Discorsi sul Vecchio Testamento |
1 - Esigenza di purificare la carne e lo spirito
2 - Esempi di animi interessati e disinteressati
3 - La Scrittura parla ora chiaramente ora velatamente
4 - La terra dei viventi che ci è promessa
5 - Monte di Dio è Cristo …
6 - … e monte è anche la Chiesa
7 - Gli scismatici sono fuori del "monte"
8 - La contaminazione del corpo e dello spirito
9 - Il timore di Dio fonte di purificazione
10 - La nostra carne sarà angelicata …
Se fra tutte le letture che abbiamo ascoltato la vostra Carità ha fermato l'attenzione sulla prima, cioè quella del profeta Isaia - non ci è possibile infatti ricordare o narrare tutto quello che è stato letto - ritengo che come più fresche siano potute restare le parole con cui il lettore ha concluso [ la sua lezione ], vale a dire: I miei devoti possederanno la terra e abiteranno sul mio santo monte. ( Is 57,13 )
Successivamente fu proclamata la lettura tratta dall'Apostolo che comincia con le parole: Avendo dunque tali promesse, purifichiamoci, carissimi da ogni contaminazione del corpo e dello spirito, e portiamo a compimento la santificazione nel timore di Dio. ( 2 Cor 7,1 )
Ci è venuta incontro la misericordia divina, che ci sostiene e, quando abbiamo fame, ci somministra non solo il cibo che alimenta il corpo ( Sal 146,7 ) - fa sorgere infatti il sole sui buoni e sui cattivi e manda la pioggia ai giusti e agli ingiusti ( Mt 5,45 ) - ma anche quello che nutre il nostro cuore.
In questo deserto infatti noi soffriamo la fame e moriremmo se non ci facesse piovere la manna. ( Dt 8,16 )
Preparandoci dunque il Signore un banchetto senza il contributo di attività umana ( come egli ben sapeva ), è successo che le letture si susseguissero in questa maniera: prima Isaia, nel quale sono contenute le promesse, e poi l'Apostolo, nel quale è detto: Avendo dunque tali promesse, purifichiamoci, carissimi, da ogni contaminazione del corpo e dello spirito, e portiamo a compimento la santificazione nel timore di Dio. ( 2 Cor 7,1 )
Sembra quasi che la lettura del profeta e quella dell'Apostolo formino un tutt'uno.
Cosa dice infatti l'Apostolo? Avendo dunque tali promesse, carissimi; ma nel suo testo non si indica quali promesse, non perché non ce ne siano, ma perché il lettore non ha iniziato da questo argomento.
Ora, l'animo dell'ascoltatore andava come in cerca di quali fossero le promesse a cui si riferivano le parole dell'Apostolo: Avendo dunque tali promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione del corpo e dello spirito. ( 2 Cor 7,1 )
Grande infatti è l'incombenza che ci si impone, non essendo fatica da poco purificarci da ogni contaminazione del corpo e dello spirito.
Nessuno intraprenderebbe un simile lavoro senza ascoltare le promesse che ne costituiscono la ricompensa.
Nessuno si sobbarca alla fatica che comporta la purificazione del corpo e dello spirito se non è attratto dal premio.
Ora, non so come sia accaduto che il lettore cominciasse dall'imposizione del lavoro e non dalla promessa della ricompensa; Dio comunque non ha voluto lasciar deluse le aspettative dell'uditore attento.
Se per caso titubava se intraprendere o meno la fatica della purificazione del corpo e dello spirito perché non ne aveva udita la ricompensa, impugni le armi cominciando con l'udire la lettura dell'Apostolo; se poi cerca le promesse, aspetti la fine della lettura profetica.
Alla fine di questa lezione, quella del profeta, ci sono le promesse, mentre nella lezione dell'Apostolo al suo inizio c'è l'imposizione del lavoro.
Mettiamoci dunque all'opera! Avendo queste promesse, purifichiamoci da ogni contaminazione del corpo e dello spirito.
Quali sono le promesse? Dice il Signore per bocca di Isaia: I miei devoti possederanno la terra e abiteranno sul mio santo monte. ( Is 57,13 )
Avendo quindi tali promesse, purifichiamoci da ogni contaminazione del corpo e dello spirito. ( 2 Cor 7,1 )
Qualcuno potrebbe obiettare: Sarà questo il motivo per cui mi purificherò da ogni contaminazione del corpo e dello spirito: possedere una terra e abitare su un monte?
Occorre senza dubbio ricercare cosa significhi il possesso della terra e il soggiorno su quel monte; altrimenti gli uomini s'immagineranno di ricevere vasti latifondi e non modereranno la loro avidità ma la dilateranno, anzi, l'ingigantiranno, disprezzando le possessioni piccole nella speranza di acquistarne di più grandi dello stesso genere.
Chi infatti non disdegnerebbe la centesima parte di un tutto se gli si promettesse di possedere tutt'e cento le parti?
Ovvero, chi non riterrebbe insignificante la soddisfazione che comporta un pasto, diciamo, scarso e frugale, se gli si dicesse: Se non te ne priverai, non potrai partecipare a quell'altro banchetto sontuosissimo e squisito?
Coloro che si astengono in questa maniera da certe soddisfazioni presenti non impongono un limite alle proprie bramosie; ma, essendo più grandi queste bramosie, disprezzano le cose minori per il timore che hanno di perdere ciò che desiderano maggiormente.
Ma questa è avidità. O che forse non è un avaro colui che lascia da parte cento monete per conseguirne mille?
Non ti sembri che egli abbia dominato l'avarizia perché lo hai notato rifiutare le cento monete.
Egli pensa alle mille e per questo ha lasciato incalcolate le cento.
Ci sono certuni che si prodigano - è cosa frequente - in servizi verso certi vecchi senza prole: pur disprezzando in essi molte cose, maggiori sono le cose che si ripromettono.
Ora, questi tali dobbiamo considerarli persone compassionevoli oppure ingorde?
Non per nulla sono più stimati i figli della gente povera qualora prestano i loro servizi ai loro genitori poveri.
In questo caso infatti chi li muove è davvero l'affetto, non l'eventuale ricompensa.
Il rovescio è per i figli della gente ricca.
Se aiutano i loro genitori, non è manifesto che sia per pietà filiale, e, se lo è, rimane occulto: anche se è visto da Dio, non può essere visto dagli uomini.
Capita pertanto, e di frequente, che gli stessi genitori pensino male dei propri figli, supponendo che li assistano per motivi di denaro.
È opportuno, a volte, che questi figli vengano emancipati dai genitori.
Altre volte il figlio, in procinto di prendere moglie, esigerebbe degli emolumenti, o, sul punto di conseguire qualche incarico onorifico, vorrebbe che [ i genitori ] gli dessero delle cose di loro proprietà; ma loro dicono: Non gliene do, altrimenti non mi assisterà più.
Quale giudizio ha dato sul conto di suo figlio!
Che lo assiste per attaccamento al denaro, non tenendo in alcun conto l'amore verso il padre.
Se pertanto temi che, intascato il denaro, il tuo figlio non ti assista più, non è, questo, un affetto nato dall'amore ma suggerito dal quattrino.
Quanto è migliore il figlio del povero, il figlio di quel tal vecchio malandato e squattrinato, che, non ripromettendosi nulla da suo padre, che appunto non ha nulla da lasciargli, mantiene suo padre lavorando e faticando con sudore!
Ci sono, a volte, anche figli di ricchi che, ispirati dal timore di Dio, assistono i propri genitori non perché si aspettino qualcosa da loro ma per il solo fatto che sono loro genitori e li hanno generati ed educati, e perché Dio dice: Onora tuo padre e tua madre. ( Es 20,12 )
Ma, se c'è di mezzo la retribuzione, l'affetto rimane celato [ all'occhio di chi li osserva ].
Ed effettivamente costoro sono piuttosto graditi a Dio, ma, quanto agli uomini, essi non possono leggere nelle loro intenzioni solo Dio le conosce! né quindi possono lodarli.
Così fu di Giobbe, uomo timorato di Dio.
I demoni supposero che servisse Dio in vista di una ricompensa.
Ma dove apparve che serviva Dio disinteressatamente?
Quando, perse tutte le cose, disse: Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; come è piaciuto al Signore così è accaduto.
Sia benedetto il nome del Signore! ( Gb 1,21 )
Perché ho raccontato queste cose fratelli?
Perché ogni giorno la Scrittura ci fa udire la sua voce esortandoci a disprezzare i beni temporali e ad amare quelli eterni.
Ogni pagina divina è lì a parlarci, senza posa, talora palesemente talora velatamente, nel mistero.
Nessuno però ha da ritenersi privato [ dell'insegnamento ] quando la sacra pagina parla velatamente.
Quando in un brano ti si palesa la volontà di Dio, cioè quando ti è manifesta, lì tu devi amarla.
Amala quando ti ammonisce apertamente.
Ma qual è nei passi accessibili tale è anche in quelli oscuri; qual è al sole tale è anche all'ombra.
Seguila così se la leggi così.
Come ho detto, è - ad esempio - oscuro il passo: Possederà la terra e abiterà sul mio santo monte. ( Is 57,13 )
Se lo prendiamo in senso carnale, non ci purificheremo da ogni contaminazione del corpo e dello spirito, ( 2 Cor 7,1 ) e inutilmente per noi Dio ha disposto che alla conclusione della lettura del profeta fosse congiunto l'inizio della lettura apostolica.
Questo, se ci disponiamo volgendoci all'avarizia, intenzionati di possedere un monte terreno, e non alla pietà.
Ma cosa dobbiamo intendere per "monte"?
È oscuro ciò che ha chiamato "monte", e se Dio ci avesse abbandonato, in nessun brano ci avrebbe detto cosa sia il monte.
Dove però ti parla chiaramente, lì ama il monte; dove ti fa l'elogio manifesto di quel monte e la Scrittura, aprendo le sue profondità, ti indica cosa ha voluto chiamare monte, lì ama il monte.
E anche là dove ascolti la promessa d'un tal monte, mettiti alla ricerca del monte.
Come l'hai amato quando ti era palese, così comprendilo quando te se ne parla in modo velato.
Dove pensiamo che si parli del monte, affinché possiamo purificarci da ogni contaminazione del corpo e dello spirito? ( 2 Cor 7,1 )
Qual è il monte che ci è stato promesso?
Cerchiamo di conoscere prima quale terra ci si prometta la terra per la quale sospira in un noto passo il profeta Davide dicendo: Tu sei la mia speranza, la mia porzione, nella terra dei viventi. ( Sal 142,6 )
Esiste dunque, e con certezza, una terra dei viventi, dal momento che la nostra è terra di morienti.
Se viceversa nella nostra terra nascesse qualcuno che non dovesse morire, non chiamerebbe quell'altra [ terra ] terra dei viventi.
Ciò non lo dice se non facendo il confronto con la nostra terra, che trova terra di morienti.
Deve esistere dunque una terra di viventi: la quale essendo eterna e celeste, la si chiama terra perché può essere posseduta, non arata.
Ha infatti chi la possiede senza faticare, mentre questa nostra terra mette alla prova il possessore mediante la fatica e lo stanca a forza di temere.
Cosa ti si dice? Alzati, ara la terra per ricavarne di che vivere.
E, volente o nolente, gemendo e sospirando ti alzi e ti metti al lavoro, poiché pesa su di te la sentenza che condannò Adamo: Nella fatica del tuo volto mangerai il tuo pane. ( Gen 3,19 )
Quando sarà passata ogni fatica e gemito, saremo nella terra dei viventi, dove nulla nasce e nulla cresce e tutto ciò che vi è è sempre allo stesso modo, cioè sempre esiste.
Non vi si alternano l'inverno e l'estate, la notte e il giorno.
Quaggiù si semina per mietere lassù, se si è ben seminato.
Chi infatti è colui che quaggiù semina per raccogliere lassù? Colui che elargisce ai poveri.
Le elargizioni fatte ai poveri sono come una semina sulla terra.
Qui semini e là ti ritrovi la messe.
Giunta l'estate, non si miete in maniera transitoria, ma al contrario si mangia e il cibo dura [ sempre ] insieme con la gioia.
Là infatti sei nutrito di giustizia. Quella terra ha il suo pane.
E qual è questo pane? Colui che di là venne a noi.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo. ( Gv 6,51 )
E com'è questo pane? Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia poiché saranno saziati. ( Mt 5,6 )
Abbiamo ascoltato cosa sia il pane di quella terra; ascoltiamo cosa sia anche il monte.
Dice: Abiteranno sul mio santo monte. ( Is 57,13 )
In un altro passo scritturale troviamo - credo - che monte è lo stesso Cristo.
Colui che è pane è anche monte pane perché nutre la Chiesa, monte perché la Chiesa è suo corpo.
La Chiesa è il monte. E cos'è la Chiesa? Il corpo di Cristo. ( 1 Cor 12,27; Ef 1,22-23 )
Aggiungile il capo, e diventa un sol uomo. Il capo e il corpo, un uomo solo. ( Ef 4,4 )
Chi è il capo? Colui che nacque dalla Vergine Maria, prese la carne mortale senza peccato, fu maltrattato dai giudei, flagellato, vilipeso, crocifisso: colui che fu messo a morte per i nostri delitti e risorse per la nostra giustificazione. ( Rm 4,25 )
Lui è il capo della Chiesa, lui è il pane proveniente da quella terra.
E suo corpo chi è? La sua sposa, cioè la Chiesa.
Saranno infatti, i due, un sol corpo.
Questo sacramento è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa. ( Ef 5,31-32 )
Lo stesso [ diceva ] il Signore nel Vangelo parlando del marito e della moglie.
Pertanto, non saranno più due corpi ma uno solo. ( Mt 19,6 )
Volle dunque che fossero un sol uomo Cristo-Dio e la Chiesa.
Da una parte il capo, dall'altra le membra.
Non volle risuscitare insieme con le membra ma prima delle membra, per dare una speranza alle membra.
Il capo volle morire per risorgere per primo e per primo andare in cielo, affinché nel capo avessero speranza anche le membra, attendendo fiduciose che in loro si sarebbe realizzato ciò che le aveva precedute nel capo.
Che bisogno c'era infatti che morisse Cristo, Verbo di Dio, per opera del quale furono create tutte le cose e del quale è detto: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio, e: Tutte le cose furono fatte ad opera di lui? ( Gv 1,1-3 )
Eppure, eccolo crocifisso, schernito, trafitto dalla lancia e sepolto, anche se tutte le cose furono fatte ad opera di lui. ( Gv 1,3 )
Ma poiché si degnò essere capo della Chiesa, la Chiesa, nei riguardi di se stessa, avrebbe disperato di risorgere se non avesse visto risorgere il capo.
Risorse dunque il Capo, e questa resurrezione la si vide.
Prima di tutti la videro le donne, che l'annunziarono agli uomini.
Furono le donne a veder risorgere il Signore, e agli apostoli, che ne sarebbero stati gli evangelizzatori, il Vangelo fu predicato dalle donne, Cristo fu loro annunziato da donne. ( Mt 28,1-8 )
Vangelo in latino equivale a "buona novella".
Coloro che conoscono il greco sanno cosa significhi "vangelo": significa "buona novella".
E che cosa possiamo definire come buona novella più del fatto che il nostro Salvatore è risorto?
E gli apostoli cosa avrebbero predicato di più importante di quelle cose che furono loro annunziate dalle donne?
Ma perché fu la donna ad annunziare il Vangelo?
Perché così, mediante la donna, fu riparata la morte. ( Mt 28,1-8 )
In effetti, la donna che annunziò la vita consolò la donna che aveva annunziato la morte, colei che era morta e aveva somministrato la morte.
Dalla donna fu sedotto Adamo e cadde nella morte; dalla donna fu annunziato Cristo, risorto per non più morire.
Così anche noi risorgeremo e saremo monte santo di Dio.
In questo monte abita il devoto di Dio.
I miei devoti possederanno la terra e abiteranno sul mio santo monte, ( Is 57,13 ) cioè non si allontaneranno dalla Chiesa.
Lavoriamo ora nella Chiesa; verrà giorno in cui erediteremo la Chiesa.
Lassù infatti, quando la nostragioia eterna sarà un fatto compiuto, non saremo se non possessori, né più faticheremo.
Ma andiamo altrove a trovar notizie più chiare nei riguardi di questo monte, poiché finora la cosa appare piuttosto oscura.
Uno potrebbe dire: Dove si trova che la Chiesa è un monte?
Chi dice che Cristo è un monte o che è un monte il corpo di Cristo?
Lo dice in una maniera quanto mai esplicita Daniele: nessuno ne dubita.
Daniele ebbe una visione, la quale ha forse bisogno di chi l'esponga? La scruti la vostra Carità!
Potrebbe darsi che alcune parole di quel testo abbiano bisogno di spiegazione; e queste vogliamo dilucidarvi in nome di Cristo per rendervele manifeste.
Osservate se [ la visione ] può esser detta d'altri all'infuori di Cristo.
Diceva Daniele: Io vidi ed ecco una pietra staccarsi dal monte senza intervento di mani ( Dn 2,34.45 ) [ di uomo ].
Non diceva: Quella pietra era senza mani, ma: Quella pietra fu staccata dal monte senza intervento di uomo.
A staccare dal monte [ quella ] pietra non intervennero mani di uomo.
La vostra Carità sa bene che le pietre non vengono staccate dal monte senza che v'intervengano le mani dell'uomo; quella pietra invece fu staccata dal monte senza intervento di mani, e venne e stritolò tutti i regni della terra.
Non so se davanti ai vostri occhi si presenta altra figura che non sia Cristo, del quale fu detto: Lo adoreranno tutti re della terra. ( Sal 72,11 )
Egli stritolò tutti i regni della terra.
Un re superbo non tollera dinanzi a sé alcun altro re; ora invece tutti i re hanno per re Cristo.
Egli dunque ha stritolato tutti i regni della terra, per regnare lui.
E cosa dice [ la Scrittura ]? Quella pietra crebbe e divenne un monte grande, tanto da coprire tutta la faccia della terra. ( Dn 2,35 )
Penso che ormai riconosciate il Cristo.
E della terra vi siete sentiti dire: I miei devoti possederanno la terra; ( Is 57,13 ) e del monte: E abiteranno sul mio santo monte.
Avendo dunque tali promesse, purifichiamoci, carissimi, da ogni contaminazione del corpo e dello spirito. ( 2 Cor 7,1 )
Ma forse voi volete sapere cosa sia quello staccarsi dal monte senza intervento di mani: è infatti un'espressione piuttosto oscura inserita in quel testo.
Può darsi che qualcuno l'abbia indovinato prima che io inizi a parlarne.
Costoro sappiano tollerare i ritardi necessari per andare incontro agli altri, i quali non saprebbero farsi un'idea della cosa senza averne ascoltato da noi.
Cosa significa "senza mani"? Senza intervento di uomo.
Ora, fratelli, voglia la vostra Carità notare il fatto che quella pietra si staccò dal monte e divenne a sua volta monte.
Staccatasi dal monte, crebbe e divenne monte.
E che monte divenne? Non come quello dal quale si era staccato; difatti del monte da cui si era staccato non è detto: Crebbe e riempì la terra intera. ( Dn 2,35 )
Due dunque sono i monti: il primo è la sinagoga, l'altro la Chiesa; il primo il popolo giudaico, il secondo il popolo cristiano.
Ma perché il popolo cristiano diventasse un monte grande e riempisse tutta la terra, una pietra si staccò dall'altro monte, nel senso che Cristo venne di tra i giudei.
Perché allora senza mani? Perché senza intervento di uomo.
Difatti Cristo nacque da una Vergine e fu concepito senza coito maritale.
Adesso ci è manifesto chi sia il monte.
Non immaginiamoci come il Giddaua o come gli altri, noti sotto altri nomi.
Succede infatti talvolta che la gente prenda [ la Scrittura ] in senso carnale e così, per esempio, leggono il verso: Lo esaudirà dal cielo suo santo. ( Sal 20,7 )
Lo intendono a volte del monte - e fin qui va bene - e dicono che vi si parli di Cristo.
Corrono allora a pregare sul monte credendo che lì Dio li esaudisca.
Nutrono sentimenti carnali e, vedendo che spesso le nubi coprono le falde dei monti, salgono sui monti per essere più vicini a Dio.
Vuoi che la tua preghiera raggiunga Dio? Umìliati.
D'altro canto, queste nostre parole: Se vuoi raggiungere Dio umìliati, non devi prenderle in senso carnale e, per pregare Dio, calarti nelle caverne.
Non cercare né monti né caverne! Abbi in cuore l'umiltà e Dio ti darà la sublimità: verrà da te e sarà con te nella tua stanzetta.
Or dunque, come abbiamo per monte Cristo, così vi abbiamo la Chiesa.
Amiamo la Chiesa! Questo monte crescendo ha riempito la terra intera.
È palese quindi che in questo monte non risiedono coloro che appartengono alle fazioni e non posseggono con noi la terra intera. ( Dn 2,35 )
Ricordatevelo, fratelli! Ogni [ sacra ] pagina ci arma e riempie contro le calunnie della gente che tutti i giorni ci tocca sopportare.
Se avesse detto: Quel monte crescendo riempì l'intera Africa, forse che essi non avrebbero detto che si trattava della setta di Donato?
Crescendo frenò le loro lingue; e tanto crebbe da otturare la bocca di quei chiacchieroni.
Fin dove infatti è arrivato col suo crescere? Si è esteso per tutta la terra.
In effetti, il monte dal quale si era staccato non aveva riempito crescendo tutta la terra.
Sebbene infatti i giudei avessero riempito tutta la terra, dopo che sono stati sconfitti hanno perso anche la loro terra e, se sono stati dispersi per tutta la terra, ciò è stato in pena delle loro colpe, non per la grandezza del loro sviluppo.
Quanto invece al Signore Gesù Cristo, pietra angolare, ( Ef 2,20 ) ha assoggettato a sé i regni degli uomini, ha annientato i regni dei demoni e per crescere ha umiliato tutti i re.
È cresciuto e ha riempito in tutta la sua estensione la superficie della terra.
Oso dire: Cresce ancora, e ancora ci sono spazi che riempie.
Tu dunque ama quel monte e preparati ad abitare in eterno su quel monte. ( Is 57,13 )
Avendo tali promesse, purìficati da ogni contaminazione del corpo e dello spirito. ( 2 Cor 7,1 )
Quali promesse? Se vuoi possedere la terra e abitare sul monte santo, purìficati da ogni contaminazione del corpo e dello spirito.
Quali sono le contaminazioni del corpo? Mi stia attenta la vostra Carità: dobbiamo dire anche queste cose.
Quali sono le contaminazioni del corpo? Non si hanno quando l'uomo per caso passa in un posto e tocca qualcosa o col piede o magari con il viso, come, ad esempio, se gli succede di scivolare e di cadere finendo nel fango o nella melma e si sporca la faccia.
È, questa, una contaminazione facile [ a togliersi ], come si è soliti dire: Ci si lava e se ne va, non è nulla.
La contaminazione del corpo che si deve evitare non procede se non dalla contaminazione dello spirito, e così contamina il corpo.
Ora, qual è la contaminazione dello spirito? La passione disordinata.
E la contaminazione del corpo? Quando si è commesso l'adulterio.
Eccoti davanti due cose: si è sollevata la passione cattiva, e lo spirito è già contaminato; non sei giunto all'adulterio e il corpo non s'è ancora contaminato.
Ma cosa giova il fatto che il corpo sia puro mentre è impuro l'elemento che vi abita?
Uno può essere puro nella carne, ma Dio nel cuore lo ritiene adultero, anche se non altrettanto faccia ancora il marito.
Lo dice il Signore: In verità vi dico, chi guarda ad una donna con desiderio passionale, già ha commesso adulterio con lei nel suo cuore. ( Mt 5,28 )
Ecco la contaminazione dello spirito.
Quando invece si ha la perfetta santificazione? Quando sono santi e il corpo e lo spirito.
Ci sono infatti certuni che si moderano nelle azioni ma non si moderano in fatto di cattivi pensieri.
Operano la purificazione del corpo ma non quella dello spirito.
E, quanto alle azioni, se non le fanno è perché temono la gente.
La passione arde, ma il timore impedisce.
Cosa temi? D'essere scoperto e condannato? d'essere scoperto e perdere il prestigio?
Il corpo dunque sembrerebbe puro, ma non si ha la santificazione completa.
Cosa dice infatti l'Apostolo? Purifichiamoci da ogni contaminazione del corpo e dello spirito. ( 2 Cor 7,1 )
Come ti astieni dalle cattive azioni, così frènati nelle voglie cattive e nei pensieri cattivi.
Frènati quanto alle azioni cattive, e così ti purifichi dalla contaminazione del corpo.
Dòminati nelle voglie cattive, e così ti purifichi dalla contaminazione dello spirito.
Prosegue: Raggiungendo la perfetta santificazione nel timore di Dio. ( 2 Cor 7,1 )
Ottimamente aggiunge: Nel timore di Dio, poiché, è vero, l'uomo non consegue la perfetta santificazione se non nel timore di Dio.
Qual è la santificazione perfetta? Quella che abbraccia il corpo e lo spirito.
Una santificazione che comprenda il corpo e non lo spirito sarebbe imperfetta.
Non può esserci infatti una santificazione dello spirito senza quella del corpo.
Può esserci una santificazione del corpo anche senza quella dello spirito, ma non può esserci una santificazione dello spirito senza quella del corpo: chi infatti è puro nell'anima non può commettere delitti.
Come mai questo? Dice il Signore: Dal cuore procedono gli adultèri, gli omicidi. ( Mt 15,19 )
E l'uomo non può eseguire con le membra del corpo se non ciò che ha pronunziato nel cuore.
Nel cuore ha concepito una parola? È considerata come un fatto.
Per questo diceva in un passo il Signore: Purificate ciò che sta dentro e sarà puro anche il di fuori. ( Mt 23,26 )
Non disse: Purificate l'esterno.
Se avesse cominciato dal corpo, rimaneva che ci avrebbe dovuto esortare a purificare anche l'anima.
Cominciando dall'anima, non gli occorreva dirci che dobbiamo purificare anche il corpo, perché alla purezza dell'anima segue necessariamente quella del corpo.
Quanto invece all'apostolo Paolo, avendo cominciato col corpo, doveva parlare anche dello spirito: Raggiungendo la perfetta santificazione.
Purifichiamoci da ogni contaminazione del corpo e dello spirito, ( 2 Cor 7,1 ) poiché il corpo potrebbe essere, sì, puro - non commettendo adultèri, fornicazioni e cose simili - ma nell'anima potrebbero esserci passioni sregolate, pensieri e propositi cattivi.
E poi soggiunge: Raggiungendo la perfetta santificazione nel timore di Dio. ( 2 Cor 7,1 )
Chi dunque consegue la santificazione del corpo senza conseguire insieme quella dell'anima?
Chi ha timore dell'uomo e non di Dio.
Chi al contrario teme il Signore completa la santificazione.
Ecco, tu non hai voluto commettere adulterio per non farti scoprire dall'uomo: hai frenato il corpo, impedendogli di commettere il male, per timore dell'uomo, e per questo non hai voluto commetterne là dove vede l'uomo.
Se temi anche Dio, non vorrai commetterne nemmeno là dove vede Dio, e così raggiungerai la perfetta santificazione.
Sta' attento! Dice un tale: Oh, se potessi conquistare quella donna! ma non posso: è sotto stretta sorveglianza, ha un marito con gli occhi aperti, e io non ho aiutanti.
Se ci provo, mi acciuffano. Sta a posto, o quasi, per quanto concerne la mondezza del corpo; ma dentro, avendo tali desideri, non ha la mondezza dello spirito.
Temeva di fare [ il peccato ] con il corpo perché lo vedeva la gente, e non teme di commetterlo al di dentro, dove vede Dio!
Si preoccupa di evitare lo sguardo della gente, e non teme lo sguardo di Dio!
Chi allora consegue la perfetta santificazione? Chi vive nel timore di Dio.
Raggiungendo la perfetta santificazione nel timore di Dio.
Il timore dell'uomo potrà, forse, ottenere che il corpo si astenga dalle impurità; quanto all'anima, non l'ottiene se non il timore di Dio.
Ha uno santificato l'anima? Ha assicurato anche la santificazione del corpo.
Sia pura la persona che indossa l'abito, e sarà pulito anche l'abito indossato.
Sia buono e goda buona salute colui che abita nella casa, e non temerà che crolli la casa stessa.
Cos'è la nostra carne? Convinciamoci intanto che non la dobbiamo disprezzare.
E che significa questo? Ora essa è fieno, ma sarà oro.
Non disprezzare il fieno: si muterà infatti in oro.
Colui che seppe mutare l'acqua in vino ( Gv 2,1-11 ) ha il potere di cambiare il fieno in oro e della Carne formare un angelo.
Se con un materiale che sporca fece l'uomo [ all'inizio ], non saprà fare dell'uomo un angelo?
Voglia ripensare la vostra Carità alla materia con cui fu formato l'uomo, e [ lo ] vedrete, a patto che almeno vogliamo pensarci.
Con tale materia che imbratta Dio fece l'uomo e lo prepose agli animali inferiori.
E dell'uomo non farà un angelo? Certo che lo farà.
Rese suoi amici gli uomini e non li renderà angeli? D'ora in poi non vi chiamerò servi ma amici. ( Gv 15,15 )
Diceva questo a persone rivestite di carne, destinate a morire, ancora situate nella miseria e fragilità della vita presente.
D'ora in poi non vi chiamerò servi ma amici.
E a questi amici cosa darà? Ciò che mostrò in se stesso dopo risorto.
Saranno coronati e passeranno alla gloria celeste e saranno uguali agli angeli di Dio. ( Lc 20,36 )
Non ci sarà più né corruzione né stimolo cattivo.
Lassù non ci si dirà: Purificatevi da ogni contaminazione del corpo e dello spirito. ( 2 Cor 7,1 )
Non faticheremo più, né ci si prometterà il premio, avendolo già conseguito.
Non ci si dirà di gemere perché saremo occupati nella lode.
In tal modo la carne mortale sarà trasformata in corpo angelico, e così anche il gemito si trasformerà in lode.
Qui abbiamo il pentimento, l'angustia e il gemito; lassù la lode, la gioia e la felicità.
Più tardi dunque! Adesso non è tempo di felicità. Ma dove? Nella speranza.
Non hai conseguito [ la felicità ] ma godi perché speri, poiché chi te l'ha promessa non può ingannarti.
Chi te l'ha promessa la possiede ed è pronto a darla.
Indice |