Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - Il dono delle lingue preannunzia l'unità della Chiesa
2 - Battesimo e Spirito Santo
3 - Contro gli scismatici Donatisti
4 - Non basta essere cristiani a parole
Celebriamo con ricorrenza annuale la discesa dello Spirito Santo; lo dobbiamo fare con una solenne assemblea, con solenni letture, con una solenne omelia.
Le prime due cose sono state già fatte: siete venuti in moltissimi e siete stati attenti nell'ascoltare le letture.
Facciamo anche la terza cosa: non manchi l'ossequio della nostra lingua a colui che fece il dono di tutte le lingue a degli indotti, che sottomise [ al suo servizio ] le lingue di dotti in mezzo a tutti i popoli, che riunì all'unità della fede le diverse lingue.
All'improvviso infatti scese dal cielo un rumore come di una violenta raffica di vento; e apparvero ad essi come delle lingue di fuoco separate e si posarono sopra ciascuno di loro; e cominciarono a parlare lingue diverse, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. ( At 2,2-4 )
Quella raffica di vento non gonfiò ma vivificò; quel fuoco non bruciò ma accese.
Si compì in essi quanto era stato profetizzato tanto tempo prima: Non c'è racconto, non c'è linguaggio di cui non si oda il suono; ( Sal 19,4 ) affinché, mandati poi qua e là a predicare il Vangelo, adempissero quanto segue nel Salmo: In ogni terra si udì la loro voce e le loro parole fino all'estremità della terra. ( Sal 19,5 )
Infatti con quel dono delle lingue fatto a gente che conosceva solo la lingua della propria nazione ( allora lo Spirito Santo volle che questo fosse il segno della sua presenza ) cos'altro mai lo Spirito Santo voleva significare se non che tutte le genti avrebbero creduto al Vangelo?
E così nel primo momento ciascun fedele, come più tardi [ avrebbe fatto ] l'unità stessa di tutta la Chiesa, parlò in tutte le lingue.
Che cosa obiettano a questi argomenti coloro che non vogliono essere inseriti e uniti alla comunità cristiana, la quale produce frutti e cresce presso tutti i popoli?
Possono forse negare che lo Spirito Santo scende anche ora sopra i cristiani?
Perché dunque ora nessuno, sia presso di noi che presso di loro, parla nelle lingue di tutti i popoli ( ciò allora era la dimostrazione della sua venuta ) se non perché ora è una realtà ciò che allora era solo un segno?
Allora infatti un unico credente parlava in tutte le lingue; ora l'insieme dei credenti parla in tutte le lingue.
Perciò anche ora tutte le lingue sono nostre, poiché siamo membra del corpo che le parla.
A buon titolo siamo nel vero quando riteniamo che gli eretici o gli scismatici, benché siamo convinti che anch'essi abbiano il battesimo di Cristo, non ricevono lo Spirito Santo se non aderiscono alla compagine dell'unità attraverso la comunione della carità.
Allora sì che le lingue di tutte le genti saranno anche le loro, perché dovunque esse sono, ivi saranno anch'essi - cioè nel medesimo corpo di Cristo che cresce per ogni dove - se conserveranno l'unità dello Spirito nel vincolo della pace. ( Ef 4,3 )
Chi non è legato da tale vincolo è schiavo.
Infatti noi non abbiamo ricevuto - afferma l'Apostolo - uno spirito di schiavitù per cadere di nuovo nel timore, ma abbiamo ricevuto lo spirito di adozione a figli, in virtù del quale gridiamo: Abba! Padre! ( Rm 8,15 )
Perciò secondo verità riteniamo che in quella circostanza lo Spirito Santo ha manifestato la sua presenza con il dono delle diverse lingue per questa ragione: perché si capisca che anche ai giorni nostri, nei quali lo Spirito non si manifesta allo stesso modo di allora, non può avere lo Spirito colui che - anche se impregnato del sacramento del battesimo - è separato dall'unità di tutti i popoli.
E perché non si pensasse che chiunque è stato battezzato nel nome della Trinità riceva anche come conseguenza necessaria lo Spirito Santo, nella esperienza della stessa unità [ cioè della Chiesa ] ci sono stati dei casi molto differenti tra loro.
Così troviamo che alcuni, già battezzati, solo in un secondo tempo hanno meritato lo Spirito Santo: è stato quando gli Apostoli sono scesi in Samaria da quei fedeli che erano stati battezzati in assenza degli Apostoli. ( At 8,14-17 )
Altri invece - è un caso davvero singolare - lo hanno ricevuto ancor prima di essere stati battezzati: è quanto, per volontà divina, fu concesso a Cornelio e a quelli che erano con lui, mentre Pietro stava loro parlando. ( At 10,44-48 )
Alla potenza divina l'uomo non può mai opporsi!
Sopra altri invece [ lo Spirito Santo ] scese subito appena battezzati: è il caso di quell'eunuco al quale Filippo, prendendo lo spunto dal profeta Isaia, aveva annunciato Cristo. ( At 8,26-39 )
Sopra altri ancora scese con l'imposizione delle mani da parte degli Apostoli: è il caso capitato ai più.
Sopra altri è sceso senza che nessuno imponesse le mani ma mentre tutti stavano pregando: è accaduto in quello stesso giorno [ della Pentecoste ], che oggi celebriamo solennemente, mentre stavano riunite in una stessa casa centoventi persone insieme agli Apostoli.
Su alcuni è sceso senza che nessuno imponesse le mani e senza che nessuno pregasse, ma mentre tutti stavano ascoltando la parola di Dio: è il caso, ricordato poco sopra, di Cornelio e dei suoi familiari.
Perché dunque è sceso ora in un modo ora in un altro se non perché non se ne desse alcun merito alla superbia umana, ma tutto alla grazia e alla potenza divina?
Pertanto questa distinzione tra la recezione del battesimo e la recezione dello Spirito Santo ci fa capire abbastanza bene che non dobbiamo pensare che necessariamente ricevono lo Spirito Santo coloro che pur ricevono - non lo neghiamo - un battesimo valido.
E quanto meno riceveranno lo Spirito coloro che non solo non hanno nessun amore per l'unità dei cristiani …
L'amore di Dio infatti è stato diffuso nei nostri cuori; non certo da noi stessi ma, come continua l'Apostolo, per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato. ( Rm 5,5 )
Concludendo: come allora le diverse lingue che un unico uomo poteva parlare erano il segno della presenza dello Spirito Santo, così ora è l'amore per l'unità di tutti i popoli il segno della sua presenza.
L'uomo carnale però - sono parole dell'Apostolo - non conosce le cose dello spirito di Dio. ( 1 Cor 2,14 )
E li rimprovera quasi fossero carnali, quando dice loro: Ognuno di voi va dicendo: "Io sono di Paolo ", " Io di Apollo ", " Io invece di Pietro ", " E io di Cristo ".
È stato tagliato a pezzi il Cristo? O forse è stato crocifisso Paolo per voi?
O nel nome di Paolo siete stati battezzati? ( 1 Cor 1,12-13 )
Come infatti gli uomini spirituali godono dell'unità, quelli carnali cercano sempre i contrasti.
Scrivendo con molta franchezza di essi, l'apostolo Giuda dice: Costoro sono fautori di scissioni, animali, privi dello spirito. ( Gd 19 )
Ci può essere cosa più evidente? Più chiara?
Se la smettano dunque quegli stolti di ingannare se stessi e di dire a noi: Che cosa avremmo in più se venissimo da voi, quando voi stessi affermate che già abbiamo il battesimo di Cristo?
Rispondiamo loro: Avete, sì, il battesimo di Cristo; venite per ricevere anche lo Spirito di Cristo.
Abbiate timore di queste parole della Scrittura: Se qualcuno non ha lo spirito di Cristo, non gli appartiene. ( Rm 8,9 )
Vi siete rivestiti di Cristo ricevendo il suo sacramento; rivestitevi anche di lui imitandone l'esempio.
Poiché anche Cristo patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme. ( 1 Pt 2,21 )
Non siate come coloro che hanno la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. ( 2 Tm 3,5 )
Quale forza maggiore della pietà che l'amore dell'unità?
Si dice nei Salmi: Ho visto un limite ad ogni perfezione ma il tuo comandamento è senza confini. ( Sal 119,96 )
Quale comandamento se non quello di cui è scritto: Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate scambievolmente? ( Gv 13,34 )
Perché senza confini se non perché l'amore di Dio è stato diffuso nei nostri cuori? ( Rm 5,5 )
Perché ogni perfezione ha un limite, se non perché la pienezza della legge è l'amore ( Rm 13,10 ) e tutta la legge si compendia in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso? ( Rm 13,9; Gal 5,14 )
E voi amate il vostro prossimo come voi stessi così bene che, mentre non volete che si pensi di voi alcunché di male che non sia stato osservato in voi o provato, nei riguardi del mondo intero voi pensate ciò che né avete osservato né ne avete le prove.
A voi sembra di dire: Signore Gesù.
Forse, non interpretando bene, vi riferite alle parole dell'Apostolo: Nessuno dice: Signore Gesù, se non nello Spirito Santo. ( 1 Cor 12,3 )
Ma il termine dice è stato messo appositamente e con un suo significato proprio.
Nessuno dice: Signore Gesù, se non nello Spirito Santo; ma se lo dice con i fatti, non solo a parole.
Possono infatti dire: Signore Gesù anche coloro dei quali Gesù ha detto: Fate quello che dicono, ma non fate quello che fanno essi. ( Mt 23,3 )
Tutte le eresie, quelle che anche voi condannate, dicono: Signore Gesù.
Cristo non escluderà certo dal regno dei cieli quelli che avrà trovato nello Spirito Santo; tuttavia disse: Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli. ( Mt 7,21 )
Ma nessuno dice: Signore Gesù, se non nello Spirito Santo. ( 1 Cor 12,3 )
Nessuno certo, ma nel senso che è stato detto, cioè con i fatti.
Perciò proseguendo il discorso Gesù aggiunse: Ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli costui entrerà nel regno dei cieli. ( Mt 7,21 )
Di alcuni il medesimo Apostolo dice anche: Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti. ( Tt 1,16 )
Come si può rinnegare con i fatti, così con i fatti si deve dire: [ Signore Gesù ].
Questo è il significato delle parole: Nessuno dice: Signore Gesù, se non nello Spirito Santo.
Se pertanto non vi accostate all'unità ma vi separate dagli altri, siete carnali e non avete lo Spirito.
Se poi vi accostate all'unità con ipocrisia, lo Spirito Santo, nostro educatore, fugge l'ipocrita. ( Sap 1,5 )
Sappiate dunque che avrete lo Spirito Santo quando acconsentirete a che il vostro cuore aderisca all'unità attraverso una carità sincera.
Rispondiamo così ad essi quando ci dicono: "Che cosa avremo in più [ unendoci a voi ]?".
Noi intanto fratelli offriamoci ad essi come esempio di buone opere, ( 1 Tm 2,7 )1 senza essere superbi perché stiamo saldi [ nella verità ], e senza disperare di coloro che giacciono ancora [ nell'errore ].
Indice |
1 | Regola 7 n. 46 |