Discorsi sui tempi Liturgici |
1.1 - Tre elementi simbolici nella prima pésca miracolosa
2.2 - Oggi dentro la Chiesa, dopo il giudizio esclusi dalla Chiesa
4.3 - La nostra giustizia sia superiore a quella degli scribi e farisei
5.4 - La presente operosità e la quiete dell'eternità
6.5 - Lo Spirito ci dà la forza per adempiere la legge
Quando Cristo, nostro liberatore, si mette a pescare avviene la nostra liberazione.
Tuttavia nel santo Vangelo ci si informa di due pesche effettuate dal Signore, nel senso che a un cenno della sua parola furono gettate le reti: una al principio quando egli scelse i discepoli, ( Lc 5,1-11; Mt 4,18-22 ) e questa seconda avvenuta dopo la resurrezione. ( Gv 21,1-11 )
La prima pesca raffigura la Chiesa com'è al presente, la seconda, quella cioè che avvenne dopo la resurrezione, raffigura la Chiesa come sarà alla fine del mondo.
Notiamo infatti come nella prima pesca Cristo comandò che venissero gettate le reti senza specificare da che parte: comandò solo che fossero gettate.
E i discepoli le gettarono, ma non ci si dice se a destra o a sinistra.
Questo, perché i pesci simboleggiano gli uomini, e se fosse stato detto: A destra, vi sarebbero stati inclusi solo i buoni; se invece fosse stato detto: A sinistra, sarebbero stati inclusi solo i cattivi.
Siccome però nella Chiesa si sarebbero dovuti trovare, mescolati insieme, e i buoni e i cattivi, le reti furono gettate in maniera imprecisata, di modo che potessero essere catturati pesci suscettibili di significare la mescolanza dei buoni e dei cattivi.
In più, nella prima descrizione si narra anche questo, che cioè di pesci ne presero tanti da riempire le due barche e da farle affondare, ( Lc 5,1-7 ) o meglio, da gravarle al punto che stavano per affondare.
In effetti, le barche non affondarono ma corsero pericolo di affondare.
Perché un tale pericolo? Per i troppi pesci.
Segno, questo, che, a causa della gran quantità di gente che la Chiesa avrebbe accolta, la disciplina avrebbe corso pericolo.
È un particolare che si aggiunge nel racconto della prima pesca, dove si narra anche che per l'abbondanza dei pesci le reti si squarciavano.
Le reti squarciate cosa volevano indicare se non gli scismi che sarebbero sorti in seguito?
Tre cose dunque troviamo simboleggiate nella prima pesca: la mescolanza dei buoni e dei cattivi, l'appesantimento causato dalle folle, gli scismi provocati dagli eretici.
La mescolanza dei buoni con i cattivi in quanto le reti non furono gettate a destra o a sinistra; l'appesantimento causato dalle folle, per la quantità di pesce raccolto, sì che le barche ne erano gravate; gli scismi provocati dagli eretici, in quanto per la gran quantità di pesci le reti stavano per squarciarsi.
Volgete ora lo sguardo a quest'altra pesca, quella letta oggi.
Essa avvenne dopo la resurrezione del Signore, perché potesse essere simbolo della Chiesa quale sarà dopo la nostra resurrezione.
Dice: Gettate la rete a destra. ( Gv 21,6 )
È pertanto delimitato il numero di coloro che si troveranno alla destra.
Come infatti ricordate, il Signore disse che verrà insieme ai suoi angeli, e si raduneranno davanti a lui tutte le genti ed egli le separerà come il pastore separa le pecore dai capri.
Porrà le pecore a destra e i capri a sinistra, e alle pecore dirà: Venite, possedete il regno, mentre ai capri dirà: Andate al fuoco eterno. ( Mt 25,31-41 )
Gettate a destra.
È come se dicesse: Ormai sono risorto e mi voglio riferire alla Chiesa che ci sarà dopo la resurrezione dei morti.
Gettate a destra; e difatti le reti furono gettate a destra.
Non riuscivano a tirarle fuori per la gran quantità di pesci.
Anche la prima volta si parlava di grande quantità; ma qui, oltre la grande quantità e la grossezza, viene indicato un numero preciso mentre l'altra volta questa precisazione numerica non era indicata.
In realtà nel tempo presente - cioè prima della resurrezione e prima che siano separati i buoni dai cattivi -, si avvera quel che fu detto dal Profeta: Ho annunziato e parlato.
Che significa: Ho annunziato e parlato? Ho gettato le reti.
E cosa ne è seguito? Si sono moltiplicati oltre il numero. ( Sal 40,6 )
C'è un numero e ci sono quelli oltre il numero.
Il numero concerne i santi che regneranno con Cristo; quelli in soprannumero coloro che adesso possono stare dentro la Chiesa ma non potranno entrare nel Regno dei cieli.
In vista di ciò vi esorto a sottrarvi al secolo presente che è cattivo: vi esorto affinché, se vorrete vivere, non imitiate i cattivi cristiani.
Non dovete dire: Ma come? non è un credente quel tale che pur si ubriaca?
Ma come? non è un credente quel tale che pur convive con delle concubine?
Ma come? non è un credente quel tal altro che ogni giorno defrauda?
Ma come? non è credente anche quel tal altro che va a consultare gli indovini?
In effetti, solo se al presente vorrete essere buon grano, vi troverete allora nell'ammasso degli eletti.
Se invece preferirete essere paglia, vi troverete, sì, nel mucchio grande, destinati però ad essere bruciati da un altrettanto grande fuoco.
3.3 - Cos'altro? Dice: Trascinarono sulla riva le reti.
Fu Pietro a tirare le reti sulla riva.
L'avete ascoltato or ora mentre si leggeva il Vangelo.
Sentendo parlare di riva, ti venga in mente la fine del mare, e, ascoltando le parole: fine del mare, intendile riferite alla fine del mondo.
Nella prima pesca le reti non furono trascinate a riva, ma i pesci che erano stati presi furono sistemati sulle barche; qui invece tirarono le reti sulla spiaggia.
Spera nella fine del mondo!
È una fine che certo verrà, recando benefici a quei della destra e sventura a quei della sinistra.
E quanti erano i pesci? Dice: Trascinarono le reti contenenti centocinquantatre pesci.
E l'evangelista aggiunge una circostanza che era necessario sottolineare, cioè: Pur essendo d'una certa mole - vale a dire così grandi -, la rete non si squarciò. ( Gv 21,11 )
Saranno grandi ma non ci saranno eresie; anzi, le eresie non ci saranno proprio perché si tratta di uomini grandi.
Chi sono questi grandi? Leggi le parole dello stesso Signore nel Vangelo e troverai questi grandi.
Dice in un passo: Non sono venuto ad abolire la legge o i profeti, ma a portarli a compimento. ( Mt 5,17 )
In verità vi dico: Chiunque trasgredirà uno solo di questi miei precetti, fosse anche il più piccolo e insegnerà ( trasgredirà e insegnerà in questo senso: trasgredirà vivendo male e insegnerà predicando bene ) sarà chiamato minimo nel Regno dei cieli. ( Mt 5,18-19 )
Ma di qual Regno dei cieli si tratta?
Della Chiesa che vige al tempo presente, poiché anch'essa è chiamata Regno dei cieli.
Difatti se il termine Regno dei cieli non valesse anche per la Chiesa dell'al di qua, dove sono raccolti i buoni e i cattivi, non direbbe il Signore nella parabola: Il Regno dei cieli è simile a una tartana gettata in mare che raccoglie ogni sorta di pesci.
Ma ecco il seguito: Il Regno dei cieli è simile a una tartana gettata in mare - la tartana è una specie di rete - che raccoglie ogni sorta di pesci.
Ma che succede poi? La tirano a riva.
Questo diceva il Signore sviluppando la parabola.
E dopo averla tratta a riva, siedono e raccolgono i pesci buoni e li mettono nei canestri, mentre buttano via i cattivi.
E quello che intendeva dire lo spiegò con chiarezza.
Cosa disse infatti? Così sarà alla fine del mondo.
Vi siete accorti cosa sia la riva?
E continua: Verranno gli angeli e raccoglieranno i cattivi separandoli dai giusti, e li cacceranno nel forno dal fuoco bruciante, dove saranno pianto e stridore di denti. ( Mt 13,47-50 )
Eppure la Chiesa è chiamata Regno dei cieli.
Ci si trova nel mare e si trovano a nuotare insieme pesci buoni e pesci cattivi: si è tuttavia nel regno dei cieli, cioè nella Chiesa del tempo presente.
Ora in questa Chiesa è chiamato il minimo colui che insegna il bene ma compie il male, trovandosi anche lui sulla stessa barca.
Né si può dire che non ci sia: no, egli è lì, nel regno dei cieli, nella Chiesa, qual essa è al tempo presente.
Insegna il bene, opera il male.
È un elemento necessario, sebbene sia un mercenario, del quale diceva Gesù: In verità vi dico: Hanno ricevuto la loro ricompensa. ( Mt 6,2 )
E non che, in parte almeno, non rechi del giovamento: se no, se cioè quelli che insegnano il bene ma operano il male non giovassero in alcun modo, non avrebbe detto il Signore al suo popolo: Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei; fate quindi le cose che dicono ma non quelle che fanno.
Perché? Perché dicono ma non fanno. ( Mt 23,2-3 )
Mi stia attenta la vostra Carità! Voglio spiegarvi chi siano i pesci grandi.
Diceva: Chi avrà trasgredito uno solo di questi miei comandamenti, fosse anche il più piccolo, sarà chiamato minimo nel Regno dei cieli.
Sarà là dentro ma sarà il più piccolo.
Chi al contrario li praticherà e conforme alla sua pratica insegnerà, sarà chiamato grande nel Regno dei cieli. ( Mt 5,19 )
Ecco chi sono quei pesci grandi presi per essere collocati alla destra: Chi li praticherà e insegnerà.
Occorre che abbia compiuto il bene e l'abbia insegnato; occorre che non contraddica alle sue parole conducendo una vita cattiva, riducendo la buona lingua ad essere testimone d'una vita cattiva.
Chi infatti li avrà praticati e secondo la sua pratica avrà ammaestrato sarà chiamato grande nel Regno dei cieli.
E continua: Vi dico infatti che se la vostra giustizia non sarà superiore a quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel Regno dei cieli. ( Mt 5,20 )
Capisci ora cosa sia il Regno dei cieli?
Quello del quale a coloro che staranno alla destra sarà detto: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno. ( Mt 25,34 )
Se la vostra giustizia non sarà superiore a quella degli scribi e dei farisei.
Che significa: Superiore a quella degli scribi e dei farisei? Volgi il pensiero a quegli scribi e farisei seduti sulla cattedra di Mosè, a proposito dei quali è detto: Fate quel che dicono ma non fate quel che fanno, poiché dicono ma non fanno.
Giustizia da farisei è dunque dire senza fare.
Che la vostra giustizia superi quella degli scribi e dei farisei, nel senso che diciate cose rette e conduciate una buona vita.
E ora ci sarà di nuovo bisogno di intavolare l'ormai consueto discorso sul numero dei pesci, cioè sui centocinquantatre?
Sono cose ormai note. È un numero che nasce da diciassette sviluppato per via di addizioni.
Comincia da uno e arriva a diciassette sommando tutti i numeri, cioè aggiungi uno a due e ottieni tre; aggiungi il tre e ottieni sei; aggiungi il quattro e ottieni dieci.
Procedendo così arriva a diciassette e otterrai il numero centocinquantatre.
La nostra preoccupazione non deve essere pertanto altra se non quella di scoprire cosa indichino il dieci e il sette, poiché lì è la base su cui poggia il centocinquantatre.
Che significano il dieci e il sette?
Il dieci vedilo realizzato nella legge, poiché all'inizio furono dati dieci precetti: quelli che chiamiamo decalogo, scritto su tavole dal dito di Dio. ( Dt 9,10 )
Nel dieci dunque vedi indicata la legge, nel sette lo Spirito Santo. ( Is 11,2-3 )
Col numero sette si designa infatti lo Spirito Santo.
Per cui nel Vecchio Testamento non si parla di santificazione se non quando si arriva al settimo giorno.
Dio fece la luce, ma non si dice che la santificò.
Dio fece il firmamento, ma non si dice: Santificò il firmamento.
Divise il mare dalla terra ferma e comandò alla terra di germogliare, ma non si dice che la santificò.
Fece la luna e gli astri, ma non si dice che li santificò.
Fece uscire dalle acque animali capaci di nuotare e volare, ma non si dice che li santificò.
Fece uscire dalla terra quadrupedi e ogni specie di rettili, ma non si dice che li santificò.
Fece poi l'uomo, ma non si dice che lo santificò. ( Gen 1 )
Si arriva finalmente al settimo giorno, quello in cui si riposò, e questo giorno lo santificò. ( Gen 2,3 )
Con questo suo riposarsi Dio volle santificare il nostro riposo.
Allora infatti la nostra santificazione sarà piena quando riposeremo senza fine insieme con lui.
Perché infatti Dio si sarebbe dovuto riposare?
Non certo perché si era stancato nel compiere le opere.
È così anche di te: se operi mediante la parola non ti stanchi; se dài un ordine e subito quest'ordine si attua, stai fermo e non ti logori le forze.
Possibile che Dio, il quale per fare l'universo disse solo poche parole, si sia stancato così presto?
7.6 - Pertanto nel dieci sappi scorgere la legge, nel sette lo Spirito Santo.
Alla legge si unisca lo Spirito, poiché, se ricevuta la legge ti mancherà l'aiuto dello Spirito, non riuscirai ad adempiere le parole della legge, cioè i precetti che ti vengono imposti.
Non solo, ma l'uomo sotto la legge è astretto in modo da diventare, oltre che peccatore, anche trasgressore.
Intervenga lo Spirito e lo aiuti!
Allora quel che era comandato si mette in pratica; mentre, mancando lo Spirito, la lettera uccide.
Perché la lettera ti uccide? Perché ti rende trasgressore: cioè non potrai addurre la scusante dell'ignoranza in quanto hai ricevuto la legge.
Avendo appreso qual era il tuo dovere, non c'è più ignoranza che ti scusi, e quindi, escluso l'aiuto dello Spirito, sei perduto.
Ma cosa dice l'Apostolo Paolo? La lettera uccide, lo Spirito dà vita. ( 2 Cor 3,6 )
In che senso lo Spirito dà vita? Facendo adempiere la lettera e così impedendole di uccidere.
Ecco chi sono i santi: coloro che in grazia del dono di Dio mettono in pratica la sua legge.
La legge può comandare, non soccorrere; ma, se a soccorrere interviene lo Spirito, si osserva il precetto di Dio con gioia, con gusto.
Ci sono infatti molti che l'osservano per timore; e questi che osservano la legge temendo la pena, preferirebbero che quanto incute timore non esistesse.
Il contrario è di coloro che osservano la legge per amore della giustizia: di questa stessa giustizia godono poiché non la considerano una nemica.
8.7 - In vista di ciò diceva il Signore: Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario, mentre sei ancora per via insieme con lui. ( Mt 5,25 )
Chi è il tuo avversario? Il precetto della legge.
E la via cos'è? La vita presente.
Ma come può esserti avversario un precetto?
Perché ti dice: Non commettere adulterio mentre tu vorresti commetterlo; ti dice: Non desiderare la roba del tuo prossimo, mentre tu vorresti rubare ciò che appartiene agli altri; ti dice: Onora tuo padre e tua madre, mentre tu vorresti essere sprezzante con i tuoi genitori; ti dice la legge: Non dire falsa testimonianza, ( Es 20,1-17 ) mentre tu non cessi di dire menzogne.
Ebbene, quando ti accorgi che la parola di Dio ti comanda una cosa e tu ne fai un'altra, la stessa parola diventa tuo avversario.
Hai un avversario molesto: fa' che non entri fin dentro la tua camera; mettiti d'accordo con lui mentre sei per via.
C'è Dio; che è capace di mettervi d'accordo.
E come fa Dio a creare questo accordo?
Perdonando i peccati e ispirando la giustizia, di modo che si producano opere buone.
Quando dunque mediante l'azione dello Spirito Santo ti sarai messo d'accordo con il tuo avversario, cioè con i dieci comandamenti della legge, apparterrai al diciassette e, appartenendo al diciassette, da quella base fa' che il numero cresca fino a centocinquantatre: sarai alla destra e meriterai la corona, non rimarrai alla sinistra destinato al castigo.
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