di indicare con questo numero le tante migliaia di coloro che entreranno nel Regno dei cieli?

Ascoltate bene. Voi sapete che al popolo di Dio fu data per mezzo di Mosè una legge e che di questa legge - così ci si ricorda - punto capitale è il decalogo, cioè i dieci comandamenti della legge.

Di questi comandamenti, il primo è quello di adorare un solo Dio; il secondo: Non usurpare il nome del Signore tuo Dio per usi vani; il terzo è quello di rispettare il sabato: ( Es 20,1-8 ) un precetto che i cristiani osservano secondo lo spirito, mentre i Giudei lo trasgrediscono anche secondo la lettera.

Questi tre comandamenti hanno per oggetto Dio, gli altri sette riguardano l'uomo.

Per questo si poté parlare di due comandamenti basilari, che sono: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente, e amerai il prossimo tuo come te stesso.

In questi due comandamenti si riassumono per intero la legge e i profeti. ( Mt 22,37-40 )

Essendo quindi due tali comandamenti, di quelli elencati nel decalogo tre dovranno riferirsi all'amore di Dio e sette all'amore del prossimo.

Quali sono i sette che si riferiscono all'uomo?

Onora tuo padre e tua madre, non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, non desiderare la moglie del tuo prossimo, non desiderare la roba del tuo prossimo. ( Es 20,12-17 )

5 - Quanto a questi precetti, nessuno può adempierli con le sole proprie forze, ma dev'essere aiutato dalla grazia di Dio.

Orbene, se nessuno riesce ad adempiere la legge con le proprie forze ma solo se Dio l'aiuta col suo Spirito, già vi sovviene come lo Spirito Santo è espresso nel simbolo del numero sette, come dice il santo Profeta.

L'uomo sarà riempito dallo Spirito di Dio: Spirito di sapienza e d'intelletto, di consiglio e di fortezza, di scienza e di pietà e del timore di Dio. ( Is 11,2-3 )

Queste sette attività a motivo del numero sette ci inducono a pensare allo Spirito Santo, il quale, scendendo, per cosi dire, verso di noi, comincia con la sapienza e finisce col timore; noi al contrario nel nostro ascendere cominciamo dal timore e diventiamo perfetti nella sapienza.

Difatti inizio della sapienza è il timore del Signore. ( Sir 1,16 )

Pertanto, se occorre lo Spirito per adempiere la legge, si uniscano il sette e il dieci in modo da ottenere il numero diciassette.

Ebbene, se ti metterai a sommare tutti i numeri da uno fino a diciassette, otterrai centocinquantatre.

Non occorre che facciamo adesso il computo; contateli a casa vostra e questo conto fatelo prendendo l'uno, il due, il tre, il quattro e così siamo a dieci.

E come il dieci sono l'uno con l'aggiunta di due, di tre e di quattro, così prova ad aggiungere gli altri numeri fino a diciassette.

Troverai in questa maniera il sacro numero dei fedeli e dei santi che saranno in cielo col Signore.

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