Discorsi su argomenti vari

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Nell'anniversario dell'ordinazione episcopale

1 - Revisione degli anni trascorsi del proprio episcopato
2 - Perdono dei debitori ed esortazione alla conversione
3 - Domanda di perdono per i propri debiti, e attestazione di amore per tutti

1 - Revisione degli anni trascorsi del proprio episcopato

Ogni giorno ed ogni ora, o carissimi, deve essere preoccupazione incessante del vescovo aver presente l'importanza del governo di cui ha assunto il carico, e il dovere di renderne conto al suo Dio.

Ma ricorrendo il giorno anniversario della nostra ordinazione, volgiamo in modo particolare il pensiero alla gravità di questo nostro ufficio, come se ora primamente lo dovessimo assumere.

Adesso la cosa è diversa dal giorno in cui lo assumemmo: allora considerammo soltanto come avremmo dovuto svolgerlo; in seguito, e particolarmente nelle ricorrenze anniversarie, è diventato nostro impegno non più solo quello di ideare con prudenza un programma di azione, ma quello di ripensare attentamente come nel passato abbiamo agito, per proporci di imitare noi stessi in quello che ci pare fatto bene e per evitare di ripetere gli errori che vediamo nel passato, e di cui chiediamo perdono.

Impegnandoci con zelo ad agire bene, evitiamo, per quanto ci è possibile, di essere posti sotto accusa dal diavolo e, per quanto possiamo, vinciamo le sue accuse umiliandoci piamente a confessare.

Come, per il futuro, le trasgressioni della giustizia [ di Dio ] portano al peccato, così per il passato il prendere le difese dell'ingiustizia [ in cui si è caduti ], porta ad aggravarla.

Per il primo aspetto serve la carità che premunisce dal commettere la colpa, per il secondo serve l'umiltà che cancella le colpe già commesse, in modo che le colpe che non si possono non commettere, possano almeno essere rimesse, se si opera bene: purché non si voglia vantarsene.

Abbiamo imparato a dire al nostro Padre che è nei cieli: Rimetti nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. ( Mt 6,12 )

Per poter fare questa preghiera con sincerità, dobbiamo anche amare chi ci è nemico, anzi non dovremmo neppure aver nemici, a meno che lo esiga la giustizia.

Se è stato un nostro cattivo comportamento a renderci nemico qualcuno, dovremmo preoccuparci non di rimettergli i debiti, ma di pagargli i nostri, perché se è stato qualcosa di offensivo da parte nostra a destare la sua avversione, siamo noi debitori a lui, non viceversa.

2 - Perdono dei debitori ed esortazione alla conversione

In questo anniversario del mio episcopato mi rivolgerò dunque prima ai miei debitori; essi, senza saperlo, mi danno aiuto presso Dio, offrendomi la possibilità di rimettere loro i debiti che hanno con me, in modo che a mia volta io possa meritare la remissione dei miei debiti.

Mi rivolgo a voi, qui presenti e non presenti: io mi faccio vostro avversario con l'annuncio della verità, vi do molestia con i miei ammonimenti e, volendo cercare il vostro bene, sono costretto a contrastarvi: Non siate come cavallo e mulo che non hanno intelletto. ( Sal 32,9 )

Anche queste bestie attaccano con calci e morsi proprio coloro che le toccano per curarne le ferite.

Se voi vi ostinate, io mi ostino; se mi avversate, io vi avverso; se mi contrastate, io vi contrasto.

La lotta ci unisce, ma la causa di essa ci separa.

Voi contrastate il medico, io invece contrasto la malattia; voi vi opponete al mio zelo, io alla vostra rovina.

Mi rendevano - dice - male per bene; io invece pregavo. ( Sal 35,12 )

Pregava per loro: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 )

E ancora dice: Quando dicono calunnie e ogni sorta di male contro di voi per causa della giustizia, siate lieti e contenti perché una grande ricompensa vi attende nei cieli. ( Mt 5,11-12 )

Ma vi esorto a correggervi della vostra perversità, a riconoscere il mio amore per voi, a ricambiare amore con amore; noi non aspiriamo ad accrescere il nostro premio a prezzo della vostra perdizione.

Quel poco che ho da rimettere ai miei debitori basterà perché sia rimesso a me il mio debito.

3 - Domanda di perdono per i propri debiti, e attestazione di amore per tutti

Intendo poi rivolgermi anche a coloro con i quali io sono in debito.

Come l'Apostolo che dice: Sono in debito verso i Greci e verso i Barbari, verso i dotti e verso gli ignoranti, ( Rm 1,14 ) così io sono in debito non verso alcuni, ma verso tutti, in relazione ai limiti delle mie forze e alla piccola parte affidata al mio governo.

Mi riferisco a quei debiti che desidero che mi siano condonati, non che mi siano fatti pagare.

Non mi levo a tale superbia da osare dire che, da quando porto il peso del mio ufficio, non ho agito male verso nessuno; è cosa se non impossibile, almeno difficile per qualsiasi persona che sia presa e divisa da così molteplici e gravose occupazioni, ma ancor più è difficile o addirittura impossibile a me che conosco la mia debolezza: questa affido da guarire al Signore nostro Dio, offrendogli notte e giorno le mie preghiere e le preghiere che voi fate per me.

Mi confesso debitore vostro se, affannato dalle diverse preoccupazioni e preoccupato dalle difficoltà, non ho forse prestato ascolto a qualcuno come lui richiedeva, se a qualcuno ho rivolto uno sguardo accigliato o parole burbere più di quanto convenisse ovvero, se qualche persona afflitta o bisognosa di aiuto, ho forse turbato con risposta sconveniente, se, mentre attendevo ad altro, ho trascurato o rimandato, o anche amareggiato con un cenno brusco, qualche povero che sollecitava la mia attenzione; ovvero se mi sono sdegnato aspramente quando uno manifestava falsi sospetti sul mio conto, come può avvenire nei rapporti umani, o viceversa se, come è pure umano che capiti, sospettai di qualcuno quello che egli in coscienza non riteneva giusto.

Ma mentre mi confesso debitore a voi per queste offese e altre simili, voi anche credetemi pieno di amore per voi.

Anche la madre che cova i suoi pulcini, spesso, muovendosi in spazio angusto, li schiaccia, se pur non pesantemente, ma resta la loro madre.

Perdonate perché vi sia perdonato.

Rimettete a chi vi ama i debiti dovuti alle sue difficoltà: neppure ai vostri nemici dovete negare la remissione dei debiti dovuti alla loro durezza.

In breve vi prego tutti di raccomandare voi stessi a Dio la cura che io devo avere di voi, e a lui chiedo, come è giusto, la cura per me da parte vostra.

Voglia Dio perdonare benevolmente, non guardare con severità tutto quello in cui posso aver mancato verso di voi in passato.

Guidi lui il cammino che mi resta da fare portando questo carico, e mi renda gradito ai suoi occhi e utile a voi, in modo che, quali apparirete al suo sguardo, voi siate motivo per me di gioia e gloria, non di terrore e pena.

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