Esposizione dei Salmi |
Eccoci a considerare, insieme con la vostra Carità, questo breve salmo.
Il Signore ci assista affinché possiamo parlarne in modo adeguato e insieme conciso.
Per quanto mi aiuterà colui che mi ordina di parlare, cercherò d'essere condiscendente con chi ama ascoltare, senza rendermi pesante verso chi fosse un po' tardo.
Non sarò prolisso per contentare i pochi rendendomi gravoso per chi ha da fare.
Il titolo non ci tratterrà a lungo. Dice infatti: Sino alla fine, negli inni, per David stesso.
Negli inni, cioè, nelle lodi. Sino alla fine, cioè, fino a Cristo.
Perché fine della legge è Cristo, a giustificazione di ogni credente. ( Rm 10,4 )
E dicendo Per David stesso, non dobbiamo intendere nessun altro se non colui che è venuto dalla discendenza di David, per essere uomo tra gli uomini e rendere gli uomini pari agli angeli.
Quanto alla voce di questo salmo, se siamo parte delle sue membra e del suo corpo ( come osiamo sperare sulla parola del Signore ) dobbiamo riconoscere che è essa la nostra voce e non quella di altri.
Non " nostra " nel senso che sia la voce di quelli soltanto che sono ora qui presenti; ma " nostra " in quanto voce di noi tutti, quanti siamo sparsi sull'intera faccia della terra, da oriente ad occidente.
E perché comprendiate bene che questa è la nostra voce, il salmista parla come fosse un uomo solo.
Ma non è un uomo solo: è l'unità [ della Chiesa ] che parla come per bocca di un solo individuo.
Perché in Cristo siamo tutti un solo uomo, e il capo di questo solo uomo è in cielo, mentre le membra ancora si affaticano in terra; e, siccome soffrono, notate quali ne siano gli accenti.
Esaudisci, Dio, la mia supplica; tendi l'orecchio alla mia preghiera. Chi parla? Sembra un individuo.
Ma osserva bene se sia davvero uno. Dice: Dai confini della terra a te ho gridato, nell'angoscia del mio cuore.
Non si tratta dunque di un solo individuo ( sebbene in Cristo, di cui siamo le membra, noi tutti abbiamo unità ).
Una persona singola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra?
Dai confini della terra grida soltanto quella eredità della quale fu detto al Figlio stesso: Chiedi a me, e ti darò le genti in tua eredità, e in tuo possesso i confini della terra. ( Sal 2,8 )
È, dunque, questo possesso di Cristo, questa eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, questa unica Chiesa di Cristo, questa unità che noi siamo, che grida dai confini della terra.
E che cosa grida? Ciò che ho detto prima: Esaudisci, Dio, la mia supplica; tendi l'orecchio alla mia preghiera.
Dai confini della terra a te ho gridato. Cioè, questo ho gridato a te, dai confini della terra; ossia, da ogni luogo.
Ma perché ho gridato questo? Mentre il mio cuore era nell'angoscia.
Mostra di trovarsi in grande gloria tra tutte le genti e in tutto il mondo; eppure è in mezzo a grandi prove.
Infatti la nostra vita in questo esilio non può essere senza prove, e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione.
Nessuno può riconoscersi finché non è tentato; allo stesso modo che nessuno potrà essere incoronato se non dopo la vittoria, vittoria che non ci sarebbe se non ci fossero la lotta contro un nemico e le tentazioni.
È, pertanto, nell'angoscia quest'uomo che grida dai confini della terra; è nell'angoscia ma non è abbandonato.
Poiché il Signore ha voluto darci in antecedenza un'idea della sorte che attende il suo corpo [ mistico ] che siamo noi, nelle vicende di quel suo corpo col quale egli morì, risorse ed ascese al cielo: in modo che le membra possano avere speranza di giungere là dove il capo le ha precedute.
Egli ci ha insegnato a riconoscerci in lui, quando volle essere tentato da satana. ( Mt 4,1 )
Leggevamo ora nel Vangelo che il Signore Gesù Cristo fu tentato dal diavolo nel deserto.
Cristo fu certamente tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato tu.
Tua infatti era la carne che Cristo aveva presa perché tu avessi da lui la salvezza.
Egli aveva preso per sé la morte, che era tua, per donare a te la vita; da te egli aveva preso su di sé le umiliazioni perché tu avessi da lui la gloria.
Così, egli prese da te e fece sua la tentazione, affinché per suo dono tu ne riportassi vittoria.
Se in lui noi siamo tentati, in lui noi vinciamo il diavolo.
Ti preoccupi perché Cristo sia stato tentato, e non consideri che egli ha vinto?
In lui fosti tu ad essere tentato, in lui tu riporti vittoria. Riconoscilo!
Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere quando tu sei tentato.
Non c'è, dunque, da stupirsi se, in mezzo alle tentazioni, il salmista grida dai confini della terra.
Ma perché non è sconfitto? Nella pietra mi hai innalzato.
Ecco una parola che ci fa riconoscere chi è che grida dai confini della terra.
Ricordiamo il Vangelo: Sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa. ( Mt 16,18 )
Grida dunque dai confini della terra colei che egli ha voluto fosse edificata sopra la pietra.
Ma, al fine di costruire la Chiesa sopra la pietra, chi si è fatto pietra?
Ascolta Paolo che dice: E la pietra era Cristo. ( 1 Cor 10,4 )
In lui noi siamo edificati: ed è stato per noi che la pietra nella quale noi siamo edificati venne per prima battuta dai venti, dal fiume, dalla pioggia, ( Mt 7,24.25 ) che cioè Cristo fu tentato dal diavolo.
Ecco la solidità su cui volle poggiasse il tuo edificio.
Per questo non cade a vuoto la nostra voce, ma è esaudita: perché poggiamo su una grande speranza.
Nella pietra mi hai innalzato.
Mi hai condotto perché sei divenuto la mia speranza.
Se egli non fosse divenuto la nostra speranza, non sarebbe in grado di condurci.
Ci conduce in quanto è la nostra guida; e ci conduce con sé in quanto egli è la nostra via; a sé ci conduce in quanto egli è la nostra patria. Dunque ci conduce.
Ma come fa? Può farlo perché è divenuto la nostra speranza.
E quando è divenuto la nostra speranza? Ecco, lo avete udito!
Egli è stato tentato, ha sofferto, è risorto: così è divenuto la nostra speranza.
Cosa diciamo dentro noi stessi quando leggiamo queste cose?
Dio non vuole certamente la nostra dannazione se per noi ha mandato il suo Figlio ad essere tentato, crocifisso, a morire, a risorgere.
Diciamo che Dio non manca di stima per noi se per noi non ha risparmiato il suo Figlio, ma per noi tutti lo ha dato. ( Rm 8,32 )
Così egli è divenuto la nostra speranza.
In lui puoi vedere la tua fatica e la tua ricompensa: la tua fatica nella passione, la tua ricompensa nella resurrezione.
Così egli è divenuto la nostra speranza.
Noi, infatti, abbiamo due vite: una nella quale siamo attualmente, e l'altra che speriamo.
Quella nella quale siamo ci è nota; quella che speriamo ci è sconosciuta.
Resisti durante questa vita e conseguirai quella che non hai ancora.
Ma, che vuol dire: Resisti? Non farti vincere dal tentatore.
Con le sue fatiche, le sue tentazioni, le sofferenze e la morte, Cristo ti ha mostrato la vita che hai da vivere adesso; con la sua resurrezione ti ha mostrato la vita che ti attende.
Noi, infatti, sapevamo soltanto che l'uomo nasce e muore; non sapevamo che l'uomo risorge e vive in eterno; egli ha assunto ciò che tu conoscevi, per mostrarti ciò che non conoscevi.
Per questo, dunque, è diventato la nostra speranza nelle tribolazioni e nelle tentazioni.
Senti cosa dice l'Apostolo: Non solo, ma noi ci gloriamo anche nelle tribolazioni; sapendo che la tribolazione genera la pazienza, la pazienza genera la virtù provata e questa a sua volta la speranza; la speranza poi non è delusa, perché la carità di Dio è stata diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. ( Rm 5,3-5 )
Lui stesso, dunque, è divenuto la nostra speranza; lui che ci ha dato lo Spirito Santo e ci fa camminare verso la speranza.
Non cammineremmo, infatti, se non avessimo la speranza.
Come afferma il medesimo Apostolo: Ciò che uno scorge, può forse sperarlo?
Ma, se speriamo ciò che non vediamo, per mezzo della pazienza lo aspettiamo.
E ancora: È nella speranza che siamo stati salvati. ( Rm 8,24.25 )
Mi hai condotto, perché sei diventato la mia speranza, torre di fortezza di fronte al nemico.
È nell'angoscia il mio cuore - dice questa unità levando la voce fin dai confini della terra - e soffro in mezzo alle tentazioni e agli scandali.
I pagani mi odiano perché sono stati sconfitti; mi insidiano gli eretici coperti col manto del nome cristiano; all'interno, nella stessa Chiesa, il frumento è soverchiato dalla paglia.
In mezzo a tutto questo, mentre il mio cuore è nell'angoscia, griderò dai confini della terra.
Colui che mi ha costruito sopra la pietra non mi abbandonerà, né lascerà di condurmi a sé: perché, anche se soffro, anche se il diavolo in ogni luogo, in ogni momento, in ogni occasione, tende insidie contro di me, io ho in lui [ Cristo ] la mia torre di fortezza.
Quando in essa mi sarò rifugiato, non soltanto eviterò le frecce del nemico, ma potrò anche scagliare intrepido contro di lui tutte le frecce che vorrò.
Questa torre è Cristo, il quale per noi si è fatto torre di fronte al nemico, lui che è anche pietra sopra la quale è costruita la Chiesa.
Cerchi riparo per non essere ferito dal diavolo? Rifugiati nella torre!
In essa mai ti raggiungeranno le frecce del diavolo; ivi starai riparato permanentemente.
Ma in qual modo ti rifugerai nella torre? Che nessuno, in mezzo, alla tentazione, pensi di trovare questa torre in senso materiale!
Non trovandola, potrebbe correre il rischio di scoraggiarsi e di venir meno nella tentazione.
La torre è dinanzi a te. Ricordati di Cristo, e sarai entrato nella torre.
In qual modo ti ricorderai di Cristo per così entrare nella torre?
Qualunque cosa avrai da soffrire, pensa che per primo egli l'ha sofferta, e rifletti sul fine per cui egli ha sofferto.
Egli morì per risorgere. Spera di raggiungere anche tu la mèta nella quale egli ti ha preceduto, e sarai già entrato nella torre senza cedere al nemico.
Se, invece, consentirai alle suggestioni del nemico, allora la freccia dell'aggressore riuscirà a colpirti.
Sii piuttosto tu a lanciare frecce contro di lui: frecce con cui ferirlo e vincerlo.
Quali sono queste frecce? Sono la parola di Dio, la tua fede, la tua speranza, le opere buone.
Io non ti dico: Sta' tranquillo e in ozio dentro la tua torre; e nemmeno: Accontentati di non essere raggiunto dalle frecce del nemico.
Ti dico di essere sempre occupato e che le tue mani non si fermino mai.
Le tue opere buone sono le spade che uccidono il nemico.
Sarò ospite nella tua tenda per sempre. Vedete che a gridare è colui del quale parlavamo poc'anzi.
Chi di noi, infatti, potrà essere ospite per sempre? Qui viviamo per pochi giorni e ce ne andiamo: poiché veramente qui in terra siamo ospiti, mentre in cielo avremo una dimora stabile.
Sulla terra tu sei un esule e dovrai udire la voce del Signore tuo Dio, che ti ordinerà di emigrare.
Da quella dimora eterna nei cieli invece nessuno ti ordinerà di partire.
Qui, dunque, sei ospite. E in un altro salmo si dice al riguardo: Sono ospite presso di te, ed esule, come tutti i miei padri. ( Sal 39,13 )
Qui siamo ospiti; là il Signore ci darà una eterna dimora.
Dice: Molte sono le dimore presso il Padre mio. ( Gv 14,2 )
E queste dimore egli ce le darà, non come ad ospiti, ma come a cittadini che vi dovranno restare per sempre.
Tuttavia, o fratelli, siccome la Chiesa sarà in questa terra non per poco tempo, ma sino alla fine del mondo, per questo qui nel salmo è detto: Sarò ospite nella tua tenda per sempre.
Infierisca pure, quanto vuole, il nemico!
Mi aggredisca, mi tenda insidie, aumenti il numero degli scandali, immerga nell'angustia il mio cuore.
Io sarò ospite nella tua tenda per sempre.
La Chiesa non sarà vinta, non sarà sradicata, non cederà alle tentazioni, finché non verrà la fine di questo mondo e non ci accolga, provenienti da questa abitazione temporale, quella eterna dimora alla quale ci condurrà colui che è divenuto la nostra speranza.
Sarò ospite nella tua tenda per sempre.
Sembra voglia ovviare a una nostra difficoltà: " Se dovrai essere ospite per lungo tempo, vuol dire che sulla terra dovrai tribolare in mezzo a molte e gravi prove.
Infatti, se la Chiesa dovesse restarvi solo per pochi giorni, allora le insidie del tentatore finirebbero presto ".
Bene! tu vorresti che le tentazioni durassero pochi giorni; ma, se non restasse a lungo qui in terra, se non vi restasse sino alla fine, come farebbe, la Chiesa, a raccogliere tutti gli uomini?
Non essere geloso di coloro che verranno poi!
Non tagliare, poiché tu vi sei già passato, il ponte della misericordia!
Esso rimanga in piedi per sempre.
E che dire delle tentazioni, le quali saranno per forza tanto più numerose quanto più frequenti saranno gli scandali?
Infatti egli stesso dice: Poiché abbonderà l'ingiustizia, si raggelerà la carità di molti. ( Mt 24,12 )
Ma la Chiesa, che grida dai confini della terra, si trova in coloro dei quali il seguito del testo dice: Chi, però, avrà perseverato sino alla fine, quello sarà salvo. ( Mt 24,13 )
Ma in che modo persevererai? Di quali forze disponi in mezzo a tanti scandali, in mezzo a tante tentazioni, in mezzo a tante battaglie?
Con quali forze vincerai il nemico invisibile? Forse con le tue?
Se è vero che l'orante di questo salmo dovrà essere esule per sempre qui sulla terra, con quale speranza resisterà?
Mi rifugerò all'ombra delle tue ali.
Ecco perché siamo sicuri in mezzo a tante tentazioni, finché non venga la fine del mondo e ci accolgano i secoli eterni.
Siamo sicuri perché ci rifugiamo sotto la protezione delle sue ali.
Nel mondo vi è un calore bruciante, ma sotto le ali di Dio c'è un'ombra meravigliosa.
Mi rifugerò all'ombra delle tue ali.
7 - [v 6.] Perché tu, Dio, hai esaudito la mia preghiera.
Quale preghiera? Quella con la quale ha cominciato il suo dire: Esaudisci, o Dio, la mia supplica, tendi l'orecchio alla mia preghiera.
Dai confini della terra a te ho gridato. ( Sal 61,2.3 )
Ecco cosa ho gridato a te dai confini della terra.
Per questo mi rifugerò all'ombra delle tue ali, perché hai esaudito la mia preghiera.
Egli ci invita dunque, o fratelli, a non smettere di pregare, finché siamo nel tempo delle tentazioni.
Hai dato l'eredità a coloro che temono il tuo nome.
Perseveriamo dunque nel timore del nome di Dio: non ci inganna l'eterno Padre.
In questo mondo si affaticano i figli per raccogliere, dopo la loro morte, l'eredità dei genitori.
E noi non ci affaticheremo per ottenere l'eredità di quel Padre al quale non succederemo, perché egli non muore mai, ma con il quale vivremo in eterno nella stessa eredità?
Hai dato l'eredità a coloro che temono il tuo nome.
Aggiungerai giorni su giorni agli anni dei re.
Si riferisce al re di cui noi siamo le membra.
Il re è Cristo, il nostro capo, il nostro re.
Hai dato a lui giorni su giorni; non soltanto i giorni di questa vita che ha fine, ma giorni oltre questi giorni, senza fine.
Dice: Abiterò nella casa del Signore per la lunghezza dei giorni. ( Sal 23,6 )
Perché per la lunghezza dei giorni, se non perché ora i giorni sono brevi?
Infatti ogni cosa che ha fine è breve; ma i giorni di questo re sono al di sopra dei giorni.
Cristo regna nella sua Chiesa non soltanto questi giorni che passano, ma regna insieme con i Santi nei giorni che non hanno fine.
Lì è un solo giorno, e sono molti giorni.
Che siano molti giorni già l'ho detto: Per la lunghezza dei giorni.
Che sia un solo giorno lo si ricava da qui: Figlio mio sei tu; oggi io ti ho generato. ( Sal 2,7 )
Per esprimere un sol giorno dice oggi; ma questo giorno non si pone in mezzo tra il giorno di ieri e quello di domani, né il suo inizio è la fine di ieri, né, la sua fine è l'inizio del domani.
Si parla infatti anche degli anni di Dio: Ma tu sei sempre lo stesso, e i tuoi anni non verranno meno. ( Sal 102,28 )
Come si dice " anni ", così si dice " giorni ", e così un solo giorno.
Dell'eternità tu puoi dire ciò che vuoi.
E questo perché, qualunque cosa tu dica, dici sempre poco.
Ma dire qualcosa è necessario proprio per questo: per avere una base onde pensare ciò che è indicibile.
Giorni su giorni aggiungerai agli anni del re, fino al giorno della generazione e della generazione.
Di questa generazione, cioè, e della generazione futura.
Questa generazione è quella paragonata alla luna, per il fatto che la luna nasce, cresce, si completa, invecchia e muore; e così sono le generazioni mortali.
L'altra generazione è quella per la quale saremo rigenerati nella resurrezione e nella quale resteremo in eterno insieme con Dio, quando non saremo più paragonati alla luna, ma saremo come dice il Signore: Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. ( Mt 13,43 )
Nel linguaggio figurato in uso presso la Scrittura, la luna serve a indicare la mutevolezza della condizione mortale.
Per questo discendeva verso Gerico quell'abitante di Gerusalemme che si imbatté nei ladroni; perché la città di Gerico, in ebraico, ha un nome che in latino si traduce " luna ".
Discendeva, dunque, dall'immortalità alla condizione mortale ( e per questo nel viaggio fu ferito dai ladroni e abbandonato mezzo morto ( Lc 10,30 ) ) quell'Adamo dal quale trae origine tutto il genere umano.
Orbene, le parole: Giorni su giorni aggiungerai agli anni del re, fino al giorno della generazione, io le intendo riferite alla generazione mortale.
Ma poi menziona un'altra generazione. Quale? Ascolta!
Resterà in eterno al cospetto di Dio. In qual modo e per quale ragione?
Chi ricercherà per il Signore la misericordia e la verità di lui?
Dice anche in un altro passo: Tutte le vie del Signore sono misericordia e verità per coloro che cercano il suo testamento e le sue testimonianze. ( Sal 25,10 )
Potremmo parlare a lungo sulla verità e sulla misericordia, ma abbiamo promesso di essere brevi.
Eccovi in sintesi che cosa siano la verità e la misericordia; perché non è poca cosa quanto è stato detto: Tutte le vie del Signore sono misericordia e verità.
Si dice che sono misericordia, perché Dio non guarda ai nostri meriti ma alla sua bontà, quando ci perdona tutti i peccati e ci promette la vita eterna.
Si dicono anche verità, perché Dio non inganna ma dona effettivamente ciò che ha promesso.
Riconosciamo questo divino comportamento verso di noi e facciamo altrettanto.
Dio ci ha usato misericordia e verità: la misericordia perdonando i nostri peccati, la verità mantenendo le sue promesse.
Così anche noi, finché siamo qui in terra, comportiamoci con misericordia e verità.
Usiamo misericordia nei confronti dei deboli, dei bisognosi, e anche dei nostri nemici; e pratichiamo la verità impegnandoci a non peccare e a non aggiungere peccato a peccato.
Infatti, chi si ripromette troppo dalla misericordia di Dio finisce col considerare nel suo animo Dio ingiusto, credendo che, anche se resterà peccatore e non vorrà abbandonare le sue ingiustizie, Dio, quando verrà, lo collocherà là dove colloca i suoi servi obbedienti.
Potrà essere giusto tutto questo? cioè, porre te che perseveri nel peccato là dove porrà coloro che hanno abbandonato la via del peccato?
Vorrai essere così ingiusto da rendere ingiusto anche Dio?
Perché vuoi piegare Dio alla tua volontà? Piegati piuttosto tu alla volontà di Dio!
Ma chi è che così si arrende alla volontà di Dio, se non uno di quei pochi dei quali è detto: Chi avrà perseverato sino alla fine, costui sarà salvo? ( Mt 24,13 )
Giustamente, pertanto, qui nel salmo è detto: Chi ricercherà la sua misericordia e la sua verità per lui?
Perché dice: Per lui? Sarebbe stato sufficiente dire: Chi ricercherà?
Perché ha aggiunto: Per lui, se non perché molti cercano, sì, di apprendere dai Libri santi la misericordia e la verità di Dio, ma, quando l'hanno appresa, vivono per sé e non per lui?
Cercano il loro interesse, non le cose di Gesù Cristo; ( Fil 2,21 ) predicano la misericordia e la verità, ma non operano secondo misericordia e secondo verità.
Comunque, per il fatto che le predicano, dimostrano di conoscerle.
Non le predicherebbero, infatti, se non le conoscessero.
Ebbene, chi ama Dio e Cristo, quando si mette a predicare la sua misericordia e la sua verità, deve agire per amore di lui, non per se stesso. Cioè: non deve farlo per avere da questa predicazione comodità temporali, ma per giovare alle membra di Cristo, cioè ai suoi fedeli, amministrando con verità ciò che conosce.
Deve, cioè, comportarsi in modo che colui che vive non viva più per sé, ma per colui che per tutti è morto. ( 2 Cor 5,15 )
Chi cercherà per lui la sua misericordia e la sua verità?
Così inneggerò al tuo nome, o Dio, in eterno, per sciogliere i miei voti di giorno in giorno.
Se inneggi al nome di Dio, non inneggiare solo per un po' di tempo.
Vuoi esaltarlo eternamente? Vuoi inneggiare in eterno? Sciogli a lui i tuoi voti di giorno in giorno.
Che significa: " Sciogli a lui i tuoi voti di giorno in giorno "? Significa: dal giorno presente al giorno eterno.
Persevera nello sciogliere i tuoi voti per tutto questo giorno, finché non giungerai a quel giorno.
È lo stesso che: Chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvo.
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